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Cucina

Villa Crespi: un’esperienza stellata che costa come uno stipendio

Tra degustazioni da sogno e prezzi da capogiro, Villa Crespi offre un viaggio gastronomico esclusivo. Dai menù degustazione ai piatti à la carte, scopriamo i costi di un pasto al ristorante di Antonino Cannavacciuolo, dove mangiare può superare i 1.100 euro per due persone.

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    Per molti, una cena al ristorante Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo è il sogno di una vita. Situato sulle sponde del lago d’Orta, in provincia di Novara, Villa Crespi è una dimora d’epoca trasformata in un hotel di lusso e in un ristorante tre stelle Michelin, dove lo chef e la moglie Cinzia Primatesta offrono un’esperienza culinaria indimenticabile. Ma qual è il prezzo per gustare i piatti stellati dello chef campano? Per una cena a due, preparatevi a investire una somma notevole.

    Antonino Cannavacciuolo: dall’investimento al successo stellato

    Prima di diventare una celebrità televisiva, Antonino Cannavacciuolo era già noto per il suo talento ai fornelli. Dal 1999, lui e Cinzia Primatesta hanno investito nel mondo della ristorazione, aprendo varie strutture di lusso in Italia. Villa Crespi, con le sue 14 suite e il ristorante premiato dalla Guida Michelin, è oggi una delle destinazioni più esclusive per chi desidera un’esperienza che unisce cucina d’autore e ospitalità di alto livello.

    Il costo dell’esperienza: tra menù degustazione e piatti à la carte

    Villa Crespi propone due menù degustazione che sono dei veri e propri “itinerari” culinari. Il primo, chiamato “Itinerario”, include piatti come la ricciola in carpione, scampi crudi alla “pizzaiola” e linguine con calamaretti, per un costo di 280 euro a persona. L’altro, “Mettici l’anima”, aggiunge alla lista piatti ancora più sofisticati come l’ostrica con caviale e granita al rapanello, arrivando a 300 euro a persona.

    Chi desidera rendere l’esperienza ancor più completa può abbinare una degustazione di vini per 40 euro aggiuntivi a persona. Questo significa che, scegliendo uno dei menù con l’abbinamento vini, una cena per due persone può facilmente raggiungere i 640/680 euro. Ma, attenzione: per chi opta per il menù alla carta, il conto può lievitare fino a 1.100 euro, come testimoniato da una cliente su TripAdvisor.

    Villa Crespi: un’esperienza per pochi

    A Villa Crespi, il lusso e l’attenzione ai dettagli sono la norma, ma questa esperienza ha il suo prezzo. Gli ospiti possono cenare circondati dall’atmosfera fiabesca di una villa d’epoca, con un servizio impeccabile e una cucina che racconta la storia dello chef Cannavacciuolo. Tuttavia, con una spesa che per una cena romantica può facilmente superare le quattro cifre, il ristorante non è accessibile a tutti. È il prezzo da pagare per un viaggio tra i sapori unici e l’eleganza esclusiva di Villa Crespi.

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      Cucina

      Marmellata di castagne, il sapore d’autunno da conservare in un vasetto: la ricetta perfetta da fare in casa

      Una delle conserve più amate della stagione: la marmellata di castagne porta in cucina il gusto dei boschi e si abbina perfettamente a pane, formaggi e dolci. Ecco come prepararla passo dopo passo.

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        Ottobre e novembre sono i mesi perfetti per accendere i fornelli e portare in casa i profumi del bosco. La marmellata di castagne è una delle ricette più golose dell’autunno: cremosa, vellutata e dal sapore inconfondibile, nasce da un frutto povero ma ricchissimo di gusto. Ideale per la colazione o come farcitura di torte e crostate, conquista anche in abbinamento a formaggi stagionati o carni arrosto. Prepararla in casa non è difficile, serve solo un po’ di tempo e qualche accorgimento per ottenere una consistenza perfetta.

        Ingredienti e preparazione

        Per circa 1,5 kg di marmellata servono: 1 kg di castagne fresche, 500 g di zucchero, 250 ml di latte intero, una bacca di vaniglia o una scorza di limone, un pizzico di sale e un bicchierino di rum o brandy (facoltativo).
        Dopo aver inciso le castagne, vanno bollite per circa 40 minuti finché la buccia si stacca facilmente. Una volta sbucciate, si passano con lo schiacciapatate per ottenere una purea fine. In una casseruola capiente si versano il latte, lo zucchero, la vaniglia e la purea di castagne. Si cuoce a fuoco dolce per 30-40 minuti mescolando spesso, fino a ottenere una consistenza morbida e lucida. Chi ama un tocco aromatico può aggiungere il rum negli ultimi minuti di cottura.

        Conservazione e abbinamenti

        Una volta pronta, la marmellata va versata ancora calda nei vasetti sterilizzati, chiusa ermeticamente e capovolta per creare il sottovuoto. Si conserva per circa sei mesi in un luogo fresco e asciutto.
        Ottima spalmata sul pane, è deliziosa anche accostata a ricotta o yogurt bianco. E per chi ama i contrasti, l’abbinamento perfetto è con un pecorino stagionato o una fetta di torta al cioccolato fondente.
        È l’autunno che si fa dolce: un cucchiaio alla volta, un ricordo di bosco da gustare anche in inverno.

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          Risotto alla zucca, il comfort food d’autunno: cremoso, profumato e irresistibile anche nella sua semplicità

          Dal Mantovano al Veneto, il risotto alla zucca è uno dei grandi classici della cucina italiana d’autunno. Perfetto per una cena elegante o un pranzo della domenica, si prepara con ingredienti semplici ma richiede qualche accorgimento per ottenere quella cremosità irresistibile che lo rende unico.

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            Tra i piatti che più rappresentano l’autunno, il risotto alla zucca occupa un posto d’onore. È un piatto che racconta la campagna padana, i colori caldi delle foglie, l’odore della legna nei camini. Nato probabilmente tra Mantova e Verona, dove la zucca è regina dell’orto, nel tempo è diventato un simbolo della cucina casalinga di stagione.

            La sua forza è nella semplicità: pochi ingredienti, ma la capacità di trasformarli in un abbraccio caldo e vellutato. La dolcezza naturale della zucca incontra la sapidità del brodo, il burro, il Parmigiano e, per chi lo ama, una nota di rosmarino o di salvia che profuma la casa.

            La scelta della zucca

            Non tutte le zucche sono uguali. Per un risotto perfetto, meglio scegliere la zucca delica o la mantovana, entrambe dal sapore pieno e dalla polpa compatta che non si sfalda in cottura. La zucca va tagliata a dadini e cotta lentamente, finché non diventa tenera e cremosa.

            La base del risotto

            Come in ogni risotto che si rispetti, il segreto sta nel soffritto e nella tostatura. In una casseruola capiente, si fa rosolare mezza cipolla tritata fine in una noce di burro (o un filo d’olio extravergine). Quando diventa trasparente, si aggiungono i cubetti di zucca e un mestolo di brodo vegetale caldo: la si lascia cuocere finché non si sfalda.

            A questo punto si unisce il riso Carnaroli o Vialone Nano, varietà ideali per tenuta e cremosità. Lo si tosta per un paio di minuti, poi si sfuma con mezzo bicchiere di vino bianco secco.

            La cottura

            Da qui in avanti serve solo pazienza. Si procede un mestolo di brodo alla volta, mescolando di continuo. Dopo circa 16-18 minuti il riso sarà al dente, avvolto da una crema arancione lucente. È il momento della magia: la mantecatura.

            Si spegne il fuoco, si aggiunge una noce di burro e una generosa manciata di Parmigiano Reggiano grattugiato, poi si copre la pentola per un minuto. Quando si riapre, il risotto è pronto: morbido, lucido, profumato.

            La ricetta completa

            Ingredienti per 4 persone:
            – 320 g di riso Carnaroli
            – 400 g di zucca delica o mantovana
            – 1/2 cipolla bianca
            – 1 litro di brodo vegetale
            – 50 g di burro
            – 1 bicchiere di vino bianco secco
            – 50 g di Parmigiano Reggiano
            – sale, pepe e salvia o rosmarino a piacere

            Consigli e varianti

            Per una nota più rustica si può aggiungere pancetta croccante o salsiccia sbriciolata; per un tocco gourmet, gocce di aceto balsamico o crumble di amaretti, un omaggio alla tradizione mantovana.

            Servito ben caldo, il risotto alla zucca è un piatto che parla d’autunno e di casa. Un piatto che non passa mai di moda, perché sa essere semplice e raffinato allo stesso tempo — proprio come le cose più buone della nostra cucina.

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              Crema di nocciole fatta in casa: la ricetta genuina per una dolce coccola

              Sempre più italiani scelgono alternative casalinghe alle creme spalmabili industriali, spesso troppo ricche di zuccheri e grassi saturi. Preparare in casa una crema di nocciole è semplice, veloce e permette di controllare qualità e ingredienti.

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              Crema di nocciole

                C’è chi la ama sul pane tostato a colazione, chi la usa per farcire dolci o pancake, e chi non resiste a gustarla al cucchiaio: la crema di nocciole è una delle golosità più amate in Italia e nel mondo. Nonostante il mercato proponga decine di versioni industriali, molte famiglie hanno riscoperto il piacere di realizzarla in casa, complice l’attenzione crescente per alimentazione sana e ingredienti naturali.

                Il vantaggio principale di una ricetta fai da te è la possibilità di ridurre zuccheri raffinati e grassi idrogenati, prediligendo invece materie prime genuine. Preparare una crema spalmabile casalinga non richiede strumenti professionali: basta un frullatore potente e pochi ingredienti selezionati.

                Gli ingredienti della ricetta base

                Per ottenere circa 400 grammi di crema di nocciole bastano:

                • 200 g di nocciole tostate (meglio se italiane, come le rinomate Tonde Gentili delle Langhe o le Giffoni IGP);
                • 100 g di cioccolato fondente (o al latte, a seconda del gusto);
                • 40 g di zucchero di canna integrale o dolcificante naturale (come miele o sciroppo d’agave);
                • 30 ml di olio vegetale delicato, ad esempio di girasole o nocciola;
                • un pizzico di sale per esaltare i sapori;
                • facoltativo: un cucchiaino di estratto di vaniglia.

                Il procedimento

                1. Tostare le nocciole: se non sono già pronte, metterle in forno a 170°C per circa 10 minuti, finché la pellicina non si stacca facilmente. Sfregarle con un panno per eliminarla.
                2. Frullare a lungo: inserire le nocciole nel mixer e tritarle fino a ottenere una pasta cremosa, simile a un burro di frutta secca. Serviranno diversi minuti, intervallando per non surriscaldare le lame.
                3. Unire cioccolato e zucchero: sciogliere il cioccolato a bagnomaria e aggiungerlo al composto insieme allo zucchero (o al miele), l’olio e un pizzico di sale. Continuare a frullare fino a ottenere una crema liscia.
                4. Conservazione: trasferire la crema in un vasetto di vetro sterilizzato. Si mantiene in frigorifero per circa due settimane.

                I benefici delle nocciole

                Oltre al gusto, la crema fatta in casa vanta anche valori nutrizionali più equilibrati. Le nocciole sono ricche di vitamina E, acidi grassi insaturi, magnesio e fibre, utili a proteggere cuore e sistema nervoso. Rispetto alle versioni industriali, una crema artigianale riduce l’apporto di grassi saturi e zuccheri raffinati, evitando additivi e oli tropicali spesso presenti nelle etichette commerciali.

                Le varianti più amate

                La ricetta può essere personalizzata in base alle preferenze. Chi desidera una versione “light” può ridurre la quantità di cioccolato e zucchero, optando per cacao amaro in polvere. Per una nota gourmet, si può aggiungere cannella, scorza d’arancia o un pizzico di peperoncino. Esistono anche versioni 100% vegane, con cioccolato senza derivati animali e dolcificanti vegetali.

                Una scelta sostenibile

                Preparare la crema in casa significa anche sostenere le filiere locali: acquistare nocciole italiane, come quelle piemontesi o campane, contribuisce a valorizzare prodotti di eccellenza, riducendo l’impatto ambientale legato alle importazioni.

                In un’epoca in cui si cerca sempre più autenticità in cucina, la crema di nocciole fatta in casa diventa non solo un’alternativa più salutare, ma anche un gesto di cura: una coccola che profuma di tradizione e che unisce gusto e consapevolezza.

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