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Cucina

Zucche incantate in una vellutata!

Esplora l’incantevole mondo della cucina con la nostra vellutata di zucca, una sinfonia di gusto e comfort in ogni cucchiaio. Con l’armoniosa combinazione di ingredienti, la ricetta ti delizierà con il suo sapore avvolgente e la sua cremosa consistenza.

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    Nella ricerca di piatti deliziosi, la vellutata di zucca e patate fa parte del mangiare bene. Questa combinazione di sapori tra zucca, panna, patate e semi di zucca, crea un’opportunità da esplorare la creatività culinaria. La zuppa si presta a una varietà di personalizzazioni e aggiunte, che permettono di adattare il piatto ai gusti e alle preferenze individuali. Un tocco di curry per un tocco esotico, una spruzzata di origano per un gusto mediterraneo, o una generosa cucchiaiata di pistacchio in crema per un gusto lussureggiante.

    Vellutata di zucca e semi

    Ingredienti per 4 persone
    800 g di zucca, sbucciata e tagliata a cubetti
    3 patate sbucciate e tagliate a cubetti
    1 cipollotto bianco tritato
    200 g di panna fresca da cucina (più q.b. per impiattare)
    Sale e pepe q.b.
    Olio extravergine di oliva q.b.
    Prezzemolo fresco tritato
    Semi di zucca q.b.

    Procedimento
    In una casseruola metti l’olio il cipollotto tritato, la zucca, le patate e copri di acqua, poi regola di sale e pepe, metti il coperchio e lascia cucinare a fuoco lento per circa 20 minuti o finché gli ortaggi saranno diventati morbide e teneri.

    Con un mixer a immersione, frulla tutto in crema, aggiungi la panna fresca e mescola bene.
    Continua a cuocere la vellutata per altri 5 minuti a fuoco basso, mescolando di tanto in tanto per far amalgamare i sapori.

    Una volta pronta, versa la vellutata nei piatti da portata e guarnisci con un filo di panna fresca, una spolverata di prezzemolo tritato, e spargi i semi di zucca. Servi calda o fredda.

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      Cucina

      Dalla tavola alle tradizioni: come riutilizzare la buccia dei mandarini durante le feste

      Profumano la casa, arricchiscono ricette e diventano alleate del benessere: ecco perché e come valorizzare le bucce di mandarino durante le festività.

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      buccia dei mandarini

        Natale e Capodanno sono sinonimo di convivialità, dolci tradizionali e frutta di stagione. Tra arance, clementine e mandarini, questi ultimi occupano un posto speciale sulle tavole delle feste italiane. Facili da sbucciare, profumati e simbolo di buon auspicio, vengono consumati in grandi quantità. Ma mentre la polpa sparisce in pochi istanti, la buccia viene quasi sempre scartata, nonostante abbia molteplici utilizzi, confermati anche da tradizioni popolari e studi sulle proprietà degli agrumi.

        Un concentrato di aroma e sostanze utili

        La buccia del mandarino contiene oli essenziali, in particolare limonene, responsabile del profumo intenso e delle proprietà aromatiche. È inoltre ricca di flavonoidi e fibre. Proprio per questo, da secoli viene impiegata sia in cucina sia in ambito domestico. L’importante è scegliere mandarini non trattati o biologici, soprattutto se la buccia viene destinata a usi alimentari.

        In cucina, tra dolci e infusi

        Uno degli impieghi più semplici è la preparazione di scorze essiccate. Basta lavare bene le bucce, eliminare la parte bianca più amara e lasciarle asciugare all’aria o in forno a bassa temperatura. Una volta secche, possono essere tritate e aggiunte a torte, biscotti natalizi, creme e cioccolata calda, donando un aroma naturale e festivo.

        Le bucce sono ideali anche per tisane e infusi digestivi: abbinate a cannella, zenzero o chiodi di garofano, diventano una bevanda calda perfetta dopo i pasti abbondanti delle feste. In alcune regioni italiane e nella tradizione asiatica, le scorze di agrumi vengono usate proprio per favorire la digestione.

        Profumare la casa in modo naturale

        Durante le festività, l’atmosfera conta quanto il menù. Le bucce di mandarino possono essere utilizzate per profumare gli ambienti senza ricorrere a spray chimici. Fatte bollire in acqua con spezie natalizie, sprigionano un aroma caldo e avvolgente. In alternativa, una volta essiccate, possono essere inserite in sacchetti di stoffa da riporre nei cassetti o negli armadi.

        Un alleato per le pulizie

        Gli oli essenziali contenuti nella buccia hanno anche proprietà sgrassanti. Lasciando macerare le bucce in aceto per alcune settimane si ottiene un detergente naturale profumato, utile per la pulizia di superfici e vetri. Un rimedio semplice, economico e in linea con una gestione più sostenibile della casa durante le feste.

        Tradizione e simbolo di buon augurio

        In molte culture mediterranee e orientali, gli agrumi sono associati a prosperità e fortuna. Riutilizzare le bucce, anziché sprecarle, si inserisce perfettamente nello spirito natalizio: attenzione alle risorse, rispetto per il cibo e creatività domestica.

        Meno sprechi, più consapevolezza

        Secondo le stime sullo spreco alimentare, una parte significativa dei rifiuti domestici è composta da scarti che potrebbero essere riutilizzati. Le bucce di mandarino rappresentano un esempio virtuoso di come piccoli gesti possano fare la differenza, soprattutto in un periodo in cui i consumi aumentano.

        Un gesto semplice che profuma di festa

        Durante Natale e Capodanno, dare nuova vita alle bucce di mandarino significa unire tradizione, praticità e sostenibilità. Un modo intelligente per allungare la magia delle feste, partendo proprio da ciò che di solito finisce nel cestino.

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          Cucina

          Marshmallow fatti in casa: la ricetta, la storia e i segreti per un risultato perfetto

          Dalla pianta di altea alle cucine moderne: come preparare i celebri dolcetti soffici con pochi ingredienti e qualche attenzione tecnica.

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          Marshmallow fatti in casa

            Soffici, elastici e irresistibilmente dolci: i marshmallow sono tra i dolci più riconoscibili al mondo. Simbolo di falò, bevande calde e dessert americani, nascondono però una storia antica e una preparazione che, se ben eseguita, può essere replicata anche a casa con risultati sorprendenti.

            Un dolce dalle origini antiche

            Il nome “marshmallow” deriva dalla malva palustre (Althaea officinalis), una pianta utilizzata già nell’antico Egitto per preparare rimedi dolci a base di miele e linfa, destinati soprattutto a lenire il mal di gola. Nel XIX secolo, in Francia, questa preparazione si è evoluta in una versione più simile a quella attuale, con albumi montati e zucchero. La produzione industriale moderna ha poi sostituito la radice di altea con gelatina, rendendo il processo più stabile e riproducibile su larga scala.

            Gli ingredienti (per circa 40 marshmallow)

            • 12 g di gelatina in fogli (o in polvere)
            • 150 ml di acqua (divisa in due parti)
            • 250 g di zucchero semolato
            • 100 g di sciroppo di glucosio (o miele chiaro)
            • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
            • Zucchero a velo e amido di mais q.b. per la finitura

            (Nota: nella versione classica non sono previsti albumi; alcune varianti artigianali li utilizzano, ma non sono indispensabili.)

            Il procedimento passo dopo passo

            1. Preparare la gelatina
              Mettere la gelatina in ammollo in 75 ml di acqua fredda (o reidratarla secondo le istruzioni se in polvere).
            2. Cuocere lo sciroppo
              In un pentolino unire lo zucchero, il glucosio e i restanti 75 ml di acqua. Portare a ebollizione senza mescolare, fino a raggiungere circa 115-118 °C (fase di “palla morbida”), utilizzando un termometro da cucina.
            3. Montare la massa
              Sciogliere la gelatina ammollata nello sciroppo caldo, poi trasferire il composto in una ciotola capiente. Montare con le fruste elettriche a velocità medio-alta per 8–10 minuti, finché il composto diventa bianco, lucido e triplica di volume. Aggiungere la vaniglia negli ultimi secondi.
            4. Colare e far rassodare
              Versare il composto in una teglia rivestita di carta forno e spolverata con un mix di zucchero a velo e amido. Livellare e lasciare riposare a temperatura ambiente per almeno 4 ore (meglio tutta la notte).
            5. Tagliare e rifinire
              Sformare, tagliare a cubetti con un coltello leggermente unto e passare ogni marshmallow nel mix di zucchero e amido per evitare che si attacchino.

            Consigli pratici e conservazione

            • La precisione della temperatura è fondamentale per ottenere la consistenza corretta.
            • I marshmallow fatti in casa si conservano fino a 2 settimane in un contenitore ermetico, lontano dall’umidità.
            • È possibile aromatizzarli con cacao, caffè o coloranti alimentari, aggiungendoli durante la fase di montaggio.

            Preparare i marshmallow in casa significa riscoprire un dolce iconico nella sua versione più autentica, senza conservanti e con ingredienti controllati. Un piccolo laboratorio di pasticceria domestica che trasforma pochi elementi di base in una nuvola di zucchero dal fascino intramontabile.

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              Cucina

              L’oro dolce dei Balcani: la tradizione dell’halva di semi di girasole

              Dalle sue origini affascinanti fino alla ricetta autentica: ecco come nasce uno dei dolci più amati e diffusi nei mercati di Turchia, Bulgaria, Grecia, Russia e Medio Oriente. Una delizia che unisce storia, cultura e sorprendenti proprietà nutritive.

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              halva di semi di girasole

                Una storia che profuma di tradizione

                Il termine halva deriva dal termine arabo ḥalwā, che significa “dolce”. Le sue radici sono antichissime: le prime versioni documentate compaiono tra Persia e regioni ottomane già dal XIII secolo. Nel corso dei secoli, la ricetta ha viaggiato lungo rotte commerciali e culturali, arrivando nelle attuali Turchia, nei Balcani, in Grecia e fino alla Russia.
                Esistono molte varianti: a base di semola, tahina (crema di sesamo), noci o semi di girasole. Proprio quest’ultima è tra le più popolari nell’Europa orientale, grazie alla disponibilità locale del girasole e al suo sapore ricco e aromatico.

                Perché i semi di girasole?

                Ricchi di grassi “buoni”, vitamine del gruppo B e minerali come magnesio e fosforo, i semi di girasole sono un ingrediente tradizionale ma anche sorprendentemente attuale. Nella versione dell’halva, vengono tostati e macinati fino a diventare una crema rustica che, unita a un caramello leggero, dà vita a un dolce compatto, friabile e naturalmente profumato.

                La ricetta dell’halva ai semi di girasole

                Ingredienti (per circa 8 porzioni)

                • 200 g di semi di girasole sgusciati
                • 120 g di zucchero
                • 80 g di miele (o sciroppo di glucosio nelle versioni più tradizionali)
                • 50 ml di acqua
                • 1 pizzico di sale
                • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia (facoltativo)

                (Nelle preparazioni industriali può essere presente anche pasta di semi di girasole, ma a livello casalingo la versione tostata e macinata resta la più comune e fedele alla tradizione.)

                Procedimento

                Tostare i semi

                Distribuisci i semi di girasole su una padella antiaderente e falli tostare a fiamma media per 4–5 minuti, mescolando spesso. Devono dorarsi leggermente e sprigionare il loro profumo, ma senza bruciare.
                Lasciali raffreddare completamente.

                Ridurli in crema

                Una volta freddi, frulla i semi in un mixer potente fino a ottenere una consistenza sabbiosa e poi via via sempre più cremosa.
                Se necessario, procedi a intervalli per evitare di surriscaldare il motore.
                Aggiungi un pizzico di sale e, se lo gradisci, la vaniglia.

                Preparare lo sciroppo

                In un pentolino unisci acqua, zucchero e miele. Cuoci a fuoco medio finché la miscela raggiunge una consistenza densa, simile a un caramello chiaro (circa 118–120°C, fase “soft ball”).
                Se non hai un termometro, osserva che lo sciroppo cominci a filare e diventi viscoso.

                Unire crema e sciroppo

                Versa lo sciroppo caldo nella crema di semi e mescola energicamente con una spatola. Il composto tenderà a compattarsi man mano che lo zucchero cristallizza: è normale ed è proprio questa reazione a creare la tipica consistenza friabile dell’halva.

                Modellare e raffreddare

                Trasferisci la massa in uno stampo foderato con carta da forno, pressandola bene.
                Lascia riposare a temperatura ambiente per 3–4 ore, finché non diventa solida e facile da tagliare.

                Servire

                Taglia l’halva a fette o cubotti. Si conserva per diversi giorni in un contenitore ermetico, senza necessità di frigorifero.

                Un dolce antico che parla al presente

                L’halva di semi di girasole è un dessert che unisce tradizione e modernità: ricca ma naturale, dolce ma non stucchevole, perfetta da gustare da sola o accompagnata da tè caldo o caffè.
                Una ricetta che racconta secoli di scambi e contaminazioni tra culture diverse, ma che continua — ieri come oggi — a conquistare chiunque ami i sapori autentici.

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