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Lifestyle

Glossy, status symbol o specchio dei tempi?

Il gloss per labbra, ormai noto anche come “glasse” o “lip glaze”, sta vivendo un momento di grande popolarità su TikTok in particolare, ed è nata la tendenza del “glass effect”, dove i creator applicano il gloss all’inizio dei loro video per catturare l’attenzione degli spettatori, suscitare interesse e creare fiducia.

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    il lip gloss regna sovrano nel mondo del make-up, soprattutto su TikTok, dove spopola la tendenza a sfoggiare collezioni smisurate e ad ammettere una sorta di “dipendenza” da questo prodotto. In tempi di crisi i lucidalabbra, rispetto ai rossetti, rappresentano un bene di lusso accessibile, che permette di sentirsi parte di un trend e comunicare un’immagine di sé curata senza eccessivi sforzi economici. Mostrare sui social collezioni di lip gloss e confessare la propria passione può essere un modo per sentirsi parte di una community virtuale, cercare approvazione e rafforzare la propria autostima.

    Frasi iconiche sui lip gloss da TikTok, tra ironia e consumismo
    Questi post raccontano con ironia e leggerezza la passione per i lip gloss che sta dilagando tra le nuove generazioni, soprattutto sulla piattaforma.

    “Il mio orgoglio e la mia gioia, la mia collezione di lip gloss”.
    “Non hai mai abbastanza lip gloss”.
    “Non riesco a smettere di comprarli”.
    “Ho più lip gloss che scarpe”.
    “Maturare significa capire che hai bisogno di un solo prodotto per le labbra…. Troppo triste, resto immatura!”.

    Tra collezioni smisurate e riflessioni sul trend, il lip gloss regna incontrastato su TikTok, diventando il protagonista indiscusso del beauty. Non si tratta più solo di semplici recensioni o tutorial, ma di una vera e propria celebrazione di questo prodotto, con collezioni smisurate.

    La dipendenza da lip gloss dichiarata da molte creator su TikTok non è solo un fenomeno passeggero, ma riflette un cambiamento più profondo nelle tendenze del make-up e nel nostro rapporto con la bellezza. Analizzando le parole di Frida Uruci, make-up artist Korff, “Con l’avvento del nuovo millennio, influenzato dall’ascesa dei social media e delle celebrità come Kylie Jenner e Hailey Bieber, la tendenza per labbra più naturali e luminose ha portato alla rinascita del gloss come protagonista del make-up. Il gloss oggi è il prodotto supremo per il trucco labbra, offrendo versatilità, luminosità e un effetto volumizzante attraverso la riflessione della luce”, possiamo individuare alcuni fattori importanti che influencer come Kylie Jenner e Hailey Bieber, che sfoggiano spesso labbra naturali e luminose sui social, ha avuto un impatto significativo sulle tendenze del make-up, riportando in auge il lip gloss.

    La skinification delle labbra
    Il successo del lip gloss non è dovuto solo al ritorno del trend del trucco naturale e luminoso, ma anche all’evoluzione delle sue stesse formule. I lip gloss di oggi non sono più solo prodotti cosmetici che donano brillantezza alle labbra, ma si arricchiscono di ingredienti tipici dei prodotti di cura della pelle, offrendo così un duplice beneficio: bellezza e benessere.

    Ecco alcuni degli ingredienti chiave che possiamo trovare nelle nuove formule dei lip gloss
    Oli naturali: Olio di jojoba, olio di cocco, olio di ricino e altri oli naturali nutrono e idratano le labbra, donandole morbidezza ed elasticità.
    Peptidi: I peptidi stimolano la produzione di collagene, aiutando a rimpolpare le labbra e a ridurre le linee sottili.
    Ceramidi: Le ceramidi rafforzano la barriera cutanea delle labbra, proteggendole da aggressioni esterne come smog, vento e sole.
    Vitamina E: La vitamina E è un potente antiossidante che aiuta a contrastare i radicali liberi e a prevenire l’invecchiamento precoce delle labbra.
    Acido ialuronico: L’acido ialuronico idrata le labbra in profondità e le mantiene morbide ed elastiche.

    Lancôme Lip Idôle Squalane-12 ButterGlow è un inno alla bellezza e alla cura delle labbra
    La scelta di Lancôme di dedicare un pop-up immersivo al lancio del suo nuovo lip gloss Lip Idôle Squalane-12 ButterGlow rappresenta un’ulteriore conferma del successo e del fascino di questo prodotto.
    La formula arricchita con squalano, burri di karitè e di jojoba, garantisce un’idratazione profonda, una nutrizione intensa e una protezione duratura delle labbra. Il lip gloss dona alle labbra un finish luminoso e naturale, perfetto per un look fresco e radioso in ogni occasione. La texture morbida e scorrevole del lip gloss lo rende piacevole da applicare e da indossare, senza appiccicare o creare fastidio. Lip Idôle Squalane-12 ButterGlow è disponibile in un’ampia gamma di colori, per soddisfare ogni gusto ed esigenza. Il packaging lussuoso e curato del lip gloss lo rende un vero e proprio oggetto del desiderio.L’iniziativa del pop-up immersivo a Londra ha permesso a Lancôme di creare un’esperienza unica per le consumatrici, immergendole nel mondo del lusso e della bellezza del brand. Le visitatrici e le influencer hanno potuto provare il lip gloss in tutte le sue varianti, scoprire i segreti della sua

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      Libri

      Selvaggia Lucarelli fulmina Marina Di Guardo con una battuta: “Il suo thriller è avanguardia come le candele di Chiara”

      Selvaggia Lucarelli firma la battuta della settimana commentando Braccata, il thriller di Marina Di Guardo. “È avanguardia quasi quanto le candele di Chiara Ferragni”, scrive la giornalista, mettendo insieme letteratura, imprenditoria influencer e sarcasmo in una frase destinata a diventare virale.

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        C’è chi fa una recensione, chi scrive una nota critica, chi usa cinque righe misurate. E poi c’è Selvaggia Lucarelli, che riesce a condensare tutto in una sola frase. Questa volta nel mirino finisce Braccata, il thriller firmato da Marina Di Guardo, madre di Chiara Ferragni. Il giudizio è racchiuso in una battuta secca, chirurgica e già diventata virale: «È avanguardia quasi quanto le candele di Chiara Ferragni».

        La stilettata che corre sui social
        La frase viaggia tra ironia, sarcasmo e cultura pop, unendo in un lampo il mondo dei libri a quello dell’imprenditoria influencer. L’accostamento tra il thriller e le candele griffate Ferragni è di quelli che restano addosso: non serve aggiungere altro, perché l’immagine è già completa. In poche ore la battuta è rimbalzata ovunque, ripresa da utenti divertiti e commentatori pronti a trasformarla nel meme della settimana.

        Un colpo che incrocia letteratura e Ferragni-mondo
        Colpendo Marina Di Guardo, Selvaggia finisce inevitabilmente per sfiorare anche l’universo parallelo che ruota attorno alla famiglia Ferragni. Il riferimento alle candele, diventate simbolo di un certo modo di intendere il marketing e l’estetica pop, aggiunge alla battuta un secondo livello di lettura: non è solo una stoccata letteraria, ma una freccia che attraversa due mondi.

        Il gusto della provocazione che divide
        Come sempre accade con le sue uscite, il pubblico si spacca. C’è chi applaude all’ironia fulminante, chi la considera eccessiva, chi si limita a ridere per la trovata. Di certo la frase non passa inosservata e finisce per amplificare, invece di spegnerlo, il dibattito attorno al libro e al personaggio.

        Quando una battuta vale più di mille recensioni
        Nel panorama mediatico attuale, una singola frase può pesare più di una pagina di analisi. E la battuta di Selvaggia funziona esattamente così: sintetica, riconoscibile, immediata. Una di quelle che ti rimane in testa e che, nel bene o nel male, dice molto più di quanto sembri.

        Il lato Monty Python della cronaca pop
        Definirla “da Monty Python” non è un’esagerazione. Perché c’è dentro l’assurdo, la sproporzione, l’accostamento improbabile che diventa improvvisamente perfetto. In un attimo, un thriller, una mamma famosa e delle candele finiscono nello stesso universo narrativo. E il pubblico, inevitabilmente, ride.

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          Lifestyle

          Giardini di Natale: come decorare gli spazi esterni in sicurezza

          Illuminazioni, figure luminose e alberi outdoor: l’arte di trasformare il giardino in un angolo natalizio richiede gusto ma anche alcune precauzioni importanti.

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          Giardini di Natale

            Quando arriva dicembre, i giardini si trasformano nei primi ambasciatori dell’atmosfera natalizia. Che si tratti di un piccolo cortile o di un grande prato, decorare gli spazi esterni è un modo per condividere la magia delle feste anche con chi passa davanti alla nostra casa. Ma, oltre all’estetica, è fondamentale considerare la sicurezza: pioggia, vento e umidità richiedono scelte consapevoli.

            Scegliere le luci giuste per l’esterno

            Il primo passo riguarda le illuminazioni. Per l’outdoor è indispensabile utilizzare luci certificate per esterni, dotate di grado di protezione IP44 o superiore, che garantisce resistenza a spruzzi d’acqua e agenti atmosferici. L’uso di luci da interno all’esterno rappresenta uno dei rischi più frequenti durante le festività.

            Meglio preferire illuminazioni a LED, che consumano meno energia, producono meno calore e hanno una durata più lunga rispetto alle tradizionali lampadine a incandescenza. Inoltre, un trasformatore esterno a bassa tensione offre maggiore sicurezza, soprattutto in giardini frequentati da bambini o animali domestici.

            Figure luminose e decorazioni resistenti

            Babbi Natale arrampicatori, renne luminose, slitte e alberi artificiali per esterno sono ormai un classico dei giardini natalizi. Prima di installarli è importante verificare i materiali: devono essere impermeabili, resistenti al vento e dotati di fissaggi adeguati. Per elementi grandi è consigliabile ancorare le strutture al terreno o al muro per evitare che le raffiche di vento le rovescino.

            Le prolunghe devono essere specifiche per esterni e protette da scatole stagne. Lasciare prese elettriche scoperte in giardino è una delle principali cause di corto circuiti durante il periodo natalizio.

            Valorizzare le piante del giardino

            Il giardino stesso può diventare un elemento decorativo. Siepi, piccoli arbusti e alberi naturali sono perfetti per ospitare catene luminose, purché leggere e non troppo strette, per evitare di danneggiare rami e corteccia. Se si sceglie un abete vero, è bene posizionarlo in un vaso drenato e stabile, lontano da fonti di calore e in un punto non esposto a raffiche troppo forti.

            Le luci solari decorative possono essere un’ottima alternativa per creare percorsi luminosi lungo vialetti e ingressi, riducendo l’uso di cavi e prese.

            Armonia estetica: pochi elementi scelti bene

            Il rischio di “esagerare” è dietro l’angolo. Meglio puntare su un filo conduttore: colori coordinati, un tema specifico (naturale, nordico, tradizionale, fiabesco) o una palette ridotta — per esempio bianco caldo, oro o rosso. Troppe decorazioni diverse rendono lo spazio caotico e meno elegante.

            Le luci a intermittenza forte sono più impattanti, ma possono infastidire vicini e automobilisti. In molti Comuni, inoltre, esistono indicazioni precise per evitare inquinamento luminoso verso la strada.

            Sicurezza prima di tutto

            Oltre a utilizzare prodotti certificati, è fondamentale controllare periodicamente lo stato dei cavi: tagli, abrasioni o isolamenti compromessi richiedono la sostituzione immediata. Non bisogna mai collegare troppe catene luminose alla stessa presa e i timer per l’accensione automatica permettono di evitare consumi inutili.

            Infine, è importante spegnere le illuminazioni in caso di temporali o forte vento.

            Natale a misura di giardino

            Decorare il giardino per Natale è un modo per portare all’esterno lo spirito delle feste, creando un ambiente accogliente e brillante. Bastano poche scelte ben ponderate e qualche precauzione tecnica per ottenere un risultato scenografico, sicuro e duraturo. Tra luci, colori e dettagli luminosi, ogni spazio può trasformarsi in un piccolo angolo incantato — senza perdere di vista la sicurezza.

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              Curiosità

              Pandoro o panettone? La sfida delle feste tra tradizione, gusti e creatività in cucina

              Dalla storia alle varianti gourmet, fino ai consigli degli esperti per scegliere e servirli al meglio: una guida per affrontare il duello più dolce del Natale.

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              Panettone o pandoro?

                Quando il Natale si avvicina, sulle tavole italiane si riaccende un duello che nessuna tregua gastronomica sembra riuscire a spegnere: panettone contro pandoro. Due dolci iconici, diversissimi nella struttura, nelle origini e nella percezione collettiva. Entrambi tutelati dal marchio di “prodotto da forno a lievitazione naturale” secondo un disciplinare del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ma con identità ben distinte.

                Il panettone, nato a Milano tra XV e XVI secolo secondo le versioni più accreditate, è caratterizzato da un impasto lievitato e arricchito con uvetta e canditi, previsti obbligatoriamente dal disciplinare per essere definito tale. Oggi convivono infinite varianti – dal cioccolato alle creme spalmabili, dalla frutta esotica alle versioni senza zuccheri aggiunti – ma l’aroma agrumato della scorza d’arancia rimane la firma più riconoscibile.

                Il pandoro, invece, arriva da Verona e vanta radici ottocentesche. Il suo impasto, morbido e compatto, è ricco di burro e uova e deve la sua soffice fragranza alla lunga lievitazione. Privo di canditi o frutta, è il dolce “neutro” per eccellenza, spesso preferito da chi cerca una dolcezza più semplice. La caratteristica forma a stella a otto punte e lo zucchero a velo – da spargere al momento – ne completano il rito.

                Negli ultimi anni la competizione si è fatta ancora più serrata, complice la crescita dei piccoli laboratori artigianali e delle pasticcerie di alta qualità. Molti consumatori, infatti, cercano prodotti lievitati naturalmente per almeno 24-36 ore, con ingredienti selezionati e senza conservanti aggiunti. Le vendite confermano una tendenza in crescita: secondo i dati dell’Unione Italiana Food, tra panettoni e pandori il mercato supera ogni anno i 100 milioni di pezzi venduti, con il panettone che registra un aumento costante, soprattutto nelle versioni “creative”.

                Ma come scegliere tra i due protagonisti natalizi? Gli esperti suggeriscono di valutare alcune caratteristiche chiave. Nel panettone è fondamentale l’alveolatura dell’impasto: deve essere irregolare e ben sviluppata, indice di una lievitazione corretta. Il profumo deve richiamare burro e agrumi, mentre la cupola deve risultare elastica. Per il pandoro, invece, la qualità si riconosce dalla sofficità: la fetta deve “strappare” con leggerezza e non risultare asciutta. Il colore giallo intenso è un buon indicatore della ricchezza dell’impasto.

                La sfida, però, non si ferma al prodotto: anche il modo in cui vengono serviti cambia il risultato in tavola. Il panettone, ad esempio, dà il meglio di sé se tagliato a spicchi verticali dopo averlo lasciato a temperatura ambiente per almeno un’ora. Il pandoro, invece, può essere porzionato a fette orizzontali per ottenere la classica “stella” che spesso diventa la base per creme al mascarpone, chantilly o gelati.

                Gli abbinamenti sono un altro terreno fertile per la creatività. Il panettone tradizionale si sposa con vini aromatici come Moscato d’Asti o Passito di Pantelleria, mentre le versioni al cioccolato trovano un alleato ideale nei rum o nei distillati morbidi. Il pandoro, più delicato, predilige spumanti dolci e bollicine leggere, ma può diventare sorprendente se accompagnato da creme agrumate che spezzano la sua dolcezza.

                Sul fronte dei consumatori la sfida resta aperta: chi apprezza la complessità del panettone difficilmente rinuncia ai canditi, mentre chi ama le consistenze più soffici dichiara fedeltà assoluta al pandoro. Eppure, nelle cucine di molti italiani cresce una tregua inedita: la convivenza pacifica dei due dolci sulla stessa tavola, spesso affiancati da versioni “limited edition”, glasse artigianali e farciture gourmet.

                Alla fine, forse, il vero vincitore non è l’uno né l’altro, ma la possibilità di trasformare questa rivalità gastronomica in un’occasione per condividere sapori e tradizioni. Perché, sotto l’albero, c’è spazio per tutti: per la cupola profumata del panettone e per la morbida eleganza del pandoro, entrambi ambasciatori di un Natale che, almeno a tavola, riesce sempre a mettere tutti d’accordo.

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