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Papa Francesco: “Meno cagnolini, più bebè! L’Italia ha bisogno di una svegliata”

Papa Francesco e gli animali domestici: il pensiero del Pontefice in occasione dell’udienza all’evento della fondazione The Economy of Francesco.

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    Durante l’udienza all’evento “The Economy of Francesco“, la Fondazione che riunisce giovani economisti, Papa Francesco ha toccato nuovamente il tema della crisi di natalità in Italia. Con il suo solito stile schietto, il Pontefice ha detto parole semplici ma allo stesso tempo molto ficcanti con l’intenzione di scuotere le coscienze delle famiglie. “Vedo che ci sono alcuni bambini qui, è una cosa bella, in una cultura dove si preferisce avere cani e gatti invece dei figli. Bisogna dare una svegliata all’Italia!”.

    Bisogna bastonare un po’ l’Italia

    Il pontefice ha esortato i presenti a dedicarsi con passione alla riforma economica e sociale, sottolineando quanto sia importante cambiare il mondo in meglio per le generazioni future. “Se sarete fedeli alla vostra vocazione, la vostra vita fiorirà“, ha detto, incoraggiando a vivere per creare storie da raccontare ai figli e ai nipoti.

    Cani e gatti al posto dei figli. Perché Papa Francesco insiste sull’argomento

    Il Pontefice ha iniziato a parlare del rapporto tra persone e animali nel giugno 2014, poco più di un anno dopo l’inizio del suo pontificato. In quell’occasione, rivolgendosi a coppie sposate da molti anni, ha criticato la scelta di preferire cani e gatti ai figli, legando la presenza di animali domestici alla crisi di natalità, che preoccupa la Chiesa. Bergoglio ha condannato i matrimoni che scelgono di rimanere senza figli per motivi di comodità e benessere, affermando che “forse è più comodo avere un cagnolino o due gatti“.

    Tutti gli animali andranno in paradiso. Chi è indifferente ai bisogni del prossimo, no

    Nel 2016, Francesco ha ribadito questo concetto durante un’udienza, criticando chi si attacca troppo agli animali, ma rimane indifferente verso i bisogni del prossimo. Pur riconoscendo che gli animali meritano compassione e affetto (secondo il pontefice, andranno in Paradiso), ha sottolineato che la pietà, uno dei doni dello Spirito Santo, deve essere rivolta principalmente verso le persone in difficoltà.

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      Raffella Fico: «Perdonavo Mario perché ero innamorata»

      La celebre modella svela i retroscena piccanti della sua tormentata storia d’amore con il calciatore, rivelando come abbia perdonato pubbliche infedeltà per amore.

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        La bella Raffaella Fico, ex del Grande Fratello, riporta alla ribalta le storie affascinanti dei suoi legami con le star. Dopo aver condiviso un periodo con Cristiano Ronaldo, ora svela particolari scottanti della sua travagliata relazione con Mario Balotelli, padre della sua unica figlia, Pia.

        “Riguardo a Ronaldo, era una giovane di 20-21 anni, a un evento in Sardegna, quando ci siamo incontrati per la prima volta. È stato il mio primo fidanzato, un ricordo prezioso che serbo nel cuore”, confessa Raffaella nell’intervista a “Storie di Donne al Bivio” su Rai 2. Ma il capitolo più intenso e controverso della sua vita sentimentale è legato a Balotelli.

        “La nostra storia è iniziata in una discoteca, dove ero accompagnata dalla sorella di Mario, conosciuta durante la mia partecipazione all’Isola dei Famosi. Da lì è nato un contatto, un’attrazione, e abbiamo cominciato a frequentarci”, rivela la Fico a Monica Setta.

        “Dopo circa un anno e mezzo, è nata Pia, frutto del nostro amore. Nonostante le difficoltà, ho deciso di perdonare i suoi tradimenti, che erano pubblici e dolorosi. L’amore mi faceva superare ogni ostacolo. Mario, forse ancora troppo giovane e impetuoso, ha avuto dei dubbi sulla paternità di Pia all’inizio, ma tutto si è risolto nel migliore dei modi. Il mio grande amore rimane la mia dolce bambina”, conclude con tenerezza.

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          Chiara Ferragni in versione Fenice: 5,7 milioni di rosso, ma il rilancio è vicino

          Le società TBS Crew e Fenice chiudono il 2024 in perdita, ma l’influencer rilancia con un maxi investimento personale e promette un futuro più autentico e strategico.

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            Il 2024 non è stato un anno da incorniciare per Chiara Ferragni sul fronte imprenditoriale. Le sue due principali società, TBS Crew e Fenice Srl, hanno registrato complessivamente una perdita di 5,7 milioni di euro, rispettivamente 2,3 e 3,4 milioni. Un bilancio in rosso che però, secondo quanto comunicato dal gruppo, riflette una scelta consapevole: quella di rallentare, fare ordine e ripensare il modello di business dopo mesi turbolenti. Il cosiddetto “anno della pausa operativa” ha visto la sospensione di molte collaborazioni e attività, in attesa di capire come si sarebbe evoluto il mercato e quale direzione strategica intraprendere.

            Ferragni ci mette i suoi soldi

            In questo contesto, Ferragni ha deciso di mettersi in gioco in prima persona, investendo 6,4 milioni di euro nella società Fenice, diventandone azionista di maggioranza assoluta. Un gesto che va oltre la semplice iniezione di liquidità: è un atto di fiducia nel futuro e nella possibilità di costruire un’azienda più snella, dinamica e coerente con la sua visione. Il 2025, promettono le società, sarà l’anno della ripartenza, con nuove proposte creative e un piano di crescita già in fase di attuazione.

            Un riposizionamento del brand

            Nel frattempo, Fenice ha avviato una razionalizzazione delle risorse, chiudendo il punto vendita di Roma e mettendo in liquidazione la controllata Fenice Retail. L’obiettivo è chiaro: concentrare gli sforzi su attività ad alto valore aggiunto e riposizionare il brand in modo più efficace. Anche la holding Sisterhood, che fa capo a Ferragni, ha chiuso il 2023 con un utile di 1 milione, mentre per il 2024 si attende la chiusura definitiva dei conti. Chiara, dal canto suo, ha commentato con ottimismo: “Il 2024 è stato un anno importante per ripensare tutto. Ora inizia una fase più fedele alla mia personalità”. E se il futuro sarà davvero “più Chiara”, allora il rosso potrebbe diventare solo un ricordo di passaggio.

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              Gene Gnocchi: il sogno della Serie A, la satira pungente e un nipotino che gli ha cambiato la vita

              Dalla filosofia del diritto al calcio, passando per la satira politica e il teatro: Gene Gnocchi racconta la sua carriera e il legame speciale con il nipote, il piccolo Eugenio, a cui sogna un futuro da calciatore

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                A quasi settant’anni, Gene Gnocchi non sembra intenzionato a rallentare. Attore, comico e autore, il poliedrico artista parmigiano ha le idee chiare: «Penso di smettere verso gli 85-90 anni, poi si vedrà. Intanto sto scrivendo il nuovo spettacolo che andrà in scena l’anno prossimo», ha raccontato al quotidiano Il Giorno.

                Ma prima di dedicarsi alla comicità, la vita di Gene ha attraversato sentieri ben diversi. Laureato in filosofia del diritto, ha esercitato la professione di avvocato per sei anni. «Mi sono capitate cause inverosimili. Tutte a me», ha ricordato con il suo inconfondibile humour.

                Il sogno della Serie A
                Gene Gnocchi, però, ha sempre avuto un grande sogno nel cassetto: diventare un calciatore professionista. E ci è andato vicino. «Ho giocato anche in Serie D, ero una mezzala di belle speranze. Mi tesserò per il Parma in Serie A un po’ per scherzo, un po’ per davvero. Mi allenavo ogni settimana. Dovevo esordire contro il Milan, ma la squadra era in lotta per la salvezza e quindi non se ne fece nulla».

                La passione per il calcio non si è mai spenta, e nel 2007 Gene ha “rischiato” di esordire con la maglia numero 52 del Parma, il club della sua città e squadra del cuore.

                Satira e battute pungenti
                Accanto al calcio, Gene non ha mai perso occasione di fare satira, anche politica. Donald Trump? «Sui capelli è un talento. Non si capisce dove cominciano e dove finiscono, sembra uno zampirone anti-zanzare». Elly Schlein? «Ha sdoganato il mestiere di armocromista, tanto che ora c’è persino un albo professionale».

                Non mancano progetti ambiziosi. «Voglio aprire una scuola per opinionisti: la chiamerò “Martiri di Daniele Capezzone”. Insegnerà a togliere la parola agli altri durante i dibattiti», ha scherzato.

                Il lato tenero di Gene
                Dietro l’ironia di Gene Gnocchi si nasconde però un nonno affettuoso. Parlando del nipotino Eugenio, non riesce a trattenere l’emozione: «Mi ha cambiato la vita. Mi fa pensare che, vista l’età, sono quasi anziano. Dopo la sua nascita volevano già regalarmi un montascale».

                Con il piccolo Eugenio, Gene sogna di condividere la sua passione per il calcio: «Vorrei che diventasse un calciatore di Serie A. Gli ho già regalato un paio di Adidas Copa Mundial e non vedo l’ora di portarlo sul campo ad allenarsi con me».

                Tra un nuovo spettacolo, battute al vetriolo e i pomeriggi con il nipote, Gene Gnocchi sembra aver trovato la ricetta perfetta per affrontare con leggerezza e sorriso la bellezza della vita, a qualsiasi età.

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