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Vaccinazioni per cani e gatti: quali fare prima dell’estate per una protezione totale

Primavera ed estate portano con sé nuove avventure per i nostri amici a quattro zampe, ma anche maggiori rischi di esposizione a virus e batteri. Per garantire la loro salute, è fondamentale aggiornare le vaccinazioni prima di giugno, specialmente se si viaggia o si trascorre più tempo all’aperto. Vediamo quali sono i vaccini essenziali per cani e gatti e perché sono così importanti.

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    La primavera è il momento perfetto per controllare il libretto vaccinale del proprio animale. Con l’aumento delle temperature, il rischio di malattie infettive trasmesse da altri animali o da insetti aumenta sensibilmente. Inoltre, molte strutture turistiche e pensioni per animali richiedono certificati di vaccinazione aggiornati.

    Vediamo nel dettaglio quali sono le vaccinazioni essenziali per cani e gatti.


    Vaccini per i cani: quali fare prima dell’estate?

    I cani sono esposti a molte malattie contagiose, soprattutto se frequentano aree verdi, spiagge o altri luoghi affollati. Ecco i vaccini fondamentali:

    🔹 Vaccino polivalente (Cimurro, Parvovirosi, Epatite e Leptospirosi)

    • Protegge da quattro malattie virali gravi e spesso mortali.
    • Si consiglia il richiamo annuale, ideale da fare in primavera.

    🔹 Vaccino contro la rabbia (obbligatorio in alcuni paesi se si viaggia)

    • Essenziale per chi programma vacanze all’estero o in regioni a rischio.
    • Deve essere somministrato almeno 21 giorni prima della partenza.

    🔹 Vaccino contro la Leishmaniosi

    • Indispensabile se si vive o si viaggia in zone endemiche (Centro-Sud Italia e isole).
    • Meglio somministrarlo tra marzo e aprile per garantire la copertura nei mesi caldi, quando i pappataci sono più attivi.

    🔹 Vaccino contro la tosse dei canili (Bordetella e Parainfluenza)

    • Importante se il cane frequenta pensioni, aree cani o viene portato in viaggio.

    Vaccini per i gatti: quali sono indispensabili?

    Anche i gatti, soprattutto quelli che vivono all’aperto o in compagnia di altri felini, devono essere protetti dalle principali malattie infettive.

    🐱 Vaccino trivalente (Herpesvirus, Calicivirus, Panleucopenia)

    • Protegge dalle malattie respiratorie e intestinali più comuni nei gatti.
    • Essenziale per tutti, anche per quelli che vivono in casa.

    🐱 Vaccino contro la leucemia felina (FeLV)

    • Fondamentale per i gatti che escono all’aperto o convivono con altri felini.
    • Si consiglia di somministrarlo prima dell’inizio della stagione degli accoppiamenti.

    🐱 Vaccino contro la rabbia

    • Obbligatorio per i gatti che viaggiano all’estero.

    Quando fare il richiamo?

    • I cuccioli devono ricevere il primo ciclo di vaccinazioni tra le 6 e le 12 settimane di vita.
    • Gli adulti devono fare richiami annuali o triennali a seconda del vaccino.
    • È consigliabile programmare le vaccinazioni prima dell’estate per evitare problemi in caso di viaggi o soggiorni in pensione.

    Il consiglio in più

    Oltre ai vaccini, non dimenticare la prevenzione contro pulci, zecche e zanzare: i parassiti aumentano con il caldo e possono trasmettere malattie pericolose.

    Aggiornare il libretto vaccinale prima di giugno significa godersi la bella stagione in sicurezza, senza rischi per il proprio amico a quattro zampe.

    Hai già controllato il libretto del tuo cane o gatto? 🐾😊

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      Fumo e animali domestici: la salute di cani e gatti è in pericolo anche a casa

      Respirano ciò che respiriamo noi, ma con un rischio maggiore: i pet vivono a stretto contatto con le superfici contaminate dal fumo e ne pagano le conseguenze sulla salute.

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      Fumo e animali domestici

        La casa non è un rifugio quando c’è una sigaretta

        Per chi convive con un cane o un gatto, la casa è un mondo di coccole e sicurezza. Ma se tra quelle mura si fuma, per loro diventa un luogo a rischio. Gli animali non hanno la possibilità di allontanarsi volontariamente dal fumo come farebbe un essere umano: restano dove siamo noi e respirano tutto ciò che produciamo.

        Il fumo passivo contiene migliaia di sostanze nocive, molte delle quali cancerogene. A differenza delle persone, cani e gatti sono più vicini alle superfici — tappeti, divani, cuscini — dove si deposita il cosiddetto fumo di terza mano, quello che resta impregnato negli oggetti e viene ingerito o inalato nel tempo.

        Conseguenze rilevate dai veterinari

        Negli ultimi anni numerosi studi hanno confermato che gli animali esposti al fumo hanno un’incidenza più alta di malattie respiratorie e forme tumorali.

        Nei cani

        • Maggior rischio di tumore nasale, soprattutto nelle razze con muso lungo: le particelle tossiche restano intrappolate nelle cavità nasali.
        • Aumento dei casi di tumore ai polmoni nei cani che vivono con fumatori abituali.
        • Irritazioni a livello di gola, tosse cronica e peggioramento dei sintomi in animali con bronchite o patologie cardiache.

        Nei gatti

        • Il fumo si deposita sul pelo: mentre si puliscono, ingeriscono scorie tossiche.
        • Collegamenti scientificamente documentati con linfoma felino, una forma aggressiva di tumore del sistema immunitario.
        • Conjuntiviti e problemi respiratori ricorrenti.

        Anche altri animali soffrono
        Uccelli da compagnia, roditori e persino rettili possono riportare danni, perché i loro sistemi respiratori sono particolarmente sensibili alle sostanze chimiche inquinanti.

        Il fumo di “terza mano”: un pericolo silenzioso

        Non basta aprire la finestra o fumare in un’altra stanza. Le particelle del tabacco si depositano ovunque: sul pavimento, sui tessuti, nelle cucce. Per un gatto che si lecca il pelo o un cane che si rotola su un tappeto, l’esposizione è continua, anche quando la sigaretta è spenta da ore. Questo tipo di contaminazione è oggi al centro delle preoccupazioni di ricercatori e veterinari, perché gli effetti si accumulano nel tempo.

        I segnali da non ignorare

        Se un animale vive in un ambiente con fumatori, può iniziare a mostrare:

        • starnuti frequenti
        • occhi arrossati e lacrimazione
        • tosse o affanno
        • ridotta tolleranza allo sforzo

        Sono sintomi comuni anche ad altre patologie, ma la prima domanda che il veterinario farà sarà: c’è qualcuno che fuma in casa?

        Proteggere chi ci vuole bene

        La soluzione più efficace è semplice — ma richiede impegno: non fumare in presenza di animali domestici. Se non si riesce a smettere, ecco alcune precauzioni utili:

        • fumare solo all’aperto, lontano dall’ingresso di casa
        • lavare le mani e cambiare la maglia dopo aver fumato, soprattutto prima di accarezzare gli animali
        • ventilare spesso gli ambienti
        • pulire e aspirare regolarmente tessuti e superfici

        Non sono misure sufficienti a eliminare completamente il rischio, ma riducono l’esposizione.

        Un motivo in più per smettere

        Molti proprietari trovano nella tutela dei loro animali la motivazione giusta per dire addio alle sigarette. Gli amici a quattro zampe non giudicano e non chiedono nulla — se non di stare al nostro fianco. Sapere che il fumo può far loro del male aiuta a fare una scelta di salute che vale per tutti i membri della famiglia, umani e non.

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          Prima di adottare un uccello domestico: tutto ciò che devi davvero sapere

          Dalla scelta della specie alle cure veterinarie, passando per alimentazione, socializzazione e sicurezza domestica: ecco perché adottare un uccello non è mai una decisione da prendere alla leggera.

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          Prima di adottare un uccello domestico: tutto ciò che devi davvero sapere

            Scegliere un uccello come animale domestico è un gesto che attira sempre più persone, complici le dimensioni contenute e l’apparente facilità di gestione. In realtà, i volatili sono tra gli animali da compagnia più delicati, e richiedono cure specifiche, un ambiente sicuro e una buona conoscenza delle loro esigenze etologiche. Prima di accoglierne uno in casa, è indispensabile capire cosa comporti davvero conviverci.

            Capire la specie che si adotta

            Non esiste “l’uccellino facile”. Ogni specie ha caratteristiche, bisogni e livelli di socialità molto diversi tra loro. I pappagallini ondulati, ad esempio, sono più interattivi e vivono mediamente 8–10 anni; i calopsitti possono arrivare a 15–20 anni; le specie più grandi, come gli amazzoni o i cacatua, superano spesso i 40–50 anni. Una decisione che può durare una vita. È quindi fondamentale informarsi tramite allevatori certificati, veterinari aviari o associazioni riconosciute.

            Ambiente e benessere: non basta una gabbietta

            Uno dei principali errori è credere che una gabbia standard sia sufficiente. In realtà, tutti gli uccelli necessitano di spazi ampi, posatoi naturali, giochi sicuri e soprattutto tempo fuori dalla gabbia per volare e muoversi. Secondo veterinari e ornitologi, molte patologie – dal piumaggio rovinato allo stress cronico – derivano proprio dalla mancanza di stimoli e libertà di volo.

            La casa, inoltre, deve essere resa sicura: niente finestre aperte senza protezioni, piante tossiche, teflon potenzialmente letale se surriscaldato, o fonti di rumore e stress.

            Alimentazione varia e controllata

            La dieta non può basarsi solo sui semi. I volatili hanno bisogno di un’alimentazione bilanciata che comprenda mangimi estrusi, frutta e verdura adatte alla specie, e un controllo delle quantità per evitare obesità o carenze nutrizionali. Molti problemi di salute derivano proprio da alimentazioni monotone. E alcuni cibi comuni – come avocado, cioccolato, alcol o sale – sono per loro tossici.

            Richiedono tempo, interazione e pazienza

            Alcune specie sono fortemente sociali e, in natura, vivono in grandi gruppi. Questo significa che un uccello domestico isolato rischia di sviluppare stress, vocalizzazioni eccessive o comportamenti distruttivi. Non si tratta di animali “ornamentali”: hanno bisogno di interazione quotidiana, stimoli cognitivi, giochi e contatto sociale. Adottarli richiede tempo costante, soprattutto per i pappagalli più intelligenti.

            Impegno economico e veterinario

            La salute dei volatili deve essere seguita da un veterinario esperto in animali aviari, non sempre facile da trovare. Le visite periodiche, gli esami e l’alimentazione corretta comportano un impegno economico non trascurabile. Inoltre, un volatile può vivere decenni: significa pianificare a lungo termine.

            Adozione consapevole

            Molti esperti ricordano che gli uccelli non sono animali “semplici” o adatti a chi vuole un compagno silenzioso. Alcuni possono essere molto rumorosi, altri timidi e sensibili ai cambiamenti ambientali. Prima di adottarne uno, è fondamentale chiedersi: Ho abbastanza tempo? Lo spazio è adeguato? Posso garantire cure costanti per molti anni?

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              Quando Fido mangia la cacca: un comportamento che preoccupa, ma che ha una spiegazione

              La coprofagia nei cani è più diffusa di quanto si pensi: tra cause comportamentali, abitudini innate e possibili carenze, ecco perché alcuni cani ingeriscono le proprie feci (o quelle di altri animali).

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              Quando Fido mangia la cacca

                Non è un argomento piacevole, ma è una realtà con cui molti proprietari di cani devono fare i conti: il proprio amico a quattro zampe che si avvicina alle feci… e le mangia. Un comportamento che si chiama coprofagia e che, secondo diverse ricerche veterinarie, riguarda una percentuale non trascurabile di cani, soprattutto giovani. La scena suscita disgusto, imbarazzo, e spesso senso di colpa in chi se ne prende cura. Eppure, nella maggior parte dei casi, non è sintomo di una malattia grave, ma un retaggio istintivo o una conseguenza dell’ambiente in cui il cane vive.

                Un comportamento che arriva da lontano

                In natura, i cuccioli di lupo e di cane imparano dalla madre a mantenere pulita la tana: la lupa ingerisce le feci dei piccoli per evitare che predatori o parassiti possano individuarli. Questo istinto può riemergere nei cani domestici, soprattutto se vivono in spazi ristretti o se non viene rimossa prontamente la loro “produzione”.

                Alcuni cani, inoltre, potrebbero farlo per esplorare: l’intestino trattiene odori e residui nutritivi che per loro sono fonte di curiosità, proprio come annusare il terreno o rosicchiare oggetti. Non è un gesto di ribellione, né una ricerca di punizioni o attenzioni negative: per loro è un modo di conoscere il mondo.

                Cause comportamentali: noia, ansia e ricerca di attenzioni

                Secondo i veterinari comportamentalisti, la noia è uno dei primi motivi: cani poco stimolati possono trasformare tutto in un “gioco”, anche ciò che noi consideriamo disgustoso. Altri lo fanno per stress o ansia da separazione, oppure perché associano le feci a qualcosa da eliminare in fretta — magari dopo essere stati sgridati per aver sporcato in casa.

                C’è poi la ricerca di attenzioni: se ogni volta che il cane si avvicina alle feci il proprietario reagisce con un urlo o una rincorsa, il cane capisce che quel gesto apre un canale comunicativo… e lo ripete.

                Possibili cause fisiologiche

                In alcuni casi la coprofagia può essere collegata a problemi digestivi, carenze o parassiti intestinali. Se l’animale non assimila correttamente i nutrienti, le feci contengono ancora odori e tracce di cibo gradevoli per lui. Una dieta poco equilibrata, pasti troppo scarsi o disturbi di assorbimento possono incentivare questo comportamento.

                Per questo motivo, quando il fenomeno diventa frequente, una visita dal veterinario è fondamentale: esami delle feci e verifiche nutrizionali possono escludere cause organiche e fornire indicazioni utili per la gestione del cane.

                Come intervenire: strategie semplici e utili

                • Rimuovere le feci tempestivamente: è il rimedio più efficace
                • Aumentare le attività: gioco, passeggiate, addestramento di base
                • Evitare le sgridate: meglio ignorare e premiare i comportamenti corretti
                • Valutare l’alimentazione con un professionista
                • Arricchire l’ambiente con giochi masticabili e stimoli olfattivi

                Esistono anche integratori e additivi alimentari che rendono le feci meno appetibili al cane, ma il loro uso va sempre concordato con un veterinario.

                Quando preoccuparsi?

                Se il cane mangia anche feci di altri animali con regolarità, il rischio di contrarre parassiti o infezioni aumenta. Se compaiono sintomi come vomito, diarrea, dimagrimento o apatia, serve subito un controllo medico.

                Conoscere per tranquillizzarsi

                La coprofagia, per quanto sgradevole, nella maggior parte dei casi è un comportamento normale e risolvibile. Sapere perché accade aiuta a ridurre l’ansia del proprietario e a intervenire nel modo giusto, senza colpevolizzare l’animale o sé stessi.

                La pazienza, la prevenzione e una buona routine quotidiana possono riportare serenità… e tenere lontani quei momenti che nessun amante dei cani vorrebbe mai vedere.

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