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Meghan Markle invia dolci a Re Carlo: gesto di pace o strategia calcolata?

Meghan Markle tenta un riavvicinamento con la famiglia reale inviando al suocero un dono del suo nuovo brand As Ever. In piena crisi familiare e con Carlo alle prese con la malattia, il gesto fa discutere tra chi ci vede affetto sincero e chi sospetta un’abile strategia di marketing.

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    Un barattolo di marmellata per ricucire una frattura lunga anni? Meghan Markle ci prova. E lo fa con un gesto tanto dolce quanto strategico: un cofanetto delle delizie, firmato dal suo nuovo brand As Ever, recapitato direttamente a Clarence House per Re Carlo III. Tra marmellate, miele artigianale e mix per crêpes, la duchessa lancia un messaggio che va ben oltre il sapore zuccherino del contenuto.

    Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa britannica, il pacchetto è stato accompagnato da un biglietto scritto a mano, ulteriore segnale di un tentativo di ristabilire un filo con la casa reale, mai davvero ricucito dopo il burrascoso addio del 2020. Meghan, consapevole del difficile momento che Re Carlo sta attraversando a causa della sua recente diagnosi oncologica, sembra aver scelto il timing con cura: un gesto di affetto, ma anche una mossa diplomatica.

    Il marchio As Ever, nato dalla visione lifestyle della duchessa, ha riscosso subito un grande successo tra vip e influencer. I prodotti sono andati esauriti nel giro di un’ora dal lancio, sostenuti anche dalla distribuzione di confezioni regalo a personaggi noti come Kris Jenner e Zoe Saldaña. Un’operazione di marketing raffinata, dove ogni dono pare avere un doppio scopo: promuovere il brand e, nel caso di Clarence House, tentare un riavvicinamento familiare.

    Tuttavia, non tutti sono convinti della genuinità di questo gesto. Alcuni osservatori della famiglia reale ritengono che l’invio del cofanetto sia più una manovra d’immagine che un atto di sincera riconciliazione. Dopo mesi di silenzi, interviste incendiarie e accuse reciproche, un barattolo di miele potrebbe non bastare a cancellare il passato.

    Il rapporto tra Harry, Meghan e il resto della famiglia reale resta infatti congelato. Dopo un breve incontro tra Harry e Re Carlo, subito dopo la diagnosi, le comunicazioni si sarebbero nuovamente interrotte. Nemmeno i tentativi di riallacciare i rapporti con il principe William sembrano aver prodotto risultati. In questo clima, il dono di Meghan viene letto più come una mossa di soft diplomacy che come un gesto disinteressato.

    Eppure, anche piccoli segnali possono avere un peso. Come ha osservato l’esperto Ian Pelham Turner, “le riconciliazioni più difficili spesso iniziano con piccoli gesti”. Forse, dietro al barattolo di marmellata, c’è davvero un tentativo — fragile, imperfetto, forse tardivo — di abbattere i muri di silenzio. Forse è solo marketing. O forse entrambe le cose, come spesso accade nei giochi di potere delle monarchie moderne.

    Quel che è certo è che un semplice cofanetto di dolcezze ha rimesso Meghan Markle e la famiglia reale al centro delle cronache mondane. E nell’eterna battaglia tra immagine pubblica e sentimenti privati, anche una scatola di marmellate può diventare arma sottile di diplomazia familiare.

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      Meghan Markle sgridò lo chef prima delle nozze: la regina Elisabetta la zittì con una frase gelida

      Durante una degustazione al castello di Windsor, pochi giorni prima delle nozze con Harry, Meghan Markle avrebbe aggredito verbalmente un membro dello staff. La regina Elisabetta, presente alla scena, intervenne con una frase rimasta nella storia: “In questa famiglia non si parla così”.

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        Sette anni dopo il royal wedding più chiacchierato del decennio, spuntano nuovi dettagli che rendono ancora più frizzante la narrazione attorno alle nozze tra Meghan Markle e il principe Harry. A raccontare il retroscena è la biografa reale Katie Nicholl nel suo libro The New Royals, svelando un episodio inedito accaduto pochi giorni prima della cerimonia del 2018.

        La scena si svolge al castello di Windsor, durante una delle degustazioni finali del ricevimento. Meghan, da sempre attentissima alla sua alimentazione — rigorosamente vegana e macrobiotica — assaggia un piatto e si accorge, o almeno crede, che contenga uovo. Scatta l’ira. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, la duchessa si sarebbe infuriata, accusando con veemenza lo staff di non aver rispettato le sue richieste alimentari. Il tono, dicono i presenti, era tutt’altro che regale.

        Un momento imbarazzante, tanto che la scena sarebbe giunta alle orecchie della regina Elisabetta, presente in quel momento in un’altra stanza. Senza esitare, Sua Maestà sarebbe intervenuta con la consueta freddezza e una sola frase:
        «Meghan, in questa famiglia non ci si rivolge così alle persone».

        Una bacchettata regale, asciutta e definitiva, che avrebbe messo fine alla tensione a tavola e rimesso in riga la futura duchessa. Non è dato sapere se il piatto fosse davvero “contaminato” o se si trattasse solo di una svista, ma il gesto della regina ha fatto scuola, come spesso accadeva nelle situazioni di tensione a palazzo.

        Il libro di Nicholl riaccende così i riflettori su uno dei momenti più delicati dell’era moderna della monarchia, a pochi mesi dal primo allontanamento di Harry e Meghan dalla famiglia reale e dalle prime crepe pubbliche. Un episodio piccolo ma eloquente, che dice molto su gerarchie, etichetta e — soprattutto — su quanto, anche in cucina, a Buckingham Palace le forchette siano meno affilate delle battute.

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          Dalla valigetta alla corona: Meghan Markle, da valletta in minigonna a duchessa di Sussex

          Prima della Royal Family e dei riflettori globali, Meghan Markle era una delle ragazze di “Deal or No Deal”, il programma americano in stile “Affari Tuoi”: “Lo facevo per pagare l’affitto mentre sognavo Hollywood”.

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            Chi avrebbe mai detto che dietro quella minigonna, abbinata a tacchi alti e sorriso da copertina, si celasse una futura duchessa? Eppure, sì: dieci anni prima di conquistare la mano (e il cuore) del principe Harry, Meghan Markle calcava i set di “Deal or No Deal”, la versione americana del nostro “Affari Tuoi”. Era il 2006 e Meghan, allora 25enne, portava a spasso una valigetta d’acciaio con dentro un premio in denaro, mentre sognava un futuro da attrice affermata.

            All’epoca la Markle era una delle 26 “ragazze con la valigetta”, parte fissa dello show condotto da Howie Mandel, oggi volto noto di “America’s Got Talent”. Ogni serata, Meghan e le sue colleghe aprivano le valigette con premi che andavano da un misero penny a un milione di dollari, regalando suspense e sogni a ogni concorrente. Un lavoro come tanti per chi, a Los Angeles, prova a sfondare nel mondo dello spettacolo.

            In un’intervista del 2013, Meghan ammise candidamente di aver accettato il lavoro per “far quadrare i conti”. “Ero un’aspirante attrice e avevo bisogno di pagare l’affitto”, raccontò. Quelle serate in studio, a metà tra il glamour e la fatica da set, le permisero di tenere viva la speranza di un posto fisso a Hollywood, tra un provino e l’altro.

            Poi arrivò la svolta: la parte da Rachel Zane nella serie “Suits”, il successo internazionale, l’incontro fatidico con Harry, e infine l’ingresso a Kensington Palace, ben lontano dalle luci pop di “Deal or No Deal”.

            Oggi la duchessa di Sussex ha appeso al chiodo le valigette di scena, per dedicarsi a battaglie filantropiche e documentari per Netflix, ma la foto di quella Meghan in minigonna, sorridente e ignara del futuro regale che l’attendeva, resta uno dei retroscena più curiosi e umani della sua ascesa.

            Da valletta a principessa: una favola moderna che neanche uno sceneggiatore di Hollywood avrebbe osato scrivere.

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              Dalla giraffa di Carlo X ai mitici corgi di Elisabetta II, tra monarchie e pet

              Il libro di Enrico Ercole, V.I.P. – Very Important Pet, offre un’inedita prospettiva sulla storia delle monarchie europee, mettendo in luce il legame speciale tra sovrani e i loro animali domestici. Una lettura che permette di fare le pulci a secoli di storia, attraverso le vicende degli amici a quattro zampe.

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                I corgi reali sono da sempre i protagonisti della monarchia inglese dal 1933, da quando Giorgio VI, padre della regina Elisabetta II, portò a palazzo il primo esemplare. E da allora, cani, gatti e anche animali esotici hanno avuto un ruolo significativo nelle vite dei monarchi europei. Il libro di Enrico Ercole, V.I.P. – Very Important Pet, esplora questa affascinante connessione tra regnanti e i loro animali domestici.

                I corgi di Elisabetta II

                Nel corso del suo regno, la regina Elisabetta II ha allevato più di trenta corgi. Anche se nel 2010 aveva deciso di non prenderne più per non lasciarli soli dopo la sua morte, avvenuta l’8 settembre 2022, suo figlio Andrea gliene aveva regalati due nuovi, Muick e Sandy. Oggi, questi due vivono al Royal Lodge dei duchi di York, Andrea e Sarah Ferguson.

                Gli animali nelle corti europee

                Imperi, ducati e castelli sono sempre stati popolati da animali domestici. Edoardo VII d’Inghilterra era inseparabile dal suo cane Caesar, mentre Federico di Prussia era legato alla cagnolina Biche, salvata da un rapimento sul campo di battaglia. Enrico Ercole, nel suo libro, racconta come la nobiltà si affezionava profondamente ai propri animali.

                Sissi e i cani giganti

                L’imperatrice Elisabetta d’Austria, nota come Sissi, preferiva cani di grandi dimensioni, come i Leonberger e i San Bernardo. Contrariamente alla moda dell’epoca che favoriva piccoli cani da compagnia, Sissi si faceva spesso ritrarre con i suoi giganteschi amici a quattro zampe.

                La regina Vittoria e i suoi cani

                La regina Vittoria, la più cinofila delle monarche inglesi, amava così tanto i suoi cani da farsi costruire canili in ogni castello. Era solita farsi ritrarre con loro e istituì la prima associazione per la protezione degli animali, contribuendo alla nascita delle moderne associazioni contro il maltrattamento degli animali.

                Anche molti animali esotici nelle corti europee

                Non solo cani e gatti, ma anche animali esotici erano presenti nelle corti. Carlo X di Francia ricevette in dono una giraffa dall’Egitto, che attraversò tutta la Francia prima di arrivare a corte. Enrico III di Francia era così ossessionato dai suoi cani che li portava sempre con sé in una cesta appesa al collo.

                Aneddoti e stravaganze

                Tra gli episodi più bizzarri, Carlo IX di Francia si fece cucire dei guanti con la pelle del suo cane defunto, mentre Pietro il Grande impagliava i suoi cuccioli per tenerli sempre con sé. Questi racconti mostrano un lato intimo e spesso stravagante dei potenti, rivelando quanto fossero legati ai loro animali.

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