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Che fatica essere eredi al trono: chiedetelo a Christian di Danimarca e Leonor di Spagna

Christian di Danimarca e Leonor di Spagna stanno affrontando il duro addestramento militare. Mentre il principe danese si è mostrato in divisa per la prima volta, la futura regina di Spagna ha avuto un ruolo di prestigio a Montevideo.

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Che fatica essere eredi al trono: chiedetelo a Christian di Danimarca e Leonor di Spagna

    Il principe Christian di Danimarca, figlio di re Frederik e della regina Mary, ha iniziato la sua formazione militare nel Reggimento delle Guardie Ussare di Slagelse. Il giovane erede al trono ha dovuto adattarsi rapidamente alla dura vita della caserma: nessun trattamento di favore, nessuna camera privata e neppure la paga di 1200 euro mensili concessa agli altri cadetti.

    Christian pare in ottima forma

    Dopo un mese di addestramento, Christian si è mostrato sorridente e in ottima forma nella giornata a porte aperte della caserma. Per la prima volta in divisa, ha sfoggiato un portamento più maturo e sicuro di sé. I suoi genitori e i fratelli minori, Isabella, Josephine e Vincent, lo hanno sostenuto con affetto, mescolandosi agli altri familiari dei cadetti senza alcun privilegio.

    Imparando i valori fondamentali per essere un buon leader

    L’addestramento militare di Christian non è solo una questione di disciplina, ma anche un passaggio fondamentale per il futuro ruolo di re. L’esperienza gli sta insegnando il valore del sacrificio, della leadership e della resilienza.

    Lei tra nave scuola e impegni ufficiali

    Mentre Christian affronta la vita di caserma, Leonor di Spagna prosegue il suo addestramento a bordo della nave scuola Elcano. La futura regina, figlia di re Felipe VI e della regina Letizia, ha recentemente preso parte a un evento di grande rilievo a Montevideo, in Uruguay. Qui ha ricoperto il ruolo di portabandiera nel giuramento dei nuovi cittadini spagnoli, un momento solenne che sottolinea la sua duplice identità: giovane guardiamarina in mare, futura sovrana sulla terraferma.

    Presenti anche le istituzioni

    Alla cerimonia era presente anche la Ministra della Difesa spagnola Margarita Roble, a testimonianza dell’importanza dell’evento. Nonostante il suo ruolo di prestigio, Leonor vive come qualsiasi altro cadetto sulla nave scuola: turni di guardia, addestramento fisico e lezioni di navigazione.

    Quel mancato incontro con papà

    Un particolare curioso? A Montevideo, Leonor ha sfiorato un incontro con suo padre: re Felipe VI si trovava nella capitale uruguayana solo 48 ore prima per l’insediamento del nuovo presidente Yamandú Orsi. Un segnale di quanto la famiglia reale spagnola sia attivamente coinvolta in missioni diplomatiche di alto livello.

    Il difficile percorso degli eredi al trono: dovere e responsabilità

    Sia per Christian di Danimarca che per Leonor di Spagna, l’addestramento militare rappresenta un passaggio obbligato nel loro percorso di formazione. Oltre alla preparazione fisica e disciplinare, questi mesi li stanno aiutando a comprendere il senso del dovere e della responsabilità che li attende. Entrambi, a conti fatti, stanno dimostrando di essere all’altezza del loro futuro ruolo, bilanciando con impegno la vita da giovani principi e l’inevitabile destino di diventare sovrani. La strada è lunga… ma i primi passi sono promettenti!

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      Kate Middleton torna in pubblico e incanta: il tailleur grigio e la missione per l’infanzia conquistano Londra

      Kate Middleton ha partecipato a un incontro del Business Taskforce for Early Childhood, incontrando leader d’azienda per promuovere politiche concrete a sostegno dei genitori e dei bambini sotto i cinque anni. Un ritorno in scena impeccabile, tra stile sobrio e attenzione ai temi sociali.

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        Kate Middleton è tornata a occupare la scena pubblica con la naturalezza di sempre. Niente effetti speciali, nessuna forzatura: solo un tailleur grigio chiaro perfettamente tagliato e una camicia con ruches che riportano al suo stile classico e rassicurante. La principessa di Galles ha partecipato a un nuovo incontro del Business Taskforce for Early Childhood, il gruppo di lavoro creato all’interno della sua Royal Foundation per promuovere politiche innovative rivolte ai primissimi anni di vita.

        Un look impeccabile, lontano dagli eccessi
        Kate ha scelto ancora una volta la via dell’eleganza minimale: linee pulite, colori neutri e un insieme che racconta più del necessario. L’effetto — ça va sans dire — è quello che da anni la consacra icona globale di stile senza mai oltrepassare il limite dell’ostentazione. Anche questa volta, il messaggio è chiaro: sobrietà sì, ma mai anonima.

        La missione che le sta più a cuore
        L’incontro al Future Workforce Summit aveva un obiettivo preciso: confrontarsi con diversi leader d’azienda per sviluppare iniziative che sostengano i genitori e chi si occupa dei bambini sotto i cinque anni. Un tema che Kate ha trasformato nella battaglia centrale del suo ruolo istituzionale. Secondo la principessa, l’investimento nei primi anni di vita è la chiave per una società più solida, equilibrata e produttiva.

        Il dialogo con le imprese
        Kate ha ascoltato, preso appunti, fatto domande. Il suo approccio, come sempre, oscillava tra pragmatismo e sensibilità. La Royal Foundation sta lavorando per creare un fronte comune tra istituzioni, aziende e terzo settore, con l’obiettivo di rendere più accessibili i servizi che supportano le famiglie e facilitare politiche aziendali che tengano conto delle reali necessità dei genitori lavoratori.

        Un ritorno che non passa inosservato
        Ogni sua apparizione pubblica è inevitabilmente oggetto di analisi e — spesso — di speculazioni. Ma stavolta il focus è rimasto dove Kate voleva: sulla causa. La principessa ha mostrato un equilibrio perfetto tra impegno e immagine, tra ruolo istituzionale e presenza umana. E soprattutto ha ribadito, ancora una volta, che il suo lavoro sull’infanzia non è una semplice campagna, ma una missione di lungo periodo.

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          Harry ironizza sui social: «I miei figli online a 35 anni. Le piattaforme trascinano i giovani in luoghi oscuri»

          Il duca di Sussex scherza sull’età giusta per concedere i social ai figli Archie e Lilibet, ma il messaggio è chiaro: «Meglio aspettare, è un tema che dovrebbe allarmare tutti». Nessun passo verso la cittadinanza Usa, e un auto-test sull’accento americano conclude l’intervista.

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            «I miei figli sui social a 35 anni». Harry lo dice ridendo, ma la risata non smorza la sostanza. Nel corso del podcast Hasan Minhaj Doesn’t Know, il duca di Sussex gioca con l’ironia e insieme mette le mani avanti: l’accesso di bambini e adolescenti alle piattaforme è, per lui e Meghan Markle, un terreno delicato. «I social stanno trascinando i giovani in luoghi molto oscuri», afferma. Dietro la battuta, l’eco di una preoccupazione genitoriale concreta. «Considerato ciò che sappiamo oggi, saremo molto più cauti nel permettere ai nostri figli di accedervi»

            La soglia “ragionevole”: quando sei davvero te stesso
            Harry non si limita all’ironia e una soglia la indica davvero: «Una buona età per entrare sui social è 21 anni, quando il cervello è formato e inizi a sapere chi sei». Non un divieto, ma una postura prudente, che però porta con sé un dilemma moderno: protezione o isolamento? «C’è il rischio che siano gli unici tra i loro amici a non esserci», ammette. Una riflessione che intercetta uno dei nervi scoperti della genitorialità contemporanea: trovare equilibrio tra autonomia digitale e tempo reale, tra libertà e salvaguardia.

            Nuova vita, vecchia identità
            Seduto davanti al comico americano, Harry alterna leggerezza e pensieri seri. Alla domanda su cosa sappiano Archie e Lilibet del suo lavoro, risponde con semplicità: «Sanno che aiuto gli altri». Lineare, quasi didascalico, lontano dalla retorica reale e più vicino alla quotidianità californiana che lui e Meghan raccontano come scelta di libertà e cura del proprio spazio personale.

            Sulla cittadinanza statunitense, però, frena: «Al momento non è nei piani». Nessuna fretta di mettere nero su bianco la trasformazione definitiva da principe britannico a cittadino americano. C’è un’identità che resta sospesa tra due mondi, un equilibrio ancora in costruzione.

            Un “yee-haw” per chiudere
            Non manca il gioco finale. Minhaj chiede a Harry di sottoporsi a un rapido test sull’accento americano. «Proviamo il tuo yee-haw», lo incalza. Il duca sorride, accetta, prova. Un gesto minimo che però racconta bene l’atmosfera: un principe che ha scelto di ridere, di esporsi con leggerezza, di smarcarsi dalla formalità.

            Tra una battuta e un monito, resta una linea chiara: crescere due figli in un mondo iperconnesso richiede scelte consapevoli. E forse anche un pizzico di ironia per non farsi travolgere.

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              William e Kate ricominciano da Forest Lodge: trasloco terminato, nuova vita a Windsor e brindisi al pub

              Forest Lodge diventa la casa definitiva della famiglia reale: otto camere, sicurezza rafforzata e niente personale residente. Una scelta simbolica, lontana dai ricordi legati alla malattia di Kate. Per ringraziare lo staff del trasloco, William e Catherine hanno offerto una festa al pub The York Club. Tutti i costi sostenuti di tasca loro.

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                Un nuovo capitolo, lontano dalle ombre degli ultimi mesi. William e Kate hanno completato il trasloco a Forest Lodge, la dimora immersa nel cuore di Windsor Great Park che diventerà la loro residenza definitiva insieme ai tre figli George, Charlotte e Louis. La coppia reale archivia così Adelaide Cottage, la casa in cui la Principessa del Galles ha affrontato la fase più complessa delle cure oncologiche.

                L’annuncio del trasferimento era arrivato in estate, ma la tempistica è stata anticipata rispetto ai piani iniziali: niente attesa fino a Natale, la famiglia ha scelto di sistemarsi subito nella nuova casa. Forest Lodge, del valore di circa 16 milioni di sterline, ha tre secoli di storia e una cornice naturale imponente. Una scelta che unisce riservatezza e funzionalità: otto camere da letto, per garantire spazi più ampi rispetto alle quattro di Adelaide Cottage, e un cordone di sicurezza di oltre 150 metri intorno alla proprietà.

                Un gesto dal forte valore simbolico
                Secondo fonti citate dalla BBC, il trasloco rappresenta “un’opportunità per lasciarsi alle spalle ricordi difficili”. La coppia continuerà a vivere senza personale residente, mantenendo la linea di indipendenza e quotidianità familiare che William e Kate rivendicano da anni. Una scelta che guarda al futuro, anche quando William salirà al trono: l’intenzione è che Forest Lodge resti la loro base stabile.

                Un altro messaggio non secondario riguarda la gestione economica. I Principi di Galles avrebbero coperto personalmente i costi del trasloco e delle opere necessarie, senza toccare il Sovereign Grant, il fondo pubblico destinato alle spese istituzionali della Corona. Anche l’affitto sarà versato a prezzo di mercato, una decisione che risponde alla crescente sensibilità dell’opinione pubblica sui costi della monarchia.

                La festa al pub per dire grazie
                Non appena gli scatoloni sono stati chiusi e l’ultima stanza sistemata, William e Kate hanno scelto un modo semplice per ringraziare chi ha lavorato al loro fianco. Una festa al pub. La coppia ha invitato traslocatori e personale di supporto al The York Club, locale storico non lontano dalla residenza. Una celebrazione discreta, nel segno della riconoscenza e di quel rapporto diretto con lo staff che i due hanno sempre voluto mantenere.

                Forest Lodge segna un nuovo inizio. Una casa più grande, sì, ma soprattutto un rifugio per ricominciare. Lontano dalle corsie d’ospedale, vicino ai figli, con la promessa di normalità che William e Kate hanno scelto come cifra della loro vita di famiglia. Un passo silenzioso, eppure carico di significato.

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