Lifestyle
Spesa alimentare, le strategie per risparmiare nel 2025 senza rinunciare alla qualità
Tra inflazione, rincari energetici e nuove abitudini di consumo, gli italiani cercano soluzioni per alleggerire il carrello della spesa.

Fare la spesa nel 2025 non è più un gesto di routine, ma un vero esercizio di strategia. Secondo i dati ISTAT aggiornati a settembre, i prezzi alimentari sono cresciuti in media del 5% rispetto all’anno precedente, con picchi su frutta, verdura e prodotti da forno. Una tendenza che pesa sulle famiglie, costrette a ripensare le proprie abitudini per mantenere equilibrio tra qualità, convenienza e salute.
Il ritorno ai mercati locali
Un fenomeno evidente è la riscoperta dei mercati rionali e dei piccoli produttori. Comprare frutta e verdura di stagione direttamente dagli agricoltori non solo garantisce freschezza e filiera corta, ma consente spesso di risparmiare rispetto alla grande distribuzione. La stagionalità resta la regola d’oro: le zucchine a gennaio costano fino al 70% in più rispetto all’estate.
Offerte digitali e fidelity card
Le catene della GDO hanno potenziato applicazioni e programmi fedeltà. Attraverso coupon digitali personalizzati e promozioni mirate, si può tagliare il conto anche del 15%. Non a caso, secondo un sondaggio NielsenIQ, il 64% degli italiani utilizza regolarmente app dei supermercati per confrontare prezzi e pianificare gli acquisti.
App antispreco e “seconda vita” del cibo
Un trend in forte crescita è l’uso di piattaforme come Too Good To Go o LastMinuteSottoCasa. Che permettono di acquistare a prezzi scontati prodotti vicini alla scadenza o eccedenze di panifici e ristoranti. Una doppia vittoria: si risparmia e si riducono gli sprechi alimentari.
Gruppi d’acquisto e acquisti collettivi
Sempre più diffusi i GAS (Gruppi di Acquisto Solidale). Che consentono alle famiglie di unirsi per comprare direttamente dai produttori, spuntando prezzi più bassi e sostenendo allo stesso tempo l’economia locale. Alcune realtà si sono spostate online, rendendo più semplice la gestione e la logistica.
Meal planning e cucina domestica
Pianificare i pasti settimanali resta una delle armi più efficaci contro gli sprechi. Preparare a casa pane, sughi o snack riduce i costi e garantisce un maggiore controllo sugli ingredienti. Uno studio Coldiretti evidenzia che cucinare in casa permette di risparmiare in media 1.000 euro l’anno rispetto a pranzi e cene fuori.
Occhio alle etichette e ai formati convenienza
Confrontare il prezzo al chilo o al litro è fondamentale: spesso il “formato famiglia” conviene, ma non sempre, soprattutto se non si riesce a consumarlo in tempo. Attenzione anche ai prodotti “light” o “superfood”, che non di rado costano molto di più senza reali vantaggi nutrizionali.
Energia e cottura intelligente
Infine, anche il modo in cui si cucina incide sul portafoglio. Usare pentole a pressione, sfruttare forni a doppia cottura e preferire piatti unici che richiedono meno energia sono piccoli accorgimenti che, su base annuale, fanno la differenza.
In conclusione, risparmiare sulla spesa nel 2025 non significa rinunciare alla qualità. Significa, piuttosto, tornare a scelte consapevoli: privilegiare la stagionalità, sfruttare il digitale per cogliere le offerte, ridurre gli sprechi e riscoprire il valore della cucina domestica. In questo modo, il carrello può tornare ad essere sostenibile — per il portafoglio, per la salute e per l’ambiente.
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Moda
Moda autunno-inverno 2025/2026: tra rigore e opulenza, il guardaroba degli opposti
Dai tailleur maschili alle eco-pellicce oversize, dai pizzi velati alle frange colorate: le passerelle raccontano una stagione che abbraccia l’eccesso e la contaminazione di stili.

L’autunno-inverno 2025/26 è un gioco di contrasti, un dialogo continuo tra linee severe e dettagli volutamente eccentrici. Le passerelle di New York, Milano e Parigi hanno messo in scena una moda che non teme gli eccessi. Capace di accostare l’aplomb geometrico di un business suit alla morbidezza esuberante di una faux fur a pelo lungo. È il trionfo della contraddizione come cifra stilistica, in una stagione che sembra voler allontanare il concetto di misura per abbracciare quello di sperimentazione.
Non stupisce allora che, come segnala Tag-Walk, i look furry abbiano registrato un incremento del 420% rispetto alle stagioni precedenti. Non più simbolo di status, la pelliccia ecologica si reinventa: corta e giocosa da Miu Miu. Arricchita da spille vintage o portata come stola scomposta, quasi fosse un accessorio ironico che interroga il significato stesso di femminilità.

All’estremo opposto, resiste la purezza di gonne al ginocchio e pencil skirt. Un ritorno che sa di rigore anni quaranta ma anche di bon ton anni sessanta. Stavolta, però, i grandi classici vengono rivisitati: frange oscillanti e tinte vibranti – rispettivamente +224% e +72% sulle passerelle – li trasformano in dichiarazioni di stile dal carattere deciso.

E se il corpo era stato per lungo tempo celato, oggi torna protagonista. La nudità si fa linguaggio, filtrata da veli impalpabili, pizzi, macramè e trasparenze che evocano un erotismo sofisticato, erede delle dive del passato. La lingerie si esibisce en plein jour: bustier, reggiseni sagomati e sottovesti diventano parte integrante del look. In un gioco di seduzione che non ha paura della luce del giorno.

Il colore si impone come ulteriore protagonista. Blocchi decisi e abbinamenti audaci – violetto con senape, rosso con verde acido – rompono gli schemi tradizionali. Una scelta che rimanda al pensiero del direttore creativo Demna, quando ammoniva che “la moda deve essere piena di idee, disordinata e ingarbugliata, piena di errori. Se sta ferma per paura è inutile”.

Anche il tailoring maschile viene estremizzato: giacche e pantaloni oversize. Doppiopetto dalle spalle scultoree e pantaloni ampi che sembrano rubati dal guardaroba maschile diventano simboli di emancipazione femminile. Il tutto condito da un eccesso di stoffa e volumi che esasperano la tradizione sartoriale.

Tra austerità e frivolezza, tra nostalgia rétro e voglia di futuro, la stagione autunno-inverno 2025/26 propone dunque un guardaroba caleidoscopico. Sette le direttrici principali: eco-pellicce, tailoring maschile esasperato, gonne rétro rivisitate, frange colorate, trasparenze sensuali, blocchi cromatici audaci e lingerie a vista.
Un mosaico di tendenze che, più che fornire regole rigide, invita alla libertà espressiva. Perché la moda, quest’anno più che mai, sembra volerci dire che lo stile nasce dal coraggio di giocare con gli opposti.
Società
La guerra non è mai una soluzione: il nostro impegno civile per dire no a violenza e indifferenza
Non restare neutrali di fronte all’orrore: scuole distrutte, bambini sepolti dalle bombe, città ridotte in macerie. Papa Francesco e Papa Leone lo hanno detto: “La guerra è assurda, disarmiamo la Terra”. Il Network LaC sceglie di raccontare e resistere.

Non è uno slogan, è un grido. È la linea di confine che separa l’indifferenza dalla responsabilità, la complicità dal coraggio. Oggi quel confine passa attraverso le macerie di Gaza, attraverso i corpi di migliaia di bambini morti di fame, attraverso le strade sventrate di Kiev, Mariupol, Kharkiv, e attraverso le decine di conflitti che insanguinano il pianeta nell’indifferenza generale.
Ogni giorno assistiamo alle immagini di città ridotte in cenere, scuole, chiese, mense, ospedali sventrati; ogni giorno vediamo piccoli sepolti vivi sotto le case distrutte dalle bombe, mamme disperate che piangono figli e ragazzi con le pentole vuote e senza più lacrime da piangere.
Il Novecento, secolo breve e tragico, è tornato con la stessa ferocia, come se Auschwitz, Srebrenica, Ruanda non ci avessero insegnato nulla.
Per questo il nostro gruppo editoriale ha scelto di non tacere. Non restiamo neutrali di fronte all’orrore, non voltiamo lo sguardo dall’altra parte. Con la campagna “Le nostre scelte di vita definiscono chi siamo” lanciamo un’offensiva civile contro la guerra e contro ogni violenza. Racconteremo, mostreremo, daremo voce a chi soffre. Perché raccontare è resistere.
Papa Francesco e Papa Leone lo hanno ripetuto nettamente: “La guerra è assurda, disarmiamo la Terra.”
La pace non è un’utopia, è un impegno solenne che parte da ciascuno di noi. Ogni parola, ogni gesto, ogni scelta può alimentare odio o generare speranza. È il momento della scelta.
La guerra non è mai una soluzione: è sempre e solo la disfatta dell’uomo, il trionfo della disumanità. Ogni bomba non uccide soltanto vite innocenti, ma brucia il futuro stesso dell’umanità.
Il Network LaC è in prima linea. Perché il silenzio non è neutralità: è complicità. È accettazione del massacro. Noi diciamo no. No alla guerra, no alla violenza, no all’indifferenza. E sì, con forza, alla vita. “Le nostre scelte di vita definiscono chi siamo”.
La Redazione
Società
Mercato del lavoro in Italia: dinamismo aziendale ma insoddisfazione tra i lavoratori, soprattutto giovani
Gli italiani sognano nuovi impieghi. Salari inadeguati, ruoli poco stimolanti e desiderio di crescita tra le cause principali.

L’80% delle aziende italiane è pronto ad assumere, ma gli imprenditori denunciano difficoltà crescenti nel trovare e trattenere talenti. Dall’altro lato, una buona metà dei lavoratori italiani vorrebbe cambiare impiego, spinta da insoddisfazione per stipendi giudicati bassi, poche opportunità di crescita e ruoli percepiti come poco stimolanti. È quanto propone il report Hays Salary Guide 2025, che analizza i principali trend del mercato del lavoro in Italia.
La Generazione Z: voglia di crescita e flessibilità
Tra coloro maggiormente propensi a cambiare lavoro ci sono i giovani della Generazione Z, che cercano posizioni in cui sentirsi valorizzati. Per loro, non basta lo stipendio: pesano soprattutto la qualità del lavoro e il work-life balance. Il lavoro agile è diventato irrinunciabile per questa fascia di età, così come un ambiente stimolante e inclusivo. I giovani in fondo vogliono crescere rapidamente, ricevere formazione continua e partecipare a progetti innovativi. L’attenzione verso le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale generativa, viene vista come un’opportunità fondamentale, ma l’88% dei giovani ritiene che la formazione in questo ambito sia ancora molto carente.
I lavoratori over 50: stabilità e benefit tradizionali
Se i giovani inseguono flessibilità e innovazione, gli over 50 cercano stabilità e mantengono il mito dell’auto aziendale come benefit prioritario. Tuttavia, questa generazione rappresenta una parte cruciale del mercato del lavoro italiano, costituendo il 35% del totale dei lavoratori. Un altro tema emergente riguarda il benessere mentale, sempre più riconosciuto come un fattore strategico per la produttività aziendale, anche se gli interventi concreti restano rari. Il work-life balance è fondamentale: il 45% dei lavoratori ha incontrato difficoltà nel conciliare lavoro e vita familiare.
Retribuzioni inadeguate e scarse prospettive
Nonostante un aumento medio dei salari del 3,7% (con una media di 56.000 euro annui per i colletti bianchi), il 57% dei lavoratori giudica gli stipendi insufficienti rispetto alle responsabilità ricoperte. Inoltre, il 63% non si aspetta incrementi nel corso dell’anno, ritenendo il cambiamento aziendale l’unica soluzione per ottenere retribuzioni più elevate. Secondo Carlos Manuel Soave, managing director di Hays Italia, “La bassa soddisfazione dei lavoratori e la loro propensione a cambiare lavoro indicano la necessità di un ripensamento delle strategie aziendali”. Investire in benefit, formazione continua e progetti stimolanti potrebbe rappresentare la chiave per attrarre e trattenere i talenti, soprattutto tra giovani e donne.
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