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Pulci nei cani in autunno: come prevenirle e proteggere il tuo amico a quattro zampe

Anche se l’estate è finita, le pulci non vanno in vacanza. In autunno, è fondamentale continuare a proteggere il tuo cane, poiché le condizioni più fresche possono essere perfette per la proliferazione di questi piccoli parassiti.

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    Quando l’autunno arriva e le temperature si abbassano, è facile pensare che le pulci siano ormai un problema estivo. Tuttavia, questi fastidiosi parassiti possono essere altrettanto attivi durante i mesi autunnali. Come prevenire le pulci nei cani in autunno diventa quindi una domanda cruciale per ogni proprietario attento. Ecco alcuni consigli utili per proteggere al meglio il tuo amico a quattro zampe durante questa stagione.

    1. Continuare i trattamenti antipulci anche in autunno
    Uno degli errori più comuni è sospendere i trattamenti antiparassitari una volta finita l’estate. In realtà, l’autunno rappresenta un momento ideale per le pulci, perché l’umidità e le temperature fresche, ma non fredde, creano le condizioni perfette per la loro proliferazione. «Gli ambienti riscaldati all’interno delle case possono diventare rifugi ideali per le pulci», spiega il veterinario Paolo Rossi. È quindi fondamentale continuare ad applicare i trattamenti antipulci come spot-on, collari antiparassitari o compresse per tutto l’autunno.

    2. Controlla il pelo del tuo cane regolarmente
    La caduta del pelo estivo può sembrare naturale in autunno, ma non va trascurata. «Durante questo periodo, il pelo del cane si infoltisce in preparazione dell’inverno, e questo può diventare un nascondiglio perfetto per le pulci», continua Rossi. Ispeziona regolarmente il pelo del tuo cane, specialmente nelle zone più calde e nascoste come dietro le orecchie, il collo e le ascelle. Usa un pettine antipulci per rilevare eventuali presenze indesiderate. Se noti piccoli punti neri (escrementi di pulci), è ora di agire.

    3. Lava e pulisci regolarmente l’ambiente del cane
    Le pulci non vivono solo sul tuo cane: gran parte del loro ciclo vitale si svolge nell’ambiente circostante. Per questo motivo, è fondamentale lavare regolarmente la cuccia, le coperte e tutti i tessuti con cui il cane entra in contatto. Utilizza acqua calda per eliminare le uova e le larve. Inoltre, aspira frequentemente i tappeti e i divani, luoghi dove le pulci potrebbero deporre le uova. «Un buon aspirapolvere e una pulizia approfondita possono ridurre notevolmente la proliferazione di pulci in casa», consiglia Rossi.

    4. Presta attenzione ai luoghi frequentati all’aperto
    L’autunno è una stagione ideale per passeggiare all’aperto con il tuo cane, ma fai attenzione ai luoghi che frequenti. Zone boschive, parchi e prati umidi possono essere pieni di pulci in attesa di un ospite. Se il tuo cane ama rotolarsi tra le foglie cadute, assicurati di controllarlo bene al rientro a casa. Lavare le zampe e spazzolare il pelo dopo le passeggiate può prevenire il trasporto di pulci all’interno della tua abitazione.

    5. Rimedi naturali come supporto
    Oltre ai trattamenti veterinari, alcuni rimedi naturali possono aiutare a prevenire le pulci. L’olio di neem, ad esempio, è un antiparassitario naturale che può essere spruzzato sul pelo del cane, mentre l’aceto di mele, diluito in acqua e spruzzato leggermente sul mantello, può rendere meno appetibile il cane per le pulci. «Attenzione però: i rimedi naturali non sostituiscono i trattamenti antipulci convenzionali», sottolinea Rossi. «Sono solo un’aggiunta utile, ma non affidabile al 100%».

    6. Consulta regolarmente il veterinario
    Un’adeguata prevenzione contro le pulci passa anche dal controllo veterinario. In autunno, è utile fare un check-up del tuo cane per verificare che non vi siano già pulci in azione. Il veterinario può anche consigliarti il trattamento più adatto in base alle caratteristiche specifiche del tuo cane e all’ambiente in cui vive. «Non tutti i cani hanno bisogno dello stesso trattamento antipulci. Il veterinario può aiutare a scegliere quello giusto per ogni situazione», conclude Rossi.

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      Ma dove siamo? In una puntata di Breaking… Cat? Arrestato il primo micio corriere della droga

      In Costa Rica, un gatto si è trasformato (suo malgrado?) in corriere della droga, cercando di introdurre quasi 300 grammi di stupefacenti all’interno di un carcere. Sorpreso dalle telecamere e fermato dagli agenti, il “NarcoGatto” è diventato subito virale. Si tratta dell’operazione più assurda dell’anno, con un pizzico d’ironia felina!

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        Il 6 maggio scorso, un felino è stato sorpreso mentre tentava di introdursi nel carcere di Pococí, in Costa Rica, con un carico illegale da fare invidia a Pablo Escobar. I video della sorveglianza lo mostrano mentre si aggira con fare sospetto, pacchetti di droga ben incollati addosso. Gatto in missione o vittima di un piano geniale? Intanto, il primo a notarlo è stato un agente penitenziario, che ha capito subito: qui non si trattava di una semplice passeggiata felina.

        Il contenuto del “pacco gattoso”

        La perquisizione ha rivelato un vero e proprio bazar mobile: 235 grammi di marijuana, 68 grammi tra crack e cocaina, e perfino cartine per confezionare il tutto. Roba da fare impallidire anche il più incallito dei trafficanti. Il tutto era attaccato con del nastro adesivo al pelo dell’animale, con una precisione che nemmeno in un tutorial su TikTok.

        Intervento delle autorità: il gatto finisce “ai domiciliari veterinari”

        Una volta “sgattaiolato” l’allarme, il nostro protagonista è stato fermato e trattenuto per ore, fino all’arrivo del servizio nazionale di sanità animale, che ha verificato le sue condizioni. Nessuna incriminazione formale per il micio, che ora dovrà affrontare un periodo di cure e, forse, di terapia per trauma da spaccio non consensuale.

        Una strategia da manuale… criminale

        I narcos locali devono aver pensato: “Chi sospetterebbe mai di un gatto?”. E in effetti, l’idea non è male, se non fosse che, evidentemente, i felini non sono così affidabili nei colpi ad alta tensione. Soprattutto se si mettono a miagolare in giro con addosso un carico di marijuana. Resta il mistero: chi ha orchestrato tutto questo?

        Quando la realtà supera i meme

        Nel mondo dei corrieri improvvisati, il NarcoGatto entra di diritto nell’Olimpo degli errori criminali più surreali. Il suo tentativo di introdurre stupefacenti in prigione non ha fatto centro, ma ha sicuramente conquistato le prime pagine dei giornali e i cuori del web. Se pensavate che i gatti fossero solo animali indipendenti e un po’ snob, sappiate che qualcuno ha provato a farne veri agenti del narcotraffico. Il prossimo passo? Un cameo in… Breaking Cat!

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          Occhio alla medusa “uovo fritto”: come riconoscerla e cosa si rischia

          La medusa Cotylorhiza tuberculata, comunemente chiamata medusa “uovo fritto” per il suo aspetto particolare, sta diventando una presenza familiare nei mari italiani.

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            In Italia si stanno avvistando sempre più frequentemente le Cassiopee, note anche come meduse “uovo fritto” per via della loro forma unica e inconfondibile. La Cotylorhiza tuberculata, appartenente alla famiglia delle Cepheidae, è diffusa nel Mediterraneo e ora popola anche le nostre coste, inclusa l’Adriatico. Ma attenzione: non stiamo parlando di una nuova prelibatezza culinaria, anche se il nome può trarre in inganno.

            Caratterizzata da un corpo centrale bianco o giallo, simile a un ombrello con una protuberanza gialla centrale che ricorda, appunto, un uovo fritto, è difficile confonderla con altre specie. Le sue appendici violacee o bluastre non causano gravi reazioni urticanti, sebbene possano provocare lievi pruriti nei soggetti più sensibili. Insomma, una bellezza esotica che non ti lascia con il prurito tipico delle altre meduse.

            Nonostante l’aspetto imponente, con esemplari che possono raggiungere i 40 cm di diametro, la medusa “uovo fritto” vive in acque basse, tra 0 e 7 metri. È resistente a temperature elevate (fino a 30°C) e all’acidificazione marina, un adattamento vantaggioso in tempi di cambiamenti climatici. Parliamo di una specie che si adatta facilmente alle acque più calde e agli effetti del riscaldamento globale, una vera e propria sopravvissuta!

            La sua diffusione non è solo innocua per i bagnanti, ma anche benefica per l’ecosistema marino. Mentre i bagnanti possono godersi una nuotata senza preoccupazioni, la Cotylorhiza tuberculata aiuta a mantenere l’equilibrio nutrendosi di plancton e offrendo rifugio a piccoli pesci e invertebrati. È come una medusa Airbnb per i piccoli abitanti del mare!

            La presenza di queste meduse è un indicatore positivo della salute marina e della biodiversità. Insomma, se incontri una “uovo fritto” mentre fai snorkeling, non preoccuparti troppo: potrebbe essere un segno che il mare è in buona salute. E chi lo sa, magari riesci anche a scattare una foto perfetta da postare su Instagram, perché diciamocelo, una medusa che sembra un uovo fritto è decisamente fotogenica!

            Quindi, la prossima volta che ti trovi a nuotare nei nostri mari e vedi una di queste meduse, ricorda che non è solo un spettacolo curioso della natura, ma anche un piccolo custode del nostro ambiente marino. E magari racconta agli amici di aver visto un “uovo fritto” galleggiare nel mare!

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              Perché il tuo cane tira al guinzaglio e cosa devi fare per insegnargli le buone maniere!

              Tira per entusiasmo o per paura? Dalla scelta del guinzaglio alle tecniche di addestramento, ecco i consigli degli esperti per insegnare al cane a camminare accanto a te, senza stress né tensioni.

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                Il motivo principale per cui i cani tirano al guinzaglio è legato alla loro naturale curiosità e alla voglia di esplorare l’ambiente circostante. Un cucciolo, ad esempio, potrebbe essere così eccitato dal mondo esterno da dimenticarsi della tua presenza e seguire ogni stimolo visivo o olfattivo. Tuttavia, anche l’ansia e la paura possono essere cause frequenti, specialmente se il cane si sente insicuro in certi ambienti o di fronte a determinate situazioni, come il passaggio di altri animali o il rumore del traffico.

                Le principali ragioni che portano il cane a tirare

                1. Curiosità e stimoli ambientali: Il cane percepisce ogni nuova uscita come un’opportunità di esplorare e raccogliere informazioni. Questo comportamento istintivo lo porta a tirare per avvicinarsi il più possibile alle novità.
                2. Mancanza di addestramento: Spesso, il cane non ha mai ricevuto un addestramento specifico per camminare al guinzaglio. Senza una guida adeguata, tira per proseguire secondo il proprio ritmo, senza comprendere che dovrebbe camminare al tuo fianco.
                3. Paura o ansia: Alcuni cani, specialmente quelli adottati o con un passato traumatico, possono tirare per scappare da una situazione che percepiscono come minacciosa.

                Cosa fare per risolvere il problema

                La prima cosa da fare è identificare la causa che spinge il cane a tirare. Un’analisi del comportamento del tuo amico a quattro zampe è fondamentale per capire se tira per entusiasmo o per paura.

                1. Addestramento e rinforzo positivo

                Insegnare al cane a camminare al guinzaglio è un processo graduale che richiede pazienza. L’uso del rinforzo positivo, come premietti o lodi, è essenziale per motivarlo a camminare accanto a te. Inizia in un ambiente tranquillo e familiare per poi proseguire in aree più stimolanti.

                2. Scegliere il guinzaglio e la pettorina giusta

                Un guinzaglio troppo lungo o una pettorina scomoda possono aumentare la tendenza del cane a tirare. Prediligi una pettorina che distribuisca la pressione uniformemente sul corpo, evitando di causare stress e disagio. Un guinzaglio corto, invece, offre maggiore controllo e facilita la gestione.

                3. Tecniche di correzione

                • Cambio di direzione: Quando il cane tira, cambia improvvisamente direzione per mostrargli che sei tu a decidere il percorso. Questo metodo lo aiuterà a prestare più attenzione a te durante la passeggiata.
                • Fermarsi e aspettare: Se il cane tira, fermati e attendi finché non torna verso di te. Solo quando è calmo, riprendi la passeggiata. In questo modo, capirà che tirare non gli permette di avanzare.

                Il ruolo della socializzazione

                La socializzazione del cane fin da cucciolo è cruciale per ridurre l’ansia e l’eccitazione eccessiva durante le uscite. Abituarlo a diverse situazioni, suoni e presenze umane o animali può renderlo più tranquillo e propenso a seguire il tuo ritmo.

                Quando consultare un professionista

                Se nonostante i tuoi sforzi il problema persiste, potrebbe essere utile rivolgersi a un addestratore professionista o a un veterinario comportamentista. Un esperto sarà in grado di valutare il comportamento del cane e suggerire tecniche personalizzate per risolvere il problema in modo efficace.

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