Reali
Dalla rivalità alla pizza della pace. L’incontro tra i Savoia e i Borbone tra contestazione e distensione
Tra i Savoia e i Borbone c’era un astio storico che risale a quando Garibaldi occupò per Vittorio Emanuele II il Regno delle Due Sicilie. Ora gli eredi delle due dinastie sorprendono tutti. Con un abbraccio davanti al più tipico dei piatti napoletani: la pizza.

Eccoli lì difronte a una pizza napoletana i due eredi e superstiti – ormai non più rampolli – delle due famiglie reali della nostra bella Italia. Da una parte Emanuele Filiberto di Savoia dall’altra Carlo di Borbone delle due Sicilie hanno finalmente abbassato le armi (simboliche, ma mica tanto) per firmare la pace della pizza. Eh sì che nel corso degli anni se ne sono dette e fatte di tutti i colori, gli uni contro gli altri armati. Tanto che ancora oggi a Napoli alcuni seguaci della famiglia Borbone non vedono di buon occhio questa riconciliazione che profuma di pomodoro e mozzarella. Vediamo perchè.
Il primo rientro e le contestazioni del passato
Nel corso degli anni, il ritorno dei Savoia in Italia e, in particolare a Napoli, è stato segnato da tensioni e contestazioni, simbolo di una memoria storica ancora viva e controversa, scatenando proteste accese. Quando i Savoia rientrarono dopo l’abolizione dell’esilio nel 2002, l’accoglienza fu tutt’altro che calorosa dal nord al sud del Paese. A Napoli, in particolare, gli eventi assunsero toni drammatici. All’arrivo di Vittorio Emanuele e della famiglia reale, il capoluogo campano fu teatro di tensioni importanti e di alcuni momenti fuori controllo. Davanti all’Hotel Vesuvio, dove la famiglia Savoia alloggiava, si radunò un gruppo di sostenitori entusiasti, tra cui personalità di spicco come il principe Carlo Giovannelli, icona della mondanità romana compianto principe della Dolce Vita. Ad acogliere i Savoia anche Ugo d’Atri, presidente delle Guardie d’Onore al Pantheon. Ma a opporsi c’erano anche gli agguerriti neoborbonici, che cercarono di impedire simbolicamente il loro ingresso in città.
Contestazioni, sputi, insulti e bastonate
La situazione degenerò davanti al Duomo di Napoli, con scene di forte tensione: insulti, sputi, spintoni e persino il lancio di oggetti. Giovannelli fu colpito alla testa durante gli scontri, un’immagine che rimase impressa nella memoria di quei giorni.
Ma oggi il clima è cambiato. Avanti Savoia!!
Oggi sembra che il clima attorno alla famiglia Savoia si stia gradualmente modificando. Forse a distanza di anni, finalmente l’Italia è pronta ad affrontare con maggiore serenità la complessa eredità storica della monarchia e a considerare i Savoia non più come un bersaglio, ma come parte di una narrazione che continua a evolversi. I toni appaiono più pacati e meno divisivi. Questo cambiamento potrebbe essere attribuibile a diversi fattori, tra cui il passare del tempo, che ha in parte smorzato le passioni politiche e ideologiche legate alla monarchia e alla sua eredità storica. Certo è che il passato non può essere cancellato, e il rapporto tra i Savoia e il Mezzogiorno d’Italia rimane un tema sensibile. I Reali sembramo impegnati a ricostruire una propria immagine, cercando un dialogo più aperto con i territori simbolicamente più ostili. E lo fanno anche attraverso immagini simbolo come una stretta di mano difronte a una pizza.
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Reali
David Beckham, il suo sogno si avvera: diventare baronetto di Sua Maestà
L’ex stella del calcio inglese diventa finalmente baronetto grazie a Re Carlo III, dopo anni di attesa e ostacoli fiscali. Victoria è ora Lady Beckham, mentre Romeo torna single e Brooklyn continua a far parlare di sé per i rapporti tesi con la famiglia. Una vera e propria saga reale in salsa pop.

Ci sono voluti più di dieci anni, un cambio al trono britannico e un’intensa attività filantropica, ma alla fine l’ex capitano della nazionale inglese può fregiarsi del titolo di “Sir”. Re Carlo III ha ufficializzato il riconoscimento, segnando un punto di svolta nella lunga carriera di David Beckham.
Parte di un club esclusivo
Già nominato OBE nel 2003 dalla Regina Elisabetta II, Beckham aveva visto sfumare il cavalierato a causa di alcune controversie fiscali. Ma grazie all’impegno nella King’s Foundation e ad anni di riabilitazione pubblica, l’ex calciatore entra finalmente nel ristretto club dei baronetti dello sport britannico, accanto a miti come Sir Bobby Charlton e Sir Alex Ferguson.
Victoria Beckham diventa Lady: il titolo nobiliare fa tendenza
Con il cavalierato di David, anche Victoria ottiene un upgrade formale: da ex Posh Spice a “Lady Beckham”. Il titolo, che le spetta in quanto consorte, rappresenta un nuovo status simbolo per la stilista e imprenditrice, che potrebbe già pensare a come integrarlo nel suo brand di moda. Sui social, intanto, cresce l’attesa per un possibile rebranding anche sul profilo Instagram dell’icona fashion.
Romeo Beckham torna single: addio a Kim Turnbull
In parallelo con la gioia del padre, il secondo genito Romeo fa parlare di sé per la fine della relazione con la modella e DJ Kim Turnbull. La love story, durata circa sette mesi, si è chiusa in modo apparentemente pacifico, ma con implicazioni più profonde: Kim aveva avuto un flirt anche con Brooklyn, e questo non aveva fatto bene all’armonia familiare. Secondo fonti vicine alla famiglia, David e Victoria avrebbero tirato un sospiro di sollievo: la fine della relazione potrebbe facilitare una riconciliazione tra i due fratelli, le cui tensioni si sono fatte notare anche pubblicamente.
Brooklyn Beckham e il gelo familiare
La frattura tra Brooklyn e il resto della famiglia è diventata evidente quando lui e la moglie Nicola Peltz hanno disertato la festa per i 50 anni di David. Una scelta che ha fatto scalpore, alimentando le voci su dissapori mai risolti. Il gossip parla di litigi legati alla gestione dell’immagine pubblica e a relazioni passate, con Nicola considerata distante dal “clan” Beckham. Riuscirà la famiglia a ritrovare l’armonia ora che Kim è uscita di scena? Il gelo tra i fratelli potrebbe sciogliersi, ma le ferite familiari, si sa, richiedono tempo.
Una soap reale: la saga Beckham continua
Mentre Sir David si prepara all’investitura ufficiale, e Lady Victoria punta a rinnovare il suo impero fashion, la dinastia Beckham non smette di far parlare di sé. Tra titoli nobiliari, amori finiti e tensioni familiari, la famiglia più pop del Regno Unito continua a offrire materiale per una vera e propria soap opera reale. Che si tratti di una tregua duratura o di una nuova stagione di scontri, una cosa è certa: la saga Beckham è tutt’altro che finita.
Reali
No, i gioielli non ve li ridò! I preziosi dei Savoia resteranno allo Stato. Per ora
Gli eredi di Umberto II avevano chiesto la riconsegna dei preziosi custoditi alla Banca d’Italia, ma la sentenza conferma la confisca stabilita dalla Costituzione.

E’ dal 1946 che andiamo avanti con questa storia. Una storia entrata nella Storia con la S maiuscola. La battaglia legale sulla proprietà dei gioielli della Corona d’Italia continua. Ma la prima sentenza del Tribunale civile di Roma ha chiarito la questione: il tesoro resterà allo Stato italiano! Dal 1946, gli straordinari gioielli delle regine e principesse di Casa Savoia—duemila perle, oltre seimila diamanti, zaffiri, smeraldi e rubini, montati su collane, diademi, tiare e spille—sono sigillati in un caveau della Banca d’Italia, dove furono consegnati dopo l’esilio della famiglia reale.
I gioielli? La Costituzione parla chiaro
La famiglia Savoia, con Emanuele Filiberto in testa, ha tentato di ottenere la restituzione, sostenendo che quei gioielli non appartenessero al tesoro del Regno, ma fossero beni personali dell’ultimo re, Umberto II. Tuttavia, il tribunale ha rigettato la richiesta, confermando il principio sancito nella tredicesima disposizione finale della Costituzione. “I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato.” Un vero e proprio atto di confisca, che ha riguardato palazzi, terre e ricchezze della famiglia reale, e che continua a impedire agli eredi di rivendicare la proprietà dei gioielli.
La battaglia continua
Nonostante la sentenza, i legali della famiglia Savoia hanno annunciato l’appello alla Corte di Roma e un possibile ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La speranza di ottenere quei gioielli resta viva, ma il verdetto di primo grado ha ribadito che il tesoro reale non sarà restituito. Almeno per ora ma sembra che questa sia una tendenza che si protrarrà nel tempo. Una storia che da quasi 80 anni divide opinioni e alimenta il mistero su un patrimonio di inestimabile valore storico, destinato a restare chiuso nel caveau della Banca d’Italia.
Reali
Il principe cambia nome? Harry vorrebbe chiamarsi Spencer ma la Corona frena
Il duca di Sussex avrebbe valutato di adottare il cognome materno per distanziarsi dalla famiglia reale, ma gli ostacoli legali e il parere dello zio Spencer lo avrebbero fatto desistere.

Il principe Harry continua a sorprendere con le sue scelte, e questa volta la sua intenzione avrebbe potuto riscrivere la storia della famiglia reale. Secondo alcune indiscrezioni, il duca di Sussex avrebbe valutato di abbandonare il cognome Mountbatten-Windsor per adottare quello della madre, Diana Spencer. Un gesto simbolico, che avrebbe rappresentato una rottura definitiva con la monarchia britannica e un omaggio alla figura materna, amatissima dal pubblico. Ma la questione non è così semplice.
Un cognome che pesa
Il cognome Mountbatten-Windsor è quello attribuito ai discendenti della regina Elisabetta II e del principe Filippo, unendo il nome della famiglia reale con quello adottivo del duca di Edimburgo. Harry e Meghan, dopo il loro matrimonio, hanno iniziato a usare Sussex come cognome, ma i loro figli, Archie e Lilibet, portano ancora il nome ufficiale della dinastia. Secondo il Mail on Sunday, Harry avrebbe discusso la possibilità di cambiare cognome con Charles Spencer, fratello di Diana. Tuttavia, lo zio gli avrebbe sconsigliato di procedere, spiegando che gli ostacoli legali sarebbero insormontabili.
Re Carlo e i figli: una frattura sempre più profonda
Se la decisione fosse stata portata avanti, avrebbe avuto ripercussioni enormi sulla già fragile relazione tra Harry e la famiglia reale. Re Carlo avrebbe vissuto il gesto come un colpo doloroso, un ulteriore segnale di distacco da parte del figlio. La scelta di Harry non sarebbe stata solo un tributo a Diana, ma anche un modo per dissociarsi dal passato e costruire una nuova identità lontana dalla monarchia. Tuttavia, la complessità burocratica e il parere dello zio Spencer sembrano averlo convinto a desistere. Nonostante il cognome rimanga Mountbatten-Windsor, il duca di Sussex continua a ridefinire il suo ruolo fuori dalla famiglia reale. La sua vita in California, i progetti indipendenti e le tensioni con la Corona dimostrano che il distacco è ormai irreversibile.
La domanda resta aperta: Harry tornerà mai a essere parte della monarchia o continuerà a costruire la sua identità lontano da Buckingham Palace? Per ora, il cognome Spencer rimane solo un’idea sfiorata, ma il desiderio di indipendenza è più forte che mai.
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