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Cucina

Cinque creme golose per farcire la colomba di Pasqua

Se la colomba vi sembra un dolce un po’ troppo tradizionale, provate a reinventarla con creme morbide, vellutate e profumate: perfette per farciture, accompagnamenti e tocchi da pasticceria.

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    La colomba è uno dei dolci simbolo della Pasqua italiana. Ma se la versione classica vi ha un po’ stancato, o volete sorprendere i vostri ospiti con qualcosa di speciale, basta un tocco: la farcitura. Una crema fatta in casa – semplice o più elaborata – può trasformare completamente la vostra colomba, renderla più golosa, moderna e personalizzata. Ecco allora cinque idee di creme perfette per farcire o accompagnare la colomba, tutte facili da preparare ma d’effetto garantito.

    🟡 Crema al mascarpone e limoncello

    Una farcitura fresca e profumata, ideale per chi ama i contrasti delicati.

    • Ingredienti: mascarpone, panna montata, zucchero a velo, limoncello, scorza di limone.
    • Come usarla: spalma tra i due strati della colomba, poi glassa con zucchero al velo e scorza grattugiata.

    🍫 Ganache al cioccolato fondente

    Perfetta per gli amanti dei sapori intensi, una colomba così diventa irresistibile.

    • Ingredienti: cioccolato fondente, panna fresca, burro.
    • Come usarla: colare sulla superficie della colomba o usarla come ripieno tagliandola a metà.

    🍓 Crema chantilly alle fragole

    Colorata e profumata, questa crema è perfetta per un dolce primaverile.

    • Ingredienti: panna montata, zucchero, vaniglia, purea di fragole fresche.
    • Come usarla: farcisci la colomba a strati e decora con fragole fresche e foglie di menta.

    🌰 Crema al pistacchio

    Una crema golosa e di grande tendenza.

    • Ingredienti: crema di pistacchio spalmabile, mascarpone o ricotta, zucchero a velo.
    • Come usarla: spalma tra gli strati e decora con granella di pistacchi.

    🍮 Crema pasticcera al caffè

    Per chi vuole un dessert dal gusto deciso, ma elegante.

    • Ingredienti: latte, tuorli, zucchero, amido di mais, caffè espresso.
    • Come usarla: usa come ripieno e servi con una spolverata di cacao.

    🧁 Crema ricotta e gocce di cioccolato

    Omaggio ai cannoli siciliani, ma in versione pasquale.

    • Ingredienti: ricotta ben scolata, zucchero a velo, vaniglia, gocce di cioccolato fondente.
    • Come usarla: spalma generosamente all’interno e decora con scorze d’arancia.

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      Crema al caffè: un dolce aroma di morbidezza

      La crema al caffè fatta in casa è una delizia irresistibile che porta il gusto ricco e aromatico del caffè in una consistenza cremosa e vellutata. Perfetta per concludere un pasto con un tocco di dolcezza o per una pausa caffè più sofisticata, questa crema è sorprendentemente semplice da preparare.

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        Con pochi ingredienti e un po’ di pazienza, potrai creare un dessert raffinato che conquisterà i tuoi ospiti. Che tu sia un appassionato di caffè o semplicemente alla ricerca di una nuova ricetta per sorprendere, la crema al caffè fatta in casa è una scelta perfetta per ogni occasione.

        Crema al caffè

        Ingredienti per 6 porzioni
        50 g di caffè solubile
        250 ml di latte scremato ghiacciato
        200 g di zucchero semolato
        Chicchi di caffè q.b. per le finiture

        Procedimento
        Assicurati che il latte scremato sia ben ghiacciato. Puoi metterlo in freezer per qualche ora fino a quando sarà molto freddo, ma non completamente congelato.

        In una ciotola capiente, versa il caffè solubile, il latte scremato ghiacciato e lo zucchero semolato. Utilizzando uno sbattitore elettrico, monta il composto a velocità alta per circa 5-10 minuti, fino a quando diventa denso, cremoso e con una consistenza spumosa. Dovrebbe raddoppiare di volume e assumere un colore chiaro e soffice.

        Dividi la crema al caffè in 6 bicchieri o coppette da dessert. Puoi decorare la superficie chicchi di caffè interi per un tocco elegante. Se desideri una crema ancora più fredda, puoi mettere i bicchieri con la crema al caffè in frigorifero per circa 30 minuti prima di servire.

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          Opere d’arte dal mare: code di gambero al cartoccio!

          Ogni mattina al sorgere del sole, i pescherecci tornano a riva dal mare blu scuro, dopo aver catturato abbastanza pesci. E noi, con un pizzico di abilità in cucina, trasformiamo il pescato in piatti che promettono raffinate cene.

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            Ecco un’altra delle nostre ricette creative. Questa volta abbiamo scelto i gamberi al cartoccio profumati al limone. Questo piatto promette un’esperienza culinaria deliziosa e avvincente, grazie alle combinazioni di sapori esotici e alle tecniche di cottura impeccabili con il burro.

            Code di gambero al cartoccio con limone e prezzemolo

            Ingredienti per 4 persone
            1,5 kg di gamberi rossi
            1 limone affettato sottilmente
            4 cucchiai di burro fuso
            1 piccola parte di aglio tritato
            Prezzemolo fresco tritato q.b.
            Sale e pepe q.b.

            Procedimento
            Pulisci i gamberi eliminando testa, antenne, budello, buona parte delle gambette e lascia solo la coda completa di carapace. sciacqua abbondantemente sotto il getto dell’acqua fredda, poi asciuga delicatamente.

            Taglia 4 pezzi di carta da forno abbastanza grandi da avvolgere ogni porzione di gamberi. Dividi le code di gambero tra i fogli di carta da forno. Metti uno o due pezzi di limone su ciascuna porzione di gambero, poi in una ciotola mescola il burro fuso, l’aglio tritato e il prezzemolo, aggiungi sale, pepe, mescola e versa il composto sopra i gamberi.

            Chiudi i cartocci piegando i bordi e sigillandoli accuratamente per evitare perdite durante la cottura, poi mettili su una teglia e inforna per circa 15 minuti a 170 gradi, ventilato. Sforna i cartocci e aprili direttamente in tavola con un po’ di prezzemolo fresco tritato aggiuntivo per una presentazione extra.

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              Grigliata di Ferragosto, i segreti del “re della carne” Dario Cecchini: come scegliere i tagli e non sbagliare

              Dario Cecchini, volto iconico della macelleria italiana e protagonista della serie Netflix Chef’s Table, racconta a Cook la sua filosofia: qualità prima di tutto, niente sprechi, attenzione alle cotture lente e ai tagli meno conosciuti. Ecco come arrivare al Ferragosto con il fuoco giusto e la carne perfetta.

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                A Ferragosto il profumo della brace è un richiamo primordiale. Giardini, cortili, spiagge: ovunque il crepitio del fuoco annuncia la festa. Ma per trasformare una grigliata in un rito di piacere collettivo serve più di qualche bistecca buttata alla rinfusa. Serve conoscenza, rispetto per la materia prima e un’idea precisa di cosa mettere sulla griglia. Lo sa bene Dario Cecchini, il “re della carne” di Panzano in Chianti, macellaio da mezzo secolo, oggi anche ristoratore in Franciacorta e volto internazionale grazie a Chef’s Table.

                Intervistato da Cook, Cecchini parte da un concetto semplice: la quantità. «Calcolate 300-400 grammi di carne a persona — dice —. Per appetiti davvero robusti anche mezzo chilo, ma è una misura da toscani». La vera astuzia, però, è bilanciare: accanto a costate e salsicce, insalate, bruschette e antipasti preparati in anticipo alleggeriscono il pasto e permettono di assaporare tutto senza eccessi.

                Poi c’è il cuore della grigliata: il fuoco. Per Cecchini il primo acquisto non è la carne, ma legna e carbone di qualità, rigorosamente vegetali e privi di additivi chimici. «Dal fuoco dipende la riuscita. Se non trovate buona legna, usate carbone, ma che sia pulito», raccomanda.

                Sul fronte delle carni, Cecchini mette subito in chiaro la sua filosofia: «Essere carnivori è una responsabilità. Scelgo solo animali adulti, cresciuti bene. Il vitello giovane, oltre a non avere avuto una vita dignitosa, ha una carne troppo tenera e poco saporita». E allora via libera a manzo di qualità, con tagli che vanno dalla costata alla fiorentina — Chianina se possibile — passando per filetto, controfiletto, scamone, codone e pezza. Con un consiglio tecnico: cuocere il filetto intero, così da preservarne la morbidezza delle fibre.

                Ma il macellaio toscano invita anche a uscire dalla comfort zone. «Non esistono solo i tagli nobili. Il diaframma, il ragno, la parte alta della pancia: cotti con pazienza, regalano sapori sorprendenti». Tagli poveri, certo, ma capaci di conquistare se rispettati. «La carne è sacra. Nulla deve essere sprecato».

                E se il manzo resta protagonista, il maiale ha capitoli da prima fila. Oltre alle classiche costine e braciole, Cecchini mette sul podio la scamerita: coppa fresca di maiale, tagliata a fette spesse e profumata di fiori di finocchio selvatico, come vuole la tradizione toscana. Per chi ama le carni bianche, impossibile non citare il pollo: alette e fusi da cuocere lentamente su fuoco indiretto, con una finitura di limone, pepe e erbe aromatiche.

                Alla fine, il Ferragosto secondo Dario Cecchini è un equilibrio di sapori, tempi e scelte consapevoli. «Non serve strafare. Serve rispettare il fuoco, l’animale e il momento di condivisione. Il resto… è solo questione di cuore e brace».

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