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Speciale Grande Fratello

Il televoto al contrario: Chiara e Giglio in cima, Iago eliminato, Jessica finalista

Il meccanismo che sottintende al reality sta mostrando tutti i suoi limiti: è guerra aperta fra tifoserie, che va oltre il valore dei concorrenti.

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    L’ultima puntata del Grande Fratello ha confermato una realtà sempre più evidente: il merito dei concorrenti non conta più. Non vince chi ha costruito un percorso, chi ha emozionato, chi ha saputo raccontarsi. A vincere, purtroppo, è l’odio tra fandom, un meccanismo tossico e perverso che trasforma il reality in una guerra aperta.

    La guerra delle fazioni

    Non è più un gioco in cui si premia il concorrente migliore per ciò che ha portato nella Casa, per la sua crescita o per il suo impatto emotivo sul pubblico. È diventata una battaglia tra gruppi, tra tifoserie, tra persone che non votano per sostenere qualcuno, ma solo per abbattere gli altri.

    Che sia la fine del televoto?

    Il televoto eliminatorio di ieri ne è la prova più lampante: Chiara e Giglio, personaggi che per logica e buon senso non potevano essere considerati tra i favoriti, sono arrivati addirittura primi e secondi. Con tutto il rispetto per il loro percorso, non si può ignorare che il loro impatto nel gioco sia stato marginale rispetto ad altri concorrenti. Eppure, chi era realmente più forte, come Shaila, ha rischiato l’eliminazione, mentre Iago ne ha pagato le conseguenze.

    Gioco al massacro

    Perché? Perché non si è votato per salvare qualcuno, ma per far fuori un avversario. Non si è votato per il gioco, si è votato per una guerra. E la stessa dinamica si è ripetuta con l’elezione della finalista. Con tutto il bene e senza alcun tipo di faziosità, dobbiamo però essere onesti e ammettere che non ha vinto la persona, non è stata premiata per il suo percorso o per il suo merito. Anche perché, a dirla tutta, chi ha votato non sono stati i fan di Jessica, ma coloro che volevano colpire un’altra concorrente. E questo, di per sé, potrebbe anche non essere un problema.

    Il valore dei concorrenti passa in secondo piano

    Nessuno pretendeva che Helena dovesse per forza arrivare prima e Jessica seconda. Forse Jessica meritava anche questo traguardo. Il vero problema è che tutto è stato sfalsato dalle motivazioni, dalla gestione e dai principi di un televoto ormai inquinato. Non c’è stata una scelta genuina del pubblico, ma una mossa strategica per escludere un altro nome. E questo, inevitabilmente, snatura il senso del gioco e toglie valore a qualsiasi vittoria.

    Come Squid Game

    Abbiamo detto più volte che il Grande Fratello si è trasformato in uno Squid Game, e la puntata di ieri ne è stata la dimostrazione perfetta. Ma di Squid Game ne abbiamo già uno, ed è una serie TV. Chi cerca quel tipo di gioco crudele e spietato, può guardare quello. Il Grande Fratello, invece, dovrebbe essere altro. Finalmente, dopo anni in cui il televoto è stato difeso come la volontà del pubblico, anche Alfonso Signorini ha evidenziato questa alterazione del meccanismo. Per la prima volta ha ammesso che ciò che sta accadendo non ha nulla a che vedere con una vera scelta del pubblico, ma è il frutto di un’alleanza tra fandom, di coalizioni create non per sostenere, ma per distruggere. E come ogni sistema squilibrato, il risultato è sempre lo stesso: non si premia la persona e nemmeno il personaggio. Si vota solo per punire.

    Hanno perso praticamente tutti

    Durante l’ultima puntata del Grande Fratello, abbiamo assistito alla sconfitta di tutti: della produzione, del pubblico e, solo per ultimi, dei concorrenti. Perché la verità è che i responsabili di questa deriva siamo noi fuori, molto più di loro dentro. La produzione ha perso perché ha lasciato che il gioco degenerasse in una guerra tra fazioni, trasformando il televoto in uno strumento di vendetta piuttosto che di merito. Il pubblico ha perso perché, invece di premiare il percorso e la personalità, si è fatto trascinare da logiche di eliminazione e rivalità, dimenticando il senso stesso del reality. E i concorrenti, in tutto questo, non sono più protagonisti, ma pedine in un gioco che non controllano e che spesso neppure comprendono fino in fondo.

    Questa dinamica non nasce dentro la Casa, ma fuori, nelle strategie di voto organizzate, nei social che alimentano divisioni e ostilità, nei gruppi che trasformano una competizione in una battaglia personale. Se il Grande Fratello è diventato un reality “al contrario”, la responsabilità è soprattutto di chi, fuori, decide di usarlo come un’arena di scontri invece che come uno spettacolo da vivere con leggerezza e partecipazione.

    Raccogliamo l’invito di Signorini e denunciamo ciò che sta accadendo: il Grande Fratello ha perso la sua natura di reality e si è trasformato in una competizione tossica, dove regole etiche, correttezza e sportività sono state completamente cancellate. Nemmeno alle Olimpiadi, nemmeno nelle competizioni sportive più accese, si è mai visto un livello così basso di correttezza. Perfino negli sport con i più alti interessi economici, la lealtà viene ancora considerata un valore. Nel Grande Fratello, invece, è stata completamente spazzata via.

    Questo non è il Grande Fratello che vogliamo. A questo punto, non ci interessa più nemmeno chi vincerà, perché è evidente che non vincerà un concorrente, ma solo un fandom più forte degli altri. Ciò che rimarrà, alla fine di questa battaglia, non sarà una vittoria da celebrare, ma solo macerie. Non sarà una persona a vincere, ma un gruppo di persone che ha trasformato un reality in un campo di guerra. E quando l’ultimo concorrente uscirà dalla Casa, rimarrà un solo vincitore, forse. Ma il campo sarà pieno di “sangue” versato lungo il percorso. E no, questo non è lo spettacolo che vogliamo. Non è l’intrattenimento che vogliamo accogliere nelle nostre vite, nei nostri mesi di lavoro, di studio, di quotidianità.

    Perché la TV può accompagnarci, farci compagnia, regalarci momenti di leggerezza. Ma non può trasformarsi in questo. In un’ossessione malata, in un’arena dove il divertimento si misura in chi cade prima. Il Grande Fratello è ancora recuperabile? Forse. Ma se continua così, presto non resterà più nulla da salvare.

    PUNTATA: VOTO 5

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      “Io, Ivana, nata in un corpo che non sentivo mio”: la storia di coraggio della concorrente siciliana del GF

      La concorrente siciliana ha confidato a Giulia e Grazia il lungo percorso di transizione e la forza con cui ha affrontato i pregiudizi della famiglia e della società. “Il giudice mi ha bocciato due volte la richiesta per cambiare sesso, ma non ho mai smesso di credere in me. Sono una donna grazie a mia madre, che è andata contro tutti pur di starmi accanto”.

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        C’è una storia di coraggio, dolore e rinascita dietro il sorriso di Ivana Castorina, la concorrente siciliana che ha emozionato tutti raccontando il proprio percorso di transizione. In un momento di confidenza con Giulia e Grazia, Ivana ha rivelato il peso di un’infanzia segnata da un profondo senso di disagio. “Fin da piccola sentivo di non appartenere al mio corpo. Mettevo i teli in testa per simulare i capelli lunghi e giocavo con le Barbie. Sognavo di svegliarmi diversa, di vedermi per come mi sentivo dentro”.

        La sua liberazione è arrivata a 18 anni, l’età che per molti segna l’inizio dell’indipendenza, ma che per lei significava ben altro: “I ragazzi aspettano i 18 anni per la patente o per diplomarsi. Io li aspettavo per essere libera”. Quel giorno, a tavola con sua madre, tutto è cambiato: “Lei mi ha guardata e mi ha detto: ‘Mi sa che dobbiamo parlare’. Io sono scoppiata. Le ho detto che avevo un disagio, che mi sentivo sola e non accettata. Poi sono corsa in camera a fare la valigia. Le ho gridato: ‘Questa è l’ultima volta che mi vedi’. E lei, ferma sulla porta, mi ha detto: ‘Magari è un momento, e se cambi idea?’. Allora ho risposto: ‘Io non cambierò mai idea, perché tuo figlio non è mai esistito’”.

        Da quel momento, la madre ha scelto di esserle accanto. “Mi ha detto: ‘Dammi il tuo dolore, ci penso io a te’. È andata contro tutta la famiglia. Per me è la donna più forte del mondo”.

        Il cammino verso la transizione non è stato facile. “Il giudice mi ha bocciato due volte la richiesta perché mi sono presentata in camicia e con la coda di cavallo. Mi ha detto: ‘Sei troppo maschietto, non credo tu sia davvero sicura’. Ma non ho mollato. Gli interventi sono stati lunghi e complicati, sono mancata un mese da casa, e mia madre era sempre lì”.

        Oggi Ivana si sente finalmente in pace. “Non volevo essere iper femminile, volevo solo essere me stessa. Sono quella che sono grazie a mia madre — e a mia bisnonna, che mi disse che lo aveva sempre capito. È anche grazie a loro se oggi posso guardarmi allo specchio e dire: sì, sono felice”.

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          Matteo Azzali travolto dalle accuse della ex: «Altro che uomo saldo e rigoroso, sei solo un pagliaccio»

          Un lungo sfogo social mette nel mirino Matteo Azzali: tra accuse di mancanza di rispetto e teatrini sentimentali, la donna lo definisce «un clown che recita un copione».

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            Dal ring alla Casa del Grande Fratello, passando per le tempeste sentimentali che oggi rischiano di fargli più male di un diretto al volto. Matteo Azzali, ex pugile ed ex gieffino, è finito nel mirino della sua presunta ex compagna, che ha affidato ai social un durissimo sfogo contro di lui. Niente mezze misure: «Pagliaccio», lo ha definito, accusandolo di essere l’esatto opposto dell’uomo “saldo e rigoroso” che ama raccontare di sé.

            Un attacco frontale, condito da dettagli che hanno il sapore del risentimento e della resa dei conti. «Tre mesi fa mi ha congedata in favore di un’altra donna, dopo circa due anni di relazione», ha scritto lei, lasciando intendere che la separazione non sia stata né elegante né rispettosa. E come se non bastasse, il colpo di grazia: «Me lo sono ritrovato in pompa magna nella Casa del Grande Fratello».

            La ex non si è fermata qui. Ha continuato alzando i toni: «Ora, giunti ai suoi quarantasette anni, ci si domanda se l’epiteto di “pagliaccio” possa essere sufficiente, o se non sia opportuno ricorrere a una definizione ancor più incisiva, capace di rendere giustizia al teatrino di cui egli stesso si è reso protagonista con tanto fervore. L’appellativo di “pagliaccio” rischia persino di suonare indulgente. Vergognati! Del concetto di rispetto tu non possiedi neppure la più vaga cognizione».

            Parole che hanno acceso il dibattito tra fan e detrattori, perché Azzali non è un nome qualsiasi: la sua carriera da pugile, le ospitate tv e ora l’avventura da gieffino lo hanno reso un volto noto. Ma se i riflettori della Casa amplificano le simpatie, amplificano anche gli attacchi. E questa volta il match non si gioca né sul ring né sotto le telecamere del reality, ma su Instagram, dove lo sfogo della ex è rimbalzato di profilo in profilo.

            Una guerra a colpi di stories e post velenosi, che mette in dubbio l’immagine di uomo “fermo, corretto e rispettoso” che Azzali aveva provato a cucirsi addosso. La sensazione è che questo round sentimentale sia tutt’altro che chiuso.

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              Jonas Pepe, dal confessionale del Grande Fratello al rimprovero a Leopardi: «Non si è impegnato abbastanza a vivere»

              Al Grande Fratello si è visto di tutto, ma Jonas Pepe riesce a sorprendere: mostra il tatuaggio col verso di un rapper americano e racconta di aver scritto, a 19 anni, una lettera a Giacomo Leopardi per dirgli che avrebbe dovuto “vivere meglio”.

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                Al Grande Fratello i concorrenti hanno il compito di confessarsi davanti alle telecamere. C’è chi piange, chi litiga, chi ricorda amori finiti. Poi c’è Jonas Pepe, che decide di alzare l’asticella: in diretta nazionale mostra un tatuaggio dedicato a Notorious B.I.G. e, con la stessa naturalezza, racconta di aver scritto a Giacomo Leopardi. Sì, proprio lui: il poeta morto nel 1837.

                Il tatuaggio, inciso in una zona che definiremo “discreta”, recita: “I knew that I was goin’ somewhere” – «Sapevo che stavo andando da qualche parte». Una frase motivazionale presa dal leggendario rapper di Brooklyn che, a sentire Jonas, lo guida ogni giorno. Fin qui tutto normale: il mix tra musica e tatuaggi è una moda consolidata.

                Ma poi arriva il colpo di scena. Jonas, con aria serissima, racconta: «Quando avevo 19 anni ho scritto una lettera a Leopardi. Sì, a Leopardi. Gli ho detto che non si era impegnato abbastanza per vivere davvero la vita ed essere felice». In pratica, il concorrente del reality ha rimproverato uno dei più grandi poeti della storia per non aver sorriso di più e per essersi perso, forse, un aperitivo al tramonto.

                Il pubblico, naturalmente, si è diviso tra l’incredulo e l’ilarità. Perché il pensiero corre veloce: che cosa avrebbe risposto l’autore de L’infinito a un gieffino tatuato che lo accusa di non aver colto il bello dell’esistenza? Probabilmente nulla: Leopardi, già abbastanza provato dai suoi dolori, avrebbe lasciato scorrere, come fa con la “siepe” nei suoi versi immortali.

                Jonas, invece, insiste. Per lui, Notorious B.I.G. e Giacomo Leopardi sono due fari opposti della sua formazione. Uno gli ricorda che c’è sempre una strada da percorrere, l’altro, dice lui, “non ha fatto abbastanza per viverla”.

                Così il reality più popolare d’Italia si arricchisce di un nuovo paradosso: tra le mura del loft romano si discute di idoli rap e di poeti ottocenteschi. Una miscela che strappa risate, meme e inevitabili polemiche. Nel frattempo, Jonas si gode la ribalta. Convinto di aver lanciato un messaggio universale. O almeno, di averlo urlato al cielo del prime time.

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