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Gossip

Michelle Hunziker e Nino Tronchetti Provera, l’estate dell’amore tra baci infiniti in montagna e vacanze in barca in Costiera Amalfitana

Dopo Mykonos con la famiglia, Michelle ha scelto l’Alta Badia con le figlie e gli amici: lì l’arrivo scenografico di Tronchetti Provera in elicottero e il bacio fotografato da “Chi”. Poi la Costiera, con giornate in barca e momenti di relax che raccontano la passione di una coppia sempre più affiatata.

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    Un bacio tra le Dolomiti e un abbraccio davanti alla croce di vetta: l’estate di Michelle Hunziker e Nino Tronchetti Provera è stata un film a metà tra romanticismo e copertina patinata. I fotografi hanno seguito ogni tappa, regalando agli appassionati di gossip un album che racconta la nascita di una relazione sotto i riflettori.

    Ad agosto la conduttrice ha scelto ancora una volta l’Alta Badia, insieme alle figlie Sole e Celeste e a un gruppo di amici, tra cui Serena Autieri. A un certo punto è arrivato lui, l’imprenditore con cui fa coppia da alcuni mesi. L’ingresso è stato degno di un set: Tronchetti Provera è atterrato in elicottero a San Cassiano portando un regalo alla compagna. Lo scatto che li ritrae abbracciati e con le labbra unite, pubblicato da “Chi”, ha fatto il giro del web.

    Poi il cambio di scenario: dopo la montagna, la Costiera Amalfitana. Hunziker ha alternato giornate di mare con gli amici a uscite in barca con Nino, in un clima di totale complicità. “Diva e Donna” li ha paparazzati durante un momento di relax al largo, sorridenti e in sintonia, tra tuffi e chiacchiere sul ponte. Un ritratto di coppia solare, lontano da filtri e pose costruite.

    Michelle, nel frattempo, ha condiviso con i suoi follower una serie di immagini dalla vacanza in montagna, raccontando con un post: «Risate, camminate, confidenze, mangiate e bevute… amici e family». In mezzo agli scatti, spicca quello con Tronchetti Provera, mano nella mano davanti alla croce di vetta, simbolo di una scalata compiuta insieme.

    Il messaggio è chiaro: i due sono inseparabili, tra la riservatezza che cercano e l’occhio costante dei paparazzi. Un amore che passa dalle altezze delle Dolomiti ai panorami mozzafiato della Costiera, e che, per quanto fotografato, non sembra temere la luce dei riflettori.

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      Reali

      Vent’otto anni fa moriva Lady Diana nel tunnel dell’Alma a Parigi

      A ventotto anni dalla sua tragica scomparsa, la figura di Diana Spencer resta un faro di umanità e impegno. Maestra nel trasformare il suo ruolo in servizio, la sua eredità rivive oggi nella scoperta di una capsula del tempo che custodiva sogni del passato… e messaggi di speranza per il domani.

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      Diana

        Nel cuore della memoria collettiva, Diana “Princess of Wales” continua a brillare. La sua morte, avvenuta il 31 agosto 1997 nel tunnel dell’Alma a Parigi, segnò il mondo intero. Oggi, dopo ventotto anni, il suo lascito umano torna a farsi simbolo in un momento inaspettato. La riapertura, presso il Great Ormond Street Hospital (GOSH) di Londra, di una capsula del tempo sigillata da Diana nel 1991, scuotendo le emozioni di un’intera generazione.

        La capsula, contenuta in una cassa di legno rivestita di piombo, era stata interrata durante la posa della prima pietra dell’edificio Variety Club e doveva restare chiusa per secoli. Invece, per far spazio al nuovo Children’s Cancer Centre in costruzione, è stata portata alla luce. Con oggetti simbolici selezionati da due bambini vincitori di un concorso di Blue Peter su ciò che rappresenta gli anni ’90. Un CD di Rhythm of Love di Kylie Minogue, una TV tascabile Casio, una calcolatrice solare, monete britanniche, semi d’albero, un ologramma di un fiocco di neve, carta riciclata, un passaporto europeo, una copia del Times e una foto di Diana stessa.

        Il momento dell’apertura è stato definito «emotivamente potente» da Jason Dawson, responsabile del progetto Children’s Cancer Centre. Che ha ritrovato le tracce delle speranze di una generazione del passato: «Connettersi con ricordi che abbiamo piantato con speranza» ha detto.

        Un’icona senza tempo

        Diversamente da quanto dipinge solo il dolore della sua fine, il mito di Diana affonda le radici nella sua vita e nel suo coraggio. Rompendo con i protocolli reali, tenne la mano di pazienti con HIV, camminò tra mine antuomo in Angola, umanizzò la monarchia e aprì percorsi di empatia prima impensabili.

        Oggi, quei piccoli oggetti riemersi — un televisore portatile, una calcolatrice solare, semi d’albero e la musica pop di Kylie Minogue. Sono un ponte tra passato e futuro, tra tecnologia, sostenibilità e l’umanità che voleva salvare. E ci ricordano che il potere di Diana era fatto di scelte consapevoli, che parlavano alla vita, non al palazzo.

        Riscoprire la sua voce

        Quando ripensiamo a Diana, non vediamo solo la cronaca di una morte prematura. Vediamo una storia di servizio, di rinnovamento, di una donna che ha trasformato la notorietà in strumento di cambiamento. Anche oggi, attraverso gesti e simboli — come la capsula riemersa — Diana parla ancora e ci insegna che la memoria è speranza attiva.

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          Personaggi

          Malafedez: dal palco del Primo Maggio allo yacht con Santanchè e La Russa, dal premio Ambrogino d’oro alle ospitate di Gasparri

          Premiato da Beppe Sala per l’impegno sociale, ora a braccetto con la destra tra raduni, podcast e barche extralusso. Fedez flirta con tutti, dissa chiunque e si reinventa ogni giorno: ma è politica, marketing o semplice ossessione per i trend social?

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            La parabola di Fedez è finita. Ora è acrobazia pura. O capriola, se preferite. Malafedez – come ormai lo chiamano sui social – non conosce più confini né etichette. Ieri era il rapper paladino dei lavoratori, osannato al Primo Maggio, oggi brinda con Daniela Santanchè e Ignazio La Russa su uno yacht da 50mila euro a settimana a Cala di Volpe. Dal microfono contro il potere al brindisi con il potere: la metamorfosi più spiazzante dell’estate italiana.

            Eppure, funziona. Lo sanno i social, che hanno visto Fedez restare costantemente al centro del dibattito, oscillando tra raduni politici, festival pop e sagre di provincia. Premiato con l’Ambrogino d’oro da Beppe Sala per l’impegno benefico durante la pandemia, solo pochi mesi fa è salito sul palco del raduno dei giovani di Forza Italia, prendendosi pure la libertà di pungere il sindaco di Milano: «Che Sala non si possa ricandidare è un’ottima notizia».

            Non paga, è passato dal Twiga extralusso di Leonardo Maria Del Vecchio alla sagra dello stoccafisso in Calabria. Una girandola che ha alimentato ironie e sospetti: ha virato a destra? È pronto a entrare in politica? O semplicemente ha capito che l’unico vero partito a cui giurare fedeltà è quello dei trend topic?

            I segnali sono tutti lì. Nel suo Pulp Podcast ha ospitato Maurizio Gasparri, quello che lo aveva bollato come «coso dipinto» e che si era sentito rispondere con un «maiale». L’incontro-scontro ha fatto il pieno di visualizzazioni. Intanto, al Red Valley Festival di Olbia, ha distribuito dissing a chiunque: Tony Effe («a Sanremo sembrava Pavarotti»), Elodie («il suo San Siro uno spin off di Chi l’ha visto»), Achille Lauro («mi presti il costume di Carnevale?»). Non poteva mancare la stoccata alla ex moglie Chiara Ferragni: «Il mio matrimonio è come un concerto dei Coldplay».

            E proprio Chiara resta bersaglio e ossessione. Quando lei ha ufficializzato la relazione con Giovanni Tronchetti Provera, lui ha risposto con una Instagram Story deformata: occhi all’insù, doppio mento, denti in vista e la scritta «L’amore è cieco». «Solo un filtro», ha provato a difendersi. Ma il tempismo parlava da solo.

            Il resto lo fa la nuova fidanzata, Giulia Honegger, giovane stilista milanese. Con lei Fedez ha postato la foto di coppia e la frase «non può piovere per sempre». Pace? Forse. Ma intanto, tra yacht di lusso e sagre popolari, tra Gasparri e La Russa, tra Ferragni e Honegger, l’estate di Malafedez resta un continuo esercizio di equilibrismo. Politica, musica o show? La risposta è sempre la stessa: hype, hype e ancora hype.

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              Gossip

              Roberta Lanfranchi: «Con Pino Insegno la separazione non è stata facile. Ora non ci sentiamo più. Da velina prendevo un milione a serata»

              Dalla favola del bancone di Antonio Ricci ai no a reality e calendari: «Pensavo sempre a mia nonna». La sfuriata di Guardì, il rifiuto delle feste mondane e una carriera che lei stessa definisce “pazzesca e inattesa”.

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                Roberta Lanfranchi ha deciso di raccontarsi senza fronzoli. Ex velina di Striscia la notizia, voce radiofonica, attrice e conduttrice, oggi guarda indietro con un misto di orgoglio e incredulità. «Arrivavo da Cremona e mi ritrovai in prima serata. Da velina prendevo anche un milione a serata. Chi se lo aspettava? Quando mi ricapita? Che periodo pazzesco», dice in un’intervista in cui rievoca i suoi anni sul bancone più famoso d’Italia.

                Il “preside” era Antonio Ricci, il demiurgo del programma: «Controllava tutto, anche il trucco. Ci teneva moltissimo, era maniacale». Un’esperienza che la lanciò nel mondo dello spettacolo, ma che lei ha sempre gestito con cautela. «Non ho mai voluto fare calendari o reality. Pensavo sempre che mi avrebbe visto mia nonna e non volevo darle quell’immagine».

                Non sono mancati gli scontri. Come quello con Michele Guardì: «Ebbi una sfuriata tremenda con lui. Non era facile farsi valere in certi ambienti, ma ho sempre preferito dire la mia piuttosto che farmi schiacciare».

                Sulla vita mondana, invece, Roberta non ha dubbi: non fa per lei. «Vai a una festa in cui conosci quattro persone su settecento. Sorridi, che si vede pure la ruga in più. Poi torni a casa e ti chiedi: che serata è stata? Cosa ho fatto? Niente. Non fa per me».

                Il racconto si sposta inevitabilmente sul piano privato. L’ex marito Pino Insegno resta un capitolo chiuso. «Con Pino la separazione non è stata facile. Ora non ci sentiamo più», confessa. Una frase netta che mette un punto definitivo su una delle coppie più note della tv italiana dei primi anni Duemila.

                Oggi la sua vita è diversa, più riservata, costruita passo dopo passo lontano dalle esagerazioni dei riflettori. «Sono stata definita sfigata, ma alla fine ho fatto tutto: teatro, televisione, radio. E ho scelto sempre io. Non ho mai voluto vivere di apparenze».

                Una carriera che lei stessa definisce “inattesa”, vissuta con la concretezza di chi non dimentica da dove è partita. E con la lucidità di chi, a distanza di anni, può guardare al passato senza rimpianti, ma con la consapevolezza di aver attraversato una stagione irripetibile.

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