Lifestyle
Caro scuola: come risparmiare sul materiale scolastico
Tra pochissimo si ritorna a scuola e molti genitori si chiedono come risparmiare sulle spese scolastiche. Con un po’ di pianificazione, come fare un inventario degli articoli già in casa, approfittare delle offerte stagionali e comparare i prezzi online, è possibile ridurre significativamente i costi senza compromettere la qualità del materiale necessario.
Il ritorno a scuola rappresenta un momento importante dell’anno, ma può anche essere un periodo stressante per le famiglie dal punto di vista finanziario. Con l’aumento dei costi per materiale scolastico, abbigliamento e altre spese correlate, è facile sentirsi sopraffatti. Tuttavia, con un po’ di pianificazione e strategia, è possibile affrontare queste spese in modo intelligente e risparmiare. Ecco alcuni consigli utili.
Pianificare in anticipo
Uno dei modi migliori per risparmiare è pianificare con largo anticipo. Inizia a prepararti per il ritorno a scuola diversi mesi prima, creando una lista dettagliata di tutto ciò di cui i tuoi figli avranno bisogno. Questo ti permette di evitare spese impulsive e di sfruttare le offerte che si presentano nel corso dell’anno.
Fare un inventario degli articoli esistenti
Prima di acquistare nuovi articoli, verifica ciò che hai già a casa. Spesso ci sono penne, quaderni o zaini che sono ancora in buone condizioni e che possono essere riutilizzati. Fare un inventario ti permette di evitare acquisti duplicati e di concentrarti solo su ciò che è realmente necessario.
Acquistare durante le offerte stagionali
Le promozioni stagionali, come i saldi di fine stagione o le offerte legate al Black Friday, possono rappresentare un’ottima opportunità per acquistare articoli scolastici a prezzi scontati. Monitora le promozioni online e nei negozi e approfitta delle offerte più vantaggiose.
Acquisti di gruppo e all’ingrosso
Un altro modo efficace per risparmiare è fare acquisti di gruppo. Puoi coordinarti con altre famiglie per acquistare materiale scolastico all’ingrosso, ottenendo così sconti significativi. Inoltre, molti negozi offrono sconti speciali per gli acquisti multipli.
Comparare i prezzi online
Internet è uno strumento prezioso per trovare le migliori offerte. Utilizza siti web e app di comparazione prezzi per confrontare i costi degli articoli scolastici su diverse piattaforme. A volte, gli acquisti online possono offrire prezzi più competitivi rispetto ai negozi fisici.
Sfruttare il mercato dell’usato
Il mercato dell’usato è una risorsa eccellente per risparmiare. Libri di testo, zaini e abbigliamento scolastico possono essere trovati a prezzi molto più bassi rispetto al nuovo. Controlla i mercatini dell’usato, le piattaforme online o i gruppi di scambio su social network per trovare buone occasioni.
Stabilire un budget e attenersi ad esso
Stabilire un budget è fondamentale per evitare spese eccessive. Decidi in anticipo quanto sei disposto a spendere per il ritorno a scuola e cerca di rispettare questa cifra. Suddividi il budget in categorie come materiale scolastico, abbigliamento e spese varie, e tieni traccia di ogni acquisto.
Evitare i marchi di lusso
I prodotti di marca tendono ad essere più costosi. Opta per articoli di buona qualità ma senza marchi di lusso, che spesso offrono le stesse prestazioni a un prezzo molto inferiore. Quando si tratta di materiale scolastico, la funzionalità è più importante del nome sul prodotto.
Utilizzare coupon e cashback
Molti siti offrono coupon sconto e programmi di cashback che possono essere utilizzati per ridurre ulteriormente le spese. Prima di completare un acquisto, controlla se ci sono coupon disponibili online o se il tuo metodo di pagamento offre un programma di cashback.
Risparmiare per il ritorno a scuola richiede un po’ di pianificazione e attenzione, ma con i giusti accorgimenti, è possibile affrontare questa spesa annuale senza troppe difficoltà. Pianificando in anticipo, confrontando i prezzi e facendo scelte oculate, puoi garantire che i tuoi figli abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno senza sforare il budget familiare.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Lifestyle
Quando i genitori cantano invece di urlare: la nuova frontiera dell’educazione positiva
Sempre più mamme e papà scelgono il canto per farsi ascoltare. Una strategia semplice, confermata anche dalla psicologia, che riduce la tensione e favorisce la collaborazione dei bambini.
Per generazioni l’educazione è passata attraverso toni severi, minacce velate e il celebre conto alla rovescia che precedeva la punizione. Oggi, però, nelle case dei nuovi genitori sta prendendo piede un metodo radicalmente diverso: cantare i propri ordini. Non una moda effimera, ma un approccio che risponde al desiderio di ridurre i conflitti famigliare e di comunicare in modo più empatico.
Un video virale, rilanciato dal coach genitoriale Christophe Maurel sui social, mostra una madre alle prese con l’ennesimo caos lasciato in cucina dalla figlia. Niente sgridate, niente voce che sale di volume: la donna improvvisa un ritmo che ricorda un rap, trasformando le regole domestiche in rime giocose. La bambina ascolta, sorride e rimette tutto a posto. Una scena semplice, ma che racchiude un cambiamento culturale profondo.
Perché il canto funziona davvero
La psicologia dello sviluppo conferma che il canto può essere uno strumento utile nella comunicazione con i più piccoli. Le melodie attivano aree del cervello legate al piacere, alla curiosità e alla regolazione emotiva. Diversi studi hanno mostrato che la musica contribuisce ad abbassare i livelli di stress sia negli adulti sia nei bambini, facilitando l’apprendimento e l’ascolto attivo.
Cantare un’istruzione, dunque, non è un trucco da intrattenitore, ma una forma di bypass emotivo: si aggira la resistenza automatica che molti bambini oppongono agli ordini diretti, più associati a un conflitto che a una richiesta collaborativa.
Quando un genitore urla, il messaggio viene trasmesso insieme a un carico emotivo difficile da gestire. Il bambino non percepisce più la richiesta, ma l’emozione negativa che la accompagna. Questo innesca un irrigidimento che spesso porta a un’escalation di tensione. Il canto spezza questa catena: la voce si addolcisce, il clima si stempera, l’attenzione aumenta.
Dal conflitto alla connessione
Molti esperti collocano questa tecnica nella filosofia della genitorialità consapevole, che punta a diminuire i momenti di scontro e a favorire una relazione basata sul rispetto reciproco. Il canto, in questo senso, diventa un ponte: non elimina l’autorevolezza del genitore, ma la rende più accessibile e meno intimidatoria.
Impartire regole in rima aiuta i bambini a ricordarle meglio, trasforma una potenziale discussione in un gioco e permette all’adulto di mantenere la calma. Non è un’ingenuità pedagogica: è un modo per modellare la regolazione emotiva, mostrando ai figli che si può affrontare la frustrazione senza perdere il controllo.
Le generazioni precedenti spesso consideravano il timore come base dell’educazione. Ma oggi sappiamo che la paura non migliora l’obbedienza, semmai la associa alla tensione. La musica, al contrario, unisce: mantiene il legame, preserva il dialogo e può diventare un rituale familiare.
Uno strumento antico, una relazione nuova
Cantare ai bambini non è affatto una novità. Le culture di tutto il mondo utilizzano da sempre filastrocche, ninne nanne e melodie per calmare, guidare e accompagnare la crescita dei più piccoli. La differenza è che ora questo patrimonio viene applicato anche alla routine quotidiana: l’ora del bagno, la raccolta dei giochi, l’uscita di casa.
Non significa rinunciare all’autorità o adottare un atteggiamento permissivo. Significa riconoscere che l’educazione passa anche dal modo in cui ci si esprime, e che una melodia può arrivare più lontano di un urlo. In un tempo in cui il carico mentale dei genitori è elevato, questa strategia è anche un modo per preservare la propria serenità.
Trasformare gli ordini in canzoni non è magia: è una scelta educativa che unisce creatività e scienza. E forse è proprio attraverso un ritornello improvvisato che molte famiglie stanno riscoprendo il piacere di capirsi, senza alzare la voce.
Lifestyle
“Screen time”: sempre più studi lanciano l’allarme sull’uso intenso di schermi da parte dei più piccoli
Un recente studio internazionale fa il punto sulle linee guida già esistenti. E in Italia nascono campagne per aiutare genitori e famiglie a gestire l’esposizione a tablet e smartphone.
Ogni giorno, nuove ricerche e appelli mettono in guardia famiglie e comunità: l’uso eccessivo di smartphone, tablet e altri dispositivi da parte di bambini e adolescenti potrebbe avere effetti nocivi molto concreti. Un’ultima revisione sistematica, pubblicata su Public Health in Practice, analizza 41 documenti elaborati da agenzie internazionali, autorità sanitarie, società scientifiche e ONG, mettendo in chiaro che la maggior parte delle raccomandazioni converge verso limiti precisi — limiti che però difficilmente vengono rispettati.
I dati: quante raccomandazioni, pochi controlli
Nella revisione, i ricercatori delle università di Trieste, Burlo Garofalo (Trieste), Liverpool e London School of Hygiene & Tropical Medicine hanno evidenziato che le raccomandazioni sul tempo massimo davanti agli schermi — e sulla qualità dell’esposizione — sono molto simili tra loro in tutto il mondo.
Ma la grande disparità si verifica tra teoria e pratica: molte famiglie non seguono queste linee guida, e lo studio denuncia l’urgenza di politiche e interventi concreti.
In Italia: la “Carta di Padova” e la campagna per le neomamme
Per provare a colmare questo divario, dal novembre scorso l’ospedale-nido dell’Azienda Ospedaliera-Università di Padova ha lanciato una campagna informativa rivolta a genitori, nonni, zii e babysitter. Un decalogo distribuito al momento delle dimissioni, con consigli chiari e aggiornati: niente smartphone nei primi due anni, massimo un’ora tra i 2 e i 5 anni, al massimo due ore giornaliere dopo i sei anni.
Il professor Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento Salute Donna e Bambino dell’ospedale, ricorda che non si tratta di allarmismo fine a sé stesso, ma di prevenzione: «Nei bambini piccoli l’uso prolungato di dispositivi elettronici può interferire con lo sviluppo del linguaggio, compromettere il sonno e, nel lungo periodo, favorire ansia, obesità o difficoltà di attenzione».
I rischi evidenziati dagli studi
- Sviluppo del linguaggio rallentato: per i bambini sotto i 2 anni, interagire con genitori e adulti è fondamentale; lo schermo non sostituisce la comunicazione reale.
- Disturbi del sonno: la luce blu degli schermi può inibire la produzione di melatonina, compromettendo il riposo notturno.
- Problemi cognitivi e di attenzione: l’uso intensivo e precoce associato a scarse attività fisiche e sociali può aumentare il rischio di difficoltà cognitive. Studi su bambini con smartphone mostrano un’incidenza maggiore di insonnia, obesità e stati depressivi rispetto a chi non ha accesso continuo ai dispositivi.
- Dipendenza comportamentale: alcuni bambini manifestano stress, agitazione, irritabilità o momenti di rabbia intensa quando viene tolto il dispositivo — segnali che devono allarmare.
Come approcciarsi in modo consapevole
Gli esperti concordano su alcune regole fondamentali:
- Evitare l’uso di schermi nei primi 24 mesi: nessuno smartphone, tablet o video. Il contatto umano resta cruciale.
- Fissare limiti chiari dopo i 2 anni: 1 ora al giorno tra i 2 e i 5 anni, non più di 2 ore dopo i 6 anni.
- Preferire contenuti educativi e supervise l’uso: meglio condividere lo schermo con un adulto piuttosto che lasciar navigare da soli.
- Promuovere attività alternative: gioco all’aperto, lettura insieme, contatto sociale.
- Conversazioni aperte in famiglia: spiegare i rischi, instaurare dialoghi, non criminalizzare l’uso, ma educare.
Queste indicazioni sono parte del decalogo proposto con la campagna dell’ospedale di Padova, ma possono — e dovrebbero — diventare una guida più ampia per tutte le famiglie.
Cosa resta da fare
Il gap tra raccomandazioni e pratica dimostra che non basta trasmettere informazioni: servono politiche pubbliche, iniziative educative capillari, supporto alle famiglie — soprattutto nei contesti più fragili. I primi anni di vita sono decisivi per lo sviluppo cognitivo ed emotivo: ogni scelta fatta oggi può segnare il futuro di un bambino.
La tecnologia non è un nemico, ma quando entra troppo presto nella quotidianità dei più piccoli, senza regole né equilibrio, può diventarlo. E allora serve un solo sforzo: renderla uno strumento, non un rifugio. In fondo, crescere felici — senza schermo — è possibile.
Curiosità
Il profumo perfetto sotto l’albero: come scegliere il regalo ideale senza sbagliare
Dalle famiglie aromatiche alle abitudini quotidiane di chi lo riceverà: ecco i criteri per orientarsi tra centinaia di essenze e trovare quella davvero giusta.
Regalare un profumo a Natale è un gesto intimo e raffinato, ma scegliere la fragranza giusta può trasformarsi in una sfida. Non si tratta soltanto di individuare un’essenza gradevole: il profumo racconta qualcosa di personale, riflette lo stile e lo stato d’animo di chi lo indossa, e deve adattarsi alla pelle e alle abitudini di ogni persona. Per questo è fondamentale conoscere alcuni criteri che aiutano a prendere la decisione migliore e a evitare scelte azzardate.
Conoscere le famiglie olfattive
Il primo passo è orientarsi tra le grandi famiglie olfattive, uno strumento essenziale del mondo della profumeria. Le categorie principali sono: floreale, agrumata, orientale, legnosa, aromatica, fruttata e cipriata. Ogni famiglia evoca sensazioni diverse: le floreali sono romantiche e leggere, le legnose intense e sofisticate, le orientali avvolgenti e calde, le agrumate fresche e dinamiche.
Capire quali note dominano nelle fragranze abitualmente usate dal destinatario del regalo può già indirizzare verso un profumo compatibile con i suoi gusti.
Osservare la personalità di chi lo riceve
Il profumo è uno specchio del carattere. Chi ama la discrezione potrebbe preferire fragranze fresche e pulite, come quelle a base di agrumi o note marine. Le persone energiche e sportive spesso prediligono sentori dinamici come menta, basilico o bergamotto.
Al contrario, chi ha uno stile elegante e ricercato può apprezzare profumi più complessi, con note ambrate, legnose, vanigliate o speziate. Le essenze floreali morbide — come rosa, gelsomino o peonia — sono invece perfette per personalità romantiche o nostalgiche.
Considerare il periodo dell’anno
Non esiste un profumo “quattro stagioni” universale. Molte persone preferiscono fragranze fresche e luminose nei mesi caldi, mentre d’inverno si orientano verso note più calde e avvolgenti. Per un regalo natalizio, nocciola, cannella, ambra, muschio, cuoio e spezie possono risultare particolarmente adatti alla stagione, evocando atmosfere accoglienti e festive.
Eau de toilette o eau de parfum?
Un altro elemento da valutare è la concentrazione.
- Eau de toilette (EDT): più leggera, perfetta per chi non ama profumi intensi o lavora in ambienti dove la discrezione olfattiva è richiesta.
- Eau de parfum (EDP): persistente, ricca e profonda, ideale per chi cerca un’essenza che accompagni tutto il giorno.
- Parfum: la forma più concentrata e duratura, generalmente scelta da appassionati esperti.
Capire ciò che il destinatario preferisce evita di regalare qualcosa che risulti troppo forte o troppo tenue.
Attenzione al tipo di pelle
La chimica cutanea influisce sulla resa del profumo: una fragranza può sembrare diversa da persona a persona. Le pelli secche, ad esempio, trattengono meno le molecole profumate, mentre quelle più idratate ne aumentano la durata. Anche questo può guidare la scelta, indirizzando verso fragranze più o meno intense.
La soluzione “sicura”: i profumi iconici
In caso di dubbio, esistono fragranze “evergreen” considerate grandi classici, apprezzate e vendute da anni grazie alla loro equilibrata costruzione olfattiva. Non garantiscono la perfezione assoluta, ma rappresentano una scelta solida e più facile da indossare. Le profumerie, inoltre, propongono spesso cofanetti natalizi con formati diversi: un modo elegante per regalare un set completo senza rischiare troppo.
Il valore di un gesto personalizzato
Per rendere il dono ancora più speciale, molte maison offrono la possibilità di incidere il nome sul flacone o aggiungere un packaging dedicato. Un dettaglio che trasforma un semplice regalo in un ricordo prezioso.
Scegliere un profumo per Natale non è soltanto un acquisto: è un’attenzione sincera, un modo per raccontare affetto attraverso una scia che accompagna chi la indossa. Con qualche accortezza e un pizzico di sensibilità, trovare la fragranza giusta diventa un gesto significativo, capace di lasciare il segno molto più a lungo delle feste.
-
Gossip2 anni faElisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Sex and La City2 anni faDick Rating: che voto mi dai se te lo posto?
-
Cronaca Nera1 anno faBossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Speciale Grande Fratello1 anno faHelena Prestes, chi è la concorrente vip del Grande Fratello? Età, carriera, vita privata e curiosità
-
Speciale Olimpiadi 20241 anno faFact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Gossip1 anno faLa De Filippi beccata con lui: la strana coppia a cavallo si rilassa in vacanza
-
Speciale Grande Fratello1 anno faShaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Video10 mesi faVideo scandalo a Temptation Island Spagna: lei fa sesso con un tentatore, lui impazzisce in diretta
