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Cucina

L’essenza della cucina vegetariana

La cucina vegetariana rappresenta non solo una scelta dietetica, ma anche un viaggio emozionante alla scoperta di sapori, ingredienti e tecniche culinarie ricche di creatività e versatilità. Questo universo gastronomico si distingue per la sua capacità di trasformare frutta, verdura, legumi, cereali e frutta secca in piatti sorprendenti, nutrienti e dal gusto straordinario.

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    In un mondo sempre più attento alla salute e alla sostenibilità, la cucina vegetariana emerge come un faro di innovazione e benessere. Lontana dall’essere una semplice rinuncia alla carne, questa tradizione culinaria abbraccia una straordinaria varietà di sapori, colori e nutrienti, offrendo piatti che non solo deliziano il palato ma nutrono corpo e anima. Dalle zuppe ricche e confortanti, ai piatti principali creativi e abbondanti di verdure, fino ai dessert indulgenti e nutrienti, la cucina vegetariana si rivela una celebrazione della terra e della sua generosità. Un viaggio culinario che ci invita a riscoprire il piacere del cibo genuino, rispettando l’ambiente e promuovendo uno stile di vita sano e consapevole. Pronti a esplorare questa affascinante dimensione gastronomica? Apriamo le porte a un mondo di gusti sorprendenti e inaspettati, dove la natura è la protagonista indiscussa.

    Un’opportunità per l’innovazione culinaria
    La decisione di abbracciare la cucina vegetariana spesso apre le porte a un mondo di innovazione e sperimentazione. Sostituire le proteine animali con alternative vegetali stimola la creatività in cucina, incoraggiando l’uso di ingredienti freschi e locali per creare piatti che non solo soddisfano il palato ma anche nutrono il corpo.

    Nutrimento sostenibile e salute
    Oltre alla varietà e alla creatività, la cucina vegetariana promuove uno stile di vita sano e sostenibile. Le ricette vegetariane sono spesso ricche di fibre, vitamine, minerali e antiossidanti, contribuendo a migliorare il benessere generale. Inoltre, favoriscono una riduzione dell’impronta ecologica rispetto alle diete basate su carne, supportando così la sostenibilità ambientale.

    Un ponte per la cultura e la comunità
    La cucina vegetariana non conosce confini culturali o geografici. Da piatti tradizionali di paesi come l’India, il Mediterraneo e il Sud America, a creazioni moderne e fusion, ogni cucina offre un’interpretazione unica della cucina vegetariana. Questo patrimonio culinario condivide la tavola e unisce le persone attraverso il gusto e la condivisione di esperienze culinarie.

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      Avanzi di Natale? Niente paura! Trasformali in 2 dessert irresistibili da copiare subito!

      Hai ancora del pandoro o del panettone avanzato? Non buttarli via! Con queste ricette creative e semplici, potrai trasformare i tuoi dolci natalizi in nuove delizie: Cassata veloce di pandoro e Ciambella di Panettone

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        Pandoro e panettone sono i protagonisti indiscussi delle nostre tavole natalizie. Ma cosa fare se ne avanza? Ecco 2 idee originali e golose per riutilizzare questi dolci e stupire i tuoi ospiti.

        Cassata veloce di pandoro alla crema di ricotta

        • 1 pandoro
        • 500 g di ricotta vaccina
        • 250 g di zucchero al velo vanigliato
        • Gocce di cioccolato fondente q.b
        • 3 cucchiai di frutta candita a piacere q.b.
        • 1 cucchiaino di estratto di Vaniglia
        • Bagna per dolci non alcolica
        • Zucchero al velo q.b. per decorare

        Mescoliamo la ricotta con lo zucchero a velo e l’estratto di vaniglia. Una volta che abbiamo ottenuto un composto cremoso, aggiungiamo le gocce di cioccolato e la frutta candita. Mescoliamo il tutto e mettiamo in frigo. Tagliamo panettone in 3 fette (disco) non troppo sottili partendo dalla bassa. Una fetta adagiamola sul fondo di uno stampo per dolci, un’altra la spezzettiamo sistemandolo bene sui lati dello stampo, poi bagniamo con la bagna, versiamoci sopra la crema di ricotta presa dal frigo e copriamo con l’ultima fetta di pandoro. Infine, decoriamo con lo zucchero al velo, copriamo e lasciamo riposare in frigo. 

        Ciambella di panettone al profumo di arancia
        300 g di panettone classico secco avanzato
        2 uova intere
        150 g di zucchero semolato
        90 ml di olio di semi di girasole

        80 g di farina 00
        90 ml di latte intero
        1 bustina di lievito per dolci
        La buccia di 1 arancia grattugiata
        Burro e farina per lo stampo q.b.

        Sminuzziamo il panettone e riduciamolo finissimo in farina con l’aiuto di un mixer. Montiamo le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso, aggiungiamo l’olio, il latte la scorza di arancia e la farina setacciata con il lievito; quindi, inglobiamo il tutto con una spatola. Versiamo il composto ottenuto in uno stampo unto e infarinato, inforniamo a 175° e per circa 40 minuti. Sforniamo e lasciamo intiepidire prima di servire.

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          Pandoro VS Panettone, un’eterna diatriba – fra storia e leggenda – sul gusto del Natale

          La sfida tra i due dolci più tipici delle feste, presenze costanti sulle tavole di noi italiani, si riaccende puntualmente anche quest’anno…

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            Sono i due dolci lievitati più iconici del Natale italiano, anche se presentano caratteristiche diametralmente opposte sia nella preparazione, che nella forma e nel gusto. In tutte le case dello Stivale, con l’arrivo delle feste, rappresentano presenze costanti, anche se hanno il potere di dividere i commensali: solitamente chi predilige uno, non ama particolarmente l’altro.

            Due correnti di pensiero contrapposte

            Gli estimatori del pandoro ne apprezzano la sofficità, amando gustarlo leggermente tiepido con una spolverata di zucchero a velo. Mentre i fan del panettone” vanno pazzi per il suo gusto aromatizzato agli agrumi, con gli immancabili canditi e l’uva passa.

            Cosa dice la storia

            Entrambi i dolci affondano le loro origini nell’Italia Settentrionale: il primo, lievitato a otto punte nato a Verona, il secondo dalla forma cilindrica preparato per la prima volta nel periodo medievale a Milano: il “panetùn”.

            Vero e proprio simbolo di “milanesità”

            Aromi di burro, vaniglia e agrumi coccolano il palato degli amanti del panettone, dolce che deve la sua origine al capoluogo lombardo. Una delle prime testimonianze che lo riguardano risale ai primi anni del 1600 quando i capi famiglia erano soliti distribuire tre grosse fette di pane ai commensali durante la cerimonia del ceppo, una tradizione natalizia milanese della quale anche lo storico Pietro Verri scrive nella sua Storia di Milano.

            La suggestiva leggenda del Toni

            Fra le tante narrazioni relative al panettone, una in particolare viene considerata più attendibile. Quella che riguarda lo sguattero Toni, ultima catena della cucina della corte di Ludovico il Moro, signore di Milano nel 1495. Secondo questa storia (o leggenda?), il capo cuoco chiese al giovane di controllare il dolce preparato per i cortigiani in occasione della vigilia di Natale. Ma Toni, addormentandosi, fece bruciare tutto. L’intraprendente ragazzo, quindi, propose al capo cuoco di offrire in sostituzione ai commensali un dolce che aveva preparato per i suoi amici a base di avanzi dell’impasto del pane, uova, burro, canditi e uvetta. “El pan de Toni” – da qui il nome “panettone” – fu un successo clamororo, che dura ancora oggi.

            Quella di Ughetto

            A livello popolare si narra anche la vicenda del giovane Ughetto che, innamoratosi della figlia del fornaio, si fece assumere. Per incrementare le vendite pensò di arricchire il pane con burro, zucchero, pezzetti di cedro candito e uova. Il gradimento dei commensali fu tale che, alla fine, Ughetto riuscì anche a convolare a nozze con la figlia del fornaio. Intorno alla nascita del panettone c’è anche una storia che coinvolge la suora Ughetta. Per rendere più ricco e festoso il Natale delle consorelle, decise di aggiungere all’impasto del pane zucchero, uova, burro e cedro candito. Non è un caso che “ughet” in dialetto locale significa proprio… uvetta!

            Un dolce brevettato a Verona dal pasticcere Melegatti

            Il “pane d’oro” – che nasce a Verona – venne chiamato così in alla pratica rinascimentale di decorare il dolce con foglie d’oro commestibile. Fu il pasticcere Domenico Melegatti a depositare per primo il brevetto di questo lievitato a otto punte nel 1884 presso il Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d’Italia. Registrando anche lo stampo che caratterizza la particolare forma di questo lievitato, opera del pittore impressionista Angelo Dall’Oca Bianca.

            Anche per il pandoro un mix di storie e leggende popolari

            Anche se può vantare un preciso brevetto depositato, pure intorno alla storia del pandoro si troviamo diverse storie e leggende. Melegatti avrebbe elaborato la ricetta del dolce tipico del Natale italiano prendendo spunto dal Levà, preparato a Verona la notte della vigilia di Natale, ma anche dal Nadalin, dolce a forma di stella usato in Veneto nel 1200, e dal Pane di Vienna.

            La tipica forma a stella

            Secondo alcuni, il pandoro sarebbe stato un dolce già consumato in Veneto nel Medioevo, durante il periodo della Repubblica di Venezia. Preparato nello stesso modo in cui oggi arriva sulle nostre tavole, pare debba la sua forma a stella alla Torre dei Lamberti di Verona.

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              Tronchetto di Natale: la ricetta del dolce simbolo delle feste

              Dalla storia del “bûche de Noël” alla preparazione passo dopo passo: ingredienti, consigli e procedimento per portare in tavola un dessert scenografico e irresistibile.

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              Tronchetto di Natale

                Il tronchetto di Natale, conosciuto anche come bûche de Noël, è uno dei dolci più iconici delle festività. Nato in Francia alla fine dell’Ottocento, prende ispirazione da un’antica usanza contadina: bruciare un grande ceppo di legno nel camino come augurio di prosperità per il nuovo anno. Con il tempo, quel simbolo si è trasformato in un dessert che richiama la forma del tronco, decorato per ricordare la corteccia e i nodi del legno.

                Oggi il tronchetto è preparato in moltissime varianti, ma la versione più diffusa resta quella a base di pan di Spagna arrotolato e farcito con crema al cioccolato, perfetta per concludere il pranzo di Natale con un tocco scenografico.

                Ingredienti (per 8-10 persone)

                Per il pan di Spagna:

                • 4 uova medie
                • 120 g di zucchero
                • 100 g di farina 00
                • 20 g di cacao amaro in polvere
                • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia

                Per la farcitura e la copertura:

                • 250 ml di panna fresca da montare
                • 200 g di cioccolato fondente
                • 30 g di burro

                Per decorare (facoltativo):

                • zucchero a velo
                • ribes, mirtilli o decorazioni natalizie in zucchero

                Procedimento

                Per prima cosa si prepara il pan di Spagna. Montate le uova con lo zucchero utilizzando le fruste elettriche fino a ottenere un composto chiaro, gonfio e spumoso. Aggiungete la vaniglia, poi incorporate delicatamente la farina setacciata insieme al cacao, mescolando dal basso verso l’alto per non smontare l’impasto.

                Versate il composto su una teglia rettangolare rivestita di carta forno, livellandolo con una spatola. Cuocete in forno statico preriscaldato a 180 °C per circa 10-12 minuti. Una volta cotto, sfornate il pan di Spagna e rovesciatelo ancora caldo su un canovaccio leggermente umido. Arrotolatelo delicatamente su se stesso e lasciatelo raffreddare: questo passaggio eviterà che si rompa in seguito.

                Nel frattempo preparate la crema al cioccolato. Sciogliete il cioccolato fondente a bagnomaria o nel microonde, poi unite il burro e mescolate fino a ottenere una crema liscia. Montate la panna ben fredda e incorporatene una parte al cioccolato per ottenere una farcitura morbida.

                Srotolate il pan di Spagna, farcitelo con la crema e arrotolatelo nuovamente con attenzione. Rivestite l’esterno con la crema rimasta, creando delle striature con una forchetta per simulare la corteccia del legno.

                Il tocco finale

                Trasferite il tronchetto su un piatto da portata e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un’ora. Prima di servire, spolverizzate con zucchero a velo per un effetto “neve” e decorate a piacere.

                Il risultato è un dolce elegante ma accessibile, capace di unire tradizione, gusto e atmosfera natalizia. Un classico che, ogni anno, riesce a mettere d’accordo tutti, grandi e piccoli, attorno alla tavola delle feste.

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