Connect with us

In primo piano

Ghali, compleanno amaro: «Dedicato a mio papà»

Nel giorno del suo 31esimo compleanno, Ghali condivide su Instagram riflessioni intime sul difficile rapporto con il padre e la sua lotta interiore. Un messaggio di amore e gratitudine che tocca il cuore dei suoi fan.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Ghali, nel giorno del suo 31esimo compleanno, riflette sul suo percorso di vita attraverso parole toccanti e intime. Condividendo una foto di sé da bambino, sorridente e pieno di innocenza, il cantante ha rivelato sui social il suo complesso rapporto con il padre, incarcerato quando lui era piccolo. Entrambi nati lo stesso giorno e mese, Ghali sente il peso di non aver fatto pace con il padre, un fardello che si ripresenta ogni anno.

    “Cammino ancora oggi sui bordi delle strade come un equilibrista – ha scritto Ghali su Instagram -. Non ho ancora imparato a vivere il giorno del mio compleanno nel modo giusto, ma forse un modo giusto non c’è. È come se in questo giorno, ogni anno, affrontassi il mio più grande peccato: non aver fatto pace con mio padre. La situazione è la stessa da troppo tempo ormai. Onestamente, potrebbe non essere nemmeno mio padre il motivo del mio umore nel giorno del mio compleanno. Forse è lo stato negativo della coscienza collettiva, o tutti gli scenari globali difficili da accettare e celebrare. O forse mi sento schiacciato da milioni di attenzioni e dovrei semplicemente prendermi un po’ di tempo per me stesso. Sinceramente, non lo so. Ma sono sempre grato per tutto.”

    Ghali prosegue esprimendo la sua gratitudine per l’amore che lo circonda e che gli dà la forza di andare avanti. “È tutta una questione di amore e mi sento benedetto a vivere questo viaggio sulla terra con voi. Non vorrei essere da nessun’altra parte, sono felice di essere qui ora. Se volete farmi un regalo oggi, guardatevi attorno e condividete l’amore, anche solo la metà di quello che avete per me, con chi vi sta vicino e con chiunque incontriate per strada. E a tutti i miei amici chiedo di non preoccuparsi se oggi mi vedete un po’ così, e se non ho organizzato niente di particolare. Ci aspettano dei grandi giorni davanti e in uno di questi imparerò a festeggiare il mio ca**o di compleanno.”

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Cronaca

      Il nostro grazie commosso a Papa Francesco: una luce che continuerà a guidarci

      Con la sua umiltà, il suo coraggio e il suo amore per gli ultimi, Papa Francesco ha lasciato un segno indelebile nella storia della Chiesa e dell’umanità.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Oggi, come direttore di LaCity Magazine e a nome di tutta la nostra redazione, desidero esprimere il nostro più profondo cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco. La notizia della sua morte ci ha raggiunti all’alba, colpendoci nel cuore in un modo che è difficile descrivere. Non si spegne soltanto una delle figure più amate e rivoluzionarie della Chiesa cattolica contemporanea; si spegne una luce che ha illuminato, per oltre un decennio, il cammino del mondo intero, non solo dei fedeli.

        Jorge Mario Bergoglio è stato, e resterà, un esempio di rettitudine, coraggio e straordinaria applicazione del Vangelo nella vita concreta. In un’epoca in cui troppe volte la coerenza tra parole e azioni si è fatta labile, Papa Francesco ha saputo testimoniare con forza che la fede non è un concetto astratto, ma un impegno quotidiano fatto di gesti, ascolto e servizio.

        Il suo sorriso disarmante, la sua semplicità autentica, la sua voce ferma ma mai arrogante hanno incarnato una Chiesa capace di parlare al cuore di tutti. Francesco non ha mai cercato il consenso. Ha cercato l’incontro, il perdono, la verità. È stato il Papa dei ponti, non dei muri. Il Papa che non ha avuto paura di chinarsi davanti al dolore dei migranti, degli emarginati, dei poveri, degli scartati dalla società.

        Come non ricordare la sua solitudine eroica quella sera di pioggia, in una Piazza San Pietro deserta, durante la pandemia? In quell’immagine, che resterà per sempre scolpita nella memoria collettiva, c’era tutta la grandezza di quest’uomo: fragile e fortissimo, umile e immenso, capace di farsi piccolo davanti a Dio e di elevarsi come guida morale universale.

        Papa Francesco ci ha insegnato a vivere il Vangelo non come un elenco di precetti, ma come un movimento dell’anima verso l’altro. “Chi sono io per giudicare?”, disse nel 2013, cambiando in una sola frase la storia della Chiesa moderna. Con quell’umanità disarmante ha aperto nuove strade di inclusione e di misericordia, rimanendo sempre fedele alla verità più profonda della fede cristiana: l’amore.

        Anche nel momento più buio della Chiesa, quello delle ferite inferte dagli abusi, non ha taciuto. Non ha coperto, non ha voltato lo sguardo. Ha affrontato il dolore, ha chiesto perdono, ha imposto riforme. Con la forza mite di chi sa che la verità può far male, ma è l’unica strada che salva.

        Come direttore, come cristiano, come semplice essere umano, sento oggi il bisogno di dire grazie. Grazie per averci insegnato a non avere paura della tenerezza. Grazie per averci ricordato che il vero potere sta nel servire, e che l’autorità spirituale non si misura in privilegi ma in capacità di chinarsi sulle ferite del mondo.

        A Papa Francesco dobbiamo la rinascita di una Chiesa che, senza paura, ha camminato nei deserti dell’indifferenza per portare semi di speranza. Dobbiamo il coraggio di una voce che, sola tra i potenti della terra, ha saputo alzarsi a difesa del creato, degli ultimi, della dignità umana.

        La sua morte ci lascia un vuoto immenso. Ma la sua eredità è una promessa. È il Vangelo vivo che continua a chiamarci, ogni giorno, a essere operatori di pace, testimoni di amore, costruttori di fraternità.

        In queste ore di lutto e di preghiera, affido al cuore di ciascuno il suo ultimo, silenzioso insegnamento: vivere pienamente il tempo che ci è dato, seminando speranza anche nei terreni più aridi. Come lui ha fatto, instancabilmente, fino all’ultimo respiro.

        Da tutta LaCity Magazine, dal nostro cuore più autentico, salga una sola parola: grazie, Santo Padre. Continueremo a camminare sulle strade che ci ha indicato. E porteremo nel mondo, come meglio potremo, la luce che ci ha lasciato.

          Continua a leggere

          In primo piano

          LaCity Mag ti sta cercando: vieni a lavorare con noi

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Abbiamo attualmente tre posizioni aperte che intendiamo ricoprire al più presto e una di queste potrebbe fare al caso tuo…

            Nel dettaglio

            1. Risorsa junior da destinare al montaggio video, prevalentemente per il comparto social. Si occuperà di popolare gli account ufficiali con realizzazioni quotidiane. Competenze richieste: conoscenza dei tool di creazione contenuti, editing/compositing, video e graphic (Adobe: Premiere, After Effects, etc). Cerchiamo una persona che sia inoltre in grado di prendere il telefono e girare con smartness tutto quello che ci viene in mente, possibilmente in grado di sfruttare tecniche di AI. Oltre a questo, importante una personale passione per la cultura pop, i meme e le subculture digitali, appassionato di social YT, Meta e tutte le nuove piattaforme.

            2. Giornalista junior o candidato che desideri prendere il patentino, dotato di conoscenza del mondo dello spettacolo e dei principali personaggi che lo animano, dotato di una buona penna e desideroso di crescere, che conosca la SEO e le sue principali regole.

            3. Operatore video, dotato di attrezzatura propria, con esperienza. Verrà destinato alla realizzazione di interviste, reportage e sviluppo di format web.

            Dove rivolgersi

            La ricerca di tutte le posizioni riguarda nello specifico la sede di Milano e si rivolge all’uno e all’altro sesso. I candidati possono spedire un cv alla mail redazione@lacitymag.it, i profili ritenuti interessanti verranno richiamati.

              Continua a leggere

              In primo piano

              Ken è incinto? La verità dietro la bambola inesistente che infiamma i social

              Questa storia serve da monito: dobbiamo essere sempre vigili di fronte alle informazioni che ci vengono propinate, specialmente in un’epoca in cui la disinformazione e la manipolazione sono all’ordine del giorno. Non possiamo permettere che false narrazioni ci distraggano dal discernere la verità, né che ci influenzino nel modo in cui percepiamo il mondo che ci circonda.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                La bambola più amata in occidente? Quella più regalata ai bambini e alle bambine e che va a ruba nei negozi? è quella di Ken incinto. Parola di propaganda russa. Peccato che sia tutta una fake news e che quella bambola proprio non esista. Nelle pieghe oscure del web, una voce insidiosa sussurra di una bambola che sta scuotendo le fondamenta delle nostre società occidentali: Ken incinto. Sembra incredibile, ma questa presunta novità è stata propagandata come la più recente icona delle vendite di giocattoli. Tuttavia, c’è un piccolo dettaglio che viene omesso: Ken incinto è una pura invenzione, una finzione ben orchestrata dalla macchina della propaganda russa.

                La storia di Ken incinto ha fatto rapidamente il giro dei social media, alimentando discussioni e polemiche su una presunta nuova direzione nel mondo dei giocattoli. Tuttavia, dietro questa narrazione si cela una verità molto diversa: quella della totale assenza di una bambola di Ken incinto sul mercato. In realtà, la sua origine è molto più prosaica e risale a un account Instagram noto per il suo contenuto goliardico.

                L’immagine di Ken con un pancione prominente è emersa dall’account “the.forbidden.toys”, un luogo virtuale dove vengono creati e condivisi giocattoli immaginari, spacciati per reali. Questa volta, però, l’immagine ha assunto una vita propria, alimentando teorie del complotto e indignazioni sui social media.

                La verità, semplice e sconcertante, è che Ken incinto non è mai esistito se non nell’immaginazione di chi ha dato vita a questa finzione. È un esempio lampante di come la propaganda possa manipolare e distorcere la realtà, giocando con le nostre percezioni e preconcetti.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù