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Cucina

Crostata fragole e basilico: il dolce che non ti aspetti

Dimenticate la solita crema pasticcera e aprite le porte a un nuovo equilibrio: quello tra la dolcezza acidula delle fragole fresche e l’aroma inaspettato del basilico. In questa crostata il sapore della primavera si fa audace, erbaceo e profondo, in un connubio che sa di innovazione e nostalgia. La pasta frolla è quella burrosa delle nonne, ma il ripieno strizza l’occhio a una pasticceria più moderna e profumata. Il risultato? Un dessert elegante e fresco, da servire rigorosamente a temperatura ambiente.

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    C’è un profumo che a fine aprile comincia a farsi largo tra mercati e cucine: quello delle fragole mature, rosse, lucide, ancora piene di sole. Ma c’è un altro profumo che, silenziosamente, reclama spazio nei nostri piatti: quello del basilico, fresco, verde, con quel tocco tra il limone e la liquirizia che sa d’estate anticipata. In questa crostata si incontrano entrambi, e lo fanno senza chiedere il permesso.

    Perché il basilico, se usato bene, può regalare alla pasticceria una nota inedita, elegante e pulita. Ecco allora una crostata che è un piccolo colpo di teatro sul palato: una base friabile di frolla, una crema vellutata al basilico e un tappeto di fragole fresche, intere o a fettine, come preferite. Perfetta come dessert per una cena, una merenda chic, o semplicemente per il puro piacere di stupirsi.

    Ingredienti

    Per la frolla:

    • 250 g di farina 00
    • 150 g di burro freddo a pezzetti
    • 100 g di zucchero a velo
    • 1 uovo intero
    • Un pizzico di sale
    • Scorza grattugiata di mezzo limone

    Per la crema al basilico:

    • 400 ml di latte intero
    • 100 ml di panna fresca
    • 4 tuorli
    • 120 g di zucchero
    • 40 g di amido di mais
    • 20 foglie grandi di basilico fresco

    Per la decorazione:

    • 400 g di fragole fresche
    • Gelatina neutra per lucidare (facoltativa)
    • Foglioline di basilico fresco

    Procedimento

    Preparate la frolla: sabbiate farina e burro con la punta delle dita fino a ottenere un composto bricioloso, poi aggiungete zucchero, uovo, sale e scorza di limone. Lavorate velocemente fino a ottenere un panetto, avvolgetelo nella pellicola e fatelo riposare in frigo per almeno 30 minuti.

    Nel frattempo, preparate la crema al basilico. Scaldate latte e panna in un pentolino con le foglie di basilico spezzettate grossolanamente. Portate quasi a ebollizione, poi spegnete e lasciate in infusione per 30 minuti. Filtrate e rimettete sul fuoco. In una ciotola montate i tuorli con lo zucchero, poi aggiungete l’amido. Unite a filo il latte caldo, mescolate e cuocete la crema a fuoco dolce fino a che si addensa. Fate raffreddare coperta da pellicola a contatto.

    Stendete la frolla e foderate uno stampo da crostata (24-26 cm), bucherellate il fondo con una forchetta e cuocete in bianco a 180°C per circa 20-25 minuti. Una volta fredda, farcite con la crema al basilico e decorate con fragole fresche a piacere. Se volete, spennellate con un velo di gelatina neutra per lucidare e profumate con foglioline di basilico.

    Il risultato? Una crostata che non ha paura di uscire dal coro. Dolce, ma non troppo. Elegante, ma con carattere. E con quel profumo verde che la primavera lascia quando entra dalla finestra.

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      Ma tu quanto spendi per un gelato…?

      Il prezzo del gelato in Italia varia significativamente, con Milano in testa come città più cara e Palermo tra le più economiche. Tuttavia, il prezzo più alto non garantisce necessariamente una migliore qualità. Riconoscere un buon gelato artigianale richiede attenzione ai dettagli e una certa esperienza di degustazione.

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        Il costo del gelato in Italia varia notevolmente da città a città e all’interno delle stesse. I prezzi sono influenzati da diversi fattori, tra cui la materia prima, la lavorazione artigianale e le spese di gestione. Milano è senza dubbio la città più cara. Una coppetta piccola può costare fino a 3,5 euro, e il prezzo al chilo può superare i 25 euro. A Palermo invece il gelato è più economico anche se mediamente una coppetta piccola con una sola pallina può costare fino a 1.60 euro. Anche all’interno delle stesse città, i prezzi possono variare significativamente. A Roma, ad esempio, il prezzo di un chilo di gelato può variare quartiere a quartiere da 12 a 25 euro. A Genova, una coppetta con due palline lo può trovare a 1,50 euro. Ma è raro.

        Ne mangiamo circa 12 chili a testa ogni anno

        Con un consumo medio di 12 chili a testa all’anno, l’Italia è tra i paesi leader nel consumo di gelato. Tuttavia, non tutti i gelati sono creati uguali, e distinguere un gelato artigianale di qualità da uno di bassa qualità può essere complicato.

        Come riconoscere un gelato artigianale

        Il costo di produzione di un gelato artigianale, considerando solo la materia prima e la lavorazione, si aggira intorno ai 5-6 euro al chilogrammo. Tuttavia, nelle località turistiche come Sorrento e Venezia per esempio, i prezzi per i consumatori possono essere molto più alti, spesso per speculare sull’affluenza turistica. Riconoscere un gelato artigianale di qualità è fondamentale per giustificare il suo costo. Un prodotto artigianale lo puoi riconoscere per la sua consistenza e la sensazione al palato non deve essere oleoso, troppo liquido o appiccicoso.

        Cremoso e senza coloranti artificiali

        Un buon gelato deve essere cremoso ma non eccessivamente. Se si scioglie troppo rapidamente, è un segno di un alto contenuto di zucchero. Se non si scioglie affatto, potrebbe contenere additivi. Si può capire se è industriale oppure non semplicemente guardando i colori. Quelli troppo vivaci possono indicare l’uso di coloranti artificiali. Il colore del gelato dovrebbe corrispondere al gusto naturale degli ingredienti. Ad esempio, il pistacchio dovrebbe essere di un colore marroncino naturale, non verde acceso. La menta dovrebbe essere bianca, non verde brillante.

        Ingredienti ben in evidenza

        Ogni gelateria dovrebbe esporre la lista degli ingredienti utilizzati da cui si può capire se vengono utilizzati prodotti freschi, oppure congelati. Evitate gelati che contengono grassi idrogenati, oli vegetali in eccesso, conservanti, coloranti e altri additivi. Un’altra cosa a cui dare attenzione è la quantità di zucchero. Un gelato artigianale dosa lo zucchero in modo appropriato. Troppo zucchero rende il gelato troppo morbido, mentre troppo poco lo rende granuloso. Il sapore del gelato dovrebbe riflettere fedelmente gli ingredienti utilizzati. Un gelato che sa troppo di zucchero può mascherare ingredienti di bassa qualità. Inoltre dovrebbe essere preparato quotidianamente e servito entro tre giorni dalla produzione per garantire freschezza e qualità.

        Laboratorio artigianale in vista è un simbolo di qualità

        La presenza di un laboratorio artigianale visibile all’interno della gelateria è un buon segno di trasparenza e qualità. Verificate sempre la pulizia e la freschezza delle materie prime utilizzate.
        Un laboratorio attiguo al punto vendita garantisce che il gelato non debba essere trasportato, mantenendo così la sua integrità e freschezza. Ricordarsi sempre che il gelato artigianale può essere conservato in freezer a meno 18 gradi per tre-quattro mesi. Una volta scongelato leggermente, va consumato subito e non può essere ricongelato.

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          Cucina

          Verdura ripiena: il piatto estivo per eccellenza che mette d’accordo gusto, leggerezza e tradizione

          Da Nord a Sud, ogni famiglia ha la sua ricetta segreta. Con carne, pane, tonno o solo con verdure: il ripieno diventa scrigno di sapori e le proprietà nutrizionali ne fanno un piatto completo. Perfetto anche da freddo.

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            La tavola estiva italiana ha un sapore preciso: quello delle verdure ripiene appena sfornate, con la superficie dorata e il profumo che invade la cucina. È un piatto che sa di casa, di ricette tramandate, di gesti lenti e antichi. Ma anche di praticità: si prepara in anticipo, si conserva bene e, anzi, migliora il giorno dopo. Non c’è estate senza zucchine ripiene, pomodori col tappo, peperoni colmi di bontà.

            Le varianti sono infinite, come le famiglie italiane. In Liguria, ad esempio, si farciscono zucchine e cipolle con mollica, uova, parmigiano e maggiorana. In Campania, il classico è il peperone imbottito con pane raffermo, olive, capperi e alici. A Roma si aggiunge la carne macinata, in Sicilia c’è chi preferisce il riso o la ricotta salata. E in Puglia non mancano mai tonno e pangrattato. Il bello, insomma, è che ognuno ha la sua versione, e tutte sono valide.

            La ricetta base? Svuotate con delicatezza le verdure (zucchine, melanzane, peperoni o pomodori), tenendo da parte la polpa. Fatela rosolare con olio e aglio, aggiungete mollica di pane ammorbidita nel latte, un uovo, parmigiano, erbe aromatiche (basilico, timo, maggiorana) e, se volete, carne macinata o tonno. Riempite i gusci, spolverate con pangrattato e infornate a 180 gradi per 30–40 minuti. Il risultato è un piatto che profuma d’estate.

            E sul fronte nutrizionale? Le verdure ripiene offrono un equilibrio interessante: fibre, vitamine e sali minerali dalle verdure, proteine dal ripieno, grassi buoni dall’olio extravergine. Se evitate la carne e usate pane integrale, diventano un perfetto piatto unico vegetariano, ricco ma leggero. Servite fredde, sono perfette anche per un picnic o un pranzo in spiaggia.

            Le versioni moderne prevedono ripieni gluten free, con quinoa o cous cous, oppure varianti vegane a base di legumi. Il concetto resta lo stesso: svuotare, farcire, cuocere. Ma ogni stagione aggiunge il suo tocco. E l’estate, si sa, ha sempre il sapore buono delle cose semplici.

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              Caponatina di melanzane alla siciliana: un viaggio nei sapori autentici della tradizione

              Dalla Sicilia alla tua tavola, la caponatina di melanzane è un trionfo di sapori mediterranei. Scopri i segreti di questo piatto iconico, ricco di storia, valori nutrizionali e possibili varianti.

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                La caponatina di melanzane è uno dei piatti più rappresentativi della cucina siciliana, un vero e proprio simbolo della tradizione contadina. Le sue origini risalgono ai tempi della dominazione araba in Sicilia, quando furono introdotti molti degli ingredienti che ancora oggi caratterizzano questo piatto. Originariamente considerata una pietanza povera, la caponatina ha saputo conquistare il palato di tutti, diventando un classico della cucina italiana.

                Valori nutrizionali e organolettici

                La caponatina di melanzane è un piatto che, pur nella sua semplicità, offre un ricco apporto nutrizionale. Le melanzane, principali protagoniste, sono ricche di fibre, vitamine del gruppo B e sali minerali come potassio e magnesio. L’olio d’oliva, altro ingrediente chiave, è una fonte preziosa di acidi grassi monoinsaturi, noti per i loro benefici sulla salute cardiovascolare. La presenza di pomodori, olive e capperi arricchisce il piatto di antiossidanti, vitamine e minerali, facendo della caponatina un piatto sano e bilanciato.

                Ingredienti

                Per preparare una deliziosa caponatina alla siciliana, avrai bisogno di:

                • 4 melanzane grandi
                • 200 g di pomodori pelati
                • 100 g di olive verdi
                • 2 cucchiai di capperi dissalati
                • 1 cipolla
                • 1 gambo di sedano
                • 1 bicchiere di aceto di vino
                • 2 cucchiai di zucchero
                • Olio extravergine d’oliva q.b.
                • Sale e pepe q.b.

                Ricetta passo dopo passo

                1. Preparazione delle melanzane: Lava le melanzane, tagliale a cubetti e cospargile di sale grosso per far perdere l’acqua in eccesso. Lasciale riposare per circa un’ora, poi risciacquale e asciugale con carta da cucina.
                2. Cottura delle melanzane: In una padella capiente, friggi i cubetti di melanzana in abbondante olio d’oliva finché non saranno dorati. Scolali su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.
                3. Preparazione del sugo: In una padella separata, soffriggi la cipolla tritata finemente con il sedano tagliato a pezzetti. Aggiungi i pomodori pelati, le olive e i capperi. Cuoci a fuoco lento per 10 minuti.
                4. Unione degli ingredienti: Aggiungi le melanzane fritte al sugo preparato. Sfuma con l’aceto di vino, aggiungi lo zucchero e mescola bene. Lascia cuocere a fuoco basso per altri 15 minuti, finché i sapori non si saranno ben amalgamati.
                5. Riposo e servizio: Lascia riposare la caponatina per almeno un’ora prima di servirla, meglio ancora se preparata il giorno prima. Puoi gustarla tiepida o a temperatura ambiente.

                Varianti della caponatina

                La caponatina può essere personalizzata in molte varianti. Alcune ricette prevedono l’aggiunta di pinoli e uvetta per un tocco dolce, mentre altre sostituiscono le melanzane con zucchine o carciofi, per una versione più leggera. In alcune zone della Sicilia, la caponatina viene arricchita con pezzetti di peperoni, donando al piatto una nota croccante e colorata.

                La caponatina di melanzane alla siciliana non è solo un piatto, ma un viaggio nei sapori autentici della tradizione, capace di raccontare la storia e la cultura di una terra ricca e generosa.

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