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Gossip

Maria Elena Boschi festeggia 44 anni e confessa: “Tornassi indietro, farei l’attrice”

L’ex ministra celebra il compleanno in diretta radiofonica su Rai Radio1 e si racconta: dagli errori politici alle sue doti alcoliche, passando per le telefonate ignorate di Conte, la battuta di Berlusconi e il mancato matrimonio con Berruti.

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    Maria Elena Boschi spegne 44 candeline e lo fa sotto i riflettori, ospite del programma Un Giorno da Pecora su Rai Radio1. Con Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, ha parlato a cuore aperto di politica, scelte di vita e qualche rimpianto, tra battute e aneddoti inediti. Un’intervista che ha mostrato il suo lato più leggero e autoironico, lontano dalle tensioni parlamentari e più vicino a una chiacchierata tra amici.

    Il primo a farle gli auguri, puntuale come un orologio svizzero, è stato il fidanzato Giulio Berruti, con cui festeggerà in serata. Per il momento il regalo è rimasto un mistero: ha ricevuto solo fiori, ma aspetta con curiosità la sorpresa finale. Tra una risata e l’altra, ha ammesso che, se potesse tornare indietro a 24 anni, non rifarebbe tutto esattamente allo stesso modo. Pur essendo soddisfatta della sua carriera politica, avrebbe scelto qualcosa di più creativo e fantasioso. Magari l’attrice. Un’idea che non sembra così campata in aria, visto che nella vita ha comunque finito per legarsi a un attore.

    Errori di gioventù, telefonate ignorate e brindisi resistenti

    Tornando al passato, ha ricordato quello che definisce il suo più grande errore comunicativo: la promessa di lasciare la politica in caso di sconfitta al referendum costituzionale del 2016. A trent’anni, ha ammesso, l’entusiasmo e l’ingenuità possono giocare brutti scherzi, ma il tempo le ha insegnato a vedere le sconfitte come opportunità di crescita.

    Un altro episodio curioso riguarda Giuseppe Conte, che fu lei a presentare a Matteo Renzi, quando il futuro premier ancora simpatizzava per il centrosinistra. Il pranzo a quattro fu piacevole e disteso, con Conte che mostrava grande cordialità. Ma appena è arrivato a Palazzo Chigi, ha raccontato la Boschi, ha smesso di risponderle al telefono. Una svolta nei rapporti che sembra ricalcare quella di molte amicizie nate nelle stanze della politica: calorose all’inizio, glaciali quando cambiano gli equilibri di potere.

    Nella sua carriera non sono mancati momenti singolari. Uno su tutti? La proposta – forse ironica, forse no – di posare per un calendario mentre era al governo. Se qualcuno l’aveva pensata come una provocazione, lei ha chiuso la questione senza esitazioni: non si è mai sentita una modella e non ha mai considerato una simile ipotesi.

    Berlusconi, vino e quel matrimonio che non arriva mai

    Tra gli aneddoti più curiosi c’è anche una frase che le disse Silvio Berlusconi: secondo il Cavaliere, era impossibile che una donna così bella fosse comunista. Lei, con il solito sorriso diplomatico, ha precisato di non esserlo mai stata, preferendo definirsi di centrosinistra. Con Berlusconi, comunque, i rapporti sono sempre stati di rispetto reciproco e garbo istituzionale.

    Passando a un altro ambito, quello delle serate più movimentate, la Boschi ha rivelato di avere una resistenza all’alcol degna di un alpino. Si ubriaca raramente, perché regge molto bene il vino e non è abituata agli eccessi. Tuttavia, ha ricordato due episodi in cui ha un po’ esagerato: uno risale ai tempi dell’università, quando la leggerezza dell’età le ha fatto alzare un po’ troppo il gomito. L’altro, più recente, è avvenuto tre anni fa, al matrimonio di un’amica. Nulla di drammatico, ma quanto basta per farsi una risata su se stessa.

    E il matrimonio con Berruti? Per ora non è in programma, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto. L’attore sostiene che per lui è come se fossero già sposati, ma aspetta che sia lei a fare il primo passo. Lei, invece, è convinta che sia lui a doverla sorprendere. Nell’attesa, continua a brindare con la sua resistenza da alpino, godendosi il presente senza troppe pressioni sul futuro.

    Boschi e il suo lato inedito: tra politica, autoironia e normalità

    Se c’è una cosa che emerge da questa intervista è che Maria Elena Boschi, al di là della politica e delle tensioni istituzionali, conserva una leggerezza che la rende un personaggio trasversale. Sa ironizzare su se stessa, ammettere gli errori e scherzare sulle stranezze del suo percorso. Dal referendum al mancato calendario, dall’amicizia svanita con Conte alle battute di Berlusconi, la sua carriera è stata un viaggio tra potere e aneddoti curiosi. E, chissà, magari in un’altra vita sarebbe davvero finita sul grande schermo.

    Per ora, però, le luci della ribalta restano quelle della politica. E, a giudicare dal suo entusiasmo, sembra non avere intenzione di spegnerle presto.

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      Gossip

      Rocío Muñoz Morales, la risposta a Raoul Bova è una stilettata musicale: «Ciao, ladro di pace… medaglia d’oro al più stronzo»

      Dopo giorni di voci su un presunto allontanamento da Raoul Bova e i rumor che coinvolgono anche Beatrice Arnera, Rocío Muñoz Morales pubblica una storia Instagram con frasi tratte da “La perla”, brano di Rosalía: parole che suonano come una risposta indiretta alla tempesta mediatica.

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        Rocío Muñoz Morales ha scelto la musica per dire ciò che finora non aveva commentato apertamente. E lo ha fatto con una storia Instagram destinata a rimbalzare ovunque. Due righe, poche parole, un chiaro riferimento ai gossip degli ultimi giorni: «Ciao, ladro di pace», «Playboy, un campione».

        Il riferimento a Rosalía e quel testo che parla da solo
        Non è farina del suo sacco: Rocío ha citato le strofe di La perla, una delle tracce più discusse dell’ultimo album di Rosalía, Lux. Un brano dedicato a un “rubacuori senza cuore, medaglia olimpica d’oro al più stronzo”, come prosegue la canzone. Parole forti, che parlano di delusione, di ferite e di relazioni tossiche. Non serve essere esperti di retorica per capire che la scelta del testo è tutto tranne che casuale.

        Il contesto mediatico: la voce di crisi
        La storia arriva proprio mentre i social e le cronache rosa parlano di una presunta crisi tra Rocío e Raoul Bova, coppia consolidata dal 2013 e genitori di due bambine. Negli ultimi giorni si è aggiunto un ulteriore elemento alla narrazione: la vicinanza sul set tra Bova e l’attrice Beatrice Arnera, compagna di scena nella prossima fiction Rai. Tanto è bastato per accendere la miccia del gossip. Rocío non ha mai risposto direttamente, ma la storia condivisa sembra un commento elegante e avvelenato allo stesso tempo.

        La strategia del messaggio indiretto
        Nessuna dichiarazione ufficiale, nessuna smentita, nessun attacco frontale. Solo un verso musicale, selezionato con cura, che ha l’effetto preciso di trasformarsi in un messaggio pubblico senza che lei debba pronunciare una parola. Un metodo tipico dell’era social, dove si comunica più con ciò che si allude che con ciò che si dice.

        La rete ha immediatamente interpretato il gesto come una presa di posizione: non uno sfogo, ma una risposta misurata, cucita addosso a una donna che non ama l’esposizione polemica ma sa perfettamente come farsi capire.

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          Personaggi

          Amanda Lear torna a parlare di Dalí: «Era innamorato pazzo di me, ma non poteva soddisfarmi né aiutarmi»

          Amanda Lear riporta alla luce aneddoti del suo legame con Salvador Dalí: un rapporto fatto di ossessioni eleganti, formalità infinite e confessioni inattese. «Mi adorava, ma restava prigioniero della religione e della moglie», racconta la musa, che svela come il pittore vivesse in un tempo tutto suo, tra aristocratici immaginari, tabù cattolici e il rifiuto categorico che lei fosse vista come un’amante.

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            Amanda Lear non smette mai di ritornare sul suo capitolo più iconico: Salvador Dalí. E questa volta lo fa con una serie di pillole che riportano il pubblico direttamente negli anni in cui la diva era la musa più misteriosa d’Europa. «Dalí era innamorato pazzo di me», dice, con quella naturalezza che solo lei può permettersi. Un innamoramento strano, quasi metafisico, perché il pittore sapeva perfettamente di non poterla “soddisfare”, come confessa Amanda con un sorriso tagliente.

            Un amore fuori dal tempo
            Lear racconta un Dalí che parlava e si muoveva come un aristocratico del Settecento. «A lui piacevano le contesse, le principesse», spiegando come il maestro avesse un’attrazione quasi teatrale per tutto ciò che odorava di nobiltà. Il rapporto tra loro era intimo ma formalissimo: «Ci siamo sempre dati del lei», rivela, come se anche nella privacy ci fosse una scenografia da rispettare.

            Cattolico, geloso e rigidissimo
            La diva rivela un tratto meno noto dell’artista: la sua religiosità. «Era religiosissimo, tradizionale. Non eravamo sposati e non gli piaceva l’idea che si pensasse fossi la sua amante». Un’improvvisa pruderie che stride con l’immagine del genio eccentrico e libertino che il mondo conosce. Dalí, invece, con Amanda si muoveva come un uomo d’altri tempi, timoroso del giudizio e legato a un rigore quasi clericale.

            La verità su soldi, gelosie e limiti
            Lear aggiunge un dettaglio che colpisce: «Sapeva che non avevo soldi, ma mi diceva: “Piccola Amanda, vorrei aiutarla, ma non posso. Ho una moglie e sono cattolico”». Una frase che vale più di mille biografie, perché mostra un Dalí incapace di rompere la gabbia delle proprie regole. Un uomo combattuto tra fascinazione e moralismi, tra la sua musa e Gala, la compagna di una vita.

            E Amanda, ancora una volta, glielo perdona con eleganza.

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              Gossip

              Sophie Grégoire parla della love story Trudeau–Katy Perry: «Mi permetto di essere delusa, arrabbiata e triste»

              Sophie Grégoire commenta per la prima volta il nuovo amore di Justin Trudeau con Katy Perry, ammettendo di aver vissuto momenti complessi e di essersi concessa emozioni forti. «Mi permetto di essere delusa, arrabbiata o triste», spiega, ricordando quanto la salute mentale passi anche dalla capacità di non negare a sé stessi il dolore.

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                La notizia della relazione tra Justin Trudeau e Katy Perry era inevitabile che producesse qualche scossa anche lontano dai riflettori. E infatti Sophie Grégoire, ex moglie del premier canadese, ha deciso di parlare. Senza scivolare nel gossip spicciolo, ma affrontando la vicenda dal punto di vista più intimo e umano: quello delle emozioni che non si possono controllare.

                La delusione senza filtri
                «Mi permetto di sentirmi delusa da qualcuno, di essere arrabbiata o triste», ha dichiarato Sophie, usando parole dirette e senza giri di frasi. Un messaggio che suona come un’autodifesa emotiva ma anche come un invito a non fingere indifferenza quando la vita cambia direzione. Perché, come ricorda lei stessa, «so per esperienza personale quanto sia importante, come sostenitrice della salute mentale, permettersi di provare queste emozioni».

                Una storia che fa rumore
                La relazione tra Trudeau e Katy Perry, confermata nei fatti più che nelle parole, ha ovviamente attirato una quantità enorme di attenzioni. E inevitabilmente ha riacceso l’interesse verso il divorzio tra il premier e Sophie, annunciato nel 2023 dopo diciotto anni di matrimonio. Da allora, entrambi hanno mantenuto un profilo relativamente riservato. Ma questa volta Sophie ha scelto di non tacere.

                Il coraggio di nominare il dolore
                Le sue parole non cercano colpevoli, non aprono guerre e non avvelenano il clima familiare. Sono piuttosto la fotografia di una donna che rivendica il diritto di sentirsi ferita, senza vergogna. Una sincerità rara, soprattutto quando si parla di figure pubbliche che spesso si nascondono dietro comunicati anodini e frasi studiate a tavolino.

                L’equilibrio da ritrovare
                Il futuro sentimentale di Justin Trudeau continuerà a far discutere, soprattutto se accanto a lui c’è una delle popstar più riconoscibili del pianeta. Ma la frase che resta impressa è quella di Sophie: un promemoria che la salute mentale passa anche dalla possibilità di dire a voce alta ciò che fa male. E di accettare che delusione, rabbia e tristezza non sono debolezze, ma tappe necessarie per ricominciare.

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