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Musica

Nostalgia da stadio, quella di Cesare Cremonini: quest’anno sarà di nuovo in tour

L’ex leader dei Lunapop ha già pianificato per il prossimo anno un imponente ritorno dei suoi concerti negli stadi dello Stivale, con una scaletta fatta apposta per far ballare ed urlare i fan.

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    I fan gli avevano detto “arrivederci” nel grande evento all’Autodromo di Imola, ritrovandolo in seguito in un fortunatissimo tour invernale nei palazzetti, con show davvero indimenticabili, Cesare Cremonini ritorna sulle scene musicali, attraverso due annunci distinti.

    L’ultima canzone, elegante e con echi synth pop

    Prima di tutto l’uscita del singolo Ora che non ho più te che ha preceduto il nuovo album, accompagnato su tutte le piattaforme digitali dal videoclip del brano, prodotto da Borotalco.tv con la regia di Enea Colombi. Il video è stato girato in Friuli, nella zona del Magredi del Cellina. Si tratta di un brano potente, caratterizzato da un sound contemporaneo ed elegante, con richiami synth pop. Sarà contenuto nel nuovo album, del quale non si conosce ancora la data di rilascio. Nel brano la voce calda e intima di Cesare trasporta l’ascoltatore in una storia di solitudine, amore e rinascita. Attraverso un dialogo diretto e confidenziale con il proprio passato, alla ricerca di una redenzione di fronte alla fine di una relazione.

    Parola di Cesare

    Ora che non ho più te è una canzone reale. – spiega Cremonini – e l’ho scelta come apripista perché ha rappresentato una svolta dal punto di vista della produzione musicale e un voltapagina nella mia vita. Non è un ricordo che voglio ritorni, è un’esperienza che deve diventare biografia, tornando libera. Credo sia importante abbandonare le cose nel momento in cui ti è permesso, è inutile chiudere una relazione, un’amicizia, un rapporto di lavoro, qualunque pezzo della tua vita, prima del dovuto, prima che sia il momento. Esiste un passato nella canzone, esiste un amore finito, ma esiste anche una nuova vita da affrontare per me e per chi era con me”.

    Il sipario che si apre su un nuovo progetto, ancora da svelare completamente

    “Questa nuova canzone rappresenta il sipario che si apre su un progetto fatto di tante scenografie che svelerò canzone dopo canzone. In questo brano c’è tutta la voglia di tornare a parlare un linguaggio più reale, delle cose che vivo, senza nascondermi. Sto attaccato alla vita: lavoro, viaggio, conosco, mi butto nelle esperienze. Anche le scelte musicali rispecchiano questo atteggiamento, è un brano che vuole farti cantare, urlare, ballare con i piedi per terra”.

    Su e giù per l’Italia

    L’altra buona nuova è il suo ritorno alla dimensione live nel 2025 con Cremonini live25, uno straordinario tour negli stadi di tutta Italia. Si tratta del tour più grande della sua carriera fino ad oggi, icol quale si esibirà per la prima volta anche allo Stadio Maradona di Napoli, allo stadio San Nicola di Bari e durante il quale tornerà in Sicilia dopo 7 anni di assenza.

    Anche l’immagine è stata rinnovata

    Per un’occasione così importante occorreva un battage pubblicitario all’altezza: due importanti nomi della fotografia internazionale, Luigi & Iango, l’hanno immortalato nei loro studi di New York a fine agosto.

    Tutte le date

    8 giugno Lignano / 15 giugno Milano / 19 giugno Bologna / 20 giugno Bologna / 24 giugno Napoli / 28 giugno Messina / 3 luglio Bari / 8 luglio Padova / 12 luglio Torino / 17 luglio Roma

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      Musica

      Jack Osbourne: “Mio padre non voleva che la gente provasse pena per lui. Lo trovava ridicolo”

      Dalla malattia al libro scritto fino a due giorni prima di morire, Jack Osbourne ripercorre la parabola finale del padre. “Era frustrato perché non riusciva più a stare in piedi, ma non ha mai smesso di ridere. Roger Waters? Un idiota del cazzo, geloso. Mio padre lo ascoltava sempre”.

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        Jack Osbourne ha dovuto dividere suo padre con il mondo. “Era sempre in tour”, racconta il figlio minore di Ozzy in un’intervista a Rolling Stone UK. “Posso dire d’averlo conosciuto davvero solo da adulto, ai tempi di World Detour, quando giravamo l’America insieme. È stato l’ultimo periodo in cui stava bene”. Quel tempo sereno finì nel 2019, con la caduta domestica che aggravò i sintomi del Parkinson e diede inizio a un calvario durato anni.

        Di quell’esperienza parla oggi nel documentario Ozzy: No Escape from Now e nel libro postumo Last Rites, cui il cantante ha lavorato fino a due giorni prima della morte. “Ci siamo chiesti se fosse giusto pubblicarlo – spiega Jack – ma era il suo desiderio. Non farlo sarebbe stato un torto. Papà non aveva rimpianti. Ha vissuto una vita incredibile, e scrivere era il suo modo per dire: ‘Ok, sono stato malato, ma non provate pena per me’. Lo trovava ridicolo”.

        Il figlio ricorda un uomo che non si arrendeva. “Era frustrato perché non riusciva ad alzarsi, ma lavorare lo faceva sentire vivo. Quando registrava un disco o faceva il podcast con noi era felice. Nei periodi di inattività si abbatteva. Si sentiva utile solo quando creava qualcosa”.

        L’ultimo concerto, Back to the Beginning, ha avuto per la famiglia un sapore agrodolce. “È stato come un funerale in vita. C’era una perfezione divina e al tempo stesso strana. Lui era felice: aveva rivisto amici di trent’anni prima, fan, colleghi. E nella sua Birmingham era come chiudere un cerchio”.

        Anche nei momenti peggiori Ozzy restava Ozzy: ironico, rumoroso, indisciplinato. “Gli bastava una battuta con la parola ‘cazzo’ per ridere come un pazzo. Dopo l’incidente era diventato più tranquillo, ma non meno se stesso. Continuava a sparare la musica a dieci miliardi di decibel. Passava da Michael Jackson ai Pink Floyd, e questo rende ancora più assurde le parole di Roger Waters. Che idiota del cazzo. Penso sia solo gelosia: mio padre lo stimava e lo ascoltava sempre”.

        Le operazioni fallite restano una ferita aperta. “Quella prima, in particolare, ha peggiorato tutto. È la maledizione dei medici di Los Angeles: hanno paura di dire la verità. Da quell’intervento è andato tutto a rotoli”.

        Oggi Jack vive tra America e Inghilterra, vicino alla madre Sharon. “Sta bene non stando bene. Sta cercando di capire da dove ripartire. Ma è circondata d’amore e papà non avrebbe voluto vederla triste. Detestava la pietà, diceva sempre: ‘Guardate avanti’”.

        Alla fine, resta l’eredità di un uomo che ha attraversato mezzo secolo di rock senza perdere la sua fame. “Molti diventano rockstar, lui lo è stato davvero. Non si è mai fermato, non ha mai avuto paura di cambiare. Non c’è decennio in cui non abbia lasciato il segno. E quando scrive, nell’ultimo capitolo, ‘Ho avuto una vita rumorosa. Ora sono pronto per un po’ di silenzio’, io so che lo credeva davvero. Solo che quel silenzio, adesso, fa un rumore assordante”.

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          Musica

          Al Bano contro Amadeus e Conti: “Non presenterò più canzoni a Sanremo, voglio solo rispetto per il mestiere che faccio”

          Dopo anni di palcoscenico e applausi, Al Bano Carrisi dice basta: non invierà più brani per le selezioni del Festival di Sanremo. Nel mirino Amadeus e Carlo Conti, colpevoli — secondo lui — di averlo escluso senza la dovuta considerazione. “Con Baudo c’era eleganza anche nel dire no, oggi no”.

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            Al Bano non salirà più sul palco dell’Ariston. Il cantante pugliese, ospite dell’evento “Tennis & Friends – Salute e Sport” al Foro Italico, ha annunciato che non presenterà brani per la prossima edizione di Sanremo 2026. Lo ha fatto con parole dure, miste a orgoglio e amarezza: «Penso di avere diritto a un pizzico di rispetto per il mestiere che faccio, ma non sto a certi giochetti. È già la seconda volta che sono stato trattato in un certo modo, non ci sto a queste cose».

            La decisione nasce da una delusione che brucia ancora: due esclusioni consecutive dalle selezioni, prima con Amadeus e poi con Carlo Conti. Due bocciature che l’artista non ha mai digerito. «Non presenterò più nessuna canzone finché non ci sarà qualcuno che sappia valutare con rispetto il lavoro di chi, come me, ha dato tanto alla musica italiana».

            Non è solo una questione di orgoglio, ma di principio. Già un mese fa, Al Bano aveva ricordato con nostalgia i tempi di Pippo Baudo, definendolo “un signore”. Capace di dire sì o no con garbo e gratitudine. «Con lui c’era eleganza, anche nel rifiuto. Non serviva passare dai giochetti o dai silenzi». Una frecciata evidente ai due conduttori più recenti, rei — a suo dire — di averlo ignorato senza neanche una parola di spiegazione.

            Carrisi avrebbe voluto chiudere il cerchio della sua lunga storia sanremese nel 2025, ma non gli è stata concessa quella passerella finale. Conti, oggi alla guida del Festival, ha scelto altri nomi, escludendo il veterano di Cellino. Una scelta che l’artista ha vissuto come un segnale definitivo: «Se non c’è più spazio per chi ha fatto la storia, pazienza. Il rispetto, però, non si nega a nessuno».

            Così, per la prima volta dopo decenni di Festival, Al Bano si sfila dal gioco. Un addio che sa di delusione, ma anche di dignità ferita. E mentre il mondo della musica guarda già alla prossima edizione, lui sembra aver chiuso la partita: «Sanremo è nel mio cuore, ma non posso restare dove non mi sento rispettato».

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              Musica

              Giorgia ironizza sulla coppia con Emanuel Lo: “Sembriamo simpatici, ma siamo due esauriti. Al ristorante un gran litigio”

              Tra risate e sincerità, Giorgia parla della sua vita privata, del nuovo album G in uscita il 7 novembre e del rapporto con il compagno, insegnante di Amici: “Dopo vent’anni insieme ci dividiamo tra amore e odio, come tutti. Ma ci vogliamo ancora un gran bene”.

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              Giorgia

                Giorgia non ha paura di mostrarsi per quella che è: autentica, ironica e autoironica. In diretta su Rds, la cantante romana ha raccontato senza filtri la quotidianità con il compagno Emanuel Lo, definendo la loro relazione “una coppia di esauriti”. Una definizione che ha fatto sorridere il pubblico ma che, come lei stessa ha spiegato, nasconde una grande verità: “In quei brevi scorci che concediamo sembriamo simpatici, ma in realtà siamo una coppia di esauriti come un po’ tutti. Quando stai insieme da vent’anni ti dividi tra l’odio e l’amore, è normale”.

                A confermare il tono autoironico, un episodio domestico raccontato in diretta: “Qualche sera fa abbiamo avuto una brutta lite al ristorante. A un certo punto nostro figlio ci ha detto: ‘Se non la smettete, mi alzo e me ne vado’. Sembrava lui il genitore e noi i figli”. Una scena che, nelle parole della cantante, diventa quasi una commedia familiare: “Emanuel è un uomo meraviglioso, ma anche molto passionale. Io uguale. Quindi ci scontriamo, ci urliamo, ma poi ci abbracciamo. È l’amore che cambia pelle”.

                Oltre al privato, Giorgia ha parlato anche del lavoro. Il 7 novembre uscirà il suo nuovo album, semplicemente intitolato G, e l’artista è pronta a un lungo tour che attraverserà l’Italia. Inevitabile, però, la domanda sui rumors che la vedrebbero accanto a Carlo Conti al prossimo Festival di Sanremo. La risposta è stata netta: “Ho letto questa cosa che girava ma non è vero niente. Non mi ha chiamata nessuno e nessuno mi ha detto nulla. Non so da dove sia partita questa voce, anche perché mi manca solo quello!”.

                Tra i mille impegni — X Factor, il nuovo disco, la famiglia — Giorgia appare serena, consapevole e ancora capace di ridere di sé. “L’equilibrio? Non esiste. Ma se dopo vent’anni litighi ancora al ristorante con la stessa persona, vuol dire che la storia è viva. E forse, alla fine, è questo il segreto”.

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