Connect with us

Storie vere

Dipendenti pagati per andare in palestra: l’innovazione del Bar Pierino’s

Christian Gallonetto, titolare del bar Pierino’s a Villa Resi, paga i dipendenti per allenarsi in palestra durante l’orario di lavoro, migliorando il benessere e l’umore del personale. Un benefit che si aggiunge a stipendi sopra la media e bonus per i non fumatori.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Mens sana in corpore sano. Anche quando si lavora. Christian Gallonetto, titolare del bar Pierino’s a Villa Resi, vicino a Bressanone, ha trovato un modo originale per motivare il suo staff: pagare i dipendenti per andare in palestra. Questa iniziativa permette ai collaboratori di dedicare tre ore settimanali, retribuite, all’attività fisica nella palestra adiacente al bar, completa di attrezzi per un allenamento full-body. Lo stipendio offerto, comprensivo delle ore di palestra, è di 2.200 euro netti, con straordinari pagati a parte.

    La filosofia dietro l’idea

    Christian ha notato che i dipendenti cercano più i benefit extra che il lavoro stesso. “Le persone cercano prima i benefit e poi si interessano al lavoro vero e proprio,” ha spiegato. Per lui, lo sport è un escamotage perfetto per migliorare l’umore e la produttività. “Un corpo sano lavora meglio in simbiosi con la mente, allontana lo stress e i problemi, aumentando la redditività lavorativa,” ha dichiarato.

    Accoglienza entusiasta e ulteriori benefit

    I dipendenti hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa, riducendo le ore dietro il bancone a 37 ma venendo pagati per 40 ore. Alcuni hanno persino confessato di aver risposto all’annuncio proprio per questo benefit. Christian ha anche introdotto un bonus mensile di 50 euro per i fumatori che rinunciano alla pausa sigaretta durante l’orario di lavoro e per chi non fuma affatto. Questo incentivo mira a promuovere la salute e migliorare l’atmosfera tra colleghi e clienti.

    Inoltre, Gallonetto, da buon salutista e vegano, promuove un’alimentazione sana con opzioni vegane nel menu del bar. “Fa bene al fisico, alla mente, all’umore e all’ambiente. Senza estremismi, vorrei promuovere un’alimentazione vegetale,” ha affermato. Sogna anche di premiare, in futuro, chi usa mezzi ecologici per venire al lavoro, che sia in bici, con i mezzi pubblici o a piedi. Insomma, un vero eco-friend determinato a migliorare il benessere dei suoi dipendenti e l’impatto ambientale della sua attività.

    Un esempio di innovazione

    Christian Gallonetto si dimostra un imprenditore innovativo, capace di cogliere le esigenze dei lavoratori moderni e di rispondere con iniziative che promuovono la salute, il benessere e la sostenibilità. In un periodo in cui trovare personale competente è sempre più difficile, il Bar Pierino’s rappresenta un esempio virtuoso di come i benefit aziendali possano fare la differenza nel motivare e fidelizzare i dipendenti.

      Storie vere

      Cacciatori di bulli sui social: battaglia senza tregua

      Il fenomeno del bullismo, una piaga che affligge sempre più giovani, trova una risposta inaspettata e coraggiosa nel mondo dei social network.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

        Sono circa una ventina. Sono tutti volontari. E fanno parte del Centro Nazionale contro il Bullismo – Bulli Stop un gruppo di “cacciatori di bulli” sui social. I loro principale strumento investigativo è Instagram. E navigando su questo social media che riescono a scovare e denunciare i responsabili di episodi di bullismo. Ogni giorno Bulli Stop riceve video anonimi che mostrano atti di violenza tra ragazzi e, grazie alla collaborazione dei follower, riesce spesso a identificare gli aggressori, con tanto di nome, cognome e città. Secondo la presidente del Centro, Giovanna Pini, pedagogista con oltre 30 anni di esperienza nel settore, il progetto ha portato alla denuncia di dieci bulli in un anno.

        Ma qualcuno ritiene questo metodo controverso

        Il metodo utilizzato dai volontari è al centro del dibattito. I video diffusi mostrano momentaneamente i volti dei bulli, violando le normative italiane ed europee sulla privacy dei minori. “Sappiamo che è rischioso, ci minacciano spesso e la nostra pagina è stata chiusa temporaneamente alcune volte”, ha dichiarato Pini. “Ma il nostro obiettivo è fermare i bulli e proteggere le vittime”.

        Un metodo non legittimo ma necessario?

        L’avvocato penalista Roberto De Vita ha spiegato che la pubblicazione di video di atti di bullismo con volti visibili non è legittima in Italia. La pubblicazione dei video potrebbe portare a conseguenze gravi per i bulli, incluso il rischio di ritorsioni o autolesionismo. De Vita ha anche lodato l’efficacia della collaborazione tra enti privati e forze dell’ordine adottata negli Stati Uniti, che contribuisce attivamente a contrastare fenomeni simili, come la pedopornografia, attraverso piattaforme di segnalazione online. Un modello che, secondo l’avvocato, si potrebbe esplorare anche in Italia, per garantire un bilanciamento tra privacy e giustizia.

        Collaborazione social per identificare i bulli

        Il Centro si avvale di una rete di follower che condividono i video e aiutano nell’identificazione dei bulli. “Molti ci forniscono informazioni anonime – spiega Pini – riconoscendo i bulli dagli abiti o dalle strade in cui avvengono le aggressioni”. Una volta ottenuti nomi e cognomi, il Centro collabora con la polizia postale e le scuole per procedere con le denunce. “Siamo sempre molto cauti, rimuoviamo i video nel più breve tempo possibile e tuteliamo chi ci fornisce le informazioni”, aggiunge la presidente.

        Storie di bullismo svelate dai video

        Uno dei casi più scioccanti che il Centro ha rivelato è quello di un ragazzino di 13 anni in Lombardia, vittima di quattro bulli che lo hanno spogliato e sputato addosso. La violenza è stata ripresa in un video circolato nelle chat private e successivamente inviato ai volontari del Centro Bulli Stop. “Queste immagini vengono spesso condivise dagli stessi bulli”, racconta Pini, sottolineando come il lavoro del Centro sia fondamentale per identificare sia gli aggressori che le vittime, spesso inconsapevoli delle conseguenze di tali atti.

        Il ruolo dei social e delle vittime

        Anche le vittime di bullismo trovano spesso il coraggio di parlare grazie alla pagina Instagram del Centro. La presidente ha raccontato di come molti giovani, dopo aver visto i video pubblicati, commentino o contattino i volontari per raccontare la propria esperienza. “Molte vittime si fanno avanti dopo aver visto altri ragazzi denunciare le loro storie”, dice Pini, sottolineando l’importanza del supporto emotivo che il Centro fornisce, anche attraverso il coinvolgimento di figure pubbliche come Leo Gassman, che condividono le loro esperienze di vita per ispirare e sostenere i giovani in difficoltà.

        Il caso di Senigallia e la prevenzione dei suicidi

        Una delle tragedie che ha colpito di più l’opinione pubblica è stata quella di Leonardo, un giovane di Senigallia che si è tolto la vita dopo essere stato vittima di bullismo. Il caso ha scosso profondamente il Centro e la sua comunità online. “Facciamo tutto il possibile per prevenire tragedie come queste”, ha commentato Pini. “Andiamo nelle scuole, organizziamo dibattiti, ma a volte non basta. C’è tanta rabbia perché quel ragazzo aveva già parlato con la sua famiglia, ma è rimasto solo”.

        Bullismo internazionale: un fenomeno globale

        Il fenomeno del bullismo non è confinato all’Italia. In paesi come gli Stati Uniti, il bullismo online e fisico ha raggiunto proporzioni preoccupanti, tanto da spingere molte scuole a adottare misure drastiche. In una scuola del Texas, ad esempio, un video di un’aggressione pubblicato sui social ha portato all’arresto immediato dei colpevoli e ha sollevato un acceso dibattito sul ruolo delle piattaforme digitali nella diffusione e gestione di tali contenuti. Anche in Francia, i social sono diventati uno strumento fondamentale per denunciare il bullismo, ma al contempo sono fonte di grande preoccupazione per gli effetti a lungo termine sulla salute mentale dei giovani.

        La necessità di una nuova legislazione

        I casi internazionali dimostrano che, nonostante i rischi legali, la diffusione di video sui social può avere un impatto concreto nella lotta al bullismo. Tuttavia, è necessaria una riflessione più profonda su come le leggi possano essere adattate per garantire che i diritti alla privacy e alla protezione dei minori vengano rispettati, senza sacrificare la possibilità di agire tempestivamente contro episodi di violenza giovanile. Una maggiore collaborazione tra enti privati, social network e forze dell’ordine potrebbe essere la chiave per contrastare efficacemente il bullismo e proteggere sia le vittime che gli aggressori dagli effetti devastanti delle loro azioni.

          Continua a leggere

          Storie vere

          Rapito a sei anni, ritrovato a 79: il mistero di Luis Armando Albino

          Il mistero di Luis Armando Albino rapito da una donna quando aveva soltanto 6 anni e rintracciato 73 anni dopo grazie alle ricerche di una nipote.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

            A West Oakland in California dopo molti decenni dai fatti accaduti hanno deciso di risolvere il mistero di un bambino rapito quando aveva sei anni e ricomparso all’età di 79 anni.

            Mai accettare caramelle da una sconosciuta

            Una storia che sembra uscita fresca, fresca da un romanzo di Conan Doyle, con un finale a sorpresa che lascia ancora molti interrogativi da chiarire. Luis Armando Albino, scomparso nel nulla all’età di sei anni mentre giocava in un parco, è stato ritrovato vivo da sua nipote, dopo. La scomparsa risale al 21 febbraio del 1951, quando una donna, con l’inganno di una promessa di caramelle, allontanò il piccolo Luis dal fratello di quattro anni più grande Roger. Da quel giorno le sue tracce si persero per sempre. Almeno così sembrava. La famiglia, devastata dal dolore e incredula dell’accaduto, non si arrese mai, ma le ricerche condotte anche dalla polizia si rivelarono vane.

            La nipote ha investigato sullo zio rapito

            La svolta è arrivata grazie alla tenacia di una nipote di Luis, che non si è mai rassegnata all’idea di non ritrovare lo zio. Attraverso il test del DNA, ricerche online e l’aiuto dell’FBI, la donna è riuscita a tracciare una pista che l’ha condotta fino al ritrovamento di Luis, che vive ormai anziano, sulla costa est degli Stati Uniti: niente di meno che a New York.

            Cresciuto da una coppia

            L’uomo, cresciuto da una coppia che lo aveva accolto come un figlio, ha raccontato di un’infanzia segnata dal mistero e dalle continue domande rimaste senza risposta. Nonostante la gioia del ritrovamento, intorno a questo caso aleggia ancora un’ombra di mistero. Chi era la donna che lo rapì e e perché fece un gesto tanto crudele. Per cattiveria, per gelosia, per vendetta? Oggi dopo i molti decenni trascorsi la polizia di Oakland ha riaperto il caso e l’FBI sta indagando per fare luce su quanto accaduto. Ma il tempo passato e la scomparsa di alcuni testimoni, il fratello Roger è deceduto a causa di un tumore, rendono difficile ricostruire con precisione i fatti. E soprattutto le motivazioni che avevano spinto a un atto del genere.

              Continua a leggere

              Storie vere

              Bella, sexy, 30enne ex OnlyFans… si lamenta di non trovare un partner serio

              A 30 anni è lecito sentirsi già “fuori gioco” dalla vita sentimentale, anche se si è belle ed avvenenti? La storia di una ex content creator per soli uomini lo farebbe pensare… anche se c’è qualcosa che non ci convince appieno.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                La ex creatrice di contenuti per adulti tedesca Dasha Daley si è trasformata in un fenomeno virale dopo la pubblicazione di un video che possiede tutti i presupposti di un vero e proprio sfogo. Raccontando – sembra incredibile – che a causa della sua età (30 anni…) sta avendo difficoltà a trovare un fidanzato.

                Non ho (già più) l’età…

                L’avvenente modella ha spiegato che gli uomini, solitamente, non la prendono sul serio a causa della sua età, aggiungendo che riesce a attirare solo l’attenzione di uomini sposati o di uomini molto giovani, per definizione non orientati a relazioni serie.

                Chi è Dasha

                Il suo non è solo un nome che scivola via facilmente dalla lingua… ma un vero e proprio fenomeno che sta guadagnando popolarità su diverse piattaforme digitali. Influencer? Artista? Guru del benessere? Tutto e niente… magari le varie cose miscelate insieme! Nel tempo Dasha ha saputo costruire un personaggio intrigante, mescolando elementi di moda, fitness e lifestyle con un tocco di humor. Con l’unicità di unire contenuti utili e ispirazionali a una vena di ironia che conquista chi la segue. Dopo aver abbandonato parzialmente la sua attività su OnlyFans, ha cercato e trovato anche un impiego vero e proprio, rivelando che essere solo una creatrice di contenuti per adulti a tempo pieno può trasformarsi in una vita estremamente noisa e solitaria. Che ironia: e noi che pensavamo che con OnlyFans si facessero un sacco di soldi facili, funzionali ad una vita comoda e beata…

                Il segreto del suo successo

                In un mondo dove tutti aspirano alla levigata perfezione, lei ha deciso di fare esattamente l’opposto: essere autentica! La regola d’oro della sua persona, paragonabile a quella di un brand è semplice: “meno filtri, più realtà”. Racconta con spontaneità le sue giornate, dagli allenamenti faticosi alle sue piccole (e grandi) vittorie. Non evitando di condividere anche i suoi fallimenti, spesso accompagnati da commenti spiritosi che fanno sentire i suoi follower parte di una grande community. Non prendendosi mai troppo sul serio, creando in questo modo una connessione diretta e genuina con il pubblico. Ecco perché le persone sono disposte a mettere da parte le influencer che sembrano vivere in mondi di perfezione inarrivabile, e preferiscono Dasha, che sembra più la tua amica di sempre che ti fa ridere.

                Vera e simpatica… ma non basta

                Gli utenti la cercano perché è autentica. In un’epoca in cui la vita sui social sembra essere sempre più artificiale, Dasha porta un soffio d’aria fresca. La sua capacità di condividere momenti reali, belli o brutti che siano, la rende una figura vicina e simpatica. Simbolo della nuova generazione di influencer che punta sulla genuinità, l’umorismo e la vicinanza al proprio pubblico. Una di noi… ma con quel tocco in più che la rende speciale. Peccato che questo sembrerebbe non bastare quando si tratta di trovare un partner serio.

                Disillusione generale

                Molte le follower che commentano, concordando con la disillusione di Daley. “È così vero! Ho 54 anni e vale lo stesso per me e pure per le persone più anziane. Ho perso la speranza,” ha lamentato una. “Non c’è niente di meglio da questo lato della recinzione” ha dichiarato un’altra.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù