Lifestyle
Single e senza paura: come affrontare la solitudine e riscoprirsi dopo una rottura
Essere di nuovo soli dopo una relazione può far paura. Non solo per il cuore infranto, ma per tutte le piccole e grandi sfide che la vita da single comporta: la paura di non trovare più l’amore, di mangiare da soli, di ricominciare da capo.
Quando una storia finisce, il silenzio che segue può far più rumore delle parole non dette. Si resta soli, circondati dai propri pensieri, e spesso la sensazione dominante è la paura: paura del vuoto, di non essere più desiderati, di dover affrontare la quotidianità senza l’altro. A volte la più banale – come entrare da soli in un ristorante – nasconde la più profonda: la paura di restare soli per sempre. Un timore così diffuso da avere anche un nome: anuptafobia, ovvero la paura patologica di non riuscire mai più a trovare un partner.
Anuptafobia: la paura di non essere più amati
Nella società contemporanea, dove la coppia è spesso sinonimo di “completezza”, essere single viene ancora visto come una condizione da giustificare. Eppure, psicologi e terapeuti ricordano che la paura di restare soli nasce più dal giudizio sociale che da un reale disagio personale.
«Molte persone associano l’amore a un bisogno di sicurezza e validazione – spiega la psicoterapeuta Valentina M. (fonte: Società Italiana di Terapia Cognitivo-Comportamentale) – ma imparare a stare soli è una forma di autonomia emotiva, non una condanna».
Per affrontare questa paura, il primo passo è non giudicarsi. Accettare che si possa avere paura è già un modo per disinnescare l’ansia. E circondarsi di persone autentiche, che non alimentano il pregiudizio ma supportano, è un aiuto fondamentale.
Accettare la fine: tra dolore e rinascita
Dopo una rottura, il cervello tende a negare la realtà: “magari tornerà”, “è solo una pausa”. In realtà, accettare che una storia sia davvero finita è uno dei processi più difficili ma anche più liberatori.
Molti, per non soffrire, riempiono le giornate di attività, evitano il contatto con le emozioni o continuano a spiare l’ex sui social. Ma secondo gli esperti, è proprio il dare spazio al dolore che permette di superarlo.
Il consiglio è pratico: interrompere ogni contatto con l’ex, almeno per un periodo, e ricostruire la propria routine. Dormire, mangiare in modo regolare, muoversi, e mantenere le attività quotidiane sono i primi mattoni della ripresa. Poi arriva la fase della cura di sé: riscoprire passioni, frequentare amici, e, poco a poco, lasciare che il tempo faccia il suo corso.
Le piccole paure quotidiane: da soli, ma non soli
Mangiare o andare al cinema da soli è ancora un tabù. L’idea che “gli altri penseranno che sono sola” nasce da una distorsione comune: credere che il giudizio altrui definisca il proprio valore.
Eppure, imparare a fare cose da soli è una delle esperienze più liberatorie. Permette di conoscersi meglio, di ascoltare i propri desideri e, a volte, persino di incontrare nuove persone.
Sedersi a un tavolo da soli, ordinare un piatto che piace, godersi un film: sono piccoli gesti che insegnano autonomia emotiva e sicurezza personale. Un libro o un taccuino possono essere ottimi compagni, ma la vera compagnia è quella che si costruisce con se stessi.
FOSO: la paura di ricominciare
Dopo una separazione, un’altra paura frequente è quella di rimettersi in gioco. Si chiama FOSO (Fear of Starting Over), ed è il timore del cambiamento, dell’incertezza, della possibilità di soffrire di nuovo.
Spesso chi si è abituato alla solitudine teme di perdere il nuovo equilibrio faticosamente conquistato. Ma ricominciare non significa cancellare il passato: significa ripartire da sé, con più consapevolezza e meno illusioni.
La chiave è rispettare i propri tempi, non forzare la mano. Prima si ricostruisce l’autostima, poi si impara a fidarsi. Non serve inseguire un nuovo amore per colmare un vuoto: serve lasciare che arrivi quando si è pronti ad accoglierlo.
La libertà di essere soli e felici
Essere single non è una condizione da temere, ma un’occasione per riscoprire se stessi. Significa imparare a convivere con il silenzio, a riconoscere le proprie paure e a trasformarle in forza.
Come scriveva Rainer Maria Rilke, “l’amore consiste in questo: due solitudini che si proteggono, si toccano e si accolgono”.
Prima di amare un’altra persona, forse, è necessario imparare ad amare la propria solitudine.
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Arte e mostre
I presepi più belli d’Italia: viaggio tra le meraviglie della tradizione
Dal Presepe di Manarola al celebre San Gregorio Armeno, dalla Natività dei Frati Cappuccini di Genova ai borghi che si trasformano in palcoscenici a cielo aperto: una guida per scoprire le tappe imperdibili.
Ogni anno, con l’arrivo di dicembre, l’Italia riscopre una delle sue tradizioni più radicate: il presepe. Nato in area mediterranea e codificato nel Medioevo, il presepio si è evoluto in forme diversissime a seconda delle regioni, dando vita a opere artistiche, allestimenti monumentali e vere e proprie scenografie urbane. Ecco una selezione dei presepi più suggestivi che vale la pena visitare.
San Gregorio Armeno, Napoli: la capitale del presepe
Nel cuore di Napoli, la strada dei presepi per eccellenza è un simbolo internazionale dell’artigianato partenopeo. A San Gregorio Armeno si producono pastori e miniature tutto l’anno, con botteghe che tramandano tecniche secolari. Qui convivono statuine della Natività, figure popolari e personaggi contemporanei: un incontro unico tra devozione e creatività.
Il Presepe di Manarola, Liguria: la Natività più grande del mondo
Sulle colline delle Cinque Terre, Manarola ospita un presepe luminoso di dimensioni record. Ideato negli anni Settanta da Mario Andreoli, l’allestimento utilizza migliaia di lampadine e sagome ricavate da materiali riciclati. Ogni dicembre la collina soprastante il borgo si trasforma in un’immensa scenografia visibile anche dal mare, oggi completamente alimentata da energia rinnovabile.
Greccio, Lazio: dove tutto ebbe inizio
Secondo la tradizione francescana, fu a Greccio che nel 1223 San Francesco realizzò il primo presepe vivente della storia. Il santuario che domina il paese offre un percorso museale dedicato alla Natività e ogni anno vengono proposte rievocazioni che riportano l’atmosfera del Medioevo. Una tappa fondamentale per chi vuole riscoprire le origini del presepe.
Il Presepe dei Cappuccini, Genova: un capolavoro di scuola ligure
Nel Museo dei Beni Culturali Cappuccini si trova una delle collezioni presepiali più raffinate d’Italia. Le statue lignee policrome del Settecento, opera di maestri come Anton Maria Maragliano, sono esposte in scenografie che ricostruiscono ambienti quotidiani e paesaggi pastorali. Un esempio magistrale della tradizione artistica ligure.
Città dei Presepi: le mostre e i borghi che si trasformano
Molti centri italiani dedicano interi quartieri alla Natività. A Verona, ad esempio, la grande mostra internazionale nella suggestiva cornice dell’Arena raccoglie presepi provenienti da tutto il mondo. In Umbria, Gubbio propone un presepe meccanico ospitato all’interno della chiesa di San Francesco della Pace, mentre a Matera le rappresentazioni viventi sfruttano l’unicità dei Sassi per creare ambientazioni naturali di grande impatto visivo.
Ceramica e tradizione: il presepe di Deruta
Nel borgo umbro celebre per le sue ceramiche artistiche, ogni anno viene allestito un presepe monumentale con figure in terracotta dipinte a mano secondo la tradizione locale. Un esempio di come l’artigianato regionale possa dare nuova vita alla narrazione sacra.
In Italia il presepe non è soltanto un simbolo religioso: è un linguaggio culturale che varia di regione in regione, un racconto condiviso che ogni anno si arricchisce di nuove interpretazioni. Che si tratti di un borgo intero trasformato in palcoscenico o di un’opera custodita in un museo, visitare questi luoghi significa entrare nel cuore della tradizione natalizia.
Tempo libero ed interessi
Fortnite Mezz’Inverno 2025: regali giornalieri e nuove regole, ecco cosa cambia davvero
Addio accumulo dei regali non riscattati: il Mezz’Inverno 2025 premia la fedeltà quotidiana. Una scelta che divide la community, tra entusiasmo e timori di restare a mani vuote.
l Mezz’Inverno di Fortnite è ufficialmente tornato anche nel 2025 e, come da tradizione, accompagna le festività con una pioggia di ricompense gratuite. L’evento stagionale ideato da Epic Games resta uno dei momenti più attesi dell’anno dai giocatori, grazie alla possibilità di ottenere cosmetici esclusivi, oggetti a tema natalizio e persino due skin senza spendere V-Buck. Quest’anno, però, qualcosa è cambiato in modo significativo.
La novità principale riguarda il sistema di distribuzione dei doni. Negli anni passati, infatti, i giocatori potevano aprire un regalo al giorno ma, in caso di accessi saltati, i pacchetti si accumulavano. Bastava collegarsi anche a ridosso della fine dell’evento per recuperare tutto ciò che non era stato riscattato. Una formula flessibile, pensata per non penalizzare chi, durante le feste, si allontanava dalla console o dal PC.
Nel Mezz’Inverno 2025 questo meccanismo è stato rivisto. Epic Games ha introdotto una regola più rigida: per poter scartare i regali è necessario effettuare l’accesso giornaliero. Saltare un login significa, potenzialmente, rinunciare a una ricompensa. Una scelta che punta a incentivare la presenza costante, ma che ha già acceso il dibattito tra i fan.
C’è però una precisazione importante: il numero totale dei doni disponibili è inferiore ai giorni complessivi dell’evento. Questo significa che, con un minimo di attenzione, è ancora possibile ottenere tutte le ricompense anche mancando uno o due accessi. Resta comunque un cambiamento di filosofia che segna una distanza netta rispetto alle edizioni precedenti.
Dal punto di vista dei contenuti, l’evento mantiene la sua anima festiva: ambientazioni innevate, missioni a tempo e oggetti cosmetici a tema continuano a rappresentare il cuore dell’esperienza. Le skin gratuite restano uno dei premi più ambiti, soprattutto per i giocatori più giovani o per chi preferisce non effettuare acquisti in-game.
Per chi è in viaggio o lontano da casa durante le vacanze, Epic Games offre comunque alcune soluzioni. Fortnite è infatti accessibile anche tramite servizi di cloud gaming come Amazon Luna, Xbox Cloud Gaming e NVIDIA GeForce Now, oltre alle versioni mobile su Android e iOS. Un’opzione che consente di non interrompere la serie di accessi quotidiani e di non perdere le ricompense.
Il Mezz’Inverno 2025 conferma così la volontà di Epic Games di sperimentare nuove strategie di coinvolgimento. Un evento che continua a regalare contenuti gratuiti, ma che chiede ai giocatori una maggiore continuità. Tra entusiasmo e qualche polemica, una cosa è certa: anche quest’anno Fortnite vuole essere protagonista delle feste.
Cucina
Cannavacciuolo: feste da re a Villa Crespi… con un conto da capogiro!
Lo chef stellato propone un menù natalizio da sogno, ma il prezzo fa discutere. Scopriamo insieme cosa si nasconde dietro le 10 portate e quanto costa cenare da Cannavacciuolo.
Antonino Cannavacciuolo, lo chef stellato più amato d’Italia, ci invita a trascorrere un Capodanno indimenticabile a Villa Crespi, il suo regno sul Lago d’Orta. Ma quanto siamo disposti a spendere per un’esperienza culinaria così esclusiva?
Un menù da sogno, un prezzo da capogiro
Il cenone di Capodanno proposto dallo chef stellato è un vero e proprio viaggio gastronomico attraverso i sapori più raffinati. Un percorso culinario di dieci portate, che spazia dai frutti di mare più pregiati alle carni più tenere, il tutto rivisitato con la maestria di Cannavacciuolo. Ma il prezzo da pagare per questa esperienza è tutt’altro che popolare: ben 550 euro a persona, bevande escluse.
Cosa si nasconde dietro il prezzo di Cannavacciuolo?
Dietro questo costo elevato si celano diversi fattori. Dalla materia prima di altissima qualità. Cannavacciuolo si sa seleziona solo i migliori ingredienti, spesso a chilometro zero o provenienti da piccoli produttori locali. A questo aggiungiamo la ricerca e sperimentazione. Lo sappiamo lo chef è costantemente alla ricerca di nuove combinazioni di sapori e presentazioni, investendo tempo e risorse nella creazione di piatti unici. E vuoi non tenere conto della location?
Villa Crespi è un luogo magico, con una vista mozzafiato sul lago d’Orta e un’atmosfera elegante e raffinata. Un luogo dove il servizio è impeccabile. Il personale di sala è altamente qualificato e attento a ogni dettaglio, garantendo un’esperienza indimenticabile.
Quindi un’esperienza per pochi? Niente affatto…
Nonostante il prezzo elevato, le prenotazioni per il cenone di Capodanno a Villa Crespi vanno a ruba. Sono molti gli appassionati di alta cucina disposti a spendere una cifra importante per assaporare le creazioni di Cannavacciuolo in un ambiente così suggestivo. Il menù di Cannavacciuolo solleva un interessante dibattito sul valore del cibo e sull’esperienza gastronomica. Siamo disposti a pagare cifre così elevate per un pasto? E cosa ci aspettiamo in cambio?
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