Cinema
Cine Award 2025, la grande notte del Made in Italy: da Elettra Lamborghini a Tatiana Luter, a Andrea Iervolino
Condotta da Beppe Convertini, la cerimonia ha visto protagonisti Michele Lo Foco, Andrea Iervolino, Bobby Moresco e le famiglie Lamborghini, Maserati, Ferrari e Bugatti. Tra i premi, il valore del cinema come veicolo culturale e commerciale dell’Italia nel mondo.

La cornice esclusiva della Terrazza Atlas Concorde dell’Hotel Excelsior ha ospitato il Cine Award 2025, appuntamento collaterale della 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. La cerimonia, condotta da Beppe Convertini, ha unito glamour e riflessione, celebrando il cinema come strumento capace di intrecciare mito, industria e cultura.











Sul palco, Convertini ha accolto l’avvocato Michele Lo Foco, membro del Consiglio Superiore della Cinematografia, che ha sottolineato il ruolo del cinema come veicolo di esportazione culturale. «Gli americani lo fanno da decenni, hanno portato nel mondo i loro prodotti, i loro modi di dire, persino i loro personaggi», ha dichiarato Lo Foco, ricordando come anche l’Italia, negli anni d’oro, seppe imporre capolavori che fecero scuola. Un passaggio importante è stato dedicato al produttore Andrea Iervolino, definito esempio di chi sa dare respiro internazionale ai brand italiani. «Marchi come Ferrari, Lamborghini, Maserati – ha aggiunto Lo Foco – sono punte di diamante della nostra industria e il cinema deve farli circolare nel mondo».
Il cuore della serata è stato rappresentato dagli Italian Excellence in International Films Award 2025, destinati a famiglie e marchi che hanno contribuito a diffondere il mito del Made in Italy. Il primo riconoscimento è andato alla famiglia Lamborghini, ritirato da Elettra Lamborghini. «Ricevere questo premio è un’emozione incredibile», ha detto l’artista, premiata da Roberto Alessi, presidente del Comitato Amici del Cinema, che ha ricordato l’impegno a valorizzare chi esalta il marchio Italia.
A seguire, il premio alla famiglia Maserati, ritirato da Fabia Maserati e dal figlio Manuel Maserati, discendenti di Ernesto. Sul palco con loro Annie Bezikian, protagonista del film Maserati: The Brothers, che ha raccontato l’emozione di interpretare una storia così legata all’automotive italiano.
Poi è stata la volta di Andrea Iervolino, che ha espresso la soddisfazione di un lavoro costruito portando talenti e marchi italiani oltre confine, e di Bobby Moresco, Premio Oscar 2006, che ha dichiarato: «Scrivere storie che uniscono cinema e leggende italiane mi permette di condividere il talento del nostro Paese con il mondo intero».
La famiglia Ferrari ha ricevuto il riconoscimento attraverso Tatiana Luter, che ha ribadito il ruolo di Ferrari come simbolo di eccellenza. A premiarla è stato Marco Miglio, direttore di Ville e Giardini, che ha ricordato come il Cavallino unisca performance e stile in un racconto capace di ispirare il cinema internazionale.
Ultimo premio di serata alla famiglia Bugatti, ritirato da Floriana Gentile. «Bugatti rappresenta ingegno ed eleganza, valori che vogliamo condividere attraverso il cinema», ha commentato. Con lei sul palco Gianni Ippoliti, giornalista e volto Rai, che ha sottolineato il legame tra tradizione industriale e narrazione cinematografica.
In chiusura, Roberto Alessi ha lanciato una riflessione sul futuro del settore: «Il caso del tax credit ci ricorda la necessità di regole chiare e trasparenza, ma senza bloccare chi lavora seriamente. Consegnare oggi un premio ad Andrea Iervolino significa riconoscere il valore di produttori capaci di dare al cinema italiano una visione internazionale».
La serata si è conclusa con i ringraziamenti di Beppe Convertini e l’annuncio della cena di gala presso la Terrazza Campari, dove i festeggiamenti sono proseguiti tra brindisi e nuovi riconoscimenti. Un appuntamento che ha confermato come la Mostra di Venezia sia non solo vetrina d’autore ma anche piattaforma di eccellenza per celebrare il legame tra cinema, industria e Made in Italy.
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Cinema
Drew Barrymore, outing a scoppio ritardato: a 50 anni l’attrice confessa la sua bisessualità e l’amore per le donne
La confessione arriva alla soglia dei cinquant’anni e riaccende i riflettori sulla vita privata di Drew Barrymore. Dopo una carriera tra eccessi, riabilitazioni e rinascite, l’attrice racconta senza filtri la sua attrazione verso entrambi i sessi e ribadisce la libertà di non doversi più nascondere.

Drew Barrymore è abituata a vivere davanti ai riflettori, ma il suo ultimo annuncio ha sorpreso anche i fan più affezionati. A cinquant’anni compiuti, l’attrice americana ha deciso di rivelare pubblicamente di non essersi mai considerata eterosessuale: “Mi sono sempre sentita bisessuale – ha confessato – e penso che le donne siano belle tanto quanto gli uomini”. Una dichiarazione che ha immediatamente fatto il giro del mondo, rimbalzando tra social e magazine.
Non è la prima volta che la Barrymore accenna alla sua fluidità sessuale: già negli anni Duemila aveva parlato di esperienze con donne, ma ora il coming out suona definitivo, pronunciato con la sicurezza di chi non ha più nulla da dimostrare. Un outing “a scoppio ritardato”, come l’hanno definito alcuni media, che arriva dopo una vita vissuta sotto i riflettori e spesso in salita.
Nipote di una dinastia hollywoodiana, Drew è cresciuta troppo in fretta: l’esordio a 7 anni in “E.T.” la rese un’icona infantile planetaria, ma la fama precoce la travolse. Droga, alcol e ricoveri in rehab hanno segnato la sua adolescenza, prima di una lunga risalita che l’ha riportata a essere una delle attrici più amate di Hollywood, oltre che produttrice e conduttrice televisiva.
Oggi la sua vita è ben diversa: madre di due figlie, impegnata con il “Drew Barrymore Show” che porta il suo nome, l’attrice ha scelto di parlare con sincerità di sé stessa e della propria identità. Una testimonianza che arriva in un momento in cui Hollywood si interroga sempre di più sui temi della rappresentazione e dell’inclusione.
La sua rivelazione non è soltanto un dettaglio personale, ma anche un messaggio di libertà. “Ho sempre creduto che la bellezza fosse universale, non legata a un genere”, ha spiegato. E i fan hanno accolto le sue parole con entusiasmo, applaudendone il coraggio e la spontaneità.
A cinquant’anni, Drew Barrymore si conferma così un simbolo di resilienza e autenticità. Dall’icona bambina che conquistava Spielberg alla donna adulta che oggi rivendica la sua bisessualità, la sua parabola personale racconta la forza di chi non teme più etichette.
Cinema
Jason Momoa in rosa a Venezia: un inno alla mascolinità inclusiva
Un outfit coraggioso e ironico, accompagnato da una dichiarazione programmata: “Il rosa è bello e non ridefinisce la mia mascolinità”, un invito a ridefinire gli stereotipi di genere.

I red carpet sono spesso terreno di scelte monocromatiche e conformiste, in particolare in ambito maschile. Ma all’edizione 2025 della Mostra del Cinema di Venezia, Jason Momoa ha completamente rivoltato il copione mostrando che l’estetica può essere un gesto politico. In occasione della première di In the Hand of Dante, l’attore ha sfoggiato un look total pink — camicia, giacca, pantaloni, Birkenstock pelose (dall’edizione 2023 firmata Birkenstock×Concepts), fino alle unghie dei piedi smaltate dello stesso rosa — senza timore di osare.
Momoa ha persino immortalato il dettaglio in una Instagram Story, scherzando:
“I got my Birkenstocks and my ugly a– feet, but they’re painted!”

Ad accompagnarlo, il figlio sedicenne Nakoa-Wolf, che ha mostrato un look in coordinamento floreale e rosa. Momoa ha espresso orgoglio paterno:
“My baby… he just killed it” ha commentato, riferendosi al debutto del figlio in Dune: Part Three.
Il dettaglio estetico è solo una parte del messaggio. In passato Momoa aveva già spiegato con fermezza:
“Il rosa è semplicemente un bel colore. E sono abbastanza sicuro della mia mascolinità. Non me ne frega un ca**o di ciò che pensa la gente.”
Secondo Vogue Italia, questo look rappresenta un manifesto visivo che ospita la sensibilità all’interno della nozione di “alpha male”: un “sensitive alpha”, forte ma vulnerabile allo stesso tempo.
La critica lo ha definito come un gesto audace ma coerente con la sua personalità:
- Parade sottolinea che Momoa “sa come coordinare un outfit con disinvoltura”, anche sotto la caviglia.
- Anche iO Donna evidenzia l’ironia e la spontaneità del momento: un red carpet che è sembrato più una danza spontanea che una passerella imposta.
Opzioni simili sono rare: l’unica volta che Momoa ha indossato un rosa vistoso fu agli Oscar del 2019, con uno smoking in velluto Fendi e un elastico rosa abbinato. Ha sempre seguito un principio:
“Tutti abbiamo un lato femminile e uno maschile. Dobbiamo accettarli entrambi.”
Il suo abito veneziano, così anticonvenzionale, si inserisce nella moderna conversazione sulla mascolinità fluida e sull’autenticità nei gesti quotidiani. Non è solo un look, ma una dichiarazione: la moda può liberare, sensibilizzare e ridefinire norme obsolete.
Cinema
Brad Pitt tra nuove ville e vecchie saggezze: “La vera forza è saper camminare da soli”
Mentre aggiunge un’altra villa al suo già ampio patrimonio immobiliare, Pitt riflette sulla solitudine come strumento di crescita interiore: “Chi sa viaggiare, mangiare e vivere da solo senza paura, dimostra sicurezza che nessuno può spezzare”.

Un piede sul tappeto rosso, l’altro saldo nel mondo degli investimenti immobiliari. Brad Pitt, 61 anni, ha acquistato una nuova villa sulle colline di Hollywood, per una cifra che sfiora gli 11 milioni di euro. Una residenza con vista mozzafiato su Los Angeles, che va ad aggiungersi al già variegato portafoglio di proprietà dell’attore: dalla storica casa di Los Feliz al castello di Miraval in Provenza, cuore della sua avventura vinicola.
Ma stavolta non è solo il mattone a far parlare. In parallelo all’acquisto, Pitt si è lasciato andare a una riflessione dal sapore quasi filosofico. «La vera forza non sta nel seguire la massa, ma nell’avere il coraggio di camminare da soli quando serve. Chi sa viaggiare, mangiare o vivere momenti da solo senza paura, dimostra una sicurezza interiore che nessuno può spezzare. Se impari a stare bene con te stesso, allora non c’è obiettivo, sogno o sfida che non possa diventare possibile», ha dichiarato.
Parole che suonano come una dichiarazione di intenti. Dopo anni di copertine legate al divorzio da Angelina Jolie, alle battaglie legali per la custodia dei figli e alle dispute milionarie sullo Château Miraval, l’attore sembra aver trovato un nuovo equilibrio. Lontano dai riflettori delle polemiche, Pitt rivendica il diritto a vivere la solitudine non come vuoto ma come forza rigeneratrice.
E mentre a Hollywood si rincorrono voci sul suo coinvolgimento in nuovi progetti cinematografici e sulla relazione con la jewelry designer Ines de Ramon, le sue parole aggiungono una sfumatura diversa al profilo del divo. Non solo l’uomo dai lineamenti scolpiti e dalla carriera invidiabile, ma anche il cinquantenne che riflette sul senso dell’autonomia personale.
La villa da 11 milioni, tra piscine, spa e sale panoramiche, è un simbolo di stabilità. Ma più della pietra conta il messaggio: Brad Pitt non cerca di seguire la massa. Preferisce costruire il proprio cammino, pietra dopo pietra, sogno dopo sogno.
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