Personaggi
Ferragni: ricomincio dagli affetti più stretti… e dalla Spagna
Chiara Ferragni, col parentado più stretto e l’amica del cuore, fotografata a spasso per Milano. Un tentativo di cercare negli affetti la forza per reagire ad un periodo buio. Anche se, professionalmente parlando, qualche spiraglio comincia ad aprirsi…

Ora che le indagini sugli scandali benefici sono state ultimate, si tirano le fila su una brutta storia tipicamente “all’italiana”. Per la Procura di Milano l’ingiusto profitto contestato a Chiara Ferragni sarebbe di poco più 2 milioni e 200 mila euro. E’ quello che si legge nell’avviso di chiusura delle indagini per la influencer e per altre tre persone per i casi del pandoro ‘Pink Christmas’ e delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi. L’accusa – davvero poco onorevole – è quella di truffa aggravata.
A spasso per Milano con chi le vuole bene
Forse nell’intento di tirarsi su il morale, Chiara Ferragni è stata fotografata in centro a Milano in compagnia delle sorelle, della madre e della sua amica del cuore. Tutti attorno all’influencer che, oggi più che mai, ha necessità di ricostruirsi una serenità, venutale a mancare negli ultimi mesi. Ma nonostante i tentativi di svagarsi risalendo la china, non è ancora un momento semplice per lei.






A spasso per Milano: in total white è difficile non notarla…
Pochi sorrisi, l’umore non è certo al top
In cerca della serenità e della visibilità di un tempo l’influencer, scortata dal bodyguard, con le sorelle Valentina e Francesca, la madre Marina Di Guardo e l’amica del cuore Veronica Ferraro (alla quale Chiara ha fatto da testimone di nozze), si aggirano tra le strade di Milano. Il gruppetto è stato paparazzato in piazza del Carmine, zona Brera. Stando alle foto pubblicate dal settimanale Chi, la Ferragni non sorride molto, segno che per l’imprenditrice digitale il periodaccio non è stato ancora definitivamente archiviato.
Il mio ex sta palesemente sfruttando il momento
Circondata dall’affetto delle persone a cui tiene, la Ferragni ha pranzato in uno dei ristoranti in piazza del Carmine. A parziale compensazione di un trend per lei non certo roseo, si registra che, di recente, lei ha guadagnato oltre ventimila follower in più grazie alla vicenda del dissing tra Fedez e Tony Effe di cui è stata inconsapevole protagonista. Definendo Allucinazione Collettiva, la canzone scritta dal suo ex marito “una finta canzone romantica, priva di sincerità. Un palese tentativo di sfruttare il momento, un atto violento, considerando che sono stati dieci mesi molto difficili”.
Ricominciando dalla Spagna
Nel tentativo di riconquistarsi il suo spazio, durante la Milano Fashion Week Chiara non ha partecipato a nessuna sfilata ma ha preso parte al gala dedicato alla sostenibilità. “È una serata importantissima, è importante essere qui per parlare di sostenibilità e Made in Italy. Sono molto contenta di essere qui in questa occasione” aveva detto l’influencer. A quasi un anno dallo scandalo del Pandoro-Gate (che ha causato l’allontanamento da lei di tutti i maggiori brand coi quali aveva rapporti di collaborazione) è diventata sponsor di un marchio di prodotti spagnolo. Si tratta di Goa Organics, azienda vegana di haircare che – in controtendenza generale – l’ha scelta come ambassador.
Fuori dall’Italia qualcosa per lei si muove
Svariati marchi, da quelli beauty come Pantene a quelli di lifestyle e moda come Nespresso e Safilo (e anche Tod’s, per il quale era membro del CdA), hanno concluso le loro collaborazioni con l’imprenditrice dopo il fatidico pandoro-gate. Che, fuori dall’Italia, il vento stia cominciando a soffiare a favore?
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Personaggi
Ferragni alla maturità (ma in Tunisia): dal pandoro-gate ai banchi d’esame
Lo scandalo del pandoro, la perdita di credibilità, le scuse social e la fuga dei brand: tutto inserito nella prova di inglese per la maturità tunisina. Altro che imprenditrice digitale: qui si studia il tracollo di un brand come esempio da manuale

Altro che “power couple”, altro che regina dell’imprenditoria digitale. Chiara Ferragni ormai è ufficialmente diventata un caso da manuale. Non di marketing, ma di come bruciare in pochi mesi un impero costruito a colpi di selfie e collab. E la conferma non arriva da un podcast, da Selvaggia Lucarelli o da qualche saggio universitario italiano. No, arriva dritta da un’aula scolastica tunisina, dove in questi giorni si svolgono gli esami di maturità.
Nella sezione Economia della prova scritta di lingua inglese, il Ministero dell’Istruzione tunisino ha infilato una traccia che suona come una condanna: “Analizzate il caso Chiara Ferragni alla luce dell’articolo pubblicato dal The Guardian il 13 gennaio 2024”. Una vera e propria autopsia dell’operazione-pandoro, a partire dall’accordo con Balocco da un milione di euro fino alle multe dell’Antitrust. Nessun filtro bellezza. Solo numeri, contratti e cadute.
A rilanciare la notizia è stata la pagina social tunisina Lyceena, specializzata in temi scolastici. Il che ci dice una cosa molto chiara: la fama della Ferragni è talmente globale che anche dall’altra parte del Mediterraneo è diventata un caso di studio. Peccato che lo sia non per meriti imprenditoriali, ma per il contrario.
Gli studenti tunisini devono ora analizzare, in inglese, come un’operazione di marketing possa trasformarsi in boomerang. Il testo del Guardian non risparmia nulla: il video di scuse postato da Chiara con la triste musica di sottofondo, il gelo calato sulle collaborazioni con brand come Coca-Cola, l’effetto domino sulla reputazione del marchio. L’articolo si concentra soprattutto sull’impatto economico della vicenda, mostrando come la fiducia in un brand, una volta tradita, può essere quasi impossibile da riconquistare.
Ironia della sorte, in Italia il dibattito è finito nel frullatore dell’opinione pubblica e della satira. In Tunisia, invece, Ferragni è diventata materia d’esame. Gli studenti devono capirne le cause, analizzare gli errori, valutare le conseguenze. Insomma, imparare dal fallimento di un’influencer globale per evitare gli stessi errori.
A volte la realtà supera l’ironia. E se fino a ieri il nome di Chiara Ferragni faceva curriculum, oggi fa lezione. Ma in Tunisia.
Personaggi
Chiara Ferragni in crisi: Fenice Retail chiude con 1,2 milioni di perdite e i soci si scontrano
Dopo la chiusura dello store romano, la società legata agli store fisici di Ferragni finisce in liquidazione. I soci contestano la gestione e chiedono chiarezza sui conti

Chiara Ferragni si trova ad affrontare l’ennesima sfida in un periodo già complesso della sua vita pubblica e imprenditoriale. Dopo la confessione sulle violenze psicologiche e verbali subite, l’imprenditrice e influencer deve ora fare i conti con la chiusura di Fenice Retail Srl, società che gestiva gli store fisici legati al suo marchio. La decisione di mettere in liquidazione la società è arrivata dopo la chiusura dello store romano di via del Babuino, a cui si era già aggiunta la serrata del punto vendita milanese.
I numeri parlano chiaro: Fenice Retail ha accumulato perdite per 1,21 milioni di euro nel biennio 2023-2024. Una situazione che ha portato a un inevitabile ridimensionamento dell’ambizioso progetto retail del brand Ferragni, costringendo la società a mettere in stand-by la sua presenza nei negozi fisici. Un colpo che segna un passo indietro rispetto ai piani di espansione e che riapre vecchie ferite nella gestione societaria.
La messa in liquidazione ha infatti generato forti tensioni all’interno di Fenice Srl, la holding che controlla al 100% Fenice Retail. Qui il confronto è diventato acceso tra l’amministratore unico Claudio Calabi e il socio di minoranza Pasquale Morgese. Durante l’assemblea di marzo, il legale di Morgese ha contestato la mancanza di documenti messi a disposizione, in particolare il bilancio di Fenice Retail. Una mancanza che, secondo il socio di minoranza, impedisce di capire se la liquidazione fosse davvero l’unica strada possibile o un passo affrettato.
Morgese, che detiene lo 0,2% di Fenice Srl a fronte del 99,8% in mano alla stessa Ferragni (dopo l’ultimo aumento di capitale interamente versato dall’influencer), ha chiesto maggiore chiarezza e trasparenza, sottolineando come “in assenza di una previsione di chiusura dettagliata, i soci non hanno elementi per capire se la liquidazione sia davvero necessaria”. Dal canto suo, Claudio Calabi ha difeso la decisione, affermando che si è trattato di un’operazione inevitabile per traghettare la società verso una liquidazione “in bonis”, cioè in regola e senza ulteriori rischi economici.
Il caso Fenice Retail si inserisce così in un quadro già delicato per Chiara Ferragni, che in queste settimane è al centro di una riflessione più ampia sul suo futuro imprenditoriale e sulla gestione delle sue attività commerciali. La chiusura dei negozi fisici segna la fine – almeno per ora – di un progetto ambizioso che aveva portato la regina dei social ad affacciarsi anche nel mondo del retail tradizionale. Resta ora da capire se questa sia solo una battuta d’arresto o l’inizio di una nuova fase, più attenta ai conti e ai rischi di un mercato in continua evoluzione.
Personaggi
Guai con il fisco per Angelo Duro: 150mila euro di presunta evasione
Il comico palermitano, noto per il suo stile provocatorio, è al centro di un’indagine della Procura di Roma per presunto risparmio illecito d’imposta.

Angelo Duro, attore e comico dal linguaggio tagliente e senza filtri, è finito sotto la lente della Guardia di Finanza per una presunta evasione fiscale da 150mila euro. Secondo le indiscrezioni riportate da La Repubblica, l’indagine, ancora a carico di ignoti, punta a verificare la gestione fiscale dell’artista e il presunto utilizzo di uno schema societario per ridurre il carico fiscale. La Procura di Roma, guidata dal procuratore aggiunto Stefano Pesci, sta accertando se Duro abbia aggirato la transizione dal regime forfettario a quello ordinario, creando una società per continuare a incassare i compensi pagando l’Ires invece dell’Irpef, con un risparmio fiscale che gli inquirenti stimano intorno ai 150mila euro.
Come si difende il comico
L’artista ha affidato la sua difesa a un team legale che punta a dimostrare l’assenza di intento fraudolento e la legittimità della struttura societaria utilizzata. Secondo gli avvocati, non si tratterebbe di una strategia evasiva, bensì di scelte tecniche e contabili per gestire le proprie attività professionali. I magistrati dovranno ora stabilire se la società creata da Duro servisse realmente per sviluppare un’attività economica autonoma, oppure se fosse un semplice escamotage per versare meno tasse.
Chi è Angelo Duro?
Nato a Palermo, Angelo Duro ha conquistato il pubblico con un umorismo provocatorio e politicamente scorretto, diventando un nome di riferimento nel mondo dello spettacolo. Dopo il successo con Le Iene, ha portato i suoi monologhi in teatri sold out in tutta Italia, conquistando una platea affezionata grazie al suo stile diretto e dissacrante. Nel 2023 ha partecipato a Sanremo, mentre nel 2024 ha debuttato al cinema con il film Io sono la fine del mondo, ottenendo ottimi risultati al botteghino.
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