Cinema
Addio a Pierino: è morto Alvaro Vitali, il comico che ha fatto ridere l’Italia intera
Dai set di Fellini alle grida sguaiate di “Pierino torna a scuola”, Alvaro Vitali ha attraversato mezzo secolo di cinema popolare, diventando icona della commedia sexy all’italiana. Negli ultimi anni aveva denunciato l’oblio del mondo dello spettacolo: “Ho fatto 150 film, ma vivo con 1300 euro al mese”.

Il cinema italiano saluta un simbolo, una maschera irripetibile, un clown sghembo e surreale. Alvaro Vitali è morto a Roma nel tardo pomeriggio, all’età di 75 anni. A portarlo via è stata una broncopolmonite recidiva, per la quale era stato ricoverato due settimane fa. A darne notizia, con parole affettuose e amare, è stata la sua ex moglie Stefania Corona, con cui negli ultimi mesi i rapporti erano tornati a riaccendersi – tra botte e risposte a distanza, vecchie ferite e un’ombra di nostalgia.
Nato il 3 febbraio 1950 nella capitale, Vitali era diventato un volto iconico del nostro cinema a partire dagli anni Settanta. A scoprirlo, incredibilmente, era stato Federico Fellini, che lo volle con sé nel 1969 nel “Fellini Satyricon”. Da lì, fu una rapida ascesa. Piccoli ruoli grotteschi e surreali in film come I clowns, Roma e Amarcord, poi il passaggio a una popolarità travolgente con i film della commedia sexy all’italiana, in cui il personaggio di Pierino – urlante, irriverente, fuori dalle righe – lo trasformò in una leggenda del cinema di massa.
Alvaro Vitali è stato Pierino, ma non solo. Ha recitato accanto a Monica Vitti, Alberto Sordi, Edwige Fenech, e ha lavorato con tutti i registi del genere: da Michele Massimo Tarantini a Mariano Laurenti. Il pubblico lo adorava. E anche quando la critica lo snobbava, lui tirava dritto: “Faccio ridere la gente, questo mi basta”, diceva. E aveva ragione. Perché da Pierino contro tutti a Pierino colpisce ancora, passando per L’insegnante al mare con tutta la classe, ogni sua smorfia entrava nel cuore di un’Italia che si lasciava alle spalle la miseria e voleva soltanto ridere.
Ma col tramonto della commedia sexy, Vitali è lentamente uscito di scena. Ha fatto qualche incursione in tv – a Striscia la notizia, travestito da Jean Todt, o in reality come La Fattoria – ma il cinema lo ha dimenticato. “Sono depresso, ho fatto 150 film e vivo con 1300 euro di pensione”, confessava con amarezza negli ultimi anni. Una condizione condivisa da molti suoi colleghi di quella stagione travolgente e sottovalutata.
Negli ultimi giorni, si era tornato a parlare di lui per una lettera pubblicata su “DiPiù” in cui dichiarava di voler perdonare l’ex moglie Stefania Corona e di desiderare un ritorno insieme. “Lei mi ha lasciato per l’autista”, scriveva, con quel tono tragicomico che pareva uscito da uno dei suoi film. La risposta della donna non si era fatta attendere: “I suoi figli non volevano che i miei nipoti mi chiamassero nonna”.
Ora che se n’è andato, con discrezione, senza più maschere o battute, resta il ricordo di un uomo che ha fatto ridere intere generazioni, con quella faccia da eterno bambino e un talento comico forse mai abbastanza riconosciuto.
Il cinema italiano perde un frammento della sua storia popolare. E “Pierino”, per una volta, tace. Ma l’eco delle sue risate resta.
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Cinema
Giuliana De Sio: «I sentimenti? Faccio fatica a trovarli. La mia infanzia è stata un campo minato»
Dal padre assente alla madre alcolista, dai tre aborti alla rapina a mano armata: la De Sio parla senza filtri e ricorda quando Andreotti le scrisse dopo un David di Donatello.

Sul palco è intensa e magnetica, nella vita ammette di avere un rapporto complicato con i sentimenti. Giuliana De Sio, impegnata a Torino nelle prove di Cose che so essere vere di Andrew Bovell, confessa: «Con il sentimentalismo non troppo bene. Mi procura problemi rintracciare i sentimenti. Ci vorrebbe uno speleologo dell’anima».
Un’infanzia segnata da fratture profonde. «Mio padre se ne andò che avevo 11 anni, mia madre era alcolista, molesta, a tratti violenta. Non ci sentivamo accuditi. Ho sempre cercato una famiglia che non ho avuto». Con la sorella Teresa oggi i rapporti sono più sereni: «Abitiamo nella stessa strada a Roma, ci sentiamo ogni giorno. Una conquista recente».
La maternità, desiderata ma mai arrivata, è un’altra ferita: «Ho avuto tre aborti spontanei. Doloroso, ma riesco a metabolizzare gli eventi negativi. Non li faccio tornare nella mia testa, tranne quando qualcuno me li mette davanti».
Il cinema l’ha amata e tradita: «Con Cattiva di Carlo Lizzani ho avuto il ruolo più bello della mia vita, pensavo si aprisse una nuova stagione. Invece sono arrivati ruoli minori che non ho accettato. In tv ho fatto di tutto, da La Piovra a Il bello delle donne».
Non manca l’ironia, come nel ricordo di un David di Donatello: «Dissi che Andreotti mi sembrava un politico spiritoso. Mi scrisse una lettera, e lo fece di nuovo quando fui vittima di una rapina a mano armata». E sul passo “folle” di Ballando con le stelle: «Mi ha fatto capire di me più di 30 anni di analisi. Fisicamente un disastro, ho dovuto operarmi al tendine e ho smesso di giocare a tennis, ma dal punto di vista antropologico un grande studio».
Tra palco e vita privata, la De Sio resta fedele alla sua cifra: tragicomica, combattiva, allergica alle bugie comode. Anche quando parlano di sentimenti.
Cinema
Brad Pitt sorprende tutti: “Mai avuto esperienze gay. Me ne pento un po’”
“Non ho mai avuto un’esperienza omosessuale, ho perso quell’occasione”, rivela Brad Pitt, parlando anche della sua rinascita dopo il divorzio e dell’amore ritrovato con Ines de Ramon. Ma i nodi con i figli restano.

Brad Pitt si racconta senza maschere. Ospite del podcast “Armchair Expert” condotto da Dax Shepard, l’attore 60enne ha regalato al pubblico una chiacchierata intima, disarmante e piena di ironia. E proprio con una battuta ha ammesso quello che nessuno si aspettava: “Non ho mai avuto un’esperienza omosessuale. Ho perso quell’occasione”, ha detto con il suo sorriso sornione, aggiungendo: “E se mai dovessi averla, non saresti tu”, rivolgendosi al conduttore.
Una frase leggera, ma che racconta anche una certa libertà interiore, lontana da rigidità o mascolinità tossiche. Brad Pitt si è mostrato per quello che è: un uomo consapevole dei propri limiti, ma anche capace di riderci su.
Durante l’intervista, l’attore ha poi affrontato temi ben più seri, come il periodo buio seguito alla separazione da Angelina Jolie nel 2016. “Ero in ginocchio”, ha confessato. Un dolore che lo ha spinto a cercare aiuto: “Ho iniziato a frequentare gli Alcolisti Anonimi. Stavo provando qualsiasi cosa. Avevo bisogno di un reset totale”.
Il percorso, avviato in sordina e senza proclami, lo ha portato a una nuova consapevolezza. “In quei gruppi ti senti autorizzato a dire: ‘Ok, vado oltre il mio limite e vedo che succede’. E poi ho iniziato ad amarli”, ha spiegato, parlando con rispetto di quel periodo delicato.
Oggi, accanto a lui c’è Ines de Ramon, con cui ha una relazione dal 2022. La serenità sembra essere tornata, almeno sul piano sentimentale. Ma resta tesa la situazione con alcuni dei sei figli avuti con Jolie: secondo indiscrezioni, alcuni di loro avrebbero deciso di abbandonare il suo cognome, segnando una distanza ancora profonda.
Brad Pitt, però, non si nasconde. Parla di sé con leggerezza quando può, con dolore quando serve. E in entrambi i casi, lascia il segno. Meno icona da copertina e più uomo reale, fatto di ferite, cambiamenti e, perché no, anche di qualche rimpianto ironico.
Cinema
La spada laser di Darth Vader all’asta: il “Santo Graal” di Star Wars vale fino a 2,6 milioni di euro
Costruita con un vecchio flash fotografico e parti di calcolatrice, la spada di Darth Vader è stata brandita da David Prowse e dallo stuntman Bob Anderson. All’asta anche altri cimeli di Indiana Jones e Men in Black.

Quarant’anni dopo aver duellato con Luke Skywalker, la leggendaria spada laser di Darth Vader si prepara a cambiare proprietario. Il cimelio, protagonista delle battaglie in L’Impero colpisce ancora (1980) e Il ritorno dello Jedi (1983), sarà battuto all’asta a Los Angeles dal 4 al 6 settembre, con una stima che tocca i tre milioni di dollari, circa 2,6 milioni di euro.

A mostrarla in anteprima è stata Propstore, casa d’aste specializzata in memorabilia cinematografici, durante un evento a Londra. “È un pezzo incredibile della storia del cinema”, ha detto il direttore Brandon Alinger, definendolo il “Santo Graal” per i collezionisti.
Questa versione, usata per le scene di combattimento e priva della lama in legno, è rimasta nelle mani di un collezionista privato americano per oltre quattro decenni. Sul set fu impugnata da David Prowse, l’uomo dietro la maschera di Darth Vader, e dal leggendario stuntman Bob Anderson. Gli esperti hanno autenticato l’arma confrontando graffi e ammaccature con le immagini dei film. “Guardate questa grande ammaccatura sul retro – ha spiegato Alinger – probabilmente è il segno lasciato dalla lama di Luke Skywalker, interpretato da Mark Hamill”.
Nonostante la fama galattica, la spada è frutto di un ingegno tutto terrestre: è stata realizzata partendo da un vecchio flash fotografico, con pezzi recuperati tra cui componenti di una calcolatrice.
Il lotto sarà la punta di diamante di un’asta già annunciata come storica. Tra i pezzi in vendita, anche la frusta, la cintura e l’astuccio usati da Harrison Ford in Indiana Jones e l’ultima crociata (1989), e il “neuralyzer” di Men in Black (1997), ancora funzionante, stimato 150.000 dollari. “Quando abbiamo visto questa spada, siamo rimasti a bocca aperta”, ha ammesso Stephen Lane, fondatore di Propstore, paragonandola alle scarpette rosse di Judy Garland ne Il mago di Oz.
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