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Cinema

Anche Kevin Costner innamorato pazzo della Calabria

Anche Kevin Costner innamorato pazzo della Calabria. Il celebre attore americano vorrebbe girarvi una storia d’amore.

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    All’inizio fu la volta della cucina tradizionale, una delle più antiche d’Italia. Da cenerentola a gourmet della ristorazione, la gastronomia rivisitata e valorizzata si è imposta come eccellenza della ristorazione italiana. Un vero e proprio tesoro culinario con la riscoperta di prodotti ‘dimenticati’ e materie prime del territorio.

    Una sospresa continua

    Lo scrittore e giornalista Guido Piovene la descriveva con questa parole nel suo Viaggio in Italia: “Viaggiare in Calabria significa compiere un gran numero di andirivieni, come se si seguisse il capriccioso tracciato di un labirinto. Rotta da quei torrenti in forte pendenza, non solo diversa da zona a zona, ma, muta con passaggi bruschi, nel passaggio, nel clima, nella composizione etnica degli abitanti. […] È certo la più strana delle nostre regioni. Nelle sue vaste plaghe montane talvolta non sembra d’essere nel mezzogiorno, ma in Svizzera, nell’alto Adige, nei paesi scandinavi. Da questo nord immaginario si salta a foreste di ulivi, lungo coste del classico tipo mediterraneo.”.

    Non solo ‘nduja

    Il percorso di rivalutazione di questa regione non si ferma certo ai piaceri della tavola. Cultura, storia e identità del territorio: dalle montagne alle coste, dalla campagna alle città, ogni angolo di Calabria ha qualcosa di unico da offrire.

    Mare, profumo di mare…

    Dove territorio e strutture si intrecciano in modo indissolubile con la storia, la Calabria è una sorpresa continua, a partire – visto che siamo in estate e la voglia di mare s’impenna – dalla costa. Lunga 700 km e immersa tra la Jonio e Tirreno, è costituita da spiagge a tratti selvagge e incontaminate, arenili sabbiosi e promontori di arenaria. Che si distinguono tra loro in maniera precisa, dalle spiagge rosse di Capo Rizzuto, alle acque turchesi della Costa degli Dei, alla Riviera dei Cedri.

    E proprio in prossimità del mare calabrese si trovava qualche giorno fa l’attore americano Kevin Costner, ospite d’eccezione al Magna Graecia Film Festival di Catanzaro Lido, dove oggi presenterà il primo capitolo di Horizon – An american Saga, l’ultimo film da lui scritto, diretto e interpretato. Un’occasione per dichiarare ai media presenti di essere «molto legato all’Italia». Non si tratta della classica captatio benevolentiae, anche perchè il premio Oscar per Balla coi lupi non fa mistero di avere qualche progetto nel nostro Paese.

    Un legame molto forte

    La star di Hollywood ha elogiato la Calabria: «Questa terra è un set ideale non per un western ma per una storia d’amore, considerata la bellezza dei paesaggi che ho visto e che vedo», raccontando di aver consociuto inizialmente l’Italia solo tramite libri e film. Poi, però, nel nostro Paese ha girato Fandango che «ha avuto più successo qui che in America. E questo mi ha fatto crescere, mi sento molto legato all’Italia».

    Predilezione per la terra calabra, set perfetto

    «Questa terra» ha proseguito Kostner «è un set ideale non per un western ma per una storia d’amore, considerata la bellezza dei paesaggi che ho visto e che vedo». E quindi non è escluso che il set del suo prossimo film sia proprio in Calabria.

    Il perchè di una presentazione

    Kevin Costner ha sottolineato che in Italia «volevo venire con un film diretto da me, perché se c’è qualcosa che non vi piace potete dirmelo in faccia». E si è detto «molto orgoglioso di Horizon, un viaggio in America che diventa migliore con la presenza di donne protagoniste. C’è la bella e talentuosa Sienna Miller, contornata da 4 o 5 giovani attori e attrici di grandissimo talento, dei quali sentiremo sicuramente parlare in futuro.

    Tutti vogliono girare qui

    Dopo l’utilizzo di alcune location da parte della produzione del nuovo Sandokan con Can Yaman nel ruolo che fu di Kabir Bedi (ma presente anche in Diabolik, chi sei, il nuovo capitolo della saga sul personaggio creato dalle sorelle Giussani), la Calabria appare sempre più inserita nell’immaginario di sceneggiatori e registi, desiderosi di utilizzarla come sfondo – o meglio, parte attiva – in produzioni dal respiro sempre più internazionale.

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      Cinema

      Sydney Sweeney in corsa per diventare la nuova Bond Girl: “Forse sì, forse no… dipende tutto dalla sceneggiatura”

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        Sydney Sweeney potrebbe diventare la prossima Bond Girl. Le voci, che da giorni rimbalzano sui media americani e britannici, la danno in pole position per il nuovo capitolo della saga di James Bond, il primo sotto il pieno controllo di Amazon Studios dopo l’acquisizione di MGM per 6,1 miliardi di dollari.

        L’attrice di Euphoria e The White Lotus, 28 anni, è considerata una delle interpreti più richieste del momento e il suo nome circola con insistenza tra i candidati del cast. Secondo Variety, lo stesso Jeff Bezos, fondatore di Amazon, vedrebbe con entusiasmo la Sweeney nel ruolo.

        Un indizio, forse, arriva anche dalla vita reale: la scorsa estate l’attrice era tra gli ospiti del matrimonio di Bezos con Lauren Sanchez a Venezia. Ma non solo. I tre collaborano anche per la distribuzione della linea di lingerie firmata Sweeney, dettaglio che alimenta i sospetti di un legame professionale sempre più stretto.

        Intervistata da Variety, Sydney ha giocato sul filo della diplomazia. «Non so (pausa di sette secondi)… non posso (altra lunga pausa). Ad essere onesta, non sono a conoscenza delle voci. Ma sono sempre stata una grande fan del franchise e sono curiosa di vedere cosa faranno», ha detto sorridendo. Poi ha aggiunto: «Dipende tutto dalla sceneggiatura. In realtà, mi piacerebbe di più interpretare 007 che la Bond Girl».

        Il prossimo film dell’agente segreto, il ventiseiesimo della saga, sarà diretto da Denis Villeneuve con la sceneggiatura firmata da Steven Knight, autore di Peaky Blinders.

        Negli ultimi mesi la Sweeney è stata al centro di diverse controversie: la pubblicità di American Eagle di cui è protagonista è stata accusata di “promuovere l’eugenetica”, accusa amplificata dal fatto che l’attrice, rarità a Hollywood, è registrata come elettrice repubblicana.

        Tra scandali, ruoli da sogno e strategie di marketing, Sydney Sweeney continua a essere il volto perfetto di una Hollywood che mescola glamour, provocazione e potere. E se davvero diventerà la nuova musa di 007, lo farà a modo suo — con la stessa sicurezza con cui, in ogni intervista, lascia che sia il silenzio a dire tutto.

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          Cinema

          George Clooney dice stop ai baci al cinema dopo i 60 anni: “Non bacerò più una ragazza”, ma il pubblico resta perplesso

          George Clooney ha deciso di dire addio alle scene di baci e romanticismo nei film. Lo ha spiegato al Daily Mail, raccontando di una scelta maturata dopo aver compiuto 60 anni e parlata con la moglie Amal. Una decisione ispirata a Paul Newman che divide pubblico e addetti ai lavori.

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            L’ultimo bacio di George Clooney non è stato sulle labbra di una donna, ma su una dichiarazione che fa discutere. L’attore ha raccontato al Daily Mail di aver deciso di chiudere definitivamente con le scene romantiche e i baci nei film. Una scelta personale, maturata dopo aver compiuto 60 anni e dopo una conversazione con la moglie Amal. Parole che hanno immediatamente acceso il dibattito.

            “Ho cercato di seguire la strada di Paul Newman. Ok, bene, non bacerò più una ragazza”, ha spiegato Clooney, lasciando intendere che il romanticismo sullo schermo, a un certo punto, può diventare fuori tempo massimo. Un’uscita che sorprende, soprattutto detta da uno degli attori più iconici del cinema romantico degli ultimi decenni.

            La conversazione con Amal e la soglia dei 60
            Il punto di svolta arriva con l’età e con la vita privata. Clooney racconta di averne parlato apertamente con Amal, scegliendo una linea che separa in modo netto il lavoro dalla sfera sentimentale. Non un addio al cinema, ma a un certo tipo di ruoli, quelli che prevedono baci e relazioni amorose sullo schermo. Una decisione che lui stesso presenta come naturale, quasi inevitabile.

            L’ombra lunga di Paul Newman
            Il riferimento a Paul Newman non è casuale. Newman aveva scelto, con il passare degli anni, di allontanarsi dai ruoli romantici tradizionali, privilegiando personaggi più asciutti e complessi. Clooney sembra voler seguire quella traiettoria, rivendicando una maturità artistica che non passa più dal bacio cinematografico. Il paragone, però, pesa: Newman era Newman, e non tutti sono pronti a riconoscere lo stesso percorso come automatico.

            Tra fascino iconico e ruoli che cambiano
            La reazione del pubblico è divisa. Da un lato c’è chi apprezza la coerenza e la consapevolezza di un attore che decide di non forzare la mano su ruoli che non sente più suoi. Dall’altro, resta la sensazione di una rinuncia che sa di autocensura, soprattutto considerando che il cinema è pieno di storie d’amore raccontate a tutte le età. Clooney, piaccia o no, resta per molti un simbolo di fascino senza data di scadenza.

            La sua decisione non cambia ciò che è stato, né cancella decenni di scene diventate iconiche. Ma apre una domanda che rimbalza tra spettatori e addetti ai lavori: smettere di baciare sullo schermo è davvero un segno di eleganza, o solo un limite che il cinema non ha mai davvero riconosciuto?

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              Cinema

              Asia Argento torna Scarlet Diva venticinque anni dopo: omaggio al film cult e incontro speciale alla Fondazione Prada

              A venticinque anni dall’uscita nelle sale, Scarlet Diva torna al centro dell’attenzione con una proiezione-evento alla Fondazione Prada. Asia Argento introdurrà il film al pubblico e dialogherà con Manlio Gomarasca, direttore di Nocturno, ripercorrendo il senso e l’eredità di un’opera diventata cult.

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                Venticinque anni possono trasformare un film in un documento, in un oggetto di culto o in una ferita ancora aperta. Scarlet Diva, esordio al lungometraggio di Asia Argento come regista, appartiene un po’ a tutte queste categorie.Stasera il film torna sul grande schermo con un omaggio speciale al cinema Godard della Fondazione Prada, alla presenza della sua autrice.

                Asia Argento introdurrà personalmente la proiezione e incontrerà il pubblico in dialogo con Manlio Gomarasca, direttore della rivista Nocturno, in un appuntamento che promette di andare oltre la semplice celebrazione anniversaria.

                Un esordio visionario diventato cult
                Uscito nel 2000, Scarlet Diva è stato fin da subito un film divisivo, radicale, lontano da qualsiasi comfort narrativo. Un’opera autobiografica e provocatoria, che racconta il corpo, il desiderio, la dipendenza e l’industria dello spettacolo con uno sguardo crudo e personale. Col tempo, quello che all’epoca sembrava eccesso è diventato cifra stilistica riconoscibile.

                Rivederlo oggi significa anche rileggerlo alla luce di un contesto completamente diverso, in cui molte delle ossessioni raccontate nel film risuonano con nuove consapevolezze.

                L’incontro con Manlio Gomarasca
                Accanto ad Asia Argento ci sarà Manlio Gomarasca, storico direttore di Nocturno, voce autorevole del cinema di genere e delle opere più borderline. Il dialogo tra i due promette di scavare nella genesi del film, nelle sue influenze e nella sua ricezione, senza filtri celebrativi.

                Un confronto che mette insieme memoria, critica e sguardo contemporaneo, restituendo a Scarlet Diva la sua natura di opera viva, ancora capace di interrogare chi la guarda.

                Il cinema Godard e la Fondazione Prada
                La scelta del cinema Godard della Fondazione Prada non è casuale. Spazio dedicato al cinema come esperienza culturale e non solo come intrattenimento, è il contesto ideale per accogliere un film che ha sempre rifiutato le etichette e i percorsi prevedibili.

                L’evento si inserisce in una linea curatoriale che guarda al cinema come linguaggio artistico totale, capace di dialogare con il presente anche quando nasce nel passato.

                Un ritorno che è anche una rilettura
                Per Asia Argento, tornare a Scarlet Diva significa confrontarsi con un’opera che porta impresso il segno di un’epoca e di una fase personale. Non un’operazione nostalgica, ma una rilettura consapevole, davanti a un pubblico chiamato a guardare oltre la superficie.

                A venticinque anni dall’uscita, Scarlet Diva non chiede indulgenza. Chiede attenzione. E forse è proprio per questo che continua a far parlare di sé.

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