Connect with us

Animali

Felicità felina: ecco dieci osservazioni che svelano il benessere del tuo gatto

Osservare il comportamento del tuo gatto è un modo prezioso per comprendere il suo stato emotivo. Rispettare e rispondere alle esigenze del tuo amico peloso contribuirà a mantenere un ambiente che favorisce la felicità e il benessere a lungo termine.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Comprendere il linguaggio felino è una sfida affascinante per ogni proprietario di gatto. In questo articolo, esploreremo 10 osservazioni che ti aiuteranno a riconoscere i segnali che indicano che il tuo gatto è felice. Capire il benessere del tuo compagno peloso può rafforzare il legame tra voi e assicurare una vita soddisfacente per il tuo amico a quattro zampe.

    Espressione facciale rilassata

    Un gatto felice ha un’espressione facciale rilassata. Gli occhi sono semichiusi, le orecchie sono rivolte in avanti e il muso è tranquillo. Questa serenità visibile è un chiaro segnale di contentezza.

    Osservate il suo pelo

    Il pelo di un gatto felice è lucente e in buono stato. La toelettatura è una parte importante della routine quotidiana del gatto, e uno strato di pelo sano è un indicatore di benessere fisico ed emotivo.

    Giocherelloni e attivi

    Gli gatti felici sono naturalmente giocosi e attivi. Se il tuo gatto si lancia in giochi come inseguire giocattoli o saltare da una parte all’altra, è probabile che si stia divertendo e che sia soddisfatto.

    Fusa e vibrazione della coda

    Il ronronare è una delle espressioni più chiare di felicità in un gatto. Inoltre, una coda eretta e che vibra quando ti avvicini è un segnale positivo. Questo comportamento indica che il tuo gatto è a suo agio e felice.

    Comunicazione positiva con le persone

    Un gatto felice cerca attivamente l’interazione con le persone. Se il tuo gatto si avvicina, ti segue in giro o si strofina contro di te, è un chiaro segno di affetto e fiducia.

    Comportamento di caccia simulato

    Anche se il tuo gatto è al sicuro in casa, il comportamento di caccia simulato, come l’osservazione di uccelli dalla finestra o la caccia a giocattoli, è indicativo di uno stato mentale stimolato e soddisfatto.

    Frequenti sbirciature fuori dalla finestra

    Un gatto felice trova gioia nell’osservare il mondo esterno. Se il tuo gatto passa del tempo a guardare fuori dalla finestra, potrebbe essere un segno che si sente coinvolto e intrigato dall’ambiente circostante.

    Postura rilassata durante il sonno

    La postura durante il sonno è un indicatore significativo del benessere del tuo gatto. Una posizione di sonno rilassata, con il corpo disteso e le zampe allargate, suggerisce che si sente al sicuro e a suo agio nel suo ambiente.

    Interazione positiva con altri animali domestici

    Se il tuo gatto si relaziona positivamente con altri animali domestici in casa, come cani o altri gatti, è un buon segno di equilibrio e benessere sociale.

    Consumo regolare di cibo e buona idratazione

    Un gatto felice ha un sano appetito e beve a sufficienza. L’attenzione alle abitudini alimentari del tuo gatto è essenziale per valutare il suo benessere complessivo.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Animali

      Panda ostaggio della crisi Cina-Giappone: Xiao Xiao e Lei Lei tornano a Pechino e Tokyo rischia di restare senza

      La disputa tra Pechino e Tokyo finisce per travolgere anche la “diplomazia dei panda”. Xiao Xiao e Lei Lei, nati a Tokyo nel 2021, torneranno in Cina a fine gennaio e l’accordo non verrà rinnovato. Per la prima volta in oltre 50 anni il Giappone rischia di restare senza panda.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        A Tokyo si fa la fila per salutare due animali, ma sotto la tenerezza c’è una crepa diplomatica. Code interminabili fin dal mattino, negozi di souvenir presi d’assalto per accaparrarsi magliette, spille e tazze: lo zoo di Ueno è diventato il luogo di un addio collettivo. Xiao Xiao e Lei Lei, i due panda giganti e ultimi presenti nel Paese, lasceranno il Giappone a fine gennaio e torneranno in Cina. Il rientro era previsto da tempo, ma viene anticipato: non più il 20 febbraio, bensì a fine mese.

        Dietro la data c’è l’incognita più pesante: non verrà rinnovato l’accordo e, con le tensioni diplomatiche tra Cina e Giappone ormai in corso da circa un mese e mezzo, non si intravedono intese per sostituire la coppia con altri esemplari. Se non verrà siglato un nuovo prestito, per la prima volta in oltre 50 anni il Giappone rischia davvero di restare senza panda.

        Ueno assediato: tre ore e mezzo di coda
        Per vedere Xiao Xiao e Lei Lei, nati a Tokyo nel 2021, c’è chi ha aspettato tre ore e mezzo. Da lunedì prossimo la visita sarà possibile soltanto su prenotazione, mentre tra il 14 e il 25 gennaio, gli ultimi 12 giorni utili, le fasce orarie saranno assegnate con una sorta di lotteria. La scena è quella tipica delle grandi partenze: la gente arriva presto, si organizza, scatta foto, compra l’ultimo ricordo. Ma qui il ricordo ha la forma di due panda e il sapore amaro di una rottura.

        La crisi che “morde” anche la diplomazia dei panda
        Nelle ultime settimane Pechino ha messo in guardia i propri cittadini dal recarsi in Giappone, ha annullato concerti ed eventi e ha bloccato l’import di prodotti ittici. Tokyo, dal canto suo, ha denunciato manovre militari cinesi ritenute pericolose in acque e cieli. In questo clima, la disputa minaccia mezzo secolo di “diplomazia dei panda”, un indicatore non ufficiale delle relazioni tra la Cina e il resto del mondo. A innescare l’ultima crisi, nel racconto che circola, sono anche le parole della premier nipponica Sanae Takaichi, che il 7 novembre ha detto che un ipotetico attacco cinese a Taiwan potrebbe provocare una risposta militare di Tokyo. Oggi Takaichi ha provato a stemperare, dichiarando che il Giappone è “sempre aperto” al dialogo.

        Dal regalo all’affitto: come funziona davvero il “prestito”
        La Cina inviò la prima coppia di panda in Giappone nel 1972 per celebrare la normalizzazione delle relazioni diplomatiche. Da allora Tokyo non era mai rimasta senza, anche in fasi turbolente. Pechino presta gli animali in segno di amicizia ma mantiene la proprietà, e i cuccioli nati all’estero non fanno eccezione. I genitori di Xiao Xiao e Lei Lei, Shin Shin e Ri Ri, sono rientrati in Cina nel 2024 dopo un prestito durato 13 anni. Dalla metà degli anni ’80 i panda non si regalano più: si affittano, circa un milione di euro l’anno, fondi destinati alla conservazione della specie. Prestiti aumentati durante gli anni di Xi Jinping, che, secondo quanto si racconta, firmerebbe personalmente ogni autorizzazione.

        La storia dei panda, qui, smette di essere solo zoologia: diventa un termometro politico. E mentre a Ueno si consumano gli ultimi scatti e le ultime code, la domanda resta sospesa come un cartello all’ingresso: dopo fine gennaio, chi riempirà quel recinto vuoto?

          Continua a leggere

          Animali

          Fuochi d’artificio e animali domestici: come proteggerli dalla paura

          Fuochi d’artificio e animali domestici: come proteggerli dalla paura

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

          Fuochi d’artificio

            Per molte persone i fuochi d’artificio sono sinonimo di festa e celebrazione. Per gli animali domestici, invece, rappresentano spesso una fonte di forte stress. Cani e gatti hanno un udito molto più sensibile di quello umano e percepiscono i botti come suoni improvvisi, intensi e imprevedibili, impossibili da interpretare. Il risultato può essere paura intensa, agitazione e, nei casi più gravi, veri e propri attacchi di panico.

            Perché i fuochi spaventano così tanto gli animali

            Il rumore non è l’unico problema. Ai suoni esplosivi si sommano vibrazioni, odori di polvere da sparo e lampi di luce improvvisi. Il cervello dell’animale interpreta questi stimoli come una minaccia. Nei cani, in particolare, la paura dei botti è una delle fobie più diffuse: può manifestarsi con tremori, ansimare, vocalizzi, tentativi di fuga o comportamenti distruttivi. I gatti tendono invece a nascondersi, diventare immobili o cercare luoghi isolati.

            Secondo i veterinari, l’esperienza negativa può rafforzarsi nel tempo: ogni episodio non gestito correttamente aumenta la sensibilità dell’animale agli stimoli sonori futuri.

            Preparare la casa prima dei festeggiamenti

            La prevenzione inizia dall’ambiente domestico. Durante i fuochi è consigliabile tenere gli animali in casa, chiudendo porte e finestre per attenuare il rumore. Tirare le tende o abbassare le tapparelle aiuta a ridurre i lampi di luce. Creare una “zona sicura” – una stanza tranquilla, una cuccia coperta o un angolo dove l’animale si rifugia abitualmente – può offrire un senso di protezione.

            Accendere la televisione o la radio a volume moderato contribuisce a mascherare i botti esterni con suoni più continui e familiari.

            Il ruolo del proprietario: calma e presenza

            Uno degli errori più comuni è rinforzare involontariamente la paura. Coccolare eccessivamente l’animale mentre è in preda al panico può confermare che c’è davvero qualcosa di cui aver paura. Gli esperti consigliano invece di mantenere un atteggiamento calmo e rassicurante, continuando le normali attività senza enfatizzare l’evento.

            La presenza del proprietario, però, è fondamentale: non lasciare l’animale solo durante i momenti più rumorosi riduce il senso di abbandono e insicurezza.

            Mai forzare o punire

            Costringere un cane ad affrontare il rumore dall’esterno o rimproverarlo per reazioni di paura è controproducente. La paura non è un capriccio, ma una risposta emotiva involontaria. Punizioni o forzature possono peggiorare la fobia e compromettere il rapporto di fiducia.

            Supporti utili e quando chiedere aiuto

            In commercio esistono feromoni sintetici, diffusori ambientali o collari che possono aiutare a ridurre l’ansia in alcuni animali. Anche indumenti contenitivi, come le fasce calmanti per cani, funzionano su alcuni soggetti grazie a una leggera pressione costante che favorisce il rilassamento.

            Nei casi più severi, è importante consultare il veterinario: potrà valutare strategie personalizzate o, se necessario, un supporto farmacologico temporaneo. L’autosomministrazione di sedativi, invece, è fortemente sconsigliata.

            Una questione di responsabilità collettiva

            Ogni anno, dopo le notti di festa, si registrano smarrimenti, incidenti e animali feriti nel tentativo di fuggire dai botti. Proteggere gli animali domestici significa anche limitare l’uso irresponsabile di fuochi d’artificio, scegliendo soluzioni più silenziose o partecipando a eventi organizzati e controllati.

            Aiutare cani e gatti a superare la paura dei fuochi non è solo un gesto di affetto, ma un dovere di cura. Con attenzione, preparazione e un po’ di empatia, anche le notti più rumorose possono diventare più tollerabili per i nostri amici a quattro zampe.

              Continua a leggere

              Animali

              Cani nei luoghi affollati: quando il divertimento diventa stress

              Dai ristoranti ai concerti, cresce il numero di persone che portano con sé il cane ovunque. Ma non sempre la presenza del quattro zampe in contesti rumorosi è un gesto d’amore.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

              Cani nei luoghi affollati

                È diventata un’abitudine sempre più diffusa: portare il cane ovunque, dal bar al festival, fino ai locali notturni. Una scelta che nasce quasi sempre da buone intenzioni — evitare che resti solo o condividerne ogni momento — ma che, secondo gli esperti, può rivelarsi fonte di grande stress per l’animale.

                «Fortunatamente oggi si vedono meno cani trascinati in discoteche o eventi molto rumorosi», spiega la dottoressa Zita Talamonti, veterinaria comportamentalista. «Rimane però comune l’errore di pensare che, solo perché un evento è all’aperto, sia adatto ai cani. In realtà, il numero di persone, i rumori, gli odori e gli stimoli continui possono disorientarli e spaventarli».

                Quando il cane non si diverte

                Ogni cane ha un proprio livello di tolleranza agli stimoli ambientali. «Bisogna imparare ad ascoltarlo — sottolinea Talamonti — e capire fino a dove possiamo spingerci. Ci sono soggetti più flessibili e altri che non riescono a gestire la confusione. Forzarli è un errore: il nostro ruolo è proteggerli, non metterli in difficoltà».

                Un cane che ansima, si lecca spesso il muso, abbassa le orecchie o cerca di allontanarsi sta mostrando chiari segnali di stress. «Quando li portiamo in contesti caotici, non dobbiamo aspettarci che “si abituino” da soli. È come per una persona con ansia sociale: serve tempo, gradualità e, a volte, l’aiuto di un professionista», precisa la veterinaria.

                L’adattamento non è per tutti

                L’esperta racconta il caso di un cane adottato da un canile del Sud Italia, trasferito poi a Milano. «Aveva trascorso i primi sei mesi di vita in un ambiente tranquillo, senza contatti con la città. I nuovi proprietari, molto attenti, volevano portarlo con sé ovunque — anche agli aperitivi ai Navigli. Ma il cane si spaventava per una saracinesca che si abbassa o per il suono di un monopattino elettrico. In casi così, bisogna rispettare i suoi tempi: con pazienza e un percorso graduale potrà forse adattarsi, ma forzarlo sarebbe controproducente».

                Gli esperti ricordano che l’adattabilità è influenzata da fattori come la genetica, le esperienze precoci e la socializzazione. I cani cresciuti in ambienti ricchi di stimoli possono tollerare meglio la confusione, ma per molti altri la folla resta una fonte di ansia.

                Vita sociale sì, ma a misura di cane

                Talamonti invita a cambiare prospettiva: «Tendenzialmente i cani — da caccia o da pastore — amano stare nella natura. Hanno bisogno di annusare, correre, esplorare. È lì che si sentono davvero liberi».

                Per questo, gli esperti suggeriscono di pianificare le uscite in funzione del benessere del cane: meglio una passeggiata nel verde o una giornata in montagna che un pomeriggio tra la folla. «Portare il cane con sé deve essere un piacere condiviso — conclude la veterinaria — non una prova di affetto mal interpretata. Il rispetto dei suoi bisogni è la forma più autentica di amore».

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù