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Lifestyle

Maschio d’estate e femmina d’inverno: l’ultima frontiera è il “genere di stagione”

Nel mondo dell’identità di genere, ogni giorno sembra portare una nuova sorpresa. Dall’onda del “gender season” alla recente tendenza dell’ecosessualità, le frontiere dell’espressione individuale si allargano sempre di più. Esaminiamo da vicino queste nuove tendenze, tra l’assurdo e l’innovazione, che stanno ridefinendo il concetto stesso di identità di genere.

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    La corsa verso l’assurdo non sembra avere mai fine quando si parla di identità di genere. Dopo il Royal Stoke Hospital e le sue venti identità sessuali personalizzate con tanto di bandiere, ci si chiedeva cosa potesse ancora sbucare fuori dal cilindro della religione woke. Ebbene, ecco a voi l’ultima chicca virale: il “gender season”, ovvero il “genere di stagione”.

    Ma attendete, c’è di più! Secondo Dee Whitnell, autoproclamatosi non binario, l’identità di genere dovrebbe cambiare con le stagioni. Sì, avete capito bene. Puoi sentirti più maschile in inverno e più femminile in estate, o viceversa, come se fossi una playlist di Spotify con le tue stagioni preferite.

    Dee ha precisato che non si tratta di essere determinati dalle stagioni, ma solo influenzati da esse. “Io, ad esempio, mi sento più maschile d’estate. Indosso abiti maschili e tengo i capelli corti. In inverno, invece, adoro i vestiti femminili e porto i capelli lunghi”. Insomma, un’autentica rivoluzione.

    Naturalmente, i video sono diventati virali e le reazioni sono state altrettanto spettacolari. C’è chi ha sbottato con un semplice “è una sciocchezza”, mentre altri hanno sottolineato l’evidente banalità della cosa: “Chiamasi vestirsi secondo la stagione, una novità incredibile!”.

    Questa “stagione di genere” si inserisce in un panorama già popolato da altre fantastiche categorie, come l’ecosessualità, che vede relazioni erotiche con alberi e piante. Insomma, il futuro dell’identità di genere è luminoso e pieno di sorprese, o forse solo un po’ folle. Chi può dirlo con certezza?

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      Lifestyle

      Babbo Natale esiste? Quando i dubbi iniziano (davvero) e come parlarne senza rovinare la magia di dicembre

      Prima o poi succede: tuo figlio chiede se Babbo Natale esiste davvero. Mentire o dire la verità? Per la pedagogista Elena Cortinovis, esperta di Disciplina dolce, non c’è un’età uguale per tutti: conta seguire i dubbi del bambino e non forzare né la magia né la rivelazione.

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        Prima o poi succede a tutti: tuo figlio ti guarda con occhi un po’ diversi dal solito e ti chiede: “Ma Babbo Natale esiste davvero?”. E tu resti lì, sospesa tra la voglia di proteggere ancora un po’ quella magia e la sensazione che stia arrivando una piccola svolta. Non è una tragedia, ma è una soglia emotiva: parla dell’infanzia che cambia passo e anche della nostra nostalgia.

        Il punto di partenza è semplice: credere a Babbo Natale non è tempo perso. Elena Cortinovis, pedagogista e divulgatrice esperta in Disciplina dolce, lo dice chiaramente: “Il pensiero magico è quello che fa vivere il bambino in quel mondo in cui le renne possono volare, in cui i folletti sono magici, in cui le fatine esistono”. Non è ingenuità da sradicare, è una palestra di immaginazione e sicurezza emotiva.

        I dubbi arrivano (di solito) tra i 7 e i 9 anni

        A un certo punto spuntano le domande pratiche: “Come fa a visitare tutte le case in una notte?”, “Perché quello del centro commerciale sembra diverso?”, “Come entra se non abbiamo il camino?”. È il segnale che il pensiero diventa più logico, e i genitori spesso si sentono in trappola: reggere la favola o dire tutto?

        Seguire il bambino, non la tabella delle età
        Per Cortinovis la chiave è ascoltare e restituire la palla: “Chiediamo: Tu cosa ne pensi? Secondo te come fa?”. Niente “prove” costruite ad arte e niente strappi improvvisi. Alcuni bambini sono scettici già a 5 anni, altri a 9 ci credono ancora: non c’è un’età giusta uguale per tutti, c’è il vostro bambino con la sua sensibilità.

        Quando arriva la verità, cambia solo il ruolo

        Prima o poi la scoperta arriva: per maturità, per una frase a scuola, per un dettaglio che non torna. In quel momento si può spiegare che Babbo Natale è una storia che gli adulti raccontano per rendere il Natale speciale e che la magia non era nel personaggio, ma nell’amore e nella cura con cui si prepara quel giorno. E che, crescendo, si può diventare “custodi” di quella magia per i più piccoli.

        E la nostalgia? Spesso è anche nostra

        Cortinovis lo sottolinea: “In questo caso in realtà il problema è anche nostro”. Finché ci credono, restano piccoli. Quando smettono, siamo noi a dover accettare che lo sguardo cambia. Ma il Natale non sparisce: si trasforma, diventa più consapevole, magari più complice. E la domanda “esiste?” lascia spazio a un’altra, più interessante: come vogliamo raccontarlo, quest’anno?

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          Animali

          Natale coi fiocchi… e con occhio ai nostri pelosetti! Le accortezze da tenere presente per fare felici anche loro

          Luci scintillanti, pacchetti colorati e tanto buon cibo. Il Natale è magico per tutti, ma attenzione ai nostri amici a quattro zampe!

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            Il Natale è uno dei periodi più belli più belli dell’anno, ma per i nostri amici pelosetti può nascondere qualche insidia. Tra alberi di Natale, luci scintillanti e tavole imbandite, i nostri cani e gatti potrebbero trovarsi in situazioni un po’… pericolose! Ma niente paura, con qualche accortezza possiamo trasformare le feste in un momento di gioia anche per loro.

            L’albero di Natale: un’attrazione irresistibile

            L’albero di Natale è il simbolo delle feste, ma per i nostri amici a quattro zampe può rappresentare una vera e propria giungla da esplorare. In queste settimane sui social si sprecano i meme e i brevi video in cui cani e gatti di tutto il mondo sono alle prese con l’albero di Natale e le loro decorazioni. Per chi guarda il divertimento è assicurato un po’ meno per i loro proprietari. Bisogna fare molta attenzione alle palline di vetro. Per i nostri pelosetti sono dei giocattoli irresistibili, ma se si rompono possono causare ferite. Attenti anche all’ingestione di aghi che possono provocare problemi gastrointestinali. E naturalmente è sempre meglio ribadire che la dimensione dell’albero e la sua stabilità contano parecchio. Un albero non ben fissato potrebbe diventare un pericoloso ostacolo, soprattutto per i gatti arrampicatori.

            E quindi che fare?

            Si consiglia di utilizzare decorazioni infrangibili. Scegliere palline e addobbi in plastica o materiale atossico. Assicurarsi che l’albero sia ben ancorato al pavimento o al muro e, se possibile, conviene posizionare l’albero in una zona non accessibile agli animali.
            Un altro elemento di cui tenere conto sono le luci e i cavi natalizi. Le luci scintillanti costituiscono una tentazione troppo grande un vero e proprio richiamo per i nostri amici curiosi. Mordicchiarli può provocare scosse elettriche o ustioni. Per ovviare a questo problema è consigliabile nascondere i cavi sotto tappeti o utilizzare guaine protettive. Inoltre meglio posiziona le luci in alto, fuori dalla portata degli animali.

            Le piante natalizie: attenzione al veleno!

            Sia la Stella di Natale che il vischio, l’agrifoglio sono tutte piante bellissime, ma molto tossiche per i nostri amici a quattro zampe. La soluzione farà storcere il naso a molti: utilizzate piante finte. Sono un’alternativa sicura e altrettanto bella. E se proprio non volete circondarvi di plastica almeno posizionate le piante vere in luoghi fuori dalla portata degli animali.

            Il cibo: un pericolo nascosto

            Le tavole imbandite di Natale sono piene di leccornie, ma molte di queste sono dannose per i nostri amici a quattro zampe ad iniziare dal cioccolato che contiene teobromina, tossica per cani e gatti. Non parliamo di uvetta e uva che possono causare insufficienza renale, o delle ossa rotte che possono scheggiarsi e, se ingerite, provocare ferite interne. Durante le feste ma in generale è meglio evitare di dare cibo agli animali senza il consenso del veterinario. E se per la cena della vigilia e il pranzo di Natale non volete rompimenti la soluzione definitiva è quella di mettere il vostro animale domestico in un’altra stanza. Per una volta che sarà mai…!

            Stress e rumori: un mix esplosivo per i nostri pelosetti

            Le feste natalizie sono piene di ospiti, rumori e cambiamenti nella routine quotidiana. Tutto questo può stressare i nostri animali. Tutto l’anno. Bisognerebbe crea un angolo tranquillo dove il vostro animale possa rifugiarsi e soprattutto cercare di mantenere una routine il più possibile regolare.


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              Cucina

              Tronchetto di Natale: la ricetta del dolce simbolo delle feste

              Dalla storia del “bûche de Noël” alla preparazione passo dopo passo: ingredienti, consigli e procedimento per portare in tavola un dessert scenografico e irresistibile.

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              Tronchetto di Natale

                Il tronchetto di Natale, conosciuto anche come bûche de Noël, è uno dei dolci più iconici delle festività. Nato in Francia alla fine dell’Ottocento, prende ispirazione da un’antica usanza contadina: bruciare un grande ceppo di legno nel camino come augurio di prosperità per il nuovo anno. Con il tempo, quel simbolo si è trasformato in un dessert che richiama la forma del tronco, decorato per ricordare la corteccia e i nodi del legno.

                Oggi il tronchetto è preparato in moltissime varianti, ma la versione più diffusa resta quella a base di pan di Spagna arrotolato e farcito con crema al cioccolato, perfetta per concludere il pranzo di Natale con un tocco scenografico.

                Ingredienti (per 8-10 persone)

                Per il pan di Spagna:

                • 4 uova medie
                • 120 g di zucchero
                • 100 g di farina 00
                • 20 g di cacao amaro in polvere
                • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia

                Per la farcitura e la copertura:

                • 250 ml di panna fresca da montare
                • 200 g di cioccolato fondente
                • 30 g di burro

                Per decorare (facoltativo):

                • zucchero a velo
                • ribes, mirtilli o decorazioni natalizie in zucchero

                Procedimento

                Per prima cosa si prepara il pan di Spagna. Montate le uova con lo zucchero utilizzando le fruste elettriche fino a ottenere un composto chiaro, gonfio e spumoso. Aggiungete la vaniglia, poi incorporate delicatamente la farina setacciata insieme al cacao, mescolando dal basso verso l’alto per non smontare l’impasto.

                Versate il composto su una teglia rettangolare rivestita di carta forno, livellandolo con una spatola. Cuocete in forno statico preriscaldato a 180 °C per circa 10-12 minuti. Una volta cotto, sfornate il pan di Spagna e rovesciatelo ancora caldo su un canovaccio leggermente umido. Arrotolatelo delicatamente su se stesso e lasciatelo raffreddare: questo passaggio eviterà che si rompa in seguito.

                Nel frattempo preparate la crema al cioccolato. Sciogliete il cioccolato fondente a bagnomaria o nel microonde, poi unite il burro e mescolate fino a ottenere una crema liscia. Montate la panna ben fredda e incorporatene una parte al cioccolato per ottenere una farcitura morbida.

                Srotolate il pan di Spagna, farcitelo con la crema e arrotolatelo nuovamente con attenzione. Rivestite l’esterno con la crema rimasta, creando delle striature con una forchetta per simulare la corteccia del legno.

                Il tocco finale

                Trasferite il tronchetto su un piatto da portata e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un’ora. Prima di servire, spolverizzate con zucchero a velo per un effetto “neve” e decorate a piacere.

                Il risultato è un dolce elegante ma accessibile, capace di unire tradizione, gusto e atmosfera natalizia. Un classico che, ogni anno, riesce a mettere d’accordo tutti, grandi e piccoli, attorno alla tavola delle feste.

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