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Armani a New York: un impero dell’eleganza nel cuore di Manhattan

Il nuovo edificio di Giorgio Armani a New York rappresenta un investimento immobiliare esclusivo, riservato a una clientela selezionata. I prezzi degli appartamenti sono estremamente elevati, ma riflettono la qualità, il prestigio e l’unicità di queste residenze.

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    Giorgio Armani ha fatto il suo grande ritorno a New York con un imponente complesso commerciale e residenziale su Madison Avenue. L’edificio, un’icona di stile e lusso, ospita boutique, un ristorante stellato e lussuose residenze. E soprattutto appartamenti con costi da capogiro. Del resto siamo sulla Medison mica pizzi e fichi.

    Oasi di eleganza nel cuore di Manhattan

    Il nuovo palazzo Armani si può affermare senza indugi che è un’ode all’eleganza senza tempo, un’opera architettonica che si integra perfettamente nel tessuto urbano dell’Upper East Side. Progettato in collaborazione con SL Green Realty Corp. e lo studio di architettura Cookfox, l’edificio si estende su 12 piani e vanta otto vetrine su strada. Al suo interno, oltre alle boutique Giorgio Armani e Armani/Casa, trova spazio un ristorante gourmet guidato dallo chef Antonio D’Angelo.

    Residenze da sogno: un investimento esclusivo

    Le vere protagoniste del complesso sono le Giorgio Armani Residences. Dieci appartamenti di lusso, ciascuno con una superficie media di 500 metri quadrati, offrono un’esperienza abitativa unica nel suo genere. Arredati con gusto impeccabile e dotati di servizi esclusivi, questi appartamenti sono stati venduti a cifre da capogiro, superando i 20 milioni di euro l’uno.

    Un evento che ha fatto storia

    L’inaugurazione del nuovo palazzo è stata celebrata con una serie di eventi esclusivi. L’evento ha attirato l’attenzione dei media internazionali e ha consolidato la posizione di Giorgio Armani come uno dei più grandi stilisti al mondo. Con questo nuovo progetto, lo stilista novantenne ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di creare mondi unici e affascinanti. Il complesso di Madison Avenue è molto più di un semplice edificio. E’ una vera e propria opera d’arte, un simbolo di status e un’espressione dell’eleganza italiana nel mondo.

    Il costo proibitivo delle residenze Armani

    Il nuovo complesso residenziale di Giorgio Armani a New York rappresenta un investimento immobiliare di altissimo livello. I prezzi degli appartamenti sono stati stabiliti a cifre da capogiro, posizionando queste residenze tra le più esclusive e costose della città. E quindi del mondo. Gli appartamenti hanno un prezzo medio di circa 35.000 dollari al metro quadrato. Considerando una superficie media di 500 metri quadrati, si arriva a un costo di base di oltre 20 milioni di euro. L’attico, riservato dallo stilista per sé, ha un valore ancora più elevato. Si stima che il suo costo superi i 30 milioni di dollari. Il costo finale di un appartamento può variare in base a diversi fattori, tra cui il piano, le dimensioni, le finiture personalizzate. Gli appartamenti ai piani più alti, con vista panoramica e maggiore privacy, hanno un valore decisamente più elevato. Appartamenti più grandi e con un maggior numero di camere da letto sono ovviamente più costosi. La possibilità di personalizzare le finiture e gli arredi interni in base ai propri gusti può far lievitare ulteriormente il prezzo. Ma a quel punto milione in più milione in meno…

    Perché prezzi sono così elevati?

    I fattori che concorrono a giustificare i prezzi così elevati di queste residenze sono diversi.Prima di tutto il marchio Giorgio Armani è sinonimo di lusso, eleganza e stile di vita esclusivo. Il semplice fatto di vivere in un edificio firmato Armani conferisce un prestigio immenso. Signori del resto siamo nell’Upper East Side uno dei quartieri più esclusivi e costosi di New York. Vivere in questa zona significa avere accesso a tutti i servizi e le comodità che la città ha da offrire. Gli appartamenti sono realizzati con materiali di altissima qualità e finiture di pregio, a garanzia di un comfort e di un lusso senza eguali. I residenti hanno accesso a una serie di servizi esclusivi, come una palestra all’avanguardia, un’area benessere e un servizio di concierge personalizzato.

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      Luxury

      Cene a gravità zero: il nuovo lusso è mangiare fluttuando (ma senza uscire dall’atmosfera)

      È l’ultima frontiera del turismo esperienziale: menù stellati serviti a bordo di jet speciali dove si mangia sospesi a mezz’aria. Altro che ristoranti gourmet: il nuovo lusso galleggia in cabina, tra brindisi al rallentatore e dolci che volano via.

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        Mangiare sospesi a mezz’aria, con la forchetta che galleggia e il vino che forma sfere fluttuanti come perle di cristallo. No, non è un film di fantascienza: è la nuova esperienza gastronomica di lusso riservata ai ricchi (e coraggiosi) in cerca di emozioni ad alta quota. Si chiama “cena a gravità zero” e sta facendo impazzire milionari, influencer e foodies in cerca di qualcosa che nemmeno lo chef più creativo può servire a terra.

        Il principio è semplice: si sale a bordo di un aereo parabolico, lo stesso utilizzato per gli addestramenti spaziali. Durante il volo, la cabina entra in brevi fasi di microgravità, e lì – proprio in quel momento – inizia la cena. Ma niente panini imbustati o cibo da astronauta: il menù è firmato da chef stellati, il servizio è coordinato da sommelier in tuta e tutto, dal dessert al bicchiere di champagne, galleggia. O quasi.

        I piatti vengono preparati in anticipo e serviti in versione “fluttuante”, con tecniche di food design pensate apposta per restare compatti anche quando manca la forza di gravità. Piccoli bocconi, gelatine gourmet, sferificazioni d’autore. Ogni assaggio è un gioco di precisione. E se vi sembra difficile mangiare un bignè con le bacchette, provate a inseguirlo mentre ruota sopra la vostra testa.

        La prenotazione? Esclusiva. Il prezzo? Proibitivo. Si parla di cifre a partire da 10mila euro a persona per un’esperienza completa, che include briefing pre-volo, training di sicurezza e, ovviamente, la cena fluttuante a bordo. I voli partono da basi private in Europa e Stati Uniti e stanno già registrando il tutto esaurito per i prossimi mesi.

        In un mondo dove tutto si è già visto, fotografato e postato, la nuova frontiera del lusso è l’inimmaginabile. E mangiare a gravità zero, tra una capriola e un brindisi sospeso, è quanto di più esclusivo (e instagrammabile) ci possa essere. Il cielo, forse, non è più il limite. Ma il dessert che fluttua davanti al naso… quello sì che è da urlo.

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          Bye bye poveri: Milano è solo per ricchi, e guai a chi resta indietro

          Dal Quadrilatero alla CityLife, i nuovi padroni di Milano sono miliardari stranieri con flat tax, attici da 39mila euro al metro quadro e vista Duomo. I milanesi? Sfrattati ai confini della metropoli. Perché i ricchi fanno tendenza, anche quando comprano case che non abitano.

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            Milano non è più la città che lavora. È la città che capitalizza. Lavorano gli altri, quelli che prendono la metro da Rho o da Corsico e tornano a casa la sera, stanchi e fuori budget. Intanto, nei quartieri di lusso, si vendono metri quadri a peso d’oro. Nell’arco di tre anni – dal 2021 al 2024 – il prezzo degli immobili di fascia alta è salito del 57%, con punte di 39mila euro al metro quadro nel Quadrilatero della Moda. Non una casa: un investimento, un status symbol, una cambiale dorata.

            E tutto grazie a una parolina magica: flat tax. Centomila euro secchi all’anno per chi si trasferisce in Italia con un patrimonio milionario. Un affarone, se si guadagna a sei zeri, perché qui le tasse si pagano meno che in Svizzera. E quindi via libera a ville, superattici, grattacieli deluxe. Mentre gli italiani, soprattutto i giovani, arrancano.

            È il paradosso milanese: l’immobiliare che si fa vetrina della disuguaglianza. Chi compra case sopra il milione sono per il 70% stranieri, molti dei quali non mettono neppure piede nei loro appartamenti. Ma intanto li comprano. E l’effetto domino è servito: anche il mercato “normale” si adegua, rincara, si adatta. Perché se il vicino vale 30mila euro al metro quadro, tu non puoi mica svendere a 7mila, no?

            I numeri fanno impressione: solo nel 2023, circa 4.500 super ricchi hanno scelto l’Italia come residenza fiscale. E due terzi si sono piazzati proprio a Milano. I quartieri diventano club esclusivi, i negozi cambiano vetrine, le scuole rivedono il target. Il problema non è solo economico: è culturale. Chi non appartiene a questo mondo è fuori. Letteralmente.

            Milano corre. Ma non tutti riescono a tenere il passo.

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              Meglio un bunker che un loft: anche in Italia cresce la corsa ai rifugi antiatomici. Ma costano (tanto)

              Pareti in cemento armato, filtri NBC, scorte di cibo e generatori autonomi: il rifugio nucleare è la nuova casa dei paranoici di lusso. Un bunker base costa almeno 100mila euro, ma con mezzo milione si può sopravvivere con stile.

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                Se fuori tira una brutta aria, tanto vale andare sottoterra. Letteralmente. Con il timore di una guerra nucleare che torna a farsi sentire — complice l’ultimo attacco americano ai siti iraniani di arricchimento dell’uranio — anche in Italia cresce l’interesse per i bunker antiatomici. Un trend che prima faceva sorridere, ora fa scavare.

                A lanciare l’allarme sono aziende specializzate come Bunker Specialist e Bunker Swiss: le richieste di rifugi sotterranei sono in aumento, e non solo da parte di survivalisti fissati. Anche professionisti, imprenditori e famiglie benestanti iniziano a considerare l’opzione. Ma quanto costa mettere in piedi un rifugio capace di resistere a un’apocalisse nucleare?

                Molto. Un bunker “essenziale” parte da 100mila euro. Per una versione un po’ più confortevole, dove restare chiusi settimane con figli, scorte e paranoie, si può arrivare tranquillamente a 500mila. Cemento armato, lastre d’acciaio, materiali isolanti, pareti tra i 30 e gli 80 cm di spessore, tutto costruito a non meno di tre metri sotto terra. La profondità varia a seconda del terreno, ma la regola è: più in basso sei, più a lungo resti vivo.

                Poi c’è l’interno. Ventilazione con filtri NBC, sistema elettrico autonomo (a pedali o solare), riserve d’acqua e cibo, farmaci, sensori esterni, luci che simulano il giorno. Alcuni vogliono anche il bagno privato e Netflix. Perché se il mondo esplode, almeno che sia in full HD.

                In Italia, trovare case già dotate di bunker è raro. Serve scavare — e ottenere permessi. Ma la burocrazia non spaventa chi teme l’apocalisse: meglio sei mesi di carte bollate che un secondo di radiazioni.

                Morale? Il futuro potrebbe non essere sopra, ma sotto. E chi può permetterselo, sta già preparando le fondamenta.

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