Cucina
A tavola con i fichi: un menù completo dal sapore dolce e sofisticato
Scopri come portare in tavola il gusto e le proprietà nutrizionali dei fichi con cinque ricette creative e raffinate. Un viaggio gastronomico che celebra uno dei frutti più amati di fine estate.
I fichi sono uno dei frutti più amati dell’estate e dell’inizio dell’autunno. Con la loro polpa succosa e dolce, e la loro buccia sottile che varia dal verde al viola scuro, i fichi sono un alimento prelibato e versatile. Ricchi di fibre, vitamine (soprattutto A e C), e minerali come potassio e magnesio, i fichi non solo sono deliziosi, ma offrono anche benefici per la salute, aiutando a regolare la digestione e a mantenere il cuore sano.
Grazie al loro sapore unico, i fichi possono essere utilizzati in una vasta gamma di piatti, dall’antipasto al dolce. Il loro gusto dolce si sposa magnificamente con sapori contrastanti come il salato, il piccante e l’acido, rendendoli un ingrediente perfetto per ricette sia tradizionali che innovative.
Ecco un menù completo che celebra questo frutto meraviglioso in tutte le sue forme, dalla freschezza cruda alla dolcezza caramellata.
1. Antipasto: Crostini con fichi, prosciutto crudo e formaggio di capra

Ingredienti:
- 8 fette di pane casereccio
- 4 fichi freschi
- 8 fette di prosciutto crudo
- 100 g di formaggio di capra morbido
- Miele q.b.
- Pepe nero macinato q.b.
- Olio extravergine d’oliva q.b.
Preparazione:
- Tostate leggermente le fette di pane in forno o su una griglia.
- Spalmate il formaggio di capra su ogni fetta di pane tostato.
- Adagiate una fetta di prosciutto crudo e un quarto di fico su ogni crostino.
- Completate con un filo di miele e una spolverata di pepe nero.
- Servite i crostini caldi o a temperatura ambiente.
2. Primo piatto: Risotto ai fichi e gorgonzola

Ingredienti:
- 320 g di riso Carnaroli
- 6 fichi freschi
- 150 g di gorgonzola dolce
- 1 litro di brodo vegetale
- 1 cipolla piccola
- 1 bicchiere di vino bianco secco
- 50 g di burro
- 50 g di parmigiano grattugiato
- Olio extravergine d’oliva q.b.
- Sale e pepe q.b.
Preparazione:
- Tritate finemente la cipolla e soffriggetela in una pentola con un po’ d’olio.
- Aggiungete il riso e tostatelo per un paio di minuti, poi sfumate con il vino bianco.
- Continuate la cottura aggiungendo gradualmente il brodo vegetale caldo.
- A metà cottura, aggiungete i fichi tagliati a pezzetti.
- Quando il riso è quasi cotto, unite il gorgonzola e mescolate fino a farlo sciogliere.
- Mantecate il risotto con il burro e il parmigiano, aggiustate di sale e pepe, e servite subito.
3. Secondo piatto: Filetto di maiale ai fichi e rosmarino

Ingredienti:
- 600 g di filetto di maiale
- 6 fichi freschi
- 2 rametti di rosmarino
- 1 bicchiere di vino rosso
- 1 cucchiaio di miele
- Sale e pepe q.b.
- Olio extravergine d’oliva q.b.
Preparazione:
- In una padella, rosolate il filetto di maiale con un filo d’olio e un rametto di rosmarino.
- Aggiungete i fichi tagliati a metà e il miele, continuando a rosolare per qualche minuto.
- Sfumate con il vino rosso e lasciate cuocere a fuoco medio fino a ridurre il liquido.
- Trasferite il filetto in forno preriscaldato a 180°C e cuocete per circa 15-20 minuti.
- Una volta cotto, lasciate riposare il filetto per qualche minuto prima di tagliarlo a fette.
- Servite il filetto con i fichi caramellati e il sugo di cottura.
4. Contorno: Insalata di fichi, rucola e noci

Ingredienti:
- 150 g di rucola fresca
- 4 fichi freschi
- 50 g di noci
- 100 g di feta sbriciolata
- 1 cucchiaio di aceto balsamico
- 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
- Sale e pepe q.b.
Preparazione:
- Lavate e asciugate la rucola, poi disponetela in una ciotola capiente.
- Aggiungete i fichi tagliati a spicchi, le noci spezzettate e la feta sbriciolata.
- Condite con olio, aceto balsamico, sale e pepe.
- Mescolate delicatamente e servite subito.
5. Dolce: Torta ai fichi e mandorle

Foto da deliziosetentazionidivale.it
Ingredienti:
- 200 g di farina di mandorle
- 100 g di farina 00
- 150 g di zucchero di canna
- 3 uova
- 100 g di burro fuso
- 6 fichi freschi
- 1 bustina di lievito per dolci
- Scorza grattugiata di 1 limone
- Zucchero a velo q.b.
Preparazione:
- In una ciotola, sbattete le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso.
- Aggiungete il burro fuso, la farina di mandorle, la farina 00 e il lievito, mescolando bene.
- Incorporate la scorza di limone e versate il composto in una tortiera imburrata e infarinata.
- Disponete i fichi tagliati a metà sulla superficie della torta.
- Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per circa 40-45 minuti, fino a quando la torta sarà dorata e cotta.
- Lasciate raffreddare e spolverizzate con zucchero a velo prima di servire.
Questo menù celebra il fico in tutte le sue declinazioni, trasformando un semplice pasto in un’esperienza gastronomica ricca e indimenticabile. Buon appetito!
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Cucina
Vin brulè, il profumo dell’inverno: la bevanda calda che riscalda mani, cuore e memoria
Una tradizione antica, nata per scaldare i viaggiatori nelle locande di montagna e oggi diventata un rituale conviviale. Prepararlo in casa è facile: basta scegliere il vino giusto e dosare con cura le spezie.
C’è un momento, tra novembre e gennaio, in cui il profumo del vin brulè sembra inseguirci ovunque: nei mercatini di Natale, nelle baite, perfino nelle piazze delle città. È un aroma che sa di legno e agrumi, di cannella e fuoco acceso, capace di risvegliare ricordi e riscaldare anche le giornate più fredde.
La sua storia è antichissima. Già i Romani bevevano il conditum paradoxum, un vino dolce scaldato con miele e spezie, antesignano dell’attuale vin brulè (dal francese vin brûlé, “vino bruciato”). In origine era un rimedio contro i malanni invernali, ma col tempo è diventato un piacere da condividere.
Oggi ogni regione ha la sua versione: in Trentino si usa il Merlot o il Lagrein, in Valle d’Aosta il Petit Rouge, in Piemonte il Barbera. Ma la regola resta la stessa: serve un rosso corposo, non troppo giovane, capace di resistere al calore senza perdere carattere.
La preparazione è un gesto antico, quasi rituale. In una casseruola si versa il vino con zucchero, scorza d’arancia e di limone, cannella, chiodi di garofano, anice stellato e — per i più audaci — una punta di noce moscata o di pepe. Si scalda lentamente, senza mai far bollire, finché lo zucchero si scioglie e la casa si riempie di un profumo avvolgente. Poi si filtra e si serve bollente, in tazze spesse o bicchieri resistenti, magari accompagnato da biscotti di panpepato o castagne arrosto.
Il segreto sta nell’equilibrio: troppo zucchero lo rende stucchevole, troppe spezie lo coprono. Il vin brulè perfetto è armonia — caldo ma non bruciante, dolce ma non sciropposo, aromatico ma mai invadente.
E come tutte le tradizioni che resistono al tempo, la sua magia è nella condivisione. Un sorso di vin brulè non si beve da soli: si offre, si racconta, si alza in un brindisi lento che sa di inverno, amicizia e ritorno alle origini.
Cucina
Il budino viola che profuma d’autunno: il budino di uva nera, due ingredienti e tanta poesia per un dessert leggero e irresistibile
Dalla tradizione contadina arriva un dessert scenografico e leggero. Il budino di uva nera Solarelli conquista per il suo colore intenso, la texture vellutata e il gusto pulito. Una ricetta essenziale che trasforma la frutta di stagione in una dolcezza viola brillante, perfetta dopo cena e impossibile da dimenticare.
Il dolce che nasce dalla terra
In un panorama di dessert elaborati, creme ricche e glassature lucide, il budino di uva nera è una carezza. È la prova che a volte bastano due ingredienti e un po’ di pazienza per ottenere qualcosa di unico. Il segreto è tutto nella frutta: uva nera senza semi Solarelli, raccolta al giusto grado di maturazione, succosa, profumata e naturalmente dolce. È un dolce della tradizione rurale, nato quando in cucina si lavorava con ciò che la natura offriva, senza sprechi e con lentezza. Il risultato è un budino che non chiede zucchero, panna o gelatine: solo il succo dell’uva e una piccola quantità di farina per addensare. Novembre lo accoglie alla perfezione: è viola profondo, ricorda il vino novello e profuma di vendemmia.
L’arte della semplicità: la cottura lenta dell’uva
La prima fase è quasi meditativa. I grappoli si lavano, si sgrana l’uva e si raccolgono gli acini in un tegame capiente. La fiamma è bassa, il tempo è lento: due ore circa perché gli acini rilascino lentamente tutto il loro succo. Durante la cottura si schiacciano con cura, così ogni goccia diventa parte del dolce. Il passaggio successivo è il più importante: filtrare il succo con un colino per eliminare bucce e residui, lasciando soltanto un liquido liscio e intenso, che ritorna in casseruola per la trasformazione finale. Il profumo che invade la cucina è già dessert: dolce, vinoso, leggermente floreale.
Dal fuoco allo stampo: nasce il budino
Quando il succo è pronto, si aggiunge gradualmente la farina, mescolando fino a ottenere una consistenza densa ma ancora scorrevole. La miscela torna sul fuoco, dove ribolle appena per due o tre minuti, mescolata senza sosta con una frusta. È una danza breve ma essenziale: il liquido prende corpo, si addensa, brilla. Poi arriva la parte più bella, quella domestica e affettiva: versarlo in uno stampo e lasciarlo raffreddare, prima a temperatura ambiente e poi in frigorifero per circa tre ore. Quando si sforma, il budino appare lucido, morbido, con una tonalità viola che sembra rubata a un cielo d’autunno al tramonto. Fresco, leggero, naturalmente dolce. Perfetto da solo, magnifico con una cucchiaiata di yogurt bianco o un filo di miele di castagno per chi vuole una nota più golosa.
È un dolce che parla piano. E proprio per questo conquista.
Cucina
Polpette di parmigiano: la coccola golosa italiana che conquista con semplicità e gusto
Facili da preparare, sostenibili e versatili: si realizzano con pochi ingredienti e si possono cuocere fritte, al forno o in friggitrice ad aria. Un modo goloso per valorizzare l’eccellenza del Parmigiano Reggiano e dire addio agli sprechi in cucina.
C’è un profumo che racconta l’Italia più di tanti altri: quello del Parmigiano Reggiano che si scioglie in padella, dorandosi fino a diventare croccante. Da questa semplice magia nasce una delle ricette più amate e condivise online negli ultimi mesi: le polpette di parmigiano, un antipasto vegetariano pronto in pochi passaggi, perfetto per un buffet, un aperitivo casalingo o una cena informale.
A metà strada tra crocchetta e soufflé, queste palline dorate sono una celebrazione del gusto autentico e della cucina anti-spreco. L’ingrediente principale? Gli albumi avanzati, spesso scartati dopo aver preparato dolci o creme. Con un po’ di fantasia e una manciata di formaggio grattugiato, diventano la base di un piatto saporito e sorprendente.
Una ricetta semplice e sostenibile
Prepararle è davvero facile: basta mescolare in una ciotola Parmigiano Reggiano DOP grattugiato (meglio se stagionato almeno 24 mesi) con gli albumi, una spolverata di paprica dolce e pepe nero macinato al momento. Dopo aver lasciato riposare il composto in frigorifero per circa mezz’ora, si modellano delle palline grandi come una noce.
A questo punto ci sono tre vie di cottura:
- Frittura classica, in olio di semi ben caldo, per ottenere una crosticina dorata e un cuore cremoso.
- Cottura al forno, a 180 °C per circa 25 minuti, con un filo d’olio extravergine di oliva.
- Friggitrice ad aria, per una versione leggera e senza grassi aggiunti: bastano 10-12 minuti a 190 °C.
In ogni caso, il risultato è irresistibile: una polpetta dorata, profumata e ricca di sapore, che conquista anche chi non è vegetariano.
Mille varianti per ogni gusto
Il bello di questa ricetta è la sua versatilità. Può essere personalizzata in base agli ingredienti disponibili o alle preferenze. Chi ama i sapori decisi può unire all’impasto una parte di Pecorino Romano, per un gusto più intenso. Per una versione più ricca, invece, si possono aggiungere dadini di prosciutto cotto, mortadella o erbe aromatiche tritate.
Chi segue una dieta gluten free può stare tranquillo: non serve farina né pangrattato. E per rendere l’impasto più morbido, si può aggiungere un cucchiaio di ricotta o di yogurt greco.
Un piccolo gioiello della cucina italiana
Le polpette di parmigiano rappresentano bene l’evoluzione della cucina italiana contemporanea: semplice, sostenibile, ma con un occhio alla creatività. In un momento storico in cui la lotta allo spreco alimentare è diventata centrale, ricette come questa insegnano che anche gli scarti – come gli albumi avanzati – possono trasformarsi in piatti eleganti e gustosi.
Secondo i dati di Too Good To Go (piattaforma impegnata nella riduzione dello spreco alimentare), ogni anno in Italia vengono buttati oltre 30 kg di cibo pro capite. Recuperare ingredienti e reinventarli in modo intelligente è un gesto che fa bene al pianeta e alla tavola.
Il tocco finale
Servite calde, le polpette di parmigiano sono deliziose anche accompagnate da una salsa di pomodoro fresco, una maionese alle erbe o una crema di yogurt e limone. Ideali per un aperitivo, ma perfette anche come secondo piatto con un contorno di verdure grigliate o insalata croccante.
In fondo, la loro forza sta proprio nella semplicità: pochi ingredienti, un pizzico di creatività e la qualità di un prodotto simbolo del Made in Italy.
Perché, come spesso accade in cucina, la bontà non ha bisogno di complicazioni: basta un po’ di Parmigiano, e tutto prende sapore.
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