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Spettacolo

Ecco chi presenterà il festival all’Ariston

Sarebbe quello di Milly Carlucci il nome scelto dalla RAI per il dopo Amadeus. La showgirl sarebbe anche il direttore artistico del Festiva. La seconda dal 1951

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    Con l’annuncio di Amadeus riguardo alla sua rinuncia alla conduzione del prossimo Festival di Sanremo su Rai, l’industria dell’intrattenimento è immersa in una fervida speculazione. Mentre diversi nomi sono stati proposti come suoi successori, molti hanno declinato l’offerta, temendo di non riuscire a eguagliare il successo di Amadeus. Secondo le indiscrezioni dei soliti bene infirmati sembra che Milly Carlucci sia una delle candidate più probabili per il ruolo di direttrice artistica del prossimo Festival di Sanremo.

    Nonostante la rarità delle donne nel ruolo di direttrice artistica, è importante ricordare che, dal 1951, solo una donna ha ricoperto questo incarico al Festival di Sanremo. Nel 1997, Carla Vistarini ha condiviso la direzione artistica con due uomini, Pino Donaggio e Giorgio Moroder, rappresentando una delle rare eccezioni nella storia del Festival. Questo potenziale ruolo per Milly Carlucci potrebbe rappresentare un’altra pietra miliare nella ricerca di una maggiore rappresentanza femminile nell’industria dell’intrattenimento italiano e un ulteriore passo avanti nella storia del Festival di Sanremo.

      Musica

      Vinili da record: ecco i dischi più rari e costosi della storia della musica

      Le ragioni per collezionare vinili sono molteplici e spesso soggettive. Discogs, la piattaforma di riferimento per gli appassionati, individua alcune motivazioni di base. Innanzitutto, la qualità del suono, decisamente più calda e naturale rispetto a CD, computer e dispositivi mobili. Poi c’è il fascino della confezione: le copertine e il packaging possono fare la differenza, arricchendo l’esperienza con illustrazioni e testi.

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        Se siete appassionati di musica e collezionismo, saprete che il vinile non è mai passato di moda. Anzi, negli ultimi anni ha conosciuto una nuova rinascita, grazie al suo suono inconfondibile e al suo fascino retrò. Ma quali sono i vinili più rari e costosi della storia della musica? E quali sono i fattori che ne determinano il valore? Scopriamolo insieme in questo articolo.

        Beatles e Prince: i re del vinile.

        Tra i dischi più ricercati e quotati dai collezionisti, ci sono sicuramente quelli dei Beatles e di Prince, due icone della musica pop. I Fab Four hanno stabilito il record assoluto con la prima copia del White Album (1968), appartenuta al batterista Ringo Starr e venduta all’asta nel 2015 per la cifra astronomica di 790 mila dollari, la più alta mai registrata per un LP. Si tratta di un’edizione numerata (0000001) e autografata dai quattro membri della band, che contiene anche alcune foto e poster originali.

        Ma anche altri album dei Beatles sono molto ambiti dai collezionisti, come l’edizione giapponese di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (1967), con una copertina unica prodotta in poche copie, quotata a oltre 13 mila dollari, o il famoso “Butcher Cover” di Yesterday and Today (1966), con una foto controversa dei Beatles vestiti da macellai e circondati da bambole e pezzi di carne, ritirata dal mercato dopo le proteste dei fan e sostituita da una copertina più innocua.

        Anche Prince, il genio di Minneapolis scomparso nel 2016, ha lasciato in eredità alcuni vinili molto rari e preziosi, come The Black Album (1987), divenuto un’icona tra i fan. Si tratta di un disco senza titolo né crediti, con una copertina completamente nera, che Prince decise di ritirare poco dopo il lancio a causa di insoddisfazione sul risultato finale e di una presunta esperienza mistica. Solo sei copie esistenti al mondo sono state salvate dalla distruzione e una di queste è stata ceduta nel 2018 per la considerevole cifra di 27.500 dollari.

        Arte e musica: un binomio vincente.

        Un altro fattore che può influire sul valore di un vinile è la sua copertina, soprattutto se realizzata da un artista famoso o con una grafica particolare. Un esempio emblematico è il caso delle creazioni di Andy Warhol, il padre della pop art, che ha disegnato le copertine di vari artisti, dai Velvet Underground ad Artie Shaw e Diana Ross. Tra queste, la più celebre è sicuramente quella della banana pelabile di The Velvet Underground & Nico (1967), valutata a circa 10 mila euro.

        “Se solo le case discografiche avessero preservato quei bozzetti, oggi avremmo autentiche opere d’arte. Purtroppo, abbiamo perso tesori preziosi”, commenta Claudio Donato, proprietario del celebre negozio di dischi Goody Music a Roma. Ma l’incontro tra arte e musica non si ferma qui. Un esempio affascinante è il vinile Dedicato a de Le Stelle di Mario Schifano (1967), valutato a quasi 8 mila euro. Schifano, noto pittore e cineasta romano, era considerato il principale artista pop italiano, spesso paragonato ad Andy Warhol. Il disco contiene una serie di brani sperimentali, accompagnati da una copertina astratta e colorata, che riflette lo stile e la personalità dell’artista.

        Curiosità ed errori: le sorprese del vinile.

        Oltre alla data di pubblicazione, alla tiratura e al grado di conservazione, ci sono altri elementi che possono aumentare il valore di un vinile, come gli errori di stampa o le curiosità legate agli artisti. Un esempio di errore di stampa è quello dell’album Led Zeppelin III (1970), che in alcune copie presenta il titolo sbagliato sulla copertina posteriore (Led Zeppelin II) e sulle etichette dei dischi (Led Zeppelin IV). Questo disco è stato venduto per oltre 10 mila dollari.

        Un esempio di curiosità è quello di Mina, la celebre cantante italiana, che all’inizio della sua carriera si faceva chiamare Baby Gate, per sfruttare la moda del momento. Il suo primo 45 giri, intitolato Non partir/Be bop a lula (1958), è stato pubblicato con questo pseudonimo e oggi è molto raro e ricercato, con una quotazione di circa 5 mila euro.

        Perché collezionare vinili?

        Le ragioni per collezionare vinili sono molteplici e spesso soggettive. Discogs, la piattaforma di riferimento per gli appassionati, individua alcune motivazioni di base. Innanzitutto, la qualità del suono, decisamente più calda e naturale rispetto a CD, computer e dispositivi mobili. Poi c’è il fascino della confezione: le copertine e il packaging possono fare la differenza, arricchendo l’esperienza con illustrazioni e testi. Un’altra motivazione più romantica è quella della ‘connessione’: estrarre un vinile dalla sua custodia e ascoltarlo su un giradischi può evocare ricordi più vividi, arricchendo l’esperienza musicale. Infine, acquistare vinili è anche un modo per sostenere gli artisti e la musica stessa, in un’epoca in cui il digitale ha reso tutto più facile ma anche più effimero.

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          Cinema

          Red Carpet, I look migliori della prima giornata di Cannes 2024

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            Sulla Costa Azzurra è ufficialmente iniziata la 77ª edizione del Festival di Cannes. Che sin dal 1939 guida il cammino delle tendenze cinematografiche e dei cineasti e interpreti più attesi e amati. Tuttavia, non è solo questo. Poiché sulle Scalinate Rosse, la settima arte si fonde armoniosamente con la moda, trasformando la Montée – la scalinata del Palais, tinta di rosso – in una passerella che ruba mille sguardi. Ecco i più suggestivi outfit scelti dalle celebrità per il Festival di Cannes 2024.

            L’eleganza non ha età

            Meryl Streep è una celebre attrice statunitense conosciuta per il suo talento nel recitare in una vasta gamma di ruoli, che spaziano dal dramma alla commedia. Si è presentata con un classico abito di seta in tonalità perlata, delicatamente drappeggiato sul lato. Una creazione haute couture firmata Maria Grazia Chiuri per Dior Haute Couture. Gli accessori che ha scelto: gli occhiali, una clutch a forma esagonale laccata bianca, e un paio di orecchini pendenti che ciondolano dai lobi delle orecchie lasciati a vista grazie ai capelli raccolti in uno chignon basso.

            Un’esplosione di colore

            Heidi Klum, tedesca naturalizzata statunitense ha indossato un elegante abito dalle linee drappeggiate, firmato dal designer libanese Saiid Kobeisy, che metteva in risalto sia le gambe che il décolleté. Il colore rosso, molto in voga quest’anno, era la scelta perfetta. La supermodella ha optato per un trucco naturale, concentrando l’attenzione soprattutto sugli occhi con un delicato smokey eyes dai toni neutri. Per quanto riguarda i capelli, ha sfoggiato uno splendido taglio a farfalla voluminoso e mosso, con onde larghe e morbide che incorniciavano elegantemente il viso.

            I ruggenti anni venti

            La sorpresa di questo primo giorno a Cannes 2024 è stata Taylor Hill. Ha mostrato uno splendido taglio di capelli pixie ispirato agli anni ’20, dall’effetto wet. I suoi capelli cortissimi, tagliati con precisione e leggermente disordinati, hanno conferito alla modella un aspetto giocoso e seducente, evocando le icone del cinema muto. La supermodella americana ha scelto di indossare un abito bianco e nero, con una silhouette impeccabile firmata Balmain. Che ha evidenziato una scollatura arricchita da un collier a colletto mozzafiato di Messika.

            Brillare come una stella

            La cineasta statunitense, fresca del trionfo al botteghino del suo ultimo film “Barbie”, Greta Gerwig, membro della giuria del festival. Ha deciso di distinguersi con un elegante vestito aderente di paillettes color bordeaux, realizzato da Saint Laurent. Con un taglio di capelli corto e un look dall’effetto bagnato, portato con slancio verso un lato, la regista americana ha catturato l’attenzione di tutti.

            Femminilità in total red

            Quest’anno il look con capelli bagnati ha fatto breccia anche nel cuore di Juliette Binoche. Per il suo outfit da red carpet, la famosa attrice francese ha optato per un audace tocco di rosso. Indossando un sfarzoso abito lungo con spalle scese e il manico lungo dal taglio impeccabile, firmato Dior e ideato da Maria Grazia Chiuri. L’outfit incarna l’essenza stessa dell’eleganza.

            La “signora delle tenebre” in versione romantica

            Negli ultimi anni, le celebrità hanno attinto dagli archivi per il Festival di Cannes. E questa tendenza è proseguita con l’elegante abito di Eva Green, proveniente dalla collezione Primavera 2016 di Giorgio Armani Privé. Tuttavia la “signora delle tenebre” ha scelto un look molto romantico. Indossando un vestito, anche se è nero, adornato con paillettes e una gonna trasparente in tulle.

            Una pioggia di paillettes

            L’attrice francese, Léa Seydoux, ha fatto il suo ingresso sul red carpet indossando un sontuoso abito lungo decorato con paillettes argentate. Con uno spacco sensuale sul davanti e con eleganti spalle scese, firmato Louis Vuitton. Adornata con gioielli selezionati dalla prestigiosa collezione di alta gioielleria del marchio francese. Le sue ciocche bionde leggermente ondeggianti aggiungevano quel tocco di fascino hollywoodiano del quale solo lei conosce il segreto.

            Il Vecchio Hollywood in risalto

            Indubbiamente, Romee Strijd, incantevole come sempre, sfavilla sul red carpet in una tonalità rosa tenue, indossando un capo firmato Eman Alajlan. La modella olandese di alto profilo ha optato per un’elegante mise in puro stile “Vecchio Hollywood” (che abbiamo visto anche a Met Gala). Con la sua chioma bionda raccolta in morbide onde. Il look è caratterizzato da un trucco rosa abbinato all’abito arricchito da un lungo strascico ricoperto di piume e numerosi cristalli.

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              Musica

              100 di questi giorni, cara Fender. Per ora sono “solo” 70…

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                L’iconica chitarra Fender compie 70 anni e non c’è musicista delle 6 corde, virtuoso o alle prime armi, che non la consideri uno strumento “fuoriclasse”. Quando è nata la Stratocaster (per gli intimi la “Strato”) il rock’n’roll muoveva i suoi prime passi. Le linee del suo corpo rimangono nel cuore anche di chi l’ha vista solo in fotografia o in video. Un’eterna ragazza del rock (ma anche del pop e del blues!), imbracciata nel corso dei decenni da personaggi immortali.

                Una forma distintiva

                La sua produzione industriale è cominciata nell’aprile del 1954 dalla mente geniale di Leo Fender, rivoluzionando il mondo della chitarra elettrica grazie alle sue caratteristiche uniche. La forma distintiva del corpo a doppia punta, tre pickup singoli e il vibrato sincronizzato sono solo alcune delle caratteristiche che l’hanno resa così amata da musicisti di ogni genere.

                Testimonial storici

                Negli anni ’50 e ’60, artisti come Jimi Hendrix, Buddy Holly, Eric Clapton, David Gilmour e Stevie Ray Vaughan hanno contribuito a rendere la Stratocaster uno strumento iconico del rock e del blues. La sua versatilità e il suo suono unico l’hanno resa la chitarra preferita da musicisti di tutto il mondo.

                Il suo debutto per 230 dollari

                Apparve per la volta “in pubblico” con una réclame sulla rivista International Musician. I primi esemplari costavano circa 230 dollari (oggi sarebbero 2.400 euro). La Stratocaster più antica (numero di serie 0100) è ancora in circolazione: è stata venduta a Nashville nel marzo 2014 per circa 300 mila euro.

                Alcune curiosità

                Il marchio Fender che compare sulla “paletta” (la parte finale del manico) delle chitarre Fender degli Anni 50 è chiamato “spaghetti logo”. Izabella è la chitarra bianca usata da Jimi Hendrix a Woodstock e nel suo ultimo concerto nel 1970. Dopo la morte di Jimi, è stata per diversi anni nelle mani di Mitch Mitchell, suo batterista; nel 1990 fu acquistata da Red Ronnie (prima che si appassionasse algi alieni…) per 540mila euro. tre anni dopo è entrata in possesso di Paul Allen, cofondatore della Microsoft, per una cifra che si aggirerebbe sui 2 milioni e 700mila euro. Oggi è nella collezione del Museum of Pop Culture di Seattle (dove Hendrix nacque). Blackie (“Nerina”) è stata la Fender del cuore di Eric Clapton dal 1970 agli anni 90, scaturita dall’unione di parti provenienti da tre Stratocaster degli anni 50. Clapton l’ha venduta all’asta nel 2004 per beneficenza, per un milione e 450mila euro.

                Perfette per essere distrutte sul palco

                Da anni le aste di strumenti musicali propongono Fender Stratocaster “storiche”. Pezzi che puntualmente raggiungono quotazioni molto rilevanti. Al momento il record è detenuto da “The Black Strat”, un esemplare di colore nero del 1969 usata da David Gilmour e aggiudicata nel 2019 per 4 milioni e 430 mila euro. Pete Townshend, leggendario chitarrista degli Who, all’apice dei suoi concerti era solito distruggere le sue chitarre. A un certo punto scelse proprio le Stratocaster perché da un lato erano più economiche e dall’altro risultavano perfette come… clave! E che dire di Hendrix che la bruciò sul palco del Monterey Pop Festival?

                Una memorabile gaffe di Linus

                Nel 2009, durante la diretta tv Mediaset della celebrazione in musica per Michael Jackson, avvenuta allo Staples Center di Los Angeles, andò in scewna un’imperdibile siparietto che mostrò l’incompetenza di certi “giornalisti musicali” che vengono presentati alla gente come “esperti”. Mentre John Mayer si esibiva in una bella versione strumentale di Human nature con un’invidiabile, consumatissima Fender Stratocaster, nello studio di Italia 1 si celebrava la figuraccia di Pasquale Di Molfetta, meglio conosciuto come Linus, direttore artistico di Radio Deejay:


                Kay Rush: “Che bella Fender…”

                Linus: “No… ti devo correggere Kay, è una Stratocaster!”

                Qualcuno spieghi a Linus che Fender e Stratocaster NON SONO due marche differenti di chitarre!

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