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Gossip

Strane polveri e insulti alla madre: Costacurta Jr ci ricasca!

Martina Colombari, Billy Costacurta e il figlio Achille sono nuovamente al centro dell’attenzione a causa di un’altra recente polemica che vede coinvolto il 20enne. Questa volta per alcune storie pubblicate sul suo profilo Instagram che mostravano immagini di soldi, passaporto a nome di Achille e bustine contenenti polvere rosa.

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    Vediamo cosa è successo…
    Achille Costacurta, figlio di Billy Costacurta e Martina Colombari, ha recentemente pubblicato immagini discutibili sul suo profilo Instagram. Le foto mostravano bustine di polvere rosa, mazzette di soldi e un passaporto con il suo nome. Tutto corredato da commenti e tag del tipo: «Quando sei con Martina Colombari, puoi spostarne quanta ne vuoi». Un’altra immagine che ritraeva mazzette di soldi era taggata al profilo della madre con la scritta: «Vai, come si traffica». 

    Ma poco dopo la pubblicazione, l’account di Achille è stato disattivato.
    Sospetti di hackeraggio, o l’ennesimo incidente che coinvolge il figlio di Costacurta?
    Alcuni dettagli pare che non escludano del tutto altre possibilità.


    Chi sono i genitori di Achille
    Il papà, Alessandro Costacurta, detto Billy, è uno dei più grandi difensori della storia recente del calcio italiano. La mamma, Martina Colombari, ex miss Italia, attrice e modella, molto apprezzata nel nostro Paese.

    Ma Achille è spesso su tutti i giornali
    Il Costacurta jr non è nuovo a questi episodi controversi che spesso lo coinvolgono in accuse pesanti. Come per aver sferrato un pugno a un poliziotto lo scorso anno. Pare che sia stato denunciato per resistenze e violenza a pubblico ufficiale e le accuse sono per aver dato un diretto a un vigile urbano, dopo essersi barricato all’interno di un taxi.
    Ma questo è un altro fatto che si aggiunge a ulteriori tensioni familiari per la sua vita pubblica.

    Nelle immagini di IG, potrebbe essere Ecstasy
    La polvere rosa mostrata nelle immagini potrebbe indicare vari tipi di sostanze, sia legali sia illegali. Nel contesto delle droghe, potrebbe essere polvere rosa potrebbe essere MDMA (Ecstasy) in forma cristallina o polverizzata che spesso assume colorazioni diverse a seconda degli agenti coloranti utilizzati. O forse no.
    Ma tutto questo elemento contribuisce a mantenere l’ambiguità e il sospetto attorno all’intera vicenda. La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza del passaporto e delle scritte provocatorie, che aggiungono complessità alla questione.
    Indipendentemente dalla natura esatta della polvere, la pubblicazione di tali immagini su un profilo pubblico ha inevitabilmente attirato attenzione dalle autorità. Questo ha anche aumentato la pressione su Achille Costacurta e la sua famiglia, che stanno cercando di gestire le conseguenze di queste azioni.

    Immagini di repertorio di cocaina rosa

    La “coca rosa,” la droga al profumo di fragola, dei super ricchi e dei giovani narcos
    È anche conosciuta come “tusi” o “tucibi” (pronuncia fonetica di 2C-B), è una droga sintetica che ha guadagnato notorietà negli ultimi anni, soprattutto nei circoli delle feste e dei club. Nonostante il nome possa suggerire una relazione con la cocaina, la coca rosa è una sostanza completamente diversa, con effetti psichedelici e stimolanti. Originariamente sviluppata negli anni ’70, il 2C-B è un composto appartenente alla famiglia delle fenetilamine, che include altre sostanze come l’MDMA (Ecstasy) e la mescalina.

    Questa droga viene spesso venduta sotto forma di polvere rosa, da cui deriva il nome “coca rosa.” Gli effetti del 2C-B possono variare ampiamente a seconda della dose, andando da un lieve euforia e stimolazione a potenti esperienze visive e sensoriali.
    A basse dosi, il 2C-B può essere utilizzato per migliorare l’umore e aumentare la socievolezza, mentre a dosi più elevate può indurre allucinazioni visive e alterazioni della percezione.

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      Gossip

      Rocío Muñoz Morales, la risposta a Raoul Bova è una stilettata musicale: «Ciao, ladro di pace… medaglia d’oro al più stronzo»

      Dopo giorni di voci su un presunto allontanamento da Raoul Bova e i rumor che coinvolgono anche Beatrice Arnera, Rocío Muñoz Morales pubblica una storia Instagram con frasi tratte da “La perla”, brano di Rosalía: parole che suonano come una risposta indiretta alla tempesta mediatica.

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        Rocío Muñoz Morales ha scelto la musica per dire ciò che finora non aveva commentato apertamente. E lo ha fatto con una storia Instagram destinata a rimbalzare ovunque. Due righe, poche parole, un chiaro riferimento ai gossip degli ultimi giorni: «Ciao, ladro di pace», «Playboy, un campione».

        Il riferimento a Rosalía e quel testo che parla da solo
        Non è farina del suo sacco: Rocío ha citato le strofe di La perla, una delle tracce più discusse dell’ultimo album di Rosalía, Lux. Un brano dedicato a un “rubacuori senza cuore, medaglia olimpica d’oro al più stronzo”, come prosegue la canzone. Parole forti, che parlano di delusione, di ferite e di relazioni tossiche. Non serve essere esperti di retorica per capire che la scelta del testo è tutto tranne che casuale.

        Il contesto mediatico: la voce di crisi
        La storia arriva proprio mentre i social e le cronache rosa parlano di una presunta crisi tra Rocío e Raoul Bova, coppia consolidata dal 2013 e genitori di due bambine. Negli ultimi giorni si è aggiunto un ulteriore elemento alla narrazione: la vicinanza sul set tra Bova e l’attrice Beatrice Arnera, compagna di scena nella prossima fiction Rai. Tanto è bastato per accendere la miccia del gossip. Rocío non ha mai risposto direttamente, ma la storia condivisa sembra un commento elegante e avvelenato allo stesso tempo.

        La strategia del messaggio indiretto
        Nessuna dichiarazione ufficiale, nessuna smentita, nessun attacco frontale. Solo un verso musicale, selezionato con cura, che ha l’effetto preciso di trasformarsi in un messaggio pubblico senza che lei debba pronunciare una parola. Un metodo tipico dell’era social, dove si comunica più con ciò che si allude che con ciò che si dice.

        La rete ha immediatamente interpretato il gesto come una presa di posizione: non uno sfogo, ma una risposta misurata, cucita addosso a una donna che non ama l’esposizione polemica ma sa perfettamente come farsi capire.

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          Personaggi

          Amanda Lear torna a parlare di Dalí: «Era innamorato pazzo di me, ma non poteva soddisfarmi né aiutarmi»

          Amanda Lear riporta alla luce aneddoti del suo legame con Salvador Dalí: un rapporto fatto di ossessioni eleganti, formalità infinite e confessioni inattese. «Mi adorava, ma restava prigioniero della religione e della moglie», racconta la musa, che svela come il pittore vivesse in un tempo tutto suo, tra aristocratici immaginari, tabù cattolici e il rifiuto categorico che lei fosse vista come un’amante.

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            Amanda Lear non smette mai di ritornare sul suo capitolo più iconico: Salvador Dalí. E questa volta lo fa con una serie di pillole che riportano il pubblico direttamente negli anni in cui la diva era la musa più misteriosa d’Europa. «Dalí era innamorato pazzo di me», dice, con quella naturalezza che solo lei può permettersi. Un innamoramento strano, quasi metafisico, perché il pittore sapeva perfettamente di non poterla “soddisfare”, come confessa Amanda con un sorriso tagliente.

            Un amore fuori dal tempo
            Lear racconta un Dalí che parlava e si muoveva come un aristocratico del Settecento. «A lui piacevano le contesse, le principesse», spiegando come il maestro avesse un’attrazione quasi teatrale per tutto ciò che odorava di nobiltà. Il rapporto tra loro era intimo ma formalissimo: «Ci siamo sempre dati del lei», rivela, come se anche nella privacy ci fosse una scenografia da rispettare.

            Cattolico, geloso e rigidissimo
            La diva rivela un tratto meno noto dell’artista: la sua religiosità. «Era religiosissimo, tradizionale. Non eravamo sposati e non gli piaceva l’idea che si pensasse fossi la sua amante». Un’improvvisa pruderie che stride con l’immagine del genio eccentrico e libertino che il mondo conosce. Dalí, invece, con Amanda si muoveva come un uomo d’altri tempi, timoroso del giudizio e legato a un rigore quasi clericale.

            La verità su soldi, gelosie e limiti
            Lear aggiunge un dettaglio che colpisce: «Sapeva che non avevo soldi, ma mi diceva: “Piccola Amanda, vorrei aiutarla, ma non posso. Ho una moglie e sono cattolico”». Una frase che vale più di mille biografie, perché mostra un Dalí incapace di rompere la gabbia delle proprie regole. Un uomo combattuto tra fascinazione e moralismi, tra la sua musa e Gala, la compagna di una vita.

            E Amanda, ancora una volta, glielo perdona con eleganza.

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              Gossip

              Sophie Grégoire parla della love story Trudeau–Katy Perry: «Mi permetto di essere delusa, arrabbiata e triste»

              Sophie Grégoire commenta per la prima volta il nuovo amore di Justin Trudeau con Katy Perry, ammettendo di aver vissuto momenti complessi e di essersi concessa emozioni forti. «Mi permetto di essere delusa, arrabbiata o triste», spiega, ricordando quanto la salute mentale passi anche dalla capacità di non negare a sé stessi il dolore.

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                La notizia della relazione tra Justin Trudeau e Katy Perry era inevitabile che producesse qualche scossa anche lontano dai riflettori. E infatti Sophie Grégoire, ex moglie del premier canadese, ha deciso di parlare. Senza scivolare nel gossip spicciolo, ma affrontando la vicenda dal punto di vista più intimo e umano: quello delle emozioni che non si possono controllare.

                La delusione senza filtri
                «Mi permetto di sentirmi delusa da qualcuno, di essere arrabbiata o triste», ha dichiarato Sophie, usando parole dirette e senza giri di frasi. Un messaggio che suona come un’autodifesa emotiva ma anche come un invito a non fingere indifferenza quando la vita cambia direzione. Perché, come ricorda lei stessa, «so per esperienza personale quanto sia importante, come sostenitrice della salute mentale, permettersi di provare queste emozioni».

                Una storia che fa rumore
                La relazione tra Trudeau e Katy Perry, confermata nei fatti più che nelle parole, ha ovviamente attirato una quantità enorme di attenzioni. E inevitabilmente ha riacceso l’interesse verso il divorzio tra il premier e Sophie, annunciato nel 2023 dopo diciotto anni di matrimonio. Da allora, entrambi hanno mantenuto un profilo relativamente riservato. Ma questa volta Sophie ha scelto di non tacere.

                Il coraggio di nominare il dolore
                Le sue parole non cercano colpevoli, non aprono guerre e non avvelenano il clima familiare. Sono piuttosto la fotografia di una donna che rivendica il diritto di sentirsi ferita, senza vergogna. Una sincerità rara, soprattutto quando si parla di figure pubbliche che spesso si nascondono dietro comunicati anodini e frasi studiate a tavolino.

                L’equilibrio da ritrovare
                Il futuro sentimentale di Justin Trudeau continuerà a far discutere, soprattutto se accanto a lui c’è una delle popstar più riconoscibili del pianeta. Ma la frase che resta impressa è quella di Sophie: un promemoria che la salute mentale passa anche dalla possibilità di dire a voce alta ciò che fa male. E di accettare che delusione, rabbia e tristezza non sono debolezze, ma tappe necessarie per ricominciare.

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