Luxury
Il lusso italiano viaggia anche su rotaia… ma non certo su quella degli sventurati pendolari
Itaia e Arabia Saudita unite in un progetto a 5 stelle. Due pesi e due misure: c’è chi è costretto quotidianamente a viaggiare su vagoni sporchi, malandati e perennemente in ritardo… e chi potrà godere dell’eccellenza italiana su due ruote. C’è chi può e chi non può… niente di nuovo.

Mentre in Italia ritardi, presunti sabotaggi e disservizi di ogni tipo penalizzano la vita di chi utilizza il treno come mezzo di spostamento, una società italiana di ospitalità di lusso – Arsenale – e le Ferrovie dell’Arabia Saudita (Sar) hanno presentato congiuntamente il design di Dream of the Desert, il primo treno italiano a cinque stelle in Arabia Saudita. Composto da 14 carrozze e 34 suite di lusso, il treno è stato progettato dall’architetto Aline Asmar d’Amman.
Design di casa nostra e cultura araba: un binomio sorprendente
Il progetto, che vede coinvolto anche il ministero della Cultura saudita e altre autorità del Paese arabo, abbina l’innovazione del design italiano con l’autenticità del patrimonio culturale saudita, rielaborando il concetto di viaggio ferroviario di lusso. L’annuncio rappresenta un passo fondamentale nell’attuazione dell’accordo firmato tra Sar e Arsenale l’anno scorso.
Un progetto anche per le nostre tratte
In Italia, Arsenale è impegnata nel lancio del treno di lusso, il Dolce vita Orient Express, in collaborazione con il Gruppo Accor, Trenitalia e Fondazione Fs. Prevista una flotta inziale di 6 treni con 12 carrozze ciascuno, che viaggeranno nei luoghi più iconici del nostro Paese: Roma, Venezia, Portofino, Maratea e molte altre.
Promuovendo il concetto di crociera su rotaia
Arsenale è una società che opera dal 2020 nel segmento dell’ospitalità di lusso, fondata da Paolo Barletta, Ceo del Gruppo Barletta, insieme ad Annabel Holding di Nicola Bulgari (componente azionaria: 71,91% Gruppo Barletta, 16,11% Oaktree, 11,98% Annabel Holding). Una realtò impegnata a esportare nel mondo il nuovo concetto di crociera di lusso su rotaia. Oltre all’Arabia Saudita, negli ultimi anni Arsenale ha siglato accordi anche con Emirati Arabi Uniti, Egitto e Uzbekistan per sviluppare treni di lusso made in Italy.
Un’esperienza senza confronti
Dichiara il Ceo: «Quando abbiamo concepito per la prima volta Dream of the Desert, il nostro obiettivo era creare un’esperienza di viaggio senza pari, che conducesse gli ospiti in un’indimenticabile avventura attraverso il cuore dell’Arabia Saudita. Questo progetto è più di un semplice treno di lusso; è un’esperienza immersiva che fonde design raffinato curato dall’eccellente visione di Aline Asmar d’Amman, e tradizioni culturali».
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Luxury
Mark Zuckerberg e il rifugio hawaiano: un lusso da 270 milioni di dollari tra accuse e segreti
Oltre 500 ettari di terra, un bunker sotterraneo e ville di lusso: l’isola di Kauai è diventata il rifugio segreto di Mark Zuckerberg. Un progetto faraonico che ha scatenato polemiche sulla gestione delle terre ancestrali e accuse di neocolonialismo.

Mark Zuckerberg ha costruito un vero e proprio impero alle Hawaii, trasformando l’isola di Kauai in un rifugio esclusivo da 270 milioni di dollari. La tenuta, che si estende per oltre 500 ettari, comprende ville di lusso, piscine, campi da tennis e un bunker sotterraneo di 465 metri quadrati. Tuttavia, il progetto è stato oggetto di aspre critiche da parte della comunità locale, che ha accusato Zuckerberg di speculazioni sulle terre ancestrali.
La storia inizia nel 2014, quando il fondatore di Meta acquista 300 ettari per 100 milioni di dollari, seguiti da altri 241 ettari nel 2021 per 53 milioni. Tra le proprietà, spiccano la spiaggia di Pilaa e il bacino idrico di Ka Loko. Ma il cuore delle polemiche riguarda i kuleana, piccoli appezzamenti di terra con radici profonde nella cultura hawaiana.
«Non vogliamo espropriare nessuno», ha dichiarato Zuckerberg, spiegando che le acquisizioni mirano a preservare l’ambiente e rispettare le tradizioni locali. Tuttavia, le cause legali avviate per ottenere i kuleana hanno scatenato accuse di neocolonialismo, con la comunità locale che ha visto in queste operazioni un tentativo di cancellare il passato.
Il rifugio, soprannominato Ko’olau Ranch, è avvolto da un’aura di segretezza. Gli operai sono vincolati da accordi di non divulgazione, mentre il bunker sotterraneo, dotato di sistemi di approvvigionamento autonomi, ha alimentato le speculazioni. Ma Zuckerberg respinge l’idea di un «rifugio apocalittico», definendo il complesso un luogo di ritiro e sperimentazione.
Le critiche non si sono fermate alle dispute territoriali. Nel 2022, la famiglia di una guardia di sicurezza deceduta ha avviato una causa per «negligenza e morte ingiusta», evidenziando condizioni di lavoro estreme. Nonostante ciò, Zuckerberg continua a descrivere Kauai come un luogo di pace e innovazione: «Vogliamo preservare la bellezza naturale dell’isola e creare una comunità sostenibile per le generazioni future».
Mentre il progetto prosegue, la domanda rimane aperta: fino a che punto il lusso e l’ambizione possono convivere con la responsabilità sociale?
Luxury
The Muraka, l’hotel sott’acqua a 9mila euro a notte
Kara e Nate in un video ha raccontato la strabiliante esperienza del soggiorno nella lussuosa villa The Muraka situata circa 5 metri sotto il livello del mare.

L’hotel sott’acqua più caro al mondo, The Muraka, ha conquistato i cuori dei noti travel blogger Kara e Nate, che l’hanno definito il miglior soggiorno della loro vita. Situata circa 5 metri sotto il livello del mare, questa lussuosa villa offre un’esperienza unica, con una camera da letto padronale dotata di una cupola trasparente per ammirare la vita marina a qualsiasi ora del giorno.
Al Muraka un maggiordomo privato h24
Il piano superiore, sopra il livello dell’acqua, include sale da pranzo, due camere da letto, un bagno con vista sull’oceano e una piscina a sfioro, il tutto accompagnato da un maggiordomo privato disponibile 24 ore su 24. Ma è il piano inferiore, accessibile tramite ascensore o scalinata, che regala la vera magia. Ovvero finestre dal pavimento al soffitto che offrono una vista mozzafiato dell’oceano circostante.
Un po’ caro ma per un anniversario o un viaggio di nozze ci può stare
Il prezzo per questa esperienza esclusiva supera i 9mila euro a notte, ma Kara e Nate hanno sfruttato miglia e punti accumulati per rendere realtà questo sogno. La loro esperienza è stata così straordinaria che l’hanno documentata in un video, permettendo a chiunque di vivere virtualmente questo soggiorno unico. Kara ha scherzato sul fatto di volerci tornare in pensione, mentre Nate ha confermato che questo è stato davvero il miglior posto in cui siano mai stati, descrivendolo come un’esperienza al 110% straordinaria.
Luxury
Da macellaio per necessità a icona mondiale: Salt Bae sbarca a Milano con la sua “mossa del sale”
Nusret Gökçe, il macellaio turco diventato leggenda come Salt Bae, porta il suo marchio Nusr-Et nel cuore di Milano. Una storia partita dalla povertà, passata per 16 ore di lavoro al giorno e approdata a una catena internazionale che fattura milioni. Tra polemiche, ospiti celebri e lusso dorato.

Settembre segnerà l’arrivo a Milano di uno dei ristoratori più discussi e riconoscibili al mondo: Nusret Gökçe, per tutti Salt Bae. Nato in un villaggio turco nel 1983, ha costruito un impero gastronomico partendo da una necessità, non da un sogno. «Fare il macellaio non era la mia aspirazione: era l’unico modo per guadagnarmi da vivere». Da lì, turni massacranti di almeno 16 ore, niente vacanze né assicurazione, e per 14 anni nemmeno un giorno libero. A volte dormiva su una sedia, senza poter contare su un aiuto economico dalla famiglia.
La svolta è arrivata per caso. Mentre preparava una bistecca, decise di versare il sale in un gesto teatrale: braccio piegato, mano alta, fiocchi bianchi che cadevano come neve. «È venuto dal cuore e il mondo lo ha percepito», ricorda. Caricò il video la sera e il mattino seguente la sua vita era cambiata. Nacque così la leggenda di Salt Bae, oggi a capo di oltre 30 ristoranti con 4.500 dipendenti.
La sua apertura milanese punta su un pubblico abituato all’eccellenza, in una città che non ama i fenomeni effimeri. «Gli italiani sono tra i nostri clienti più fedeli nel mondo» afferma, smentendo chi parla di crisi: il locale londinese ha incassato 9,2 milioni di dollari nei primi tre mesi e il fatturato globale è cresciuto del 16% tra il 2023 e il 2024. Il marchio si espande verso mercati “ad alto potenziale”: da Città del Messico a Roma, da Ibiza all’Estremo Oriente.
Salt Bae coltiva amicizie nel mondo dello spettacolo, dagli Andrea e Veronica Bocelli a chef internazionali come Giuseppe Cipriani. Maradona aveva un tavolo riservato nel suo ristorante di Dubai, tuttora mantenuto in suo onore. E se qualcuno gli chiede di cucinare per un presidente, non si tira indietro: «Non è politica, ma servizio e qualità».
Le critiche non sono mancate. Nel 2022 fece discutere per aver toccato la Coppa del Mondo dopo la vittoria dell’Argentina: «Non sapevo fosse vietato, mi scuso ancora». Altri lo accusano di ostentare lusso e prezzi esorbitanti, ma per lui «lusso significa sentirsi speciali, godere di ogni dettaglio». I piatti più costosi? Quelli ricoperti d’oro, ma nel menù ci sono anche burger per palati meno esigenti.
Dai sacrifici estremi ai tappeti rossi, Salt Bae ha trasformato un lavoro di fatica in uno spettacolo globale. E ora prepara il debutto italiano, convinto che anche a Milano il suo sale porterà fortuna.
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