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Cucina

La felicità esiste e si chiama cheesecake!

La cheesecake non è nata negli Stati Uniti, ma vanta origini molto più antiche che risalgono all’Antica Grecia. Già durante le Olimpiadi del 776 a.C., gli atleti che partecipavano ai giochi venivano rifocillati con un dolce a base di formaggio di pecora e miele.

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    La svolta fu grazie al signor Kraft

    Questa ricetta, simile a una torta salata, era diffusa anche nell’antica Roma, dove veniva preparata con due dischi di pasta e un ripieno di formaggio dolce. Nel corso dei secoli, la ricetta della cheesecake si è evoluta e diffusa in tutta Europa e in Gran Bretagna, dove assunse una connotazione più simile a quella che conosciamo oggi.

    Ma la cheesecake come la conosciamo nacque negli Stati Uniti nel 1872, a Philadelphia. Qui, il produttore lattiero-caseario James L. Kraft inventò accidentalmente il formaggio Philadelphia, mentre cercava di riprodurre il formaggio francese Neufchatel.
    Questo nuovo formaggio cremoso si rivelò perfetto per la preparazione della cheesecake. Oggi, la cheesecake in Italia e nel mondo è proposta in infinite varianti, sia classiche sia più creative.

    Cheesecake alle amarene (versione da frigo)
    Ingredienti per 8 porzioni
    Per la base

    250 g di biscotti digestive
    125 g di burro fuso
    Per il ripieno
    500 g di formaggio cremoso (tipo Philadelphia)
    250 ml di panna fresca da montare
    150 g di zucchero a velo
    1 cucchiaino di estratto di vaniglia
    10 g di gelatina in fogli (o 2 cucchiaini di gelatina in polvere)
    Una tazzina di latte tiepido per sciogliere la gelatina
    Per il topping
    300 g di amarene sciroppate (tipo amarene Fabbri o Toschi)

    Procedimento
    Frulla i biscotti digestive fino a ridurli in briciole fini, poi mescolali al burro fuso fino a ottenere un composto omogeneo. Versa tutto una tortiera a cerniera da 22 cm, pressandolo bene sul fondo per formare una base compatta. Metti la tortiera in frigorifero per almeno 30 minuti.

    Metti a bagno i fogli di gelatina in acqua fredda per 10 minuti. In una ciotola grande, lavora il formaggio cremoso con lo zucchero a velo e l’estratto di vaniglia fino a ottenere un composto liscio, poi passa i fogli di gelatina ammorbiditi nella tazzina di latte caldo. Lascia raffreddare leggermente.

    Aggiungi la gelatina sciolta al composto di formaggio cremoso e mescola bene. Monta la panna fresca fino a ottenere una consistenza ferma e incorporala delicatamente al composto di formaggio cremoso.

    Versa il ripieno sopra la base di biscotti nella tortiera che avevi riposto in frigo, livella la superficie con una spatola. Metti la cheesecake in frigorifero per almeno 4 ore, o preferibilmente per tutta la notte, fino a quando il ripieno si è solidificato.

    Rimuovi la cheesecake dallo stampo e trasferiscila su un piatto da portata. Versa le amarene sciroppate sulla cheesecake, distribuendolo uniformemente, fai solidificare leggermente in frigo prima di servire porzionato.

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      Cucina

      Il profumo del Natale: la tradizione dei biscotti di pan di zenzero

      Una ricetta semplice e speziata, accompagnata dalla storia di un dolce che attraversa secoli e Paesi, oggi simbolo irrinunciabile del Natale.

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      gingerbread

        Croccanti, speziati e capaci di trasformare una cucina in un angolo di festa: i biscotti di pan di zenzero, o gingerbread, sono ormai un classico delle celebrazioni natalizie in tutto il mondo. La loro popolarità, però, affonda le radici molto più indietro nel tempo. Le prime preparazioni di pani dolci aromatizzati allo zenzero risalgono al Medioevo europeo, quando la spezia — preziosa e costosa — veniva utilizzata soprattutto in occasioni speciali. Secondo documenti storici, furono i monasteri tedeschi del XIII secolo a iniziare a produrre dolci speziati simili ai gingerbread attuali, spesso decorati con stampi di legno che raffiguravano santi, animali o scene quotidiane.

        Fu però Elisabetta I d’Inghilterra, alla fine del Cinquecento, a contribuire alla loro consacrazione popolare: la regina pare amasse far preparare biscotti allo zenzero modellati a forma di piccoli omini, regalati a dignitari e visitatori illustri. Una tradizione che, secoli dopo, sopravvive nei celebri “gingerbread men”, oggi decorati con glassa colorata e diventati un simbolo iconico delle festività anglosassoni.

        Oggi i biscotti di pan di zenzero sono diffusi in tutta Europa e Nord America, variando per forma e consistenza: più croccanti nella tradizione tedesca e nei Paesi del Nord, più morbidi in alcune versioni americane. Il loro aroma — un mix di zenzero, cannella, chiodi di garofano e noce moscata — li ha resi un pilastro della pasticceria natalizia domestica.

        Ricetta dei biscotti di pan di zenzero

        Ingredienti (per circa 25–30 biscotti)

        • 350 g di farina 00
        • 150 g di burro morbido
        • 150 g di zucchero di canna
        • 150 g di miele o melassa
        • 1 uovo
        • 2 cucchiaini di zenzero in polvere
        • 1 cucchiaino di cannella
        • 1/2 cucchiaino di noce moscata
        • 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano macinati
        • 1 cucchiaino di bicarbonato
        • Un pizzico di sale

        Per la glassa decorativa

        • 150 g di zucchero a velo
        • 1 albume
        • Qualche goccia di succo di limone

        Procedimento

        1. Preparare l’impasto
          In una ciotola mescola farina, spezie, bicarbonato e sale. In un’altra lavorare burro e zucchero fino a ottenere una crema morbida. Aggiungere l’uovo e il miele (o la melassa) continuando a mescolare.
        2. Unire gli ingredienti
          Incorporare gradualmente il mix di farina e spezie al composto di burro. Impastare fino a ottenere una massa uniforme. Formare un panetto, avvolgerlo nella pellicola e lasciarlo riposare in frigorifero almeno un’ora: il freddo renderà l’impasto più semplice da stendere.
        3. Dare forma ai biscotti
          Stendere l’impasto su un piano infarinato a uno spessore di circa mezzo centimetro. Con gli stampini creare omini, stelle, casette o le classiche forme natalizie.
        4. Cottura
          Disporre i biscotti su una teglia rivestita di carta forno e cuocerli a 180°C per 10–12 minuti. Devono dorare leggermente ai bordi.
        5. Decorazione
          Montare l’albume con lo zucchero a velo e il limone fino a ottenere una glassa densa. Con una sac à poche decorare i biscotti una volta completamente freddi.

        Profumati e resistenti, i gingerbread sono perfetti da regalare, appendere all’albero o semplicemente gustare accanto a una tazza di tè caldo. Una tradizione semplice ma carica di storia, capace di far entrare il Natale in casa con un solo morso.

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          Polvorones, i biscotti spagnoli che si sciolgono in bocca

          Ecco come preparare i polvorones a casa, tra leggende popolari, ingredienti semplici e un gusto che ricorda il Natale iberico.

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          Polvorones, i biscotti spagnoli

            Friabili, profumati, avvolti da una carta colorata che li rende irresistibili al primo sguardo. I polvorones sono tra i dolci più amati in Spagna, soprattutto nel periodo natalizio, anche se ormai si trovano tutto l’anno nelle pasticcerie. Il loro nome deriva da polvo, cioè “polvere”, in riferimento alla consistenza sabbiosa che si scioglie in un istante tra lingua e palato.

            Un’origine antica, tra storia e cultura

            La nascita dei polvorones viene associata all’Andalusia del XVI secolo, in particolare alle zone di Estepa e Antequera, dove la produzione di mandorle e strutto era floridissima. La leggenda racconta che furono creati come modo per utilizzare l’eccesso di grano e grasso animale delle campagne di Siviglia.

            Con il tempo, questi biscotti sono diventati un simbolo dell’identità gastronomica spagnola, spesso collegati alle celebrazioni cattoliche e allo scambio di doni durante las Navidades. Le fabbriche storiche di Estepa, ancora oggi, producono milioni di pezzi ogni anno e rappresentano una vera economia locale.

            In alcune varianti regionali, i polvorones vengono aromatizzati con cannella, limone o sesame, e in molte case ogni famiglia custodisce la sua ricetta, rigorosamente tramandata.

            La ricetta tradizionale dei Polvorones

            Ingredienti (per circa 20–24 biscotti)

            • 250 g di farina 00
            • 125 g di mandorle tostate e tritate finemente (oppure farina di mandorle)
            • 110 g di zucchero a velo
            • 110 g di strutto (tradizionale)
              In alternativa, burro: la consistenza cambia leggermente
            • 1 cucchiaino di cannella in polvere (facoltativa ma consigliata)
            • Scorza grattugiata di limone non trattato (opzionale)
            • Zucchero a velo extra per la copertura

            Procedimento

            1. Tostare la farina: stendila su una teglia e mettila in forno a 160°C per circa 10–12 minuti, mescolando ogni tanto. Deve seccarsi e prendere un leggero colore ambrato, senza bruciare. Lasciala raffreddare completamente.
            2. In una ciotola, unisci farina tostata, mandorle, zucchero a velo, cannella e scorza di limone.
            3. Aggiungi lo strutto a temperatura ambiente e lavora l’impasto fino a ottenere una pasta omogenea. La consistenza sarà morbida ma non elastica.
            4. Avvolgi l’impasto nella pellicola e fai riposare in frigorifero almeno 30 minuti.
            5. Stendi l’impasto a circa 1,5 cm di spessore e ricava forme rotonde o ovali con un coppapasta.
            6. Disponi i biscotti su una teglia e cuoci a 180°C per 10–12 minuti: devono restare chiari, senza scurire troppo.
            7. Fai raffreddare completamente (saranno molto friabili da caldi!), poi spolvera con zucchero a velo e, se vuoi rispettare la tradizione, avvolgili in carta velina colorata.

            Una tradizione che continua

            Ogni morso di polvorón racconta un pezzo di Spagna: le mandorle del Mediterraneo, la storia contadina dell’Andalusia, le feste natalizie con tavole imbandite e risate in famiglia. Non è un caso che, pur con ricette moderne e varianti più leggere, questi biscotti restino simbolo di identità e convivialità.

            Oggi i polvorones sono amati anche fuori dalla Spagna e sono diventati un dolce perfetto per portare un po’ di atmosfera iberica nelle nostre case. Basta un boccone per capire perché questo piccolo tesoro resista da secoli.

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              Gỏi cuốn, gli involtini vietnamiti freschi: leggerezza, storia e sapori dal Sud-Est asiatico

              Un piatto iconico della cucina vietnamita, diventato simbolo di freschezza e tradizione: gli involtini di carta di riso con gamberi, verdure ed erbe aromatiche.

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              Gỏi cuốn

                I gỏi cuốn, conosciuti in Italia come involtini vietnamiti freschi, sono uno dei piatti più rappresentativi del Vietnam, soprattutto delle regioni del sud come Saigon (oggi Ho Chi Minh City). Molto diversi dagli involtini fritti cinesi o dai celebri nem rán vietnamiti, i gỏi cuốn si presentano come rotoli leggeri e traslucidi, preparati con carta di riso e un ripieno fresco di gamberi, erbe aromatiche, vermicelli di riso e verdure crude.
                Sono consumati tutto l’anno come antipasto o street food, perché freschi, veloci da preparare e perfetti nei climi caldi e umidi del Sud-Est asiatico.

                La loro origine non è attribuita a un periodo preciso, ma la diffusione della carta di riso in Vietnam risale almeno al XVIII secolo, quando diventò un ingrediente chiave nella cucina del Sud del Paese. I gỏi cuốn erano inizialmente un piatto domestico, servito nelle famiglie contadine come pasto leggero. Oggi sono considerati un vero patrimonio culinario, tanto da essere inclusi nelle liste dei migliori piatti al mondo secondo diverse riviste gastronomiche internazionali (come CNN Travel, che li ha più volte inseriti nella sua top 50).

                Ingredienti per circa 10 involtini

                Procedimento

                1. Cuocere i vermicelli di riso.
                  Lessarli per 3–4 minuti in acqua bollente, scolare e raffreddare sotto acqua fredda.
                2. Preparare le verdure.
                  Tagliare carota e cetriolo a julienne sottili. Lavare e asciugare bene lattuga ed erbe aromatiche.
                3. Preparare i gamberi.
                  Se non già cotti, sbollentarli per pochi minuti e tagliarli a metà nel senso della lunghezza: questo trucco permette di avere più gamberi per involtino e un aspetto scenografico.
                4. Ammorbidire la carta di riso.
                  Riempire un piatto fondo con acqua tiepida. Immergere un foglio di carta di riso per 3–4 secondi (non di più: si ammorbidirà da sola mentre la farcite).
                5. Farcire gli involtini.
                  Posizionare il foglio su un tagliere:
                  • mettere prima una foglia di lattuga,
                  • poi un piccolo mazzetto di vermicelli,
                  • carota, cetriolo, erbe,
                  • infine i gamberi con la parte curva rivolta verso l’alto.
                6. Chiudere i gỏi cuốn.
                  Ripiegare i lati verso l’interno, poi arrotolare dal basso verso l’alto tenendo il ripieno compatto.
                  La carta di riso appiccica naturalmente e sigilla perfettamente.
                7. Servire immediatamente.
                  I gỏi cuốn vanno mangiati freschi e accompagnati dalla salsa hoisin–arachidi o dalla nuoc cham.

                Origini e significato culturale

                Il termine gỏi cuốn si traduce approssimativamente con “involtini di insalata”. In alcune zone del Sud del Vietnam sono chiamati anche summer rolls o fresh spring rolls, denominazioni poi adattate nei paesi occidentali.

                Nella tradizione vietnamita, il cibo fresco e ricco di erbe ha un ruolo fondamentale nel bilanciamento dei sapori e nella filosofia culinaria dei “cinque elementi”: fresco, croccante, morbido, dolce e salato.
                I gỏi cuốn rappresentano perfettamente questo equilibrio, ed è per questo che sono apprezzati sia come pasto leggero sia come cibo conviviale da preparare insieme a famiglia e amici.

                Negli ultimi vent’anni, con l’espansione della cucina vietnamita all’estero, questi involtini sono diventati popolari in Europa e negli Stati Uniti grazie alla loro leggerezza e al fatto che non sono fritti, quindi più salutari rispetto ad altri street food asiatici.

                Un’esplosione di freschezza che conquista tutti

                Semplici da fare, belli da vedere e incredibilmente versatili, gli involtini vietnamiti sono la prova che una cucina antica può parlare al gusto contemporaneo.
                Perfetti come antipasto, ideali per un pranzo leggero o una cena d’estate, portano in tavola un pezzo di Vietnam: profumi di menta, croccantezza di verdure, morbidezza dei vermicelli e la dolcezza dei gamberi.

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