Cucina
Golosamente dalla Calabria
Si è svolta a Milano il 17 giugno 2024, nella splendida cornice dell’Hotel Melia, Golosaria Wine & Food Calabria Straordinaria, espressamente dedicata alla ricca terra di Calabria. Un’esposizione-evento che ha visto la partecipazione di 29 produttori di eccellenti specialità enogastronomiche calabre, con protagonista Sua Maestà il vino.
Sotto un marchio prestigioso, quello di Golosaria
Si è trattato di un’occasione preziosa per conoscere importanti prodotti grazie all’organizzazione di Golosaria che ha ricalcato, in piccolo, l’impostazione della più celebre manifestazione. Un evento che ha attirato sicuramente la popolosa comunità di calabresi a Milano ma anche tanti amanti di questa bella terra.
Una coinvolgente esperienza di gusto
Tra i tanti prodotti da degustare, anche la ricca enoteca calabra che ha proposto ben 35 etichette in degustazione, tra bianchi, rosati, rossi e passiti. Una grande varietà di eccellenze enologiche, su una delle quali vale la pena di isoffermarci in merito alla storia che la contraddistingue.
Direttamente dalla costa degli Dei
Abbiamo infatti incontrato Katia Rombolà delle omonime cantine Rombolà che ci ha proposto i suoi pregiati vini, frutto di una coltivazione biologica sulle colline che si affacciano sulla Costa degli Dei a Tropea. Il microclima eccellente crea l’ambiente ideale per una produzione di alta qualità. Un prodotto di una eccellenza che non ha nulla da invidiare ai più rinomati vini pregiati.
È stata sicuramente una grande occasione per far conoscere i prodotti della nostra terra ma soprattutto della grande imprenditoria meridionale.
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Cucina
Il profumo del Natale: la tradizione dei biscotti di pan di zenzero
Una ricetta semplice e speziata, accompagnata dalla storia di un dolce che attraversa secoli e Paesi, oggi simbolo irrinunciabile del Natale.
Croccanti, speziati e capaci di trasformare una cucina in un angolo di festa: i biscotti di pan di zenzero, o gingerbread, sono ormai un classico delle celebrazioni natalizie in tutto il mondo. La loro popolarità, però, affonda le radici molto più indietro nel tempo. Le prime preparazioni di pani dolci aromatizzati allo zenzero risalgono al Medioevo europeo, quando la spezia — preziosa e costosa — veniva utilizzata soprattutto in occasioni speciali. Secondo documenti storici, furono i monasteri tedeschi del XIII secolo a iniziare a produrre dolci speziati simili ai gingerbread attuali, spesso decorati con stampi di legno che raffiguravano santi, animali o scene quotidiane.
Fu però Elisabetta I d’Inghilterra, alla fine del Cinquecento, a contribuire alla loro consacrazione popolare: la regina pare amasse far preparare biscotti allo zenzero modellati a forma di piccoli omini, regalati a dignitari e visitatori illustri. Una tradizione che, secoli dopo, sopravvive nei celebri “gingerbread men”, oggi decorati con glassa colorata e diventati un simbolo iconico delle festività anglosassoni.
Oggi i biscotti di pan di zenzero sono diffusi in tutta Europa e Nord America, variando per forma e consistenza: più croccanti nella tradizione tedesca e nei Paesi del Nord, più morbidi in alcune versioni americane. Il loro aroma — un mix di zenzero, cannella, chiodi di garofano e noce moscata — li ha resi un pilastro della pasticceria natalizia domestica.
Ricetta dei biscotti di pan di zenzero
Ingredienti (per circa 25–30 biscotti)
- 350 g di farina 00
- 150 g di burro morbido
- 150 g di zucchero di canna
- 150 g di miele o melassa
- 1 uovo
- 2 cucchiaini di zenzero in polvere
- 1 cucchiaino di cannella
- 1/2 cucchiaino di noce moscata
- 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano macinati
- 1 cucchiaino di bicarbonato
- Un pizzico di sale
Per la glassa decorativa
- 150 g di zucchero a velo
- 1 albume
- Qualche goccia di succo di limone
Procedimento
- Preparare l’impasto
In una ciotola mescola farina, spezie, bicarbonato e sale. In un’altra lavorare burro e zucchero fino a ottenere una crema morbida. Aggiungere l’uovo e il miele (o la melassa) continuando a mescolare. - Unire gli ingredienti
Incorporare gradualmente il mix di farina e spezie al composto di burro. Impastare fino a ottenere una massa uniforme. Formare un panetto, avvolgerlo nella pellicola e lasciarlo riposare in frigorifero almeno un’ora: il freddo renderà l’impasto più semplice da stendere. - Dare forma ai biscotti
Stendere l’impasto su un piano infarinato a uno spessore di circa mezzo centimetro. Con gli stampini creare omini, stelle, casette o le classiche forme natalizie. - Cottura
Disporre i biscotti su una teglia rivestita di carta forno e cuocerli a 180°C per 10–12 minuti. Devono dorare leggermente ai bordi. - Decorazione
Montare l’albume con lo zucchero a velo e il limone fino a ottenere una glassa densa. Con una sac à poche decorare i biscotti una volta completamente freddi.
Profumati e resistenti, i gingerbread sono perfetti da regalare, appendere all’albero o semplicemente gustare accanto a una tazza di tè caldo. Una tradizione semplice ma carica di storia, capace di far entrare il Natale in casa con un solo morso.
Cucina
Castagne, il frutto d’autunno che non ingrassa (se mangiato bene): come sceglierle, cucinarle e usarle perfino per dimagrire
Secche, arrostite o bollite: le castagne possono sostituire il pane, saziano di più e non fanno ingrassare se consumate durante i pasti. Gli esperti spiegano perché alcune cotture le rendono pesanti, quali dolci scegliere e come orientarsi tra castagne italiane e importate, spesso trattate con fitofarmaci. Una guida completa per gustarle senza sensi di colpa.
Le castagne tornano protagoniste dell’autunno e, sorpresa, non sono affatto il nemico della linea. Se consumate nel modo giusto possono addirittura aiutare chi vuole perdere peso, purché inserite all’interno dei pasti e non come merenda o dolcetto d’emergenza. Eppure, tra cotture poco digeribili, varietà nostrane e importazioni massicce, è facile fare confusione.
Il primo mito da sfatare riguarda proprio la dieta: «Ottanta grammi di castagne fresche – circa dieci frutti – equivalgono a 40-50 grammi di pane», spiegano i nutrizionisti. A parità di calorie saziano molto di più, e questo basta a renderle un’arma segreta contro gli attacchi di fame. L’errore comune è mangiarle dopo il pasto, trasformandole in un dolce che appesantisce inutilmente.
La verità sulla digeribilità
Il problema non è la castagna, ma la cottura. Le meno digeribili? Le caldarroste: spesso ben cotte fuori e ancora crude dentro, con amido non idrolizzato difficile da assimilare. Le più caloriche sono quelle secche, mentre la tecnica migliore resta la bollitura in acqua salata, che le rende morbide, omogenee e perfette anche come ingrediente in minestre o risotti.
I dolci sì e quelli no
Con le castagne si possono preparare dessert irresistibili. Il più promosso è il castagnaccio con pinoli e uvetta: semplice, nutriente, perfetto anche per i bambini. Un piccolo strappo concesso anche a chi segue una dieta rigorosa. Diverso il discorso per marron glacé e Mont Blanc, entrambi realizzati con i marroni: buoni, bellissimi, ma da evitare se l’obiettivo è dimagrire.
Come sceglierle davvero
Alla vista sembrano tutte uguali, ma non lo sono. «È difficile riconoscere la provenienza soltanto guardandole», ammette Leonardo Mareschi del nucleo di Polizia ambientale, agroalimentare e forestale. L’unica sicurezza è leggere l’etichetta oppure rivolgersi direttamente ai coltivatori locali. E un motivo c’è: le castagne importate da Paesi come Portogallo, Spagna, Turchia e Albania sono spesso trattate con fitofarmaci, mentre quelle italiane no.
E in Italia il castagno gode di ottima salute: 750mila ettari, di cui 150mila coltivati a marroni, soprattutto in Piemonte, Toscana, Lombardia, Lazio, Campania e Calabria. «Questa è un’ottima annata – spiega Mareschi – grazie alla lotta integrata biologica che ha sconfitto il cinipide galligeno, l’insetto che aveva decimato le produzioni». Il risultato? +25% di raccolto e una resa tra 25 e 30 milioni di chili.
Peccato che, nonostante questo boom, continuino ad arrivare dall’estero oltre 36 milioni di chili l’anno, spesso venduti come italiani. Una ragione in più per leggere le etichette e scegliere consapevolmente.
Cucina
Shepherd’s Pie, il conforto inglese che scalda l’inverno
Nato come ricetta povera per recuperare gli avanzi dell’arrosto, oggi lo Shepherd’s Pie è un simbolo della cucina “comfort”, facile da preparare e perfetto per le sere fredde. Ecco storia, ingredienti e procedimento.
Una storia che arriva dalle campagne britanniche
Lo Shepherd’s Pie è uno dei piatti più iconici della tradizione anglosassone. Le prime versioni risalgono alla fine del Settecento, quando nelle case inglesi e irlandesi si cercavano modi per riutilizzare l’arrosto avanzato. Il nome “Shepherd’s Pie” compare stabilmente nei ricettari dell’Ottocento, e letteralmente significa “torta del pastore”.
Non è un caso: nella versione autentica, infatti, la carne utilizzata è agnello tritato, alimento strettamente legato all’allevamento ovino tipico delle campagne britanniche. Quando al posto dell’agnello si usa il manzo, il piatto prende un altro nome: Cottage Pie. Ancora oggi, nel Regno Unito, la distinzione è molto chiara.
Con il tempo lo Shepherd’s Pie è diventato un comfort food nazionale: uno sformato caldo, cremoso, semplice e familiare, ideale per le fredde serate d’inverno.
Ingredienti tradizionali per 4 persone
- 600 g di carne di agnello macinata
- 1 cipolla tritata
- 2 carote a dadini
- 150 g di piselli (freschi o surgelati)
- 2 cucchiai di concentrato di pomodoro
- 200 ml di brodo di carne
- 1 cucchiaino di salsa Worcestershire
- 1 cucchiaio di farina
- Olio, sale e pepe q.b.
- Timo o rosmarino (opzionali)
Per il purè di patate:
- 800 g di patate
- 50 g di burro
- 80 ml di latte
- Noce moscata (facoltativa)
- Sale q.b.
Questa è la versione tradizionale, ma in molte famiglie vengono aggiunti anche porri, sedano o erbe aromatiche locali.
Procedimento passo per passo
- Prepara il purè
Lessa le patate in acqua salata finché non diventano morbide. Schiacciale e unisci burro, latte caldo e un pizzico di noce moscata. Deve risultare un purè compatto ma cremoso. - Rosola la carne
In una padella capiente, scalda un filo d’olio e aggiungi l’agnello macinato. Cuoci finché non diventa ben dorato, poi mettilo da parte. - Cuoci le verdure
Nella stessa padella fai soffriggere cipolla e carote. Aggiungi la farina, che serve ad addensare il sugo, quindi incorpora il concentrato di pomodoro. - Unisci carne e condimenti
Rimetti l’agnello nella padella, aggiungi i piselli, la salsa Worcestershire e il brodo. Lascia sobbollire circa 15 minuti, finché il composto non si restringe. - Assembla e inforna
Versa la carne in una pirofila e livellala. Copri con il purè distribuendolo in modo uniforme. Con una forchetta puoi creare piccole onde sulla superficie: diventeranno croccanti in forno. - Cottura finale
Cuoci a 190 °C per circa 25–30 minuti, finché la superficie appare dorata.
Un piatto semplice, ma ricco di significato
Lo Shepherd’s Pie è la prova di come le ricette nate per necessità possano trasformarsi in tradizioni amate per generazioni. Oggi è presente in pub, case e mense scolastiche britanniche, spesso servito con insalata o verdure al vapore.
Rappresenta lo spirito della cucina casalinga: pochi ingredienti, una preparazione accessibile a tutti e un calore che profuma di casa. Perfetto da preparare in anticipo, amato dai bambini e ideale per una cena sostanziosa nelle giornate fredde.
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