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Spettacolo

Elisabetta Gregoraci, una serata di eleganza e solidarietà per i bambini

Venerdì 31 gennaio, una cena di beneficenza con protagonista Elisabetta Gregoraci raccoglierà fondi per la Fondazione “Il Coraggio dei Bambini”, impegnata nella lotta ai tumori cerebrali solidi infantili.

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    Una serata speciale, tra glamour e impegno sociale, con un unico obiettivo: fare la differenza. Venerdì 31 gennaio, a partire dalle 19:30, il Riva Restaurant & Lounge Bar di Falerna Marina ospiterà una cena di beneficenza a favore della Fondazione “Il Coraggio dei Bambini”, un’organizzazione che da anni combatte instancabilmente contro i tumori cerebrali solidi infantili nell’ambito della neuro-oncologia pediatrica.

    L’evento, ideato da DIEMMECOM, avrà un’ospite d’eccezione: Elisabetta Gregoraci, madrina della serata e volto noto dello spettacolo, da sempre sensibile alle cause umanitarie. Un appuntamento che unisce eleganza e generosità, dimostrando come il mondo della mondanità possa trasformarsi in un’opportunità concreta per aiutare chi ne ha più bisogno.

    La location scelta non è casuale: il Riva Restaurant & Lounge Bar, con la sua atmosfera raffinata, farà da cornice a una serata esclusiva in cui ogni gesto, ogni brindisi e ogni donazione si tradurranno in un contributo concreto per la ricerca. I fondi raccolti saranno destinati a sostenere i progetti della Fondazione, che si impegna a garantire un futuro migliore ai bambini colpiti da queste gravi patologie.

    Partecipare significa non solo godersi una cena in un ambiente d’eccezione, ma anche diventare parte attiva di una battaglia che nessun bambino dovrebbe affrontare da solo. Un’occasione per coniugare piacere e altruismo, dimostrando che la solidarietà può essere anche un evento indimenticabile.

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      Televisione

      Francesca Fialdini, la frattura scomposta e i dubbi dei social: “Guarita per il ripescaggio?”, scoppia la polemica su Ballando

      Sui social monta la discussione sulla frattura scomposta di Francesca Fialdini. Alcuni utenti raccontano esperienze personali molto più complesse e sollevano dubbi sui tempi di recupero, collegandoli al ripescaggio a Ballando con le Stelle. Tra sospetti, confronti e accuse di “miracolo televisivo”, la polemica corre veloce online.

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        Il rientro di Francesca Fialdini accende una tempesta di commenti. Non sulla gara, non sulle performance, ma sulla sua condizione fisica. Sui social, in tanti vogliono capire che tipo di frattura scomposta abbia realmente avuto la conduttrice, e soprattutto come sia stato possibile un recupero così rapido. Le domande si moltiplicano, le ricostruzioni personali diventano paragoni inevitabili.

        Il confronto con le esperienze personali
        Tra i tanti messaggi spunta quello di un’utente che racconta in dettaglio la propria esperienza: «Io con una frattura scomposta al piede sinistro quest’estate ero immobile, dolorante, col gesso e mi hanno operata dopo sei giorni mettendomi sette viti». Un racconto che diventa subito il metro di giudizio per valutare la situazione della Fialdini. E la conclusione è lapidaria: «Mi sembra tutto molto esagerato».

        Il sospetto legato al ripescaggio
        Subito dopo arriva un secondo commento che infiamma ulteriormente la discussione: «Ma la Fialdini guarita magicamente poco prima del ripescaggio? A quanto pare a Ballando con le Stelle accadono i miracoli». Una frase che sintetizza alla perfezione il sospetto che serpeggia online: che il recupero sia coinciso in modo troppo “perfetto” con il meccanismo televisivo del programma.

        Tra dubbi, tempi e sospetti
        Sui social non si mette in discussione solo l’infortunio, ma soprattutto la sua gestione. I tempi di recupero vengono confrontati, analizzati, smontati. Ogni dettaglio diventa materiale da dibattito, in una dinamica ormai tipica: l’esperienza personale trasformata in verità assoluta e usata per giudicare quella degli altri.

        Il silenzio che alimenta la polemica
        Al momento Francesca Fialdini non ha replicato ai commenti. E come spesso accade, il silenzio non spegne la discussione, anzi la amplifica. Tra chi difende il diritto a una guarigione diversa da persona a persona e chi continua a insinuare dubbi, la polemica resta aperta e corre veloce.

        Quando la salute diventa un caso mediatico
        Ancora una volta, la salute di un personaggio pubblico diventa terreno di scontro. E la frattura scomposta di Francesca Fialdini, da fatto medico, si trasforma in un caso social, con il peso delle insinuazioni e delle coincidenze televisive.

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          Personaggi e interviste

          Can Yaman e l’incidente sul set di Sandokan: il costume si gonfia, lui finisce sott’acqua e rischia di annegare durante una scena esplosiva

          Durante una sequenza d’azione della nuova serie Sandokan, Can Yaman ha rischiato seriamente la vita. L’esplosione controllata di una canoa lo ha catapultato in acqua, dove il costume si è gonfiato come una vela intrappolandolo. Solo la rapidità della troupe ha evitato il peggio. L’attore oggi lo racconta con lucidità.

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            Per chi guarda Sandokan da casa, le scene più spettacolari scorrono leggere, costruite su effetti speciali, stunt professionisti e un’estetica da kolossal televisivo. Ma dietro quell’immagine patinata ci sono momenti in cui la fiction sfiora pericolosamente la realtà. È il caso di Can Yaman, che ha rivelato di aver vissuto un episodio tutt’altro che banale durante una scena d’azione sul set della serie.

            Tutto è accaduto durante le riprese di una sequenza ambientata in acqua, in cui una canoa esplode dopo un colpo sparato da distanza ravvicinata. Un effetto studiato nei minimi dettagli, con demolizione controllata e stunt coordinati. Ma, come spesso accade nei set più dinamici, basta un attimo perché qualcosa sfugga dal copione. L’attore è finito in acqua trascinato dalla spinta dell’esplosione scenica, e da quel momento la scena si è trasformata in un imprevisto decisamente più serio.

            Secondo il suo racconto, il costume di scena — una tunica aderente con tessuti sovrapposti — a contatto con l’acqua si è gonfiato come una vela. Il risultato è stato immediato: il tessuto gli si è avvolto attorno al corpo, stringendogli braccia e busto e impedendogli i movimenti. La difficoltà nel riemergere è durata qualche secondo, ma sufficiente a creare un rischio concreto.

            È stato il pronto intervento della troupe a evitare che la situazione degenerasse. I tecnici in acqua e gli assistenti di scena, addestrati per emergenze di questo tipo, si sono tuffati immediatamente, liberandolo e riportandolo in superficie. «Un attimo in più e sarebbe potuta finire molto male», ha raccontato chi era presente.

            Yaman, abituato alle scene d’azione e al rischio calcolato, ha parlato dell’episodio con un tono sorprendentemente pacato, spiegando di aver vissuto quei momenti con lucidità ma riconoscendo la pericolosità di ciò che è accaduto. La produzione ha successivamente modificato parte dei costumi destinati agli stunt in acqua per evitare che il tessuto, impregnato, potesse creare ulteriore resistenza o pericoli.

            L’incidente si aggiunge al lungo elenco di aneddoti che circondano la lavorazione di Sandokan, una serie che punta molto su realismo e fisicità delle scene d’azione. E che, almeno in questo caso, ha mostrato quanto sottile possa essere il confine tra avventura televisiva e rischio vero.

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              Musica

              Lucio Corsi sotto attacco per una vecchia intervista: le frasi su Sanremo ed Elettra Lamborghini riemergono e scatenano i social

              L’artista toscano finisce nella tempesta per alcune dichiarazioni rilasciate quattro anni fa a Lifegate: citava Paolo Conte ed Elettra Lamborghini come esempi di generi distanti, ma il web insorge. Tra accuse feroci, fraintendimenti e qualche voce che lo difende, il caso diventa virale alla vigilia di Sanremo.

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                Basta una frase riemersa dal passato per trasformare un musicista in un caso social. È ciò che è successo a Lucio Corsi, che si è ritrovato travolto da commenti e accuse per un’intervista del 2020, rilasciata a Lifegate, tornata improvvisamente virale. All’epoca, senza particolari toni polemici, l’artista aveva espresso un pensiero piuttosto lineare: «Il Festival di Sanremo e la grande canzone oggi sono su due pianeti diversi… Ascolto Paolo Conte, non Elettra Lamborghini. Direi che è una cosa completamente differente, non ci dovrebbe essere un’unione tra le cose, sono pianeti diversi».

                Parole pronunciate quattro anni fa, in un contesto completamente diverso, ma che nel 2025 sono state reinterpretate con un fervore tipicamente da social. Nel giro di poche ore X e Instagram si sono riempiti di commenti al vetriolo: «Eccolo il classico finto umile che invece è il peggiore degli snob», scrive qualcuno. «Che tristezza sminuire così una collega», accusano altri.

                Il dettaglio più surreale? Molti utenti non si sono nemmeno accorti che l’intervista fosse del 2020. «Pensa voler cercare un po’ di visibilità adesso che lei è nel cast del Festival di Sanremo», ha commentato un utente, convinto che Corsi avesse parlato ieri e non durante un’altra epoca musicale, pre-pandemia e pre-rivoluzione social. Un cortocircuito perfetto per alimentare il tormentone del giorno.

                Tra insulti e giudizi affrettati, è arrivata anche l’accusa più inflazionata dell’ecosistema digitale: misoginia. «Ora è diventato misogino secondo Twitter perché anni fa ha osato dire che Paolo Conte ed Elettra Lamborghini artisticamente non sono allo stesso livello», replica un utente in sua difesa, ricordando l’ovvio: stava parlando di generi e linguaggi musicali, non di persone.

                E in effetti una piccola pattuglia di fan lo difende: «Ha solo detto il suo parere e voi siete ossessionati». Ma la dinamica è quella classica. Un estratto fuori contesto, una miccia accesa nel momento giusto — Sanremo alle porte, Elettra Lamborghini che torna sul palco, il clima infuocato del preselezioni — e il web si trasforma in tribunale.

                Corsi, da parte sua, non ha risposto. Scelta comprensibile: spesso il silenzio è l’unico modo per non alimentare un meccanismo che non cerca chiarimenti, ma bersagli. E così una vecchia intervista, nata per raccontare gusti e riferimenti artistici, diventa l’ennesima tempesta in un bicchiere digitale, con i ruoli assegnati prima ancora che inizi la discussione.

                Il resto lo farà la timeline, che già domani avrà un nuovo colpevole su cui esercitarsi. Nel frattempo, la frase di Corsi resta lì: un’opinione sulla musica. Nulla di più, nulla di meno.

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