Personaggi
Addio a Château Miraval: Angelina Jolie racconta il dolore dietro la tenuta contesa con Brad Pitt
Nei nuovi documenti legali presentati a Los Angeles, Angelina Jolie parla di “luogo troppo doloroso” per lei e per i figli. Dopo la separazione, l’attrice ha ceduto tutto a Brad Pitt “senza alcun compenso”, sperando di mettere fine a un conflitto che, però, continua ancora oggi.
La storia dietro il rosato più celebre di Hollywood
Il nome Château Miraval è noto agli appassionati di vino per il suo pregiato rosato provenzale, ma pochi ricordano che dietro quel marchio si nasconde una delle vicende più tormentate di Hollywood. La tenuta, situata a Correns, nel sud della Francia, era stata acquistata nel 2011 da Brad Pitt e Angelina Jolie per circa 25 milioni di euro. Lì la coppia si sposò nel 2014, trasformando il castello in un rifugio familiare e nella sede della produzione del celebre vino Miraval Rosé.
Oggi, però, quel luogo che un tempo rappresentava l’amore e la stabilità della famiglia Jolie-Pitt è diventato simbolo di una frattura insanabile.
“Non siamo mai più tornati lì”: il racconto di Angelina Jolie
In nuovi documenti depositati presso la Corte Superiore della Contea di Los Angeles, Angelina Jolie, 50 anni, ha spiegato di aver lasciato a Brad Pitt, 61, il controllo totale di Château Miraval e delle altre proprietà comuni, “senza ricevere alcun compenso”. Un gesto, spiega l’attrice, dettato dalla volontà di “evitare ulteriori conflitti” e proteggere i figli dopo “un periodo difficile e traumatico”.
“Da allora io e i bambini non abbiamo più messo piede nella proprietà, troppo legata a ricordi dolorosi”, ha scritto Jolie, riferendosi agli eventi che portarono alla separazione nel 2016. Dopo il divorzio, l’attrice ha scelto di trasferirsi in una nuova casa a Los Angeles, volutamente vicina a quella dell’ex marito, per mantenere un equilibrio familiare.
Un gesto d’amore trasformato in battaglia legale
Se il divorzio tra i due attori si è formalmente concluso nel 2022, la disputa su Miraval è ancora aperta. Nel 2021 Jolie ha venduto la sua quota della tenuta alla società Tenute del Mondo, divisione vitivinicola del gruppo Stoli. Brad Pitt ha reagito presentando una causa nel febbraio 2022, sostenendo che la vendita violasse un accordo informale secondo cui nessuno dei due avrebbe potuto cedere la propria parte senza il consenso dell’altro.
La risposta di Jolie non si è fatta attendere: nel settembre dello stesso anno, l’attrice ha controquerelato Pitt, accusandolo di condurre “una guerra vendicativa” nei suoi confronti. Secondo il suo team legale, la vendita era stata necessaria proprio perché l’attore avrebbe ostacolato la gestione economica della tenuta e impedito alla ex moglie di ottenere liquidità.
Fonti vicine a Pitt hanno replicato che “la questione è puramente commerciale e non ha nulla a che vedere con il divorzio”, definendo “sfortunato ma prevedibile” che l’attrice leghi la disputa a vicende personali.
Un castello pieno di ricordi
“Quella tenuta era un punto focale della nostra vita familiare”, scrive Jolie nei documenti. Lì la coppia aveva scelto di celebrare le nozze, e nella stessa casa l’attrice trascorse parte della gravidanza dei gemelli Knox e Vivienne. “Lasciare all’improvviso quel luogo è stato straziante, soprattutto per i bambini, che hanno visto svanire la quotidianità costruita in anni di serenità.”
Oggi Château Miraval continua a produrre il suo vino di punta sotto la gestione di Pitt e dei partner francesi, ottenendo riconoscimenti internazionali e vendendo milioni di bottiglie l’anno. Ma per Angelina Jolie, quella proprietà resta “un capitolo chiuso”, simbolo di un amore finito e di una ferita ancora aperta.
Dal vino al passato: il sapore amaro di Miraval
Se per il pubblico Miraval Rosé è diventato sinonimo di eleganza e savoir-faire, per i suoi ex proprietari è ormai il ricordo di una vita condivisa e di un sogno interrotto. “Avere una rottura così improvvisa con la mia casa e i miei ricordi è stato doloroso”, conclude Jolie. “Ma a volte, per proteggere se stessi e i propri figli, bisogna trovare il coraggio di lasciar andare.”
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Personaggi
Vivian Jenna Wilson si libera del cognome Musk: «Non voglio più avere a che fare con lui». La figlia di Elon rompe con il padre
Cambio di nome, nessuna eredità, vita condivisa in un appartamento di Los Angeles e orgoglio militante. Vivian Jenna Wilson, figlia di Elon Musk, rivendica la propria indipendenza e attacca il magnate: «Ha voluto figli brillanti, non felici». E sul passato: «Non volevo più portare quel cognome, faccio quello che voglio».
Vivian Jenna Wilson ha un obiettivo chiaro: vivere una vita che non abbia nulla a che fare con suo padre. Un nome pesante, quello di Elon Musk, che a ventun anni ha deciso di abbandonare, legandosi invece a quello della madre, Justine Wilson. A Paris Match racconta il perché senza giri di parole: «Non volevo più avere a che fare con tutte quelle stronzate legate al nome. E poi faccio quello che voglio».
La rottura con il patron di Tesla e SpaceX non è solo affettiva: è culturale, politica, identitaria. Vivian fa coming out come persona trans nel 2020 e cambia legalmente sesso due anni dopo. Da allora, la distanza con Musk si trasforma in frattura pubblica. Lei sfila, studia, lavora, condivide un appartamento a Los Angeles. «Non vivo in una villa. Non ho una Tesla», dice con ironia feroce. A chi su TikTok l’ha dipinta erede da 40 miliardi risponde così: «Se fosse vero, non ci sarebbero più senzatetto né fame nel mondo».
La giovane rivendica con orgoglio la strada costruita da sola: modella emergente, attivista LGBTQIA+, voce presente nelle marce e online. Non cerca pietà, non cerca eredità: cerca spazio. E lontananza. «La sola menzione del suo nome mi fa spegnere il cervello», confessa. Una frase che sintetizza anni di incomprensioni, culminate nella rottura definitiva.
Il contrasto non è solo familiare, ma filosofico. «Quando avevo dieci anni mi disse che Marte sarebbe stato il futuro dell’umanità. Pensai: chi si occuperà della Terra allora? Non parlavamo la stessa lingua». È la fotografia di due mondi che non si incontrano: da un lato il miliardario convinto che il progresso passi dalla colonizzazione dello spazio; dall’altro una figlia che difende i diritti delle minoranze e marcia sul suolo terrestre, tra le persone.
Sui social Musk l’ha cancellata – letteralmente: «Mio figlio Xavier è morto. Ucciso dal virus woke», scrisse. Oggi lei restituisce il colpo con una frase glaciale: «La morale non si misura in dollari». Non cerca un confronto, non chiede riconciliazione. Alza il mento, senza paura: «Sono stata usata come esempio per dimostrare che i bambini trans non dovrebbero esistere. Non potevo lasciar correre. Non è un capriccio politico. È una questione di sopravvivenza».
In mezzo, nessun accordo, nessun passo indietro. Solo una ragazza che ha deciso chi vuole essere. E un padre che, almeno per lei, non è più una stella nella stessa galassia.
Personaggi
Ana de Armas volta pagina: dopo Cruise, nuovo flirt con il finanziere-collezionista Marcelo Valente
Secondo indiscrezioni internazionali, Ana de Armas avrebbe trovato una nuova fiamma nell’imprenditore Marcelo Valente, volto emergente della finanza tech e socio della società di venture capital Babel Ventures. Elegante, riservato e appassionato di arte contemporanea, sarebbe lui la nuova presenza speciale nella vita dell’attrice.
Ana de Armas non resta mai troppo a lungo sotto i riflettori per la sua vita sentimentale, ma ogni volta che qualcosa si muove, Hollywood si accende. Dopo settimane di rumor sulla fine della sua relazione con Tom Cruise, l’attrice di Blonde e No Time To Die avrebbe già voltato pagina. Il nuovo nome accostato alla star cubano-spagnola è quello di Marcelo Valente, socio della società di venture capital Babel Ventures, figura molto stimata tra startupper e investitori della Silicon Valley.
Un uomo normale
Valente non è un personaggio da copertina: preferisce la discrezione, frequenta gallerie e fiere d’arte contemporanea, ed è noto nel mondo tech per il suo stile impeccabile e per una certa allure irresistibile. Proprio questa combinazione di cervello, fascino ed eleganza avrebbe colpito Ana, che negli ultimi mesi è stata spesso avvistata negli stessi ambienti cosmopoliti frequentati da Valente.
Chi li conosce racconta di un’intesa nata quasi per caso, durante un evento legato a un progetto benefico. Uno scambio di battute, qualche interesse comune e la promessa di rivedersi lontano dagli occhi indiscreti. Da lì, le uscite riservate si sarebbero moltiplicate, con cene a bassa visibilità e incontri protetti dal massimo riserbo.
Una scelta che rappresenta quasi un cambio di rotta per Ana de Armas, reduce da relazioni molto esposte mediaticamente. Con Valente, invece, sembrerebbe puntare su una dimensione più solida e meno chiacchierata, fatta di passioni condivise e di uno stile di vita più internazionale che hollywoodiano.
Intanto, nel mondo del gossip continua a tenere banco la presunta chiusura della storia con Tom Cruise. Nessuna conferma ufficiale dai diretti interessati, come da tradizione, ma diversi segnali hanno suggerito una distanza crescente. L’arrivo di Marcelo Valente nella narrazione non fa che alimentare il quadro.
Resta da capire se questa nuova vicinanza si trasformerà in una storia vera e propria o se resterà solo un flirt elegante e fugace. Ma una cosa appare certa: Ana de Armas è di nuovo al centro della scena, e questa volta non per un film, ma per un fascino che va oltre il cinema e che sembra attrarla in un nuovo mondo fatto di venture capital, arte e charme cosmopolita.
Personaggi
Melissa Satta e Amal Clooney insieme a un lunch benefico: nel Metaverso della moda tutto può accadere
Un incontro che nessuno avrebbe previsto: Melissa Satta e Amal Clooney allo stesso tavolo durante un lunch benefico del Fashion Trust di Camera Moda. A favorire l’inedita combinazione è stata Umberta Gnutti Beretta, chair del progetto e madre di Carlo Beretta, attuale compagno della showgirl. Con loro anche Afef Jnifen e Warly Mantegazza, protagoniste dell’evento.
Siamo ufficialmente nel Metaverso sociale della moda, quello in cui tutto può succedere e dove gli abbinamenti più improbabili diventano improvvisamente reali. Nessuno, fino a poche settimane fa, avrebbe immaginato di vedere Melissa Satta e Amal Clooney fianco a fianco a un lunch benefico. E invece eccole lì, sedute allo stesso tavolo, illuminate dai flash e avvolte dall’atmosfera ultra-esclusiva del Fashion Trust di Camera Moda.
A rendere possibile questo incontro è stata Umberta Gnutti Beretta, figura di peso assoluto nel fashion system e chair del progetto benefico. Ma soprattutto madre di Carlo Beretta, il fidanzato dell’ex velina. Una “intercessione” elegante e discreta, che ha spalancato a Melissa le porte di un evento dove solitamente siedono solo avvocate dei diritti umani, imprenditrici globali e filantrope internazionali.
Melissa Satta, sempre più inserita nei circuiti high-society grazie alla relazione con Carlo, ha affrontato l’occasione con un look impeccabile e un profilo basso, consapevole della portata del parterre. Al suo fianco, non solo Amal Clooney, icona mondiale dell’impegno civile e dello stile, ma anche due personalità simbolo della moda e della filantropia italiana: Afef Jnifen e Warly Mantegazza, co-chair del Fashion Trust.
La presenza di Melissa ha inevitabilmente attirato l’attenzione: la sua ascesa nei giri più elitari della moda, dopo anni di gossip e televisione, è uno dei fenomeni più curiosi del momento. Ma ciò che ha sorpreso davvero è stato il clima rilassato e informale tra le ospiti, compresa Amal Clooney, solitamente circondata da protocolli, agenda internazionale e cause umanitarie.
Il Fashion Trust, nato per sostenere i giovani talenti del made in Italy, si conferma così un luogo dove mondi diversi possono incrociarsi senza attriti: l’attivismo globale incontra il glamour, la beneficenza incrocia il jet set, e l’ex velina più chiacchierata del paese si ritrova a condividere un pranzo con una delle donne più influenti al mondo.
In fondo, è proprio qui che la moda mostra il suo lato più sorprendente: mescola, connette, ribalta le distanze. E a volte fa accadere scene che fino a ieri sembravano fantascienza.
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