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Personaggi

Che brutta storia quella di Francesca Cipriani: su lei un tentativo di violenza a 18 anni

Nel corso del programma Donne al bivio, Francesca Cipriani ha condiviso con la conduttrice e col pubblico i dettagli di un episodio che ha segnato profondamente la sua esistenza. A diciotto anni, intrappolata in una situazione che si è rivelata non solo pericolosa ma devastante dal punto di vista emotivo: il tentativo di violenza sessuale perpetrato dal suo datore di lavoro di allora.

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    Francesca Cipriani è passata di recente in qualità di ospite nel programma condotto da Monica Setta Storie di donne al bivio. La showgirl di origine abruzzese ha raccontato a lungo di alcuni momenti molto difficili nella sua vita, tra i quali spicca un tentato stupro subìto a 18 anni da cui però si è fortunatamente salvata.

    Un ricordo indelebile

    La Cipriani ha raccontato di quando, a 18 anni, il suo datore di lavoro di allora tentò di violentarla. Ecco i passaggi salienti di quel drammatico episodio: «In quel periodo purtroppo c’era il mio datore di lavoro che all’improvviso mi ha sequestrato in negozio e ha chiuso ben due porte a chiave. Era l’orario di chiusura, le 20 e ha tentato di violentarmi, mi ha messo le mani addosso. Io stavo svenendo perché mi sono spaventata, non avevo capito cosa volesse fare. Sono stati dei momenti bruttissimi, li ricordo tutt’ora purtroppo perché certe cose te le porti per sempre».

    Di corsa all’ospedale

    Alla Setta, Francesca ha continuato a raccontare: «Mi sono salvata svenendo. Lui mi ha sentito il polso, pensava fossi morta, si è allarmato e mi ha lasciata andare. Sono stati dei momenti brutti e lunghi. C’era la mia mamma fuori che mi aspettava perché erano le 21 e non ero ancora uscita. Capiva che potesse esserci tanta affluenza di gente, ma non così tanto. Appena sono arrivata da lei, mi sono messa a piangere, stavo male sia emotivamente che psicologicamente, mi ha portata subito all’ospedale».

    Un particolare poco chiaro

    Resta solo da capire un aspetto: come abbia fatto la Cipriani, da svenuta, ad avvertire che lui le stava sentendo il pols?. Probabilmente il ricordo di un tale episodio l’ha mandata in tilt e, durante il racconto in tv, si è espressa in maniera un po’ confusa…

    Pure un tentato omicidio

    La vita di Francesca, sebbene all’esterno possa sembrare apparentemente serena, nasconde in realtà numerose vicissitudini gravi. Non solo il tentato stupro… ma anche un tentato omicidio: “Ho avuto una storia d’amore finita malissimo, tentato omicidio. Mi stava strangolando e non respiravo più“. Spiegando in seguito che, fortunatamente, grazie a un cagnolino è riuscita a liberarsi e si è gettata in strada, dove è stata soccorsa da alcuni passanti che hanno chiamato l’ambulanza.

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      Personaggi

      Raoul Bova a Verissimo: «Quella che ho subito è stata una violenza, ma io cammino a testa alta»

      Dal clamore mediatico all’intervento della polizia postale, Bova racconta il suo lato della vicenda: «La pistola oggi sono i social, uccidere si può in nome di un like. Io mi difendo con la verità».

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        Ospite di Verissimo, Raoul Bova ha scelto di raccontare la sua versione sulla vicenda che lo ha travolto in estate: gli audio privati diventati virali sui social e la denuncia per un tentativo di estorsione. «All’inizio non capivo l’entità e la gravità di ciò che stava accadendo – ha detto a Silvia Toffanin –. Mi sono rifiutato di piegarmi, ho rimandato il ricatto al mittente e ho detto che non avevo nulla da nascondere».

        La sua scelta è stata netta: «Nessuno deve accettare un’estorsione. È l’inizio della fine, diventa un incubo. Io credo nella giustizia, bisogna denunciare subito. Io l’ho fatto con la polizia postale. Mi dicevano che avrei perso il lavoro, che avrei rovinato la mia vita privata, ma io cammino a testa alta: chi mi conosce non giudica, rispetta».

        L’attore non si limita a difendersi. Va oltre, puntando il dito contro il meccanismo dei social: «Quella che ho subito è stata una vera violenza. È come se una persona sparasse e poi invitasse gli altri a fare lo stesso. Solo che la pistola è Instagram, i meme, i like. Uccidere si può anche in nome di un like. Questo mi ha fatto male, ma mi ha fatto anche pensare alle ragazze vittime di revenge porn, derise e insultate. Alcune si sono tolte la vita. Non è più un gioco, è un problema sociale serio».

        E alle speculazioni sul suo rapporto con Rocio Munoz Morales risponde con chiarezza: «La nostra situazione la sappiamo noi. Non tutto va comunicato al pubblico. Tradimenti, separazioni: sono illazioni. Ho quattro figli e nessuno ha pensato al danno che queste notizie potevano causare».

        Ora Bova guarda avanti: «Trasformo questa esperienza in forza per combattere questa violenza. La reputazione di una persona non può essere infangata da chi un giorno si sveglia e decide di farlo. Io vado avanti, con la mia verità e con i miei valori».

        Dal 17 settembre sarà di nuovo su Canale 5 con la terza stagione di Buongiorno, mamma!: un ritorno al lavoro che coincide con la sua voglia di riprendersi la scena, ma a testa alta.

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          Personaggi

          La moglie di Vannacci: “Non è razzista, lo sostengo in tutto”. Il ritratto di una famiglia pronta a trasferirsi a Bruxelles

          Tra dichiarazioni d’amore, aneddoti privati e difese accorate, Mihailescu racconta il loro legame, la visione comune del “mondo al contrario” e il possibile trasferimento per sostenere le ambizioni politiche di famiglia.

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            Camelia Mihailescu, moglie del generale Roberto Vannacci, non ha esitato a prendere posizione in difesa del marito durante un evento a Marina di Grosseto. L’occasione, organizzata per celebrare il passaggio del libro Il mondo al contrario da testo a movimento politico, ha visto Camelia parlare apertamente della loro vita privata e del rapporto con il controverso generale, ora eurodeputato leghista.

            “Assolutamente, condivido le idee di mio marito e lo sostengo”, ha dichiarato ai microfoni del Corriere della Sera. Di origini romene, Camelia ha raccontato come abbia conosciuto il generale mentre lavorava nella casa editrice dell’accademia militare di Bucarest. “L’ho trovato modesto e riservato, ho saputo del suo dottorato solo tre anni dopo il matrimonio”, ha aggiunto con un sorriso.

            Una famiglia tra Italia e Bruxelles

            Sposati da 23 anni, i Vannacci vivono in Italia insieme alle due figlie, atlete di triathlon a livello agonistico. Con l’ncarico europeo del generale, la famiglia sta considerando un trasferimento a Bruxelles. “Andremo per il bene delle bambine, così potranno vedere il padre ogni giorno”, ha spiegato Camelia, sottolineando quanto sia importante per loro restare uniti come nucleo familiare.

            “Non è razzista”: la difesa di Camelia

            Camelia Mihailescu ha respinto con forza le accuse di razzismo rivolte al marito: “Chi lo accusa si sbaglia, evidentemente non lo conosce”. Ha anche commentato le sue personali affinità con il movimento ispirato al libro Il mondo al contrario, lamentando una perdita di valori in Italia rispetto alla Romania. “Anche io vedo il mondo al contrario,” ha dichiarato, pur mantenendo parole di affetto per l’Italia, che descrive come un Paese dalla cultura straordinaria.

            Appassionata di arte, Camelia ha recentemente visitato una mostra dedicata a Hokusai e assistito a un’opera al Teatro Verdi di Montecatini. Nonostante le polemiche, ha mostrato un lato più leggero, ironizzando sul calendario satirico ispirato al marito: “Piacerà anche a lui, ha un senso dell’umorismo molto sviluppato”.

            Il futuro del movimento politico

            Camelia ha concluso il suo intervento esprimendo piena fiducia nel progetto politico nato dal libro di Vannacci: “Se lui è contento, sono contenta anche io”. Per lei, il movimento rappresenta un’opportunità per portare benefici al Paese.

            Mentre il dibattito sul generale continua a polarizzare l’opinione pubblica, le parole di Camelia offrono uno spaccato personale su una famiglia che si prepara ad affrontare nuove sfide, tra ambizioni politiche e la volontà di restare unita.

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              Personaggi

              Matilda De Angelis, tra libertà, “palle” e un po’ di terapia: “Recitare mi libera da ogni vergogna”

              L’attrice 29enne non ha peli sulla lingua: dal nudo come “terapia” ai progetti scelti “per egoismo”. In un mondo di pressioni, la De Angelis tiene duro, anche se ogni tanto pensa a mollare i social.

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                Matilda De Angelis, 29 anni, carismatica e affermata a livello internazionale, è una di quelle attrici che non passa inosservata, non solo per il talento. Interprete dalla carriera fulminante, Matilda è diventata famosa non solo in Italia, ma anche all’estero, interpretando ruoli intensi e audaci come in The Undoing, dove ha recitato al fianco di Nicole Kidman e Hugh Grant, e più recentemente in Citadel: Diana, il successo mondiale che l’ha portata sotto i riflettori. Ma oggi, ciò che la porta a fare parlare di sé non sono tanto le sue performance cinematografiche, quanto il rapporto disinvolto che ha col suo corpo e con la libertà di esprimersi.

                “Sono a mio agio con l’usare tutta me stessa nel lavoro,” racconta con una naturalezza che lascia a bocca aperta. Quando si parla di scene di nudo, Matilda non ha dubbi: “Recitare mi dà la libertà di non vergognarmi, è terapeutico,” afferma. Una sicurezza conquistata con fatica, che la vede serena nell’utilizzare anche il nudo come espressione artistica: “C’è uno scollamento tra chi sono io e chi sono quando recito,” continua. Il set per lei è un luogo protetto, dove la vergogna sembra non esistere, uno spazio che le consente di esplorare sfaccettature di sé stessa e dare vita a personaggi complessi e sfidanti.

                Ma la strada per arrivare a questa sicurezza non è stata semplice. “Ho dovuto lavorare su me stessa, anche in terapia,” racconta, riferendosi alle pressioni continue che il mondo dello spettacolo le ha rovesciato addosso. D’altronde, come lei stessa ammette, la vita sotto i riflettori può essere spietata, e le critiche, in un ambiente così esigente, non mancano mai. “Ho sempre dovuto lavorare per ingrossarmi le spalle… e, se posso dirlo, anche le palle!” aggiunge con una risata, rivelando un lato ironico e combattivo che ha imparato a sfruttare per mantenere la sua serenità.

                Parlando di sé, Matilda ammette che ogni progetto lo sceglie con una punta di “egoismo”: “Scelgo i progetti pensando ai cavoli miei,” afferma, senza mezzi termini. Per lei, ogni ruolo rappresenta un’opportunità di crescita, ma è lei stessa a decidere cosa fa davvero per lei. “Non voglio rimanere intrappolata in ruoli comodi o di routine, preferisco rischiare.” Così, tra scene di nudo, ruoli complessi e battute sul set, l’attrice si è costruita una carriera solida che, al di là di qualsiasi critica, le ha permesso di esprimere un’identità autentica e libera.

                E a proposito di critiche, Matilda ha dovuto affrontare anche quelle legate alla sua immagine. Non ha mai nascosto di aver sofferto di acne, e sui social ne aveva parlato apertamente per sensibilizzare i suoi fan. Ma l’ondata di hater non si è fatta attendere: molti l’hanno attaccata proprio su questo aspetto, rendendo il suo rapporto con i social ancora più complicato. “L’acne mi ha fatto dannare e soffrire,” racconta, ma oggi è convinta che parlarne sia stata la scelta giusta. Tuttavia, la vicenda ha contribuito a prendere una decisione importante: ridurre la sua presenza online. “Meglio confrontarsi con le persone nel mondo reale. Non voglio essere alla mercé di tutti e farmi avvelenare la vita,” confessa.

                Nel mondo delle stelle, dove ogni dettaglio è esaminato al microscopio, Matilda De Angelis ha trovato il suo equilibrio. Si è costruita una corazza, tra uno scatto d’ira verso i social e un’invidiabile nonchalance sul set. E, nel frattempo, continua a scegliere ruoli che la rispecchiano e la rappresentano, senza filtri. Chi la conosce bene sa che Matilda non è il tipo che si nasconde dietro un’immagine perfetta: è autentica, diretta e, soprattutto, totalmente libera.

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