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Musica

Vasco all’attacco: “Ci stanno rimbambendo con l’AI e i social”

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    Mentre a San Siro proseguono (sotto la pioggia…) i concerti milanesi del Komandante, i fan riflettono sulle parole che il loro idolo ha pronunciato alla vigilia del suo lungo impegno live presso la “Scala del calcio”. Un’intervista pubblica organizzata dal Corsera, dove il rocker emiliano ha tirato fuori tutta la sua verve, parlando a briglia sciolta – e con il suo consueto linguaggio semplice ma preciso – su vari temi.

    Dalla vita spericolata alla consacrazione totale

    Prima del 1990 e dei suoi iniziali concerti negli stadi di Milano e Roma (ma anche per poco dopo) lui rappresentava un musicista stravagante che scriveva cose davvero buone ma che non era conosciuto da tutti come oggi. Addirittura qualche genitore non amava il fatto che i figli si recasseto ai suoi concerti. Poi tutto è cambiato “Le mie canzoni sono entrate nella pelle della gente” dice. Dopo la “vita spericolata” degli anni ’80 la sua popolarità è aumentata a vista d’occhio… ed oggi il Blasco è in grado di fare 7 sold out a San Siro: la sua residency all’ombra della Madonnina, un risultato da record!

    Intelligenza artificiale manovrata ad hoc

    Ricevendo dalle mani del Sindaco Sala la Pergamena della Città, ha cominciato a spaziare su alcuni temi di attualità, a lui cari. La partenza è dedicata ad un argomento che negli ultimi mesi riempie i giornali, in varie categorie di notizie: l’intelligenza artificiale, che qualche esterofilo convinto ci tiene a chiamare AI. «Vengono raccontate continuamente balle, fake news. Ho letto le notizie di stamattina sull’intelligenza artificiale applicata a disinformare le popolazioni e ci stanno rimbambendo. Già eravamo un bel po’ rimbambiti dalle televisioni, ora con i social la gente è incattivita e arrabbiata. La pandemia poi è stata la cosa che ha fatto esplodere il delirio totale collettivo che mi lascia allibito».

    Vaccini e str…

    Non si poteva certo glissare sul tema dei vaccini che, se da una parte sembra relegato nel nostro passato più remoto… continua a tenere banco, tra disquisizionei mediche serie e fanfaluche complottistiche astruse. Vasco ha detto: «Nessuno di quelli che si sono vaccinati si sarebbe voluto vaccinare: ci siamo vaccinati perché era necessario, altrimenti sarebbe saltato tutto per aria. Se avessimo avuto scelta, è ovvio che ce lo saremmo risparmiato. E sentire dire che sarebbe colpa del governo che ci ha chiusi dentro casa perché c’è la dittatura: ma cosa siete, fuori di testa? C’è gente che ha cavalcato queste cose in un modo vergognoso e che adesso è al potere, ma io me le ricordo le str… che ho sentito. Sono allucinato e allibito».

    Citazioni

    Nei concerti a San Siro ogni sera non mancano i riferimenti, seppur velati e fatti in tono leggero, alla situazione politica italiana attuale. Anche presso la Sala Buzzati del Corriere della Sera, il signor Rossi non ha mancato di dire la sua: «Chiaramente ognuno la pensa come vuole, ma ho paura che le democrazie comincino ad essere un po’ in crisi. Perché se tutto si fonda sul convincimento di ogni persona, e il convincimento si fa sui social, non si sa più cosa succede».

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      Musica

      L’IA fa irruzione nel country: “Walk My Walk” conquista Billboard e il misterioso Breaking Rust diventa la prima star artificiale

      La voce non è umana, il cantante non esiste e il video è creato da software: “Walk My Walk” segna la prima vittoria dell’IA nella classifica digitale di Billboard. Dietro il successo virale di Breaking Rust c’è un futuro musicale che fa discutere artisti, produttori e fan.

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        L’onda dell’intelligenza artificiale travolge anche Nashville. Per la prima volta, un brano country interamente generato da algoritmi si arrampica fino al primo posto della classifica digitale Billboard, scatenando un dibattito che corre dai saloon ai social. La canzone è Walk My Walk, la firma è quella del misterioso Breaking Rust, un artista che in realtà… non esiste.

        La voce che non viene da un uomo

        La voce maschile, roca e da cowboy vissuto, sembra uscita dalle praterie americane. In realtà è un modello vocale sintetico, costruito per assomigliare a un cantautore ruvido e autentico. Un’illusione perfetta: secondo diversi software di riconoscimento audio, la probabilità che il brano sia artificiale oscilla tra il 60 e il 90%. Nessun cantante, nessuno studio di registrazione, nessuna sessione notturna: solo codici, prompt e creatività digitale.

        Un fenomeno da milioni di ascolti

        Il successo non si limita a Billboard. Su Spotify Breaking Rust supera i due milioni di ascoltatori mensili, mentre molte tracce hanno già sfondato il milione di streaming. Livin’ on Borrowed Time corre verso i cinque milioni di riproduzioni, segno che il pubblico non solo accetta l’IA, ma la consuma con naturalezza. Immagini, copertine e videoclip completano il pacchetto: tutti prodotti con strumenti di generazione grafica.

        L’IA rottama i cantanti?

        La domanda rimbalza ovunque: cosa accadrà ora? Per i puristi del country, l’ascesa di Breaking Rust è uno choc culturale. È il genere delle radici, dei racconti veri, dei cantautori che scrivono da una veranda polverosa. Eppure proprio qui l’IA ha trovato la sua prima grande vittoria commerciale. Per altri, invece, è solo il segno del tempo: la musica è sempre stata tecnologia. Dal sintetizzatore al campionamento, ogni epoca ha avuto la sua rivoluzione.

        “Walk My Walk” diventa così un caso globale. Un pezzo che, paradossalmente, parla di autenticità mentre nasce dalla macchina più artificiale che esista. La domanda, stavolta, non è se l’IA sappia imitare l’uomo. È un’altra: siamo pronti a farci emozionare da una voce che non ha un cuore dietro?

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          Musica

          Negramaro, pausa dopo 25 anni di musica: “È ora di respirare”. Sangiorgi piange la nonna

          I Negramaro si concedono una pausa dopo un quarto di secolo di carriera ininterrotta. “È ora di respirare dopo 25 anni senza fermarsi”, ha detto Giuliano Sangiorgi, che in queste ore sta affrontando anche il dolore per la perdita dell’amata nonna, da sempre figura centrale nella sua vita.

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            Dopo aver riempito i palasport italiani e annunciato il grande tour estivo Una storia ancora semplice 2026, i Negramaro hanno deciso di fermarsi. Una pausa lunga, forse necessaria, dopo venticinque anni di musica, viaggi e palchi.

            A spiegare la scelta è stato lo stesso Giuliano Sangiorgi, voce e anima della band salentina, con parole che racchiudono stanchezza e gratitudine insieme: “È ora di respirare dopo 25 anni senza fermarsi”. Una dichiarazione semplice ma piena di significato, che suona come un atto d’amore verso se stessi e verso la musica.

            Una carriera senza sosta
            Dal debutto nei primi anni Duemila, i Negramaro hanno attraversato mode, generazioni e rivoluzioni sonore, rimanendo fedeli a un’identità inconfondibile. Con brani come Estate, Meraviglioso e Solo 3 minuti, hanno scritto pagine importanti della musica italiana, portando nei testi poesia, rabbia, amore e memoria.

            Negli ultimi mesi, la band ha portato in scena uno spettacolo celebrativo che ha attraversato l’Italia, registrando sold out ovunque. Un successo che ha convinto tutti a guardare avanti — ma anche a fermarsi per ritrovare energie e ispirazione.

            Il lutto personale di Sangiorgi
            Dietro la decisione del gruppo, c’è anche un momento delicato per il frontman. Giuliano Sangiorgi è infatti in lutto per la scomparsa della nonna, figura centrale nella sua vita e spesso evocata nei suoi racconti. “Era la mia radice, la mia poesia vivente”, ha scritto in un messaggio commosso condiviso sui social.

            Un dolore che arriva in un momento di grande bilancio personale e artistico. “La musica ti dà tutto, ma ti chiede anche tanto. Ogni tanto bisogna fermarsi, respirare e tornare a sentire il mondo con il cuore nudo.”

            Verso una nuova rinascita
            La pausa, assicurano i Negramaro, non segna un addio ma un nuovo inizio. Dopo un quarto di secolo insieme, il gruppo vuole prendersi il tempo di vivere, di scrivere, di ascoltare. Perché — come canta Sangiorgi — “ogni fine è solo un nuovo inizio, se hai il coraggio di restare vero”.

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              Musica

              “All’asta i tesori dei Rolling Stones”: 185 cimeli in vendita, tra cui la chitarra di Brian Jones

              Dagli abiti di scena ai poster storici, fino alla celebre Harmony Stratotone di Brian Jones, stimata fino a 400 mila dollari: 185 cimeli dei Rolling Stones saranno messi in vendita da Heritage Auctions. L’asta, intitolata Satisfaction, potrebbe superare 1,3 milioni di dollari.

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                È tempo di Satisfaction anche per i collezionisti. Una delle più ricche raccolte private dedicate ai Rolling Stones andrà all’asta il 4 dicembre presso la casa d’aste Heritage Auctions di Dallas, in un evento che promette di far tremare i portafogli dei fan di tutto il mondo.

                Un’asta da oltre un milione di dollari
                La vendita, intitolata Satisfaction: i tesori dei Rolling Stones dalla collezione Ali Zayeri, comprende circa 185 oggetti unici, dai poster dei tour ai biglietti dei primi concerti, passando per abiti di scena e strumenti musicali. Secondo le stime, l’asta potrebbe superare il valore complessivo di 1,3 milioni di dollari.

                La chitarra di Brian Jones, il pezzo più prezioso
                Tra i lotti più ambiti spicca la chitarra elettrica Harmony Stratotone appartenuta a Brian Jones, il carismatico cofondatore del gruppo, morto nel 1969. Lo strumento, che ha contribuito a definire il sound dei primi Stones, è valutato tra i 200 mila e i 400 mila dollari. Un oggetto simbolo di un’epoca irripetibile, destinato a scatenare una corsa tra collezionisti e appassionati di musica rock.

                Abiti, manifesti e ricordi di una leggenda
                Ma non sarà solo la chitarra a infiammare i rilanci. In catalogo compaiono anche giacche di scena indossate da Mick Jagger, spartiti autografi, pass dei tour e manifesti originali degli anni Sessanta e Settanta. Ogni pezzo racconta una parte della storia dei Rolling Stones, la band che ha rivoluzionato il rock britannico e mondiale, diventando un fenomeno culturale oltre che musicale.

                Un’eredità che continua
                L’asta rappresenta un’occasione per rievocare la lunga parabola del gruppo, ancora oggi in attività dopo più di sessant’anni di carriera. La collezione, appartenente al collezionista americano Ali Zayeri, è frutto di decenni di ricerche e scambi con fan e addetti ai lavori.

                Heritage Auctions ha già annunciato che l’interesse è altissimo: molti lotti hanno ricevuto offerte preliminari ben prima della data ufficiale. D’altronde, quando si parla dei Rolling Stones, anche un plettro può diventare leggenda.

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