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I gatti sognano? La scienza risponde e i nostri mici ci sorprendono ancora

I gatti sognano? La scienza dice di sì. Durante la fase REM, i mici rivivono esperienze quotidiane, forse inseguendo topi immaginari o arrampicandosi sugli alberi. Ma cosa sognano esattamente? E possono anche loro avere incubi?

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    Chiunque abbia un gatto in casa si sarà chiesto, almeno una volta, cosa stia facendo davvero quando si accoccola su un cuscino e sembra perdersi nei suoi lunghi pisolini. Gli occhi chiusi, i baffi che si muovono impercettibilmente, qualche scatto delle zampe… sembra quasi che stia vivendo qualcosa di molto reale. Ma sognano davvero i gatti, o è solo un’illusione che vogliamo attribuirgli? La risposta della scienza non solo è affascinante, ma conferma un’idea che accarezzavamo da sempre: i gatti, proprio come noi, sognano. E forse i loro sogni non sono poi così diversi dai nostri.

    Come funziona il sonno dei gatti?

    Per capire se i gatti sognano, è fondamentale comprendere il loro ciclo del sonno. Se sei un appassionato di felini, saprai già che i gatti passano buona parte della loro vita a dormire. In media, un gatto può dormire fino a 16 ore al giorno, un vero maestro del riposo. Ma non tutte queste ore sono dedicate al sonno profondo: i gatti, infatti, alternano momenti di sonno leggero a fasi più profonde, proprio come gli esseri umani.

    Esistono due principali fasi del sonno nei gatti: il sonno a onde lente (detto anche “sonno non-REM”) e il sonno paradossale, o REM (Rapid Eye Movement). È proprio durante la fase REM, che si manifesta circa il 25% del tempo in cui dormono, che avvengono i sogni. Durante questa fase, si osservano movimenti rapidi degli occhi sotto le palpebre, piccoli spasmi muscolari e persino miagolii sommessi. Questo è il momento in cui, molto probabilmente, il nostro micio sta sognando.

    Cosa sognano i gatti?

    Questa è la domanda che fa scatenare l’immaginazione. La scienza non può dirci con precisione cosa sogni un gatto, ma studi neurologici hanno dimostrato che durante il sonno REM, il cervello dei gatti si comporta in modo simile a quello umano. Un esperimento condotto dallo scienziato Michel Jouvet negli anni ’60, che ha studiato l’attività cerebrale dei gatti, ha rivelato che, proprio come noi, i gatti sembrano “rivivere” esperienze quotidiane nei loro sogni.

    Probabilmente, sognano di cacciare una preda, di giocare, di arrampicarsi su un albero o di inseguire un topo immaginario. In altre parole, rivivono le loro attività quotidiane, comportamenti che fanno parte del loro istinto naturale. Se hai mai visto il tuo gatto muoversi velocemente durante il sonno, magari scattando con le zampe anteriori, è facile pensare che stia cacciando qualcosa nel suo mondo onirico.

    Perché i gatti sognano?

    La funzione dei sogni non è ancora del tutto chiara, nemmeno per gli esseri umani. Tuttavia, la maggior parte degli studiosi ritiene che sognare sia un modo per rielaborare le esperienze vissute durante il giorno. Questo processo aiuta a rafforzare la memoria e a consolidare ciò che abbiamo appreso. Lo stesso vale per i nostri amici felini: durante il sonno REM, il loro cervello potrebbe essere impegnato a “ripassare” le tecniche di caccia, le interazioni con i loro simili o anche semplicemente a rielaborare situazioni stressanti o eccitanti.

    Ma i gatti possono avere incubi?

    Se sogniamo esperienze belle, ma anche brutte, è naturale chiedersi se lo stesso accada ai gatti. Anche in questo caso, non abbiamo risposte certe, ma nulla ci impedisce di pensare che i nostri mici possano avere incubi. Se noti che il tuo gatto si agita particolarmente durante il sonno, con movimenti bruschi o versi di disagio, potrebbe star vivendo un sogno poco piacevole. Forse rivive una visita poco gradita dal veterinario o l’incontro con un cane troppo invadente.

    La prossima volta che osservi il tuo gatto dormire…

    Quindi, la prossima volta che vedi il tuo gatto disteso a sonnecchiare, ricorda che potrebbe essere immerso in un’avventura onirica tutta sua. Magari sta scalando la sua montagna immaginaria preferita, o sta lottando contro un topo sfuggente. O forse sta semplicemente sognando una giornata tranquilla in cui le coccole non finiscono mai.

    E se sogni e realtà si intrecciano nel mondo felino, forse dovremmo imparare anche noi a prendere esempio dai gatti: godersi il momento, fare lunghi sonnellini e, di tanto in tanto, sognare in grande.

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      La doppia vita di Remy, il gatto randagio diventato mascotte di Harvard tra aule, biblioteche e social

      Con il profilo “Remy the Humanities Cat” e una presenza costante nei corridoi del campus, il soriano arancione unisce studenti e professori. La sua vita tra famiglia e comunità accademica è già leggenda.

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        Nessuno sa dove comparirà. A volte sbuca tra gli scaffali di una biblioteca, altre entra in un’aula nel bel mezzo di una lezione, oppure si accomoda in prima fila nelle foto di matrimonio scattate dentro il campus. È Remy, undici anni, soriano arancione che da oltre un decennio vive in simbiosi con Harvard, al punto da diventare la mascotte non ufficiale dell’università.

        La sua popolarità è tale da meritare un profilo social, Remy the Humanities Cat, curato dal personale del Barker Center, cuore del dipartimento di Storia e Letteratura. L’amministratrice Jessica Shires lo racconta così: «Scopro continuamente che frequenta anche la facoltà di Giurisprudenza, i laboratori Stem e persino il museo. Negli anni è diventato un gatto interdisciplinare».

        La sua “doppia vita” è ormai un rito accademico. Nato come randagio, trovato nel 2014 dietro un cassonetto a Medfield con la madre e i fratelli, fu adottato da Sarah Watton insieme al fratello Gus. Ma già da cucciolo mostrava un carattere indomabile: fuggiva di casa, ignorava guinzagli e barriere, esplorando senza sosta anche nel gelo invernale.

        Le sue avventure sono leggendarie. Un uomo lo raccolse per strada e lo regalò alla fidanzata: tornò a casa grazie al microchip. Un’altra volta sparì per un mese, “adottato” come mascotte da un’azienda locale. In entrambi i casi, la sua vocazione comunitaria ebbe la meglio. «È il nostro gatto, ma appartiene anche a tutta Harvard. Non era una scelta nostra, era la sua», racconta Sarah con ironia.

        Neppure la pandemia lo ha fermato. Con gli edifici chiusi, Remy soffriva l’assenza di quella comunità che aveva trasformato nel suo regno. Oggi è di nuovo protagonista: entra nei dormitori, sbuca tra i corridoi, si lascia trasportare nelle borse degli studenti o nei cestini delle biciclette.

        I figli di Sarah si divertono a immaginare quale facoltà sceglierebbe se fosse studente: «Antropologia, perché è curioso degli esseri umani», dice Jack. «No, teatro, perché è nato per la scena», ribatte Will. In realtà non ha bisogno di lauree: il suo carisma è il suo titolo, e la sua doppia vita – metà domestico, metà accademico – è già leggenda nei corridoi di Harvard.

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          Quando il cane morde lo fa per giocare, per assalire o per stress e paura. Come comportarsi?

          Prevenire i morsi di cane richiede consapevolezza e azioni proattive. Conoscere i segnali di stress nei cani e insegnare ai bambini comportamenti sicuri può ridurre significativamente il rischio di incidenti. In caso di morso, agire rapidamente per pulire e trattare la ferita è cruciale per prevenire complicazioni.

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            Il morso del cane è un problema comune, ma spesso frainteso. Secondo uno studio del Massachusetts General Hospital, pubblicato sull’Harvard Health Publishing, l’88% dei morsi proviene da cani conosciuti. Questo dato sottolinea l’importanza della prevenzione, specialmente quando si tratta di bambini.

            Perché un cane morde?

            I cani domestici o di famiglia mordono per diverse ragioni. Lo fanno per giocare con morsi accidentali nell’enfasi del gioco e quasi sempre senza una volontà consapevole di fare male. Lo possono fare anche per stress e paura. La maggior parte dei morsi seri avviene quando i cani si sentono minacciati o spaventati. Infine lo fanno sempre più frequentemente per difendere il loro territorio. I cani, infatti, possono diventare aggressivi se percepiscono che il loro spazio o i loro oggetti sono minacciati.

            Qualche consiglio per prevenire

            Per ridurre il rischio di morsi, l’American Veterinary Medical Association (AVMA) consiglia di avere sempre una supervisione costante. Non lasciare mai bambini piccoli da soli con un cane, anche se è un animale domestico. Seguire comportamenti sicuri, ovvero non avvicinarsi mai a un cane mentre mangia, dorme o si prende cura dei cuccioli. Evitare di correre, urlare o fare movimenti bruschi vicino a loro. E infine riconoscere i segnali del loro possibile disagio come ringhiare, abbaiare o quando mostrano un comportamento ansioso.

            E se morde, che fare?

            Se un cane morde, è importante agire rapidamente lavando immediatamente la ferita con acqua e sapone. Quindi utilizzare un antisettico per prevenire infezioni. Rivolgersi a un medico, soprattutto se la ferita è profonda o se il cane non è vaccinato contro la rabbia.
            Quindi segnalare l’Incidente, cioè informare le autorità sanitarie locali, soprattutto se il cane è sconosciuto o randagio. Se si vuole fare accarezzare un cane sconosciuto al proprio bambino o bambina è sempre consigliabile chiedere al proprietario se è possibile accarezzare il cane.
            Avvicinarsi con calma per lascare il tempo utile perché il cane veda e annusi chi ha di fronte, prima di accarezzarlo. Infine non bisognerebbe mai avvicinarsi a cani che si nascondono o sembrano spaventati o arrabbiati.

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              Come vedono i cani? Ve lo spieghiamo noi

              La visione dei cani è unica e affascinante, con una maggiore sensibilità alla luminosità e ai movimenti, soprattutto nelle condizioni di scarsa luce. Comprendere come vedono i cani ci permette di apprezzare meglio il loro mondo e di fornire loro l’ambiente migliore possibile per vivere una vita felice e sana.

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                Sei mai rimasto affascinato dal modo in cui il tuo cane interagisce con l’ambiente circostante? Ti sei chiesto come riesca a catturare la palla al volo o a individuare un oggetto in movimento anche al buio? La visione dei cani è un argomento affascinante che solleva molte domande. In questo articolo, esploreremo le peculiarità della visione canina, fornendo risposte esaurienti su come vedono i nostri amici pelosi. Scopriremo insieme le differenze nei loro occhi rispetto ai nostri e come queste influenzano la loro percezione del mondo che li circonda. Preparati a entrare nel mondo visivo dei cani e a comprendere meglio la loro straordinaria capacità visiva.

                Come vedono i cani? Le curiosità sulla loro visione

                Hai mai notato come il tuo cane riesca a catturare al volo la palla che gli lanci senza alcuna difficoltà? O magari ti sei chiesto come vedono di notte i nostri amici a quattro zampe e se sono realmente daltonici. Gli occhi dei cani operano in modo leggermente diverso rispetto ai nostri, e in questo articolo esploreremo le principali differenze, rispondendo alla domanda su come vedono i cani effettivamente.

                I cani riescono a vedere i colori?

                I nostri occhi umani possiedono circa sei milioni di coni, le cellule sensoriali responsabili della percezione dei colori in modo tricromatico. Questo significa che percepiamo i colori di base rosso, blu e verde. Al contrario, gli occhi dei cani, dicromatici, hanno una limitata capacità di percepire il rosso e il verde. Possono distinguere solo tra blu e giallo. Poiché i cani percepiscono i colori in modo limitato, si affidano principalmente alla luminosità degli oggetti per orientarsi.

                Come percepiscono i cani i movimenti?

                I bastoncelli presenti nella retina dei cani sono cellule sensoriali specializzate nella percezione della luce e del buio. Grazie a queste cellule, i cani hanno una soglia di fusione dello sfarfallio significativamente più alta rispetto agli esseri umani. Questo significa che possono percepire gli oggetti in movimento, come una palla “volante”, molto meglio di noi. Tuttavia, hanno una minore capacità di vedere oggetti immobili rispetto a noi.

                La visione notturna dei cani

                Essendo strettamente imparentati con i lupi, i cani hanno sviluppato una visione notturna eccezionale. Questa capacità è dovuta principalmente alla presenza di un elevato numero di bastoncelli nella retina, nonché al tapetum lucidum, uno strato riflettente situato dietro la retina che ottimizza la visione crepuscolare. Il tapetum lucidum riflette la luce che penetra nell’occhio, stimolando le cellule sensoriali e consentendo ai cani di vedere bene al buio.

                Struttura dell’occhio dei cani

                L’occhio dei cani è fondamentalmente simile al nostro, diviso in tre sezioni: anteriore, centrale e posteriore. La cornea, la pupilla, l’iride, la retina e il nervo ottico sono alcune delle componenti chiave dell’occhio canino che contribuiscono alla sua straordinaria capacità visiva.

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