Gossip
Da Ilary Blasi a Micaela Ramazzotti: le vip e il richiamo del personal trainer
Dalle celebrità alle persone comuni, il ruolo del personal trainer è diventato sempre più centrale nel mondo del fitness e del benessere. Oltre a guidare gli allenamenti e a dispensare consigli nutrizionali, questi professionisti conquistano spesso la fiducia e l’ammirazione dei loro clienti, diventando figure di riferimento e, in alcuni casi, qualcosa di più.

Non stupisce quindi che molte storie d’amore nascano tra personal trainer e clienti. Tra allenamenti intensi e sudore condiviso, può scoccare la scintilla che trasforma il rapporto professionale in qualcosa di più intimo e personale.
Il fascino del personal trainer risiede in un mix di competenze, fisicità e personalità. La loro conoscenza del corpo umano e la capacità di motivare gli altri li rendono figure autorevoli e rassicuranti. Il loro corpo tonico e scolpito rappresenta un ideale di forma fisica a cui molti aspirano. E la loro personalità carismatica e comunicativa crea un legame speciale con i clienti, basato sulla fiducia e sul reciproco rispetto.
Daniel Westling, invece è passato da personal trainer a Duca di Västergötland e futuro Re di Svezia
La storia di Daniel Westling è una vera e propria favola moderna. Nato da una famiglia umile, Westling ha iniziato la sua carriera come personal trainer, lavorando in una palestra di Stoccolma. È proprio qui che ha conosciuto Victoria di Svezia, la principessa ereditaria al trono, nel 2002. All’epoca, la loro relazione ha fatto scalpore: un principe azzurro non convenzionale per una futura regina. Ma l’amore tra Daniel e Victoria era forte e resistette alle critiche. Nel 2009, Daniel Westling ha chiesto la mano di Victoria e l’anno successivo, il 19 giugno 2010, si sono sposati in una sontuosa cerimonia a Stoccolma.
Da quel giorno, la vita di Daniel è cambiata radicalmente. Ha ricevuto il titolo di Duca di Västergötland ed è diventato un membro ufficiale della famiglia reale svedese. Ha anche assunto un ruolo attivo in diverse iniziative di beneficenza e di sensibilizzazione su temi come la disabilità e l’imprenditorialità giovanile.
Cristiano Iovino il pt preso a botte sotto casa
In Italia abbiamo, invece, un “gentleman” dal sangue blu di nome Cristiano Iovino, il personal trainer di Ilary Blasi che alla causa di divorzio parteggerà per Totti, e che racconta la sua frequentazione intima con Ilary, la sua cliente. Senza dimenticare che mesi fa è stato vittima di una spedizione punitiva, guidata da Fedez, indagato come uno dei presunti colpevoli.
Il pt Claudio Pallitto coinvolto in una rissa
Nuovo amore di Micaela Ramazzotti dopo la separazione da Paolo Virzì, è il personal trainer del momento, Claudio Pallitto. L’uomo, coinvolto in una rissa è stato denunciato da Virzì. Ma Micaela rincara la dose dichiarando: «Non resto sorpresa dall’affannoso tentativo di Paolo di voler preservare solo la propria immagine pubblica. D’altra parte, ha sempre tenuto più a quella che alla serenità della propria famiglia e dei propri affetti o presunti tali».
Altre celebrità che hanno avuto relazioni con i loro personal trainer
Jennifer Lopez e Alex Rodriguez
La cantante e attrice americana ha avuto una lunga relazione con l’ex giocatore di baseball, conosciuto proprio durante le sessioni di allenamento.
Madonna e Daisuke Shibata
La regina del pop ha avuto un breve flirt con il suo personal trainer giapponese, di 30 anni più giovane di lei.
Ma il fascino del personal trainer non è appannaggio esclusivo delle star. Sono molte le persone comuni che si innamorano del loro istruttore di fitness, trovando in lui o in lei non solo un professionista preparato ma anche un confidente, un amico e un partner ideale. Naturalmente, non tutte le relazioni tra personal trainer e clienti hanno un lieto fine. Le dinamiche di potere e la dipendenza emotiva che possono svilupparsi in questo tipo di rapporto possono portare a situazioni complesse e dolorose.
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Gossip
Chiara Ferragni, amore low-profile con Giovanni Tronchetti Provera: niente social, niente ristoranti glamour
Ferragni e Tronchetti Provera non si mostrano insieme da settimane, alimentando speculazioni. Ma la realtà, raccontano gli avvistamenti, è opposta: famiglia allargata, passeggiate in centro, bambini e pranzi in locali semplici. La strategia? Zero ostentazione e massima protezione della nuova serenità.
Scomparsi dai social, ma tutt’altro che lontani. Chiara Ferragni e Giovanni Tronchetti Provera scelgono il silenzio e l’understatement come stile di coppia, ribaltando il copione dorato dell’amore da copertina. Nulla di orchestrato, nessuna posa. Solo normalità — parola che per due figure così abituate ai riflettori ha il sapore di una conquista.
In una recente intervista in Spagna, l’imprenditrice digitale non ha esitato: è felice, innamorata e «spera che duri per sempre». Nessun proclama hollywoodiano, nessuna dichiarazione social. Una frase asciutta, quasi timida, arrivata mentre Milano sussurrava che quel legame, lontano dagli smartphone, stesse invece vacillando. E invece no: procede, e senza clamore.
Lo confermano gli avvistamenti in centro città: niente locali di scena, niente cene stellate né auto nere all’uscita. Chiara e Giovanni scelgono bistrot semplici, prezzi popolari, piatti condivisi tra risate e richieste di bambini curiosi. Con loro Vittoria e Leone, e i figli di lui: una famiglia allargata che prova a respirare normalità. Tra un toast, un succo e un cappottino da abbottonare al volo.
È un cambio di tono radicale, soprattutto per lei, regina del racconto digitale. Da mesi la narrazione personale è rallentata, filtrata, controllata. Niente foto di coppia, niente cuori o dediche. Solo qualche scatto in cui il dettaglio – un cappotto, una passeggiata, uno sguardo – suggerisce più di quanto mostri. Perché l’intimità, dopo tanto clamore, è diventata bene prezioso.
La scelta del basso profilo è forse il segno più evidente di questo nuovo capitolo: non un amore urlato, ma custodito. A rimorchio, inevitabilmente, arrivano i pettegolezzi, alimentati proprio dall’assenza. Ma quando la porta si chiude e resta solo la vita vera, i social contano meno del sorriso di un bambino che chiede un’altra patatina.
In un tempo in cui tutto deve essere mostrato per esistere, loro scelgono l’opposto. E nella semplicità — un tavolo vicino alla finestra, un piatto condiviso, una famiglia che prova a ricomporsi — trovano forse la forma più autentica di lusso. Tutto il resto può aspettare.
Reali
Harry ironizza sui social: «I miei figli online a 35 anni. Le piattaforme trascinano i giovani in luoghi oscuri»
Il duca di Sussex scherza sull’età giusta per concedere i social ai figli Archie e Lilibet, ma il messaggio è chiaro: «Meglio aspettare, è un tema che dovrebbe allarmare tutti». Nessun passo verso la cittadinanza Usa, e un auto-test sull’accento americano conclude l’intervista.
«I miei figli sui social a 35 anni». Harry lo dice ridendo, ma la risata non smorza la sostanza. Nel corso del podcast Hasan Minhaj Doesn’t Know, il duca di Sussex gioca con l’ironia e insieme mette le mani avanti: l’accesso di bambini e adolescenti alle piattaforme è, per lui e Meghan Markle, un terreno delicato. «I social stanno trascinando i giovani in luoghi molto oscuri», afferma. Dietro la battuta, l’eco di una preoccupazione genitoriale concreta. «Considerato ciò che sappiamo oggi, saremo molto più cauti nel permettere ai nostri figli di accedervi»
La soglia “ragionevole”: quando sei davvero te stesso
Harry non si limita all’ironia e una soglia la indica davvero: «Una buona età per entrare sui social è 21 anni, quando il cervello è formato e inizi a sapere chi sei». Non un divieto, ma una postura prudente, che però porta con sé un dilemma moderno: protezione o isolamento? «C’è il rischio che siano gli unici tra i loro amici a non esserci», ammette. Una riflessione che intercetta uno dei nervi scoperti della genitorialità contemporanea: trovare equilibrio tra autonomia digitale e tempo reale, tra libertà e salvaguardia.
Nuova vita, vecchia identità
Seduto davanti al comico americano, Harry alterna leggerezza e pensieri seri. Alla domanda su cosa sappiano Archie e Lilibet del suo lavoro, risponde con semplicità: «Sanno che aiuto gli altri». Lineare, quasi didascalico, lontano dalla retorica reale e più vicino alla quotidianità californiana che lui e Meghan raccontano come scelta di libertà e cura del proprio spazio personale.
Sulla cittadinanza statunitense, però, frena: «Al momento non è nei piani». Nessuna fretta di mettere nero su bianco la trasformazione definitiva da principe britannico a cittadino americano. C’è un’identità che resta sospesa tra due mondi, un equilibrio ancora in costruzione.
Un “yee-haw” per chiudere
Non manca il gioco finale. Minhaj chiede a Harry di sottoporsi a un rapido test sull’accento americano. «Proviamo il tuo yee-haw», lo incalza. Il duca sorride, accetta, prova. Un gesto minimo che però racconta bene l’atmosfera: un principe che ha scelto di ridere, di esporsi con leggerezza, di smarcarsi dalla formalità.
Tra una battuta e un monito, resta una linea chiara: crescere due figli in un mondo iperconnesso richiede scelte consapevoli. E forse anche un pizzico di ironia per non farsi travolgere.
Personaggi
James Dean mito infranto? La verità dietro lo scandalo del ricatto dell’icona di una generazione ribelle
Un nuovo libro rivela che la leggenda del cinema pagò 800 dollari a Rogers Brackett pochi giorni prima dell’uscita del film East of Eden. Un accordo rimasto segreto per 70 anni.
Partiamo scrivendo a chiare lettere che non ci sarà mai alcun possibile scandalo o insinuazione che potrà scalfire la figura di James Dean. Almeno per una certa generazione. Con il suo fascino ribelle e la tragica fine, la sua figura, immagine, mito da sempre affascina il pubblico e ne siamo certi continuerà a farlo generazione dopo generazione. Ma dietro al mito hollywoodiano si nasconde un lato più complesso e tormentato, svelato in parte da un nuovo libro di Jason Colavito, “Jimmy: The Secret Life of James Dean“.
Il ricatto e il segreto, allora, inconfessabile
Secondo il libro, Dean fu vittima di un ricatto da parte del suo ex amante, Rogers Brackett. Nel 1954, poco prima della prima di “East of Eden“, l’attore fu costretto a pagare una somma ingente per evitare che la loro relazione omosessuale venisse resa pubblica. Un segreto che, in un’America degli anni ’50 fortemente omofoba, avrebbe potuto distruggere la sua carriera. La rivelazione ha scosso il mondo del cinema e ha riacceso il dibattito sulla sessualità di Dean. Per anni, infatti, si sono susseguite voci e indiscrezioni sulla sua vita privata, ma questa è la prima volta che emergono prove così concrete di una relazione omosessuale e di un ricatto.
James Dean e le conseguenze del suo segreto
Secondo Colavito la paura di essere scoperto come gay spinse Dean a vivere una doppia vita, nascondendo la sua vera natura e subendo le pressioni di una società che non accettava la diversità sessuale. Questa situazione lo portò a vivere un profondo tormento interiore, che si riflette anche nelle sue interpretazioni cinematografiche. La rivelazione del ricatto getta una nuova luce sulla figura di Dean, svelando un uomo fragile e tormentato, lontano dall’immagine del ribelle invincibile. Ma al tempo stesso, sottolinea l’ipocrisia di un’epoca che celebrava la libertà e l’individualità, ma condannava chi si allontanava dai canoni della normalità.
Un biopic per raccontare una storia nascosta
La storia di Dean e Brackett ha ispirato anche la realizzazione di un nuovo biopic, che si concentrerà proprio sulla loro relazione. Il film, basato sul libro di memorie di William Bast “Surviving James Dean“, promette di svelare nuovi dettagli sulla vita privata dell’attore e di offrire uno sguardo più intimo e autentico sulla sua personalità. La notizia del ricatto ha suscitato reazioni contrastanti nel pubblico. Da un lato, c’è chi è rimasto scioccato e deluso dalla scoperta della vera natura di Dean. Dall’altro, c’è chi ha espresso solidarietà verso l’attore, vittima di un’epoca che non lo ha compreso. E che ancora stenta a farlo.
Quanto l’omofobia ha influenzato la vita e le scelte di James Dean
L’omofobia dilagante negli anni ’50 ha gettato una lunga ombra sulla vita di James Dean, plasmando le sue scelte e le sue azioni in modo profondo. La rivelazione del ricatto subìto dall’attore ha aperto una finestra su un mondo di segreti e paure che lo hanno accompagnato per tutta la sua breve esistenza. Nella società americana degli anni ’50 l’omosessualità era considerata una malattia mentale e un crimine in molti Stati. Chi veniva scoperto a praticare atti omosessuali rischiava il carcere, la perdita del lavoro e l’emarginazione sociale. In questo contesto, Dean si trovava in una situazione estremamente difficile che ha condizionato notevolmente le sue scelte professionali. Essere un attore gay significava rischiare di vedere distrutta la sua carriera e di essere ostracizzato dal pubblico.
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