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Lifestyle

Tiffany & Co. sfilata di star per la nuova collezione di gioielli

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    Una prestigiosa lista di illustri personaggi provenienti da tutto il mondo si è riunita per celebrare l’incantevole universo della rinomata casa di gioielli Tiffany & Co. L’atteso evento ha svelato la collezione annuale di gioielli, Blue Book 2024: Tiffany Céleste presso The Beverly Estate a Los Angeles. Vediamo i look più notevoli.

    Reese Witherspoon (48) con la figlia Ava Phillippe (24)

    Reese Witherspoon ha optato per uno stile classico, indossando quindi un abito nero senza spalline con un elegante ritaglio sul davanti con i sandali neri a cinturino. Ava Phillippe, figlia di Reese, ha condiviso la serata con la famosa madre, sfoggiando anch’essa un abito senza spalline di colore grigio. Entrambe indossarono i collier cosparsi di piccoli cristalli.

    Emily Blunt (41)

    Indubbiamente Emily Blunt ha mantenuto l’eleganza con un abito midi bianco adornato da paillettes e sottili spalline, facendo risaltare soprattutto la sua audace collana plastron con le grandi pietre azzurre Tiffany & Co.

    Anya Taylor-Joy (28)

    Anya Taylor-Joy, l’attrice di Dune – Parte II, ha catturato l’attenzione con un corsetto di raso senza spalline color cioccolato. Abbinato a un elegante abito con gonna di velluto. Così ha completato il suo look con una collana di rubini e diamanti, orecchini coordinati, un braccialetto e un anello.

    Rosie Huntington-Whiteley (37)

    Rosie Huntington-Whiteley, la celebre modella britannica, ha indossato un paio di raffinati tacchi argentati a cinturino per l’evento serale. In pratica, ha abbinato la sua elegante calzatura a un aderente abito midi bianco con profonda scollatura, arricchito dunque da una collana di diamanti con uno zaffiro a goccia.

    Olivia Wilde (40)

    Invece Olivia Wilde attrice e registra statunitense ha optato per un sofisticato lungo abito nero di velluto con profonda scollatura elegante. Mentre il suo aspetto ha completato un girocollo con acquamarina in tono con i suoi occhi.

    Suki Waterhouse (32)

    E alla fine, Suki Waterhouse, cantante britannica, la neomamma di una figlia in comune con l’attore Robert Pattinson, ha sfoggiato un elegante abito color crema con una grande fibbia argentata, così completando il suo look con un cappotto coordinato. Il suo grazioso collo è decorato da una collana con i eleganti fiori decorati da tante piccole pietre preziosi.

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      Libri

      “Camilleri 100”: l’Italia e il mondo celebrano il maestro di Montalbano con reading, premi, convegni e spettacoli

      Dal documentario a Taormina alla mostra della Società Dante Alighieri, dai reading a Roma ai convegni internazionali fino agli omaggi nei principali Istituti di Cultura nel mondo. Un calendario che intreccia cinema, teatro e letteratura, sostenuto dal Fondo Andrea Camilleri e dalla figlia Andreina.

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        Andrea Camilleri, il narratore che ha reinventato il giallo italiano con il commissario Montalbano, il 6 settembre avrebbe compiuto 100 anni. Per celebrarne il centenario, l’Italia e il mondo hanno messo in campo una fitta agenda di eventi, riuniti sotto l’etichetta “Camilleri 100”, progetto sostenuto dal Fondo Andrea Camilleri e presieduto da sua figlia Andreina. Un festival diffuso, che unisce cinema, teatro, letteratura e memoria civile.

        Si parte dalla Sicilia. A Taormina, il 5 e 6 settembre la Fondazione Taormina Arte ospita il documentario Camilleri 100 di Francesco Zippel per Rai Documentari, proiettato in anteprima al Teatro Greco. Nelle stesse giornate, le sale della città presentano una retrospettiva televisiva con Il commissario Montalbano e Il giovane Montalbano, a ricordare l’impatto popolare delle storie tratte dai suoi libri.

        A Roma, il 6 settembre la Casa del Cinema propone Conversazione su Tiresia, lo spettacolo scritto e interpretato da Camilleri nel 2018 con la regia di Roberto Andò e le musiche di Roberto Fabbriciani, registrato da Stefano Vicario e prodotto da Palomar. La serata sarà introdotta dallo stesso Andò con un backstage inedito. Il 14 settembre l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone ospita l’evento Andrea Camilleri, nascita di una leggenda, con un ciclo di letture dalle prime poesie al primo Montalbano. Sul palco un parterre di attori che furono suoi allievi all’Accademia Silvio d’Amico: Alessandra Acciai, Paolo Briguglia, Tosca D’Aquino, Fabrizio Gifuni, Sabina Guzzanti, Luigi Lo Cascio, Laura Marinoni, Massimo Popolizio, Pino Quartullo, Galatea Ranzi, Alvia Reale, Sergio Rubini e la cantautrice Eleonora Bordonaro.

        Sempre a Roma, il 20 settembre il Teatro Quirino ospita la prima edizione del Premio Andrea Camilleri – Nuovi Narratori, curato dalla nipote Arianna Mortelliti e condotto da Pino Strabioli. L’8 e il 9 ottobre, la sede della Treccani accoglie il convegno internazionale La narrativa di Camilleri, con sessioni dedicate al suo lascito creativo e civile. Dal 22 ottobre al 29 novembre, la Società Dante Alighieri allestisce a Palazzo Firenze la mostra Scene, voci, accenti, scritture: il teatro infinito di Andrea Camilleri, un viaggio nella sua produzione artistica tra letteratura, palcoscenico e televisione.

        Le celebrazioni non si fermano nella Capitale. Ad Ancona, il 22 ottobre il Teatro delle Muse ospita Il birraio di Preston, tratto dall’omonimo romanzo e ridotto per il teatro dallo stesso Camilleri con Giuseppe Dipasquale. Ad Agrigento, dal 23 al 26 ottobre, il Teatro Pirandello sarà sede della tavola rotonda Tra Camilleri e Pirandello – raccontare la Sicilia, organizzata dall’Università di Palermo.

        Non mancano appuntamenti in Puglia: a Bari, il 12 ottobre al Teatro Piccinni e il 13 al Teatro Petruzzelli si terrà l’evento Bentornato a Bari, caro Camilleri. A Roma, infine, da settembre a dicembre il Sistema Biblioteche promuove dieci incontri del ciclo Leggere Camilleri.

        La celebrazione ha anche un respiro internazionale. In collaborazione con il Ministero degli Esteri e la Cooperazione Internazionale, gli Istituti italiani di Cultura di città come New York, Berlino, Madrid, Miami, Pechino, Oslo, Varsavia, Rio de Janeiro, Singapore e molte altre ospiteranno incontri, proiezioni e mostre. Un segnale di come Camilleri sia diventato un ambasciatore della cultura italiana, capace di parlare al mondo con la lingua ironica e visionaria di Vigàta.

        “Camilleri 100” non è solo un omaggio, ma un ponte tra passato e futuro: la prova che la voce del maestro continua a risuonare, tra i libri, i teatri e le piazze.

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          Lifestyle

          Monk Mode, il paradosso dell’era digitale: spegnere lo smartphone solo se ce lo dice un trend

          Il fenomeno promette disciplina, concentrazione e minimalismo, ma rivela una fragilità collettiva: non riusciamo a staccarci dai telefoni senza l’etichetta di un movimento. Il silenzio diventa prodotto, tra retreat, app e candele “focus”.

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            Sveglia presto, niente smartphone a portata di mano, solo disciplina e concentrazione. È la ricetta del Monk Mode, trend nato negli angoli più iperattivi di internet e già diventato fenomeno globale. L’idea è semplice: vivere per un periodo più o meno lungo “come un monaco”, tagliando fuori distrazioni digitali, social e consumi compulsivi di informazioni. In vacanza significa lettura, enigmistica, trekking, silenzi e sguardo fisso sull’orizzonte. Il culmine si raggiunge con un vecchio cellulare anni Novanta, senza schermo a colori né connessione, ma ancora funzionante.

            Il termine attecchisce perché tocca corde profonde: la saturazione di notifiche, l’ansia di non avere mai tempo, la sensazione di vivere in un flusso ininterrotto di messaggi e like. Monk Mode promette un antidoto: minimalismo e performance mentale. Non sorprende che siano soprattutto giovani professionisti e studenti a cercarlo, soffocati da input infiniti e alla ricerca di un discorso interiore.

            Ma il paradosso è evidente: davvero serve un trend per smettere di seguire i trend? La disconnessione diventa “cool” solo con un hashtag. Non riusciamo più a dire “stacco dal telefono” senza che TikTok ci autorizzi, senza che i social celebrino la scelta.

            Non è la prima volta. Prima del Monk Mode c’erano il digital detox, il dopamine fasting, la slow life, i retreat silenziosi venduti come pacchetti vacanza per manager stressati. Tutte varianti dello stesso bisogno: scollegarsi. La ripetizione dei trend, però, rivela la fragilità di fondo: non sappiamo più disconnetterci senza cornici che ci giustifichino.

            C’è poi un nodo sociale. Chi può permettersi settimane di “monastero” virtuale? Non chi fa turni a chiamata, non chi accudisce familiari, non chi vive di consegne. La narrativa della disciplina personale, eticamente legittima, diventa politicamente ambigua se maschera la scarsità di tutele collettive.

            Intanto l’industria del benessere monetizza la quiete: retreat a pagamento, app di meditazione, timer digitali, candele “focus”. Il silenzio diventa abbonamento mensile, prodotto confezionato da un capitalismo che prima crea il problema e poi vende la soluzione. Ed ecco perché abbiamo bisogno di un trend per smettere di seguire i trend.

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              Animali

              La doppia vita di Remy, il gatto randagio diventato mascotte di Harvard tra aule, biblioteche e social

              Con il profilo “Remy the Humanities Cat” e una presenza costante nei corridoi del campus, il soriano arancione unisce studenti e professori. La sua vita tra famiglia e comunità accademica è già leggenda.

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                Nessuno sa dove comparirà. A volte sbuca tra gli scaffali di una biblioteca, altre entra in un’aula nel bel mezzo di una lezione, oppure si accomoda in prima fila nelle foto di matrimonio scattate dentro il campus. È Remy, undici anni, soriano arancione che da oltre un decennio vive in simbiosi con Harvard, al punto da diventare la mascotte non ufficiale dell’università.

                La sua popolarità è tale da meritare un profilo social, Remy the Humanities Cat, curato dal personale del Barker Center, cuore del dipartimento di Storia e Letteratura. L’amministratrice Jessica Shires lo racconta così: «Scopro continuamente che frequenta anche la facoltà di Giurisprudenza, i laboratori Stem e persino il museo. Negli anni è diventato un gatto interdisciplinare».

                La sua “doppia vita” è ormai un rito accademico. Nato come randagio, trovato nel 2014 dietro un cassonetto a Medfield con la madre e i fratelli, fu adottato da Sarah Watton insieme al fratello Gus. Ma già da cucciolo mostrava un carattere indomabile: fuggiva di casa, ignorava guinzagli e barriere, esplorando senza sosta anche nel gelo invernale.

                Le sue avventure sono leggendarie. Un uomo lo raccolse per strada e lo regalò alla fidanzata: tornò a casa grazie al microchip. Un’altra volta sparì per un mese, “adottato” come mascotte da un’azienda locale. In entrambi i casi, la sua vocazione comunitaria ebbe la meglio. «È il nostro gatto, ma appartiene anche a tutta Harvard. Non era una scelta nostra, era la sua», racconta Sarah con ironia.

                Neppure la pandemia lo ha fermato. Con gli edifici chiusi, Remy soffriva l’assenza di quella comunità che aveva trasformato nel suo regno. Oggi è di nuovo protagonista: entra nei dormitori, sbuca tra i corridoi, si lascia trasportare nelle borse degli studenti o nei cestini delle biciclette.

                I figli di Sarah si divertono a immaginare quale facoltà sceglierebbe se fosse studente: «Antropologia, perché è curioso degli esseri umani», dice Jack. «No, teatro, perché è nato per la scena», ribatte Will. In realtà non ha bisogno di lauree: il suo carisma è il suo titolo, e la sua doppia vita – metà domestico, metà accademico – è già leggenda nei corridoi di Harvard.

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