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Assegnate le “bandiere verdi” di Legambiente: la montagna che resiste senza compromessi

Diciannove luoghi premiati per il loro impegno nel turismo sostenibile, nella tutela delle tradizioni agro-silvo-pastorali e nei progetti culturali. Un riconoscimento a chi sceglie di preservare le terre alte, contrastando lo spopolamento e puntando sulla valorizzazione autentica del territorio.

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    Ogni anno Legambiente premia con le Bandiere Verdi quei luoghi montani che si distinguono per la loro capacità di preservare l’ambiente e promuovere uno sviluppo sostenibile. Nel 2025, sono 19 le località e le realtà premiate. Distribuite lungo l’arco alpino, ciascuna località ha una sua unicità che la rende un esempio virtuoso di tutela e valorizzazione delle terre alte.

    Le mete premiate per il turismo sostenibile

    L’idea di montagna come luna park con strutture invasive e impianti turistici eccessivi viene rifiutata a favore di un turismo dolce, che rispetti il territorio e ne esalti la bellezza autentica. In questa categoria rientra il Rifugio Alpino Vallorch, gestito dall’associazione “Lupi, Gufi e Civette“. Il rifugio si distingue per il suo ruolo nella educazione ambientale nel Cansiglio (Belluno). Promuove la conoscenza della foresta e offre attività eco-compatibili, creando un legame diretto tra visitatori e natura.

    Rispetto, innovazione e amore per la natura

    Un altro riconoscimento di Legambiente è stato assegnato al Consorzio Turistico del Pinerolese, in Piemonte. Il consorzio ha sviluppato un’efficace rete tra operatori pubblici e privati per valorizzare il territorio e la sua identità alpina. Inoltre ha favorito un turismo basato sull’esperienza e sulla scoperta consapevole. In Liguria, Legambiente ha premiato il Parco Naturale Regionale del Beigua per la sua gestione innovativa del territorio. Inoltre per il suo impegno a promuovere un turismo sostenibile, con percorsi immersi nella natura che valorizzano gli ecosistemi senza comprometterli.

    Tra eventi culturali ed itinerari storici

    La Val Tramontina, in Friuli Venezia Giulia, è stata premiata grazie all’associazione Oplon. Nata nel 2023 l’associazione è guidata da un gruppo di giovani, che lavora alla rivitalizzazione della zona attraverso eventi culturali. Come per esempio il Threesound Fest e il progetto di recupero di Casa Abis. Si tratta di un edificio storico riportato a nuova vita per ospitare attività comunitarie. La sottosezione del CAI Valle di Scalve, in Lombardia, ha ricevuto il riconoscimento di Legambiente per la creazione della Via Decia. Si tratta di un cammino attraverso i boschi di ferro delle Alpi Lombarde, che recupera un itinerario storico legato all’estrazione mineraria.

    Agricoltura e pastorizia: la montagna che mantiene le sue tradizioni

    La montagna non è solo turismo, ma anche attività agro-silvo-pastorali che da secoli ne caratterizzano l’economia e la cultura. Per questo Legambiente ha premiato realtà che mantengono vive le pratiche tradizionali. Come nel caso dell’azienda agricola Raetia Biodiversità Alpine di Patrizio Mazzucchelli. L’azienda in provincia di Sondrio è stata premiata per la sua ricerca di varietà tradizionali a rischio di estinzione, contribuendo a preservare la diversità agricola locale. La pastora e scrittrice Marzia Verona, in Valle d’Aosta, ha ricevuto il riconoscimento per la sua attività in quota. Per il valore dell’allevamento tradizionale e delle storie di chi resiste alle difficoltà dell’ambiente montano. Nella Val Varaita, in Piemonte, la Comunità CRESCO è stata premiata da Legambiente per la sua capacità di promuovere un’agricoltura sostenibile e multifunzionale. E per il forte legame con la comunità locale e il territorio.

    Tutela dei boschi e gestione del territorio

    L’organizzazione AsFo “La Serra”, in provincia di Torino, è stata riconosciuta per il suo lavoro nella tutela dei boschi e della gestione sostenibile del territorio. Inoltre per il contrasto all’abbandono delle pratiche tradizionali e la frammentazione fondiaria che minaccia il paesaggio. In Trentino, l’A.S.U.C. di Sopramonte, Baselga del Bondone e Vigolo Baselga ha ricevuto il riconoscimento di Legambiente per la gestione attenta di boschi, pascoli e prati aridi, preservando l’equilibrio ambientale della zona.

    Legambiente premia i progetti socioculturali che valorizzano la montagna

    Oltre alla tutela ambientale, è fondamentale mantenere vivo il tessuto sociale delle comunità montane, spesso minacciate dallo spopolamento e dalla perdita di identità. La Cooperativa di Comunità VISO A VISO, a Ostana, ha dimostrato come sia possibile rigenerare un borgo attraverso servizi dedicati al benessere, alla cultura e al turismo sostenibile. E inoltre facendo rinascere un paese che rischiava di diventare un borgo fantasma. In Val Gardena, l’organizzazione NOSC CUNFIN ha ottenuto il riconoscimento per la difesa dei Piani di Cunfin e della Città dei Sassi. L’organizzazione di batte contro i progetti speculativi che minacciano l’ambiente. A Clavais, Ovaro, l’amministrazione del Dominio Civico è stata premiata per la sua gestione collettiva del territorio, tutelando l’eredità culturale e ambientale della frazione.

    Una montagna che resiste e rinasce

    L’Associazione Casa Alexander Langer, in Friuli, ha ricevuto la Bandiera Verde per il suo impegno nella promozione culturale nelle aree interne. E per un modello di crescita basato sulla conoscenza e la memoria storica. Il Progetto Lince Italia, di Tarvisio, ha ottenuto il riconoscimento per il suo impegno nella reintroduzione della lince nelle Alpi Orientali. E per il suo contributo al ripristino dell’equilibrio ecologico. A Morbegno, il programma Alpha Skills è stato premiato per il suo lavoro con i giovani tra gli 11 e i 15 anni, aiutandoli a sviluppare competenze legate alla sostenibilità e professioni green.

    I riconoscimenti di Legambiente anche all’inclusione sociale

    L’Associazione EQuiStiamo APS, tra Veneto e Trentino, ha ricevuto il riconoscimento per la difesa delle risorse idriche, contrastando progetti di dighe invasive e promuovendo alternative sostenibili. La Cooperativa sociale Cadore – Dolomiti, (Belluno), è stata premiata per il suo impegno nell’inclusione sociale e nella tutela ambientale. E per l’inserimento nel mondo del lavoro persone svantaggiate. Il Comitato per la tutela dei laghi di Serraia e Piazze, sull’Altopiano di Piné, ha ottenuto la Bandiera Verde per le iniziative volte alla salvaguardia degli ecosistemi lacustri. E per il miglioramento delle condizioni ambientali di questi preziosi specchi d’acqua alpini.

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      Era la Las Vegas italiana, oggi è una città fantasma: la storia affascinante e spettrale di Consonno

      Un minareto, una galleria commerciale, hotel e persino celebrità: questo borgo lombardo sembrava destinato a diventare la capitale del divertimento. Oggi è un luogo fuori dal tempo, affascinante quanto spettrale.

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        Tra i boschi della Brianza si nasconde Consonno, un piccolo borgo in provincia di Lecco, frazione del Comune di Olginate, che un tempo si fregiava del titolo di “Las Vegas italiana”. Oggi, però, è una città fantasma, meta di appassionati di storia, cacciatori di fantasmi e curiosi che vogliono tuffarsi nel passato.

        La storia di Consonno inizia come tranquillo borgo agricolo, ma tutto cambia negli anni Sessanta, quando il Conte Mario Bagno, eccentrico imprenditore con una visione futuristica, acquistò l’intero paese. Gli abitanti vennero sgomberati, le vecchie case demolite, e il borgo si trasformò in un’ambiziosa città del divertimento. Tra le attrazioni spiccavano un minareto, negozi, una galleria commerciale e hotel. Per un breve periodo, Consonno diventò una sorta di Disneyland della Brianza, frequentata da famiglie in gita e persino da celebrità milanesi.

        La caduta: da Las Vegas d’Italia a città fantasma

        Il sogno di Bagno, però, si infranse nel 1976, quando una frana distrusse l’unica strada di accesso al borgo. L’imprenditore non riuscì a riprendersi dal colpo, e Consonno iniziò un lento ma inesorabile declino. Le strutture rimasero abbandonate, preda del tempo e della natura, fino a trasformarsi in rovine. Oggi, il borgo è un luogo spettrale: edifici cadenti ricoperti di graffiti e murales, un minareto che svetta tra la vegetazione e un silenzio che amplifica l’atmosfera surreale.

        Consonno oggi: fascino e pericoli

        Nonostante l’abbandono, Consonno è diventata una meta per chi ama esplorare luoghi dimenticati. Escursionisti, fotografi e appassionati di storie misteriose si avventurano tra le sue rovine per respirare l’atmosfera unica di questa città fantasma. Tuttavia, il degrado degli edifici rende la visita pericolosa: molti sono pericolanti, e muoversi con prudenza è essenziale.

        Esplorare Consonno significa fare un salto indietro nel tempo e toccare con mano il fallimento di un sogno grandioso, ma anche scoprire un pezzo di storia che affascina e intriga chiunque vi metta piede. Se decidi di visitarla, porta con te curiosità, rispetto per il luogo e una buona dose di attenzione.

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          Volete sapere cosa si dimenticano gli italiani in vacanza? Pure i figli…

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            Sette italiani su 10 smarriscono qualcosa durante le vacanze. Tra gli oggetti smarriti più di frequente, vestiti, tecnologia, giocattoli, occhiali, borse e zaini, l81% non viene mai recuperato
            Due famiglie su dieci perdono un bambino, anche se solo per pochi minuti.

            Il 70% perde qualcosa

            Per milioni di italiani si avvicinano le vacanze estive, un momento in cui quasi tutti non vedono l’ora di partire e godersi qualche giorno di svago e relax. Infatti, secondo un recente studio del potente motore di ricerca di voli e hotel www.jetcost.it, quasi otto italiani su dieci hanno intenzione di viaggiare quest’estate. E poco prima delle tanto desiderate vacanze, si iniziano a preparare le valigie. Molti per aiutarsi fanno una lista di ciò che non deve mai mancare nel bagaglio, per avere tutto il necessario per divertirsi. Ma quando si rientra a casa, sette italiani su dieci si accorgono di aver perso qualcosa…

            Le categorie più… smarrite

            Inizialmente è stato chiesto a tutti gli intervistati se fossero stati in vacanza almeno una volta nell’ultimo biennio. Poi è stato chiesto loro se avessero mai “perso” o dimenticato qualcosa durante le vacanze e il 73% ha risposto di sì. A coloro che hanno risposto in modo affermativo è stato poi domandato cosa avessero perso e le risposte più frequenti sono state le seguenti:

            1. Vestiti (72%)
            2. Tecnologia (67%)
            3. Giocattoli (60%)
            4. Occhiali (52%)
            5. Borse, zaini e portafogli (47%)
            6. Libri (33%)
            7. Chiavi (24%)
              1. Gioielli (9%)
                1. Orologi (7%)
                2. Denaro (6%)

            In merito al ritrovamento degli oggetti, l’81% degli intervistati ammette di non averli recuperarli, o perché non sa dove li ha persi, o perché la struttura non li ha ritrovati, o perché non li ha mai reclamati. Va ricordato, infatti, che, sebbene gli hotel conservino gli oggetti smarriti per un certo periodo di tempo, di solito non contattano gli ospiti per avvisarli e sono loro a dover contattare la struttura per reclamarli e fare in modo eventualmente di recuperarli. A tutti i genitori che hanno risposto di aver smarrito uno dei loro figli è stato poi chiesto quanto tempo era passato fino al loro ritrovamento. Il tempo medio di “scomparsa” è stato stimato – fortunatamente – in cinque minuti.

            Un suggerimento utile per i genitori di bimbi piccoli

            Un accessorio molto utile per ovviare a questo problema possono essere i braccialetti identificativi in silicone con scritto il numero di cellulare dei genitori: è molto importante non dimenticare di inserire il prefisso italiano +39 prima del numero. Questi braccialetti sono anche impermeabili, le informazioni scritte non si cancellano e non provocano allergie, quindi possono tornare molto comodi.

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              Lo sapevate che le vacanze si possono fare… direttamente dal letto?

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                Risvegli unici, per una immediata sintonia con la natura, nei resort che offrono camere da letto con vista panoramica Aprire gli occhi e immergersi nel paesaggio, respirando il profumo di mare, seguendo lo skyline delle montagne o ammirando il verde brillante delle chiome degli alberi. Le camere da letto che offrono una vista panoramica sulla natura sono un comfort irrinunciabile, da unire perché no, a una sensazionale colazione in pigiama.

                Una stanza trasparente

                Senza soluzione di continuità tra gli interni e il bosco, gli Skyview Chalets del Camping Toblacher See, sul Lago di Dobbiaco (BZ), sono glass cube ecologici in cui addormentarsi guardando le stelle e risvegliarsi nell’abbraccio degli alberi, grazie al soffitto e alle pareti di vetro. La prima colazione viene servita direttamente in camera, per poterla assaporare sullo sfondo spettacolare del lago (www.skyview-chalets.com).

                Una full immersione fra le Dolomiti

                All’Excelsior Dolomites Life Resort di San Viglio di Marebbe (BZ), che sorge nel cuore del Parco Naturale di Fanes-Sennes-Braies, i confini tra dentro e fuori si dissolvono e sembra di poter toccare le montagne dalle ampie vetrate delle nuovissime camere e suite inaugurate a fine giugno 2024. La filosofia dell’hotel è proprio la full immersion nelle Dolomiti, dalle giornaliere attività guidate fino a spa, ristorante e infinity pool sul rooftop che garantiscono un panorama mozzafiato (www.myexcelsior.com).

                Nell’azzurro del mare

                Il mare (bandiera Blu) di Cesenatico si spalanca dalle finestre dell’Hotel Nettuno dei Ricci Hotels di Villamarina (FC). Storico albergo della Riviera Romagnola, offre grandi ambienti con arredi eleganti e di charme in toni tenui (rovere bianco per i mobili, tortora, blu, grigio perla per tessuti e pareti che riecheggiano i colori e le linee marinare), e ampie vetrate che permettono di ammirare anche dal letto l’azzurro del mare Adriatico (www.riccihotels.it).

                La suggestione di un borgo fuori dal tempo

                Una grande distesa di ulivi, querce, ippocastani e tigli: è il panorama rasserenante della Valle Spoletana che si ammira dal Relais Borgo Campello, di Campello Alto (PG). Borgo medievale immerso nella natura, offre un’esperienza di grande relax in un viaggio fuori dal tempo dove Castello e Monastero costituiscono il cuore del Relais. Una vista – appena svegli – che invoglia a vivere la giornata, andando alla scoperta delle meraviglie della zona -Assisi, Spello, Norcia e Cascia – oppure scegliere attività più slow restando nel borgo, fra corsi di yoga, passeggiate nel bosco e percorsi di barefooting (www.borgocampello.com/it/).

                Galleggiando sull’acqua

                In un angolo di paradiso inaspettato dove un tempo si estendevano antiche cave di sabbia, oggi bonificate, è nata sul Litorale Domizio (CE), la prima Oasi Naturale della Campania: i Laghi Nabi sono un luogo dove memoria storica, bioarchitettura, natura e benessere si integrano e convivono in armonia. Tende galleggianti o a bordo lago, dotate di tutti i comfort, e gli esclusivi Lodge sospesi sull’acqua sono parte di un paesaggio protetto che si specchia sull’acqua. Un’esperienza da vivere fra relax e natura nella nuova Casa Galleggiante in mezzo all’acqua: con zona letto, bagno, una cabina doccia. L’ampia vetrata posta dinanzi al letto proietta lo sguardo verso il lago, in modo da poter godere di una vista mozzafiato stando comodamente sdraiati. All’esterno è presente un patio, sempre galleggiante, dotato di comode poltrone, tavolino, e lettini (www.laghinabi.it).

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