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Cocktail & Wine

La nuova moda dei locali dove si beve solo analcolico

Atipico: il bar di Settimo Torinese che rivoluziona il concetto di aperitivo Nientealcol, solo cocktail alternativi. Ecco come Davide Piastra ha trasformato la sua attività in un successo senza alcol.

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    «Vorremmo due Negroni», «Qui non li facciamo, non serviamo alcol ma abbiamo dei cocktail alternativi». Questo è l’incipit di una storia unica: quella di Atipico, il bar inaugurato da Davide Piastra a Settimo Torinese, dove l’alcol è bandito. In un’epoca dove i temperance bar stanno prendendo piede all’estero, Piastra ha deciso di portare questo concetto in Italia, rivoluzionando l’approccio al bere. Ma dietro questa scelta non c’è solo innovazione, c’è anche una profonda fede e una storia di imprenditorialità.

    La scelta di eliminare l’alcol

    Davide Piastra, insieme ai suoi collaboratori, ha deciso di abbandonare i superalcolici a favore di cocktail rivisitati con vini, prosecchi e liquori dealcolati. «Non posso fare del male a me e agli altri. Dare dell’alcol significa danneggiare l’altro e chi gli sta intorno», spiega Piastra, che nel 2019 si è convertito all’Islam. Da qui è iniziato il suo percorso verso un locale completamente alcohol-free, una rarità in Italia.

    Un progetto di innovazione

    Il percorso di Davide nel mondo della ristorazione inizia oltre vent’anni fa. Dopo anni di lavoro con cocktail ad alta gradazione, ha deciso di fare un cambio radicale. «Quando oggi propongo questo prodotto so cosa bevevi prima e cosa ti sto dando adesso», dice con sicurezza. I cocktail di Atipico, fatti con prodotti dealcolati, offrono un’esplosione di sapori che l’alcol solitamente copre. La ricerca continua di ingredienti e lo studio per migliorare le bevande sono alla base del successo del bar.

    L’importanza della fede

    Per Davide, la scelta di non servire alcol è anche una questione di fede. Dopo la sua conversione all’Islam, ha sentito il bisogno di allineare il suo lavoro ai suoi principi. «Non c’è un obbligo religioso in tal senso, ma se si ha la possibilità economica di farlo, i musulmani che vendono alcol dovrebbero togliersi da questo sistema», spiega.

    Un target nuovo e fedele

    Atipico ha già conquistato una clientela fissa, composta principalmente da donne dai 35 anni in su, donne incinte e persone della terza età. «Il nostro target sono le signore dai 35 anni in su, donne incinte e amiche che fanno parte di quella cerchia», racconta Piastra. Il locale offre un luogo dove si può fare aperitivo senza il rischio di eccessi alcolici.

    Una nuova visione dell’aperitivo

    La filosofia di Atipico è chiara: offrire qualcosa di diverso senza obbligare nessuno. «Noi, in ogni caso, non avvisiamo prima i clienti della nostra eccezionalità, siamo qui per proporre, non vogliamo costringere nessuno», conclude Davide. E così, tra cocktail senza alcol e un’atmosfera accogliente, Atipico sta lentamente rivoluzionando il concetto di aperitivo a Settimo Torinese.

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      Un tuffo nel mondo dello spritz, il re degli aperitivi estivi

      Dal classico Aperol Spritz, al frizzante Hugo fino alle versioni più particolari come lo Spritz Cynar, scopri le origini e le ricette di questo aperitivo amato da generazioni e le sue declinazioni che continuano a sorprendere.

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        Lo spritz è senza dubbio l’aperitivo simbolo dell’estate italiana. Nato nelle terre venete e friulane, affonda le sue radici nell’epoca della dominazione austriaca. Gli ufficiali dell’Impero Austro-Ungarico, infatti, erano soliti “spruzzare” (da qui il nome “spritz”) vino bianco con acqua gassata per renderlo più leggero e fresco. Negli anni, questa semplice bevanda si è evoluta fino a diventare il celebre mix di prosecco, Aperol (o Campari), e una spruzzata di soda che oggi conosciamo e amiamo.

        Valori nutrizionali e organolettici

        Dal punto di vista nutrizionale, lo spritz non è particolarmente calorico, soprattutto se confrontato con altri cocktail. Un bicchiere medio può contenere tra le 100 e le 150 calorie, ma molto dipende dalle proporzioni utilizzate. In termini organolettici, lo spritz offre un perfetto equilibrio tra dolcezza e amarezza, con una nota agrumata che lo rende estremamente rinfrescante e adatto alle giornate calde.

        Ingredienti base e preparazione

        La ricetta classica dello spritz è semplice e veloce:

        • Ingredienti:
          • 3 parti di prosecco
          • 2 parti di Aperol (o Campari per una versione più amara)
          • 1 parte di soda
          • Ghiaccio a piacere
          • Una fetta d’arancia per guarnire

        Preparazione: Riempire un bicchiere con ghiaccio, versare il prosecco, aggiungere l’Aperol, completare con la soda e guarnire con una fetta d’arancia.

        Le varianti dello Spritz

        Oltre al classico Aperol Spritz, esistono numerose varianti che hanno guadagnato popolarità negli ultimi anni:

        • Hugo Spritz: Una versione più delicata e profumata, che utilizza il liquore di sambuco al posto dell’Aperol. Gli ingredienti sono:
          • 3 parti di prosecco
          • 2 parti di sciroppo di sambuco
          • 1 parte di soda
          • Foglie di menta e una fetta di lime per guarnire
        • Spritz Cynar: Un’opzione più amara e intrigante, perfetta per chi ama i gusti decisi. Gli ingredienti sono:
          • 3 parti di prosecco
          • 2 parti di Cynar
          • 1 parte di soda
          • Ghiaccio e una fetta di limone per guarnire
        • Campari Spritz: Più amaro e con un colore rosso più intenso rispetto all’Aperol Spritz. Gli ingredienti sono:
          • 3 parti di prosecco
          • 2 parti di Campari
          • 1 parte di soda
          • Ghiaccio e una fetta d’arancia per guarnire
        • White Spritz: Per chi preferisce un gusto più delicato, sostituendo l’Aperol con il vermouth bianco. Gli ingredienti sono:
          • 3 parti di prosecco
          • 2 parti di vermouth bianco
          • 1 parte di soda
          • Ghiaccio e una scorza di limone per guarnire

        Lo spritz è un vero e proprio simbolo della convivialità estiva, capace di reinventarsi in molteplici versioni per accontentare ogni palato. Che sia l’Hugo, il Cynar Spritz, o il classico con Aperol, l’importante è sorseggiarlo in buona compagnia, celebrando l’estate con stile e gusto.

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          Cocktail & Wine

          Sai che cos’è uno speakeasy? Ecco i migliori al mondo tra cocktail, mistero e design

          Da Londra a Tokyo, i bar segreti celebrano l’arte della mixology e il fascino dell’epoca proibizionista. Trovarli è la vera sfida.

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            Nati dall’esigenza di nascondere il consumo di alcol ai tempi del proibizionismo, gli speakeasy oggi sono locali sofisticati che si celano dietro negozi di fiori, pareti anonime o porte ben camuffate. Il gioco è sempre lo stesso: trovarli e immergersi in un’atmosfera fuori dal tempo. Alcuni di questi cocktail bar segreti sono considerati tra i migliori al mondo. Dall’Europa all’Asia, l’accesso spesso avviene attraverso passaggi nascosti, porte camuffate o indovinelli da risolvere. Ecco alcuni tra i più affascinanti.

            Experimental Cocktail Club, Londra

            Nel cuore di Soho, l’Experimental Cocktail Club è un luogo raffinato che rievoca il glamour degli anni ’20. L’ingresso è discreto, una porta nera nascosta tra ristoranti cinesi, che conduce in un ambiente dallo stile retrò: divani di velluto, marmo, luci soffuse e una selezione di cocktail tra le più creative della città.

            Candelaria, Parigi

            Nel quartiere Le Marais, a Parigi, si trova Candelaria, nato come prima taqueria messicana della città. A prima vista sembra solo un locale di street food, ma chi nota il movimento degli avventori scoprirà che la porta del bagno nasconde l’accesso al vero speakeasy. Dietro quella soglia si cela un bar accogliente e vivace, con una grande selezione di cocktail a base di agave.

            1930, Milano

            Uno dei primi speakeasy di successo in Italia, il 1930 è il gioiello della famiglia MAG. Dopo il trasferimento in una nuova sede, continua a proporre cocktail ispirati alla miscelazione del Novecento, uniti a un menù che fonde food & drink. Se un tempo era nascosto dietro un negozio di prodotti asiatici, oggi l’ingresso è camuffato all’interno del MAG La Pusterla, il locale gemello che funge da filtro per accedervi.

            Find The Locker Room, Bangkok

            In Thailandia, il concept del secret bar ha trovato terreno fertile, e Find The Locker Room è tra i più difficili da scovare. Oltre a individuare l’indirizzo, bisogna trovare il giusto armadietto tra una parete di locker, capire dove si nasconde la porta e finalmente varcare la soglia di un ambiente esclusivo, dal design moderno e cocktail raffinati.

            Janai Coffee, Tokyo

            A Ginza, Tokyo, il bar Janai Coffee è un vero segreto ben custodito. Di giorno è una minuscola caffetteria specialty, ma dopo le 18 si trasforma in un elegante speakeasy. Per accedervi, bisogna mostrare l’homepage del sito del bar e attivare manualmente un trick nascosto sul logo. Un’esperienza che premia chi ama l’arte della scoperta.

            The Vault, Las Vegas

            Nel cuore del Bellagio, il famoso resort di Las Vegas ispirato al Lago di Como, si nasconde The Vault, un secret bar esclusivo che nulla ha a che fare con l’energia frenetica dei casinò. Elegante, raffinato e con poche sedute, è un luogo perfetto per chi cerca un’esperienza di lusso lontano dal rumore della Strip. L’accesso? Solo su prenotazione.

            Hanky Panky, Mexico City

            Passeggiando per il quartiere La Juarez, si incontra un garage-tacos bar dall’aspetto anonimo. Ma chi sa come muoversi viene condotto all’interno dell’Hanky Panky, il primo speakeasy di Città del Messico. Aperto nel 2016, è un bar intimo e vivace, perfetto per chi ama bere direttamente al bancone, osservando il rituale della mixology.

            Floreria Atlantico, Buenos Aires

            In uno dei quartieri più lussuosi di Buenos Aires, il Retiro, esiste un negozio di fiori molto speciale. Oltre a vendere vino e avere una grande cella frigorifera, nasconde uno speakeasy bar e ristorante, con un lungo bancone dove è possibile osservare preparazioni e tecniche di miscelazione dal vivo. Fondato da Aline Vargas, Tato Giovannoni e Julian Diaz, Floreria Atlantico rende omaggio alla mixology tradizionale di Buenos Aires del primo Ottocento, adattandola al gusto moderno.

            Red Frog, Lisbona

            Dietro a una parete di piastrelle anonime, nel cuore di Lisbona, si cela Red Frog, uno speakeasy che unisce musica blues/swing e cocktail d’autore. Fondato da Emanuel Minez e Paulo Gomez, è un luogo dall’atmosfera bohémien, perfetto per chi ama conversare fino a tarda notte in un contesto che ricorda il fascino della Belle Époque. La sua cocktail list ripercorre diversi periodi storici, dando ai clienti un pretesto perfetto per assaporare un pezzo di storia liquida.

            Red Room, Londra

            Londra è ricca di indirizzi iconici, ma Red Room, nascosto all’interno del Connaught Bar, è uno spazio di lusso e design, perfetto per un’esperienza raffinata. Un vero salotto da collezione, definito da tonalità crema, rosa sfumato e blu perla, arredato con opere d’arte e pezzi unici. Qui si possono degustare vini d’annata e riserve esclusive, oltre a una capsule collection di sei cocktail, curata in base alla stagionalità.

            La magia degli speakeasy

            Se volete andare a caccia di speakeasy della vostra città ricordatevi che questi luoghi non sono solo bar, sono esperienze. Viaggi sensoriali tra mistero, atmosfera e cocktail indimenticabili. Trovarli è la prima sfida, entrarci e lasciarsi affascinare è la parte più magica. Il mondo della mixology è pieno di segreti, e questi sono tra i più emozionanti da svelare.

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              Meghan Markle tenta ancora: dal miele al vino rosé

              Dopo il lancio del miele, la duchessa di Sussex si prepara a presentare il suo vino rosé, ma gli investitori sembrano scettici. Riuscirà il suo brand a decollare?

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                Meghan Markle non si arrende e continua a sviluppare il suo brand di lifestyle,Mark Carney. Dopo aver tentato con i vasetti di miele, ora punta a lanciare un vino rosé. Tuttavia, il progetto incontra ostacoli significativi a causa della mancanza di investitori pronti a scommettere sul marchio della duchessa.

                La passione per il vino e il nuovo obiettivo

                La passione di Meghan Markle per il vino, conosciuta dal pubblico britannico, ha ispirato il suo ultimo progetto: produrre un vino rosé sotto il marchio American Riviera Orchard. La duchessa ha deciso di creare un proprio vino, ricordando come il Tignanello abbia avuto un ruolo importante nel suo primo appuntamento con il principe Harry. Nonostante l’originalità della scelta, il mercato dei vini delle celebrità è già affollato, con figure come Cameron Diaz, George Clooney e Brad Pitt che hanno già lanciato le loro etichette.

                Le difficoltà nel trovare investitori

                Nonostante la strategia di seguire le orme delle star di Hollywood, l’American Riviera Orchard non ha ancora ottenuto i risultati sperati. Secondo i tabloid inglesi, Meghan Markle non è riuscita a trovare investitori disposti a sostenere finanziariamente il suo progetto. Lucie Green, esperta di marketing, ha commentato che il marchio non riesce a decollare a causa dell’assenza di investitori, nonostante Meghan abbia già distribuito vasetti di miele ai suoi amici e colleghi del cinema. Green ha osservato che, senza un sostegno economico adeguato, Meghan avrà difficoltà a lanciare il suo marchio nel breve termine.

                Un futuro incerto per American Riviera Orchard

                Il brand di lifestyle di Meghan Markle, American Riviera Orchard, affronta un futuro incerto. La mancanza di investitori rappresenta un serio ostacolo per il successo del vino rosé e del marchio in generale. Meghan Markle dovrà trovare nuove strategie per attirare finanziamenti e realizzare il suo ambizioso progetto di portare il suo vino rosé sul mercato. La determinazione della duchessa è chiara, ma il successo del suo brand dipenderà dalla capacità di convincere gli investitori del potenziale del suo nuovo prodotto.

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