Musica
Claudio Baglioni canta Mameli, Mariella Nava fa cantare l’Italia
Il popolare cantautore romano eseguirà il 2 giugno per la Festa della Repubblica l’inno di Mameli, di fronte al Presidente della Repubblica. Il luogo prescelto è quello istituzionale dei Fori Imperiali a Roma. L’esecuzione, in occasione delle celebrazioni del 78° Anniversario della proclamazione della Repubblica, alla presenza del Capo dello Stato. L’artista sarà affiancato dalla Banda Interforze della Difesa.
Onorato dell’opportunità
Baglioni, nell’accettare l’invito, h adichiarato: “Eseguire l’Inno Nazionale, il prossimo 2 giugno, è un onore grandissimo e il dono di un dolce ricordo di me bambino e mio padre carabiniere che mi scuote all’alba per correre a vedere la parata militare. E negli occhi del cuore, anche se non ne capivo ancora il significato, la visione di un mondo perfetto, di un futuro radioso e più largo di quel cielo assolato; l’idea di un intero Paese di gente perbene. Sarà anche un bel ritorno in via dei Fori Imperiali, questa volta al centro, dopo un concerto per la FAO nel 1996, il primo con il Colosseo come sfondo, e un altro, alla fine di un tour mondiale nel 2010, con alle spalle l’Altare della Patria. Spero tanto, come neo Cavaliere di Gran Croce – grazie al conferimento del Presidente della Repubblica Mattarella – di mostrarmi degno e all’altezza di questo compito: essere l’interprete del Canto degli Italiani, il giorno della Festa della Repubblica.
Da seguire in diretta
La sua interpretazione dell’Inno di Mameli avverrà nell’ambito delle celebrazioni ufficiali che si svolgono in via dei Fori Imperiali. Il cui tema di quest’anno è “A Difesa della Repubblica, al servizio del Paese”. La manifestazione verrà trasmessa in diretta su Rai 1 e tutti i canali social della Difesa.
Baglioni non è l’unico a celebrare in musica
Il popolare cantautore di Piccolo grande amore non è però l’unico artista italiano a muoversi per la data celebrativa del 2 giugno. Anche la brava Mariella Nava ha voluto dare il suo contributo per un avvenimento così ricco di significato. Si intitola Italia è il mio nome, la canzone da lei composta e dedicata al nostro Paese. Un brano che l’artista spiega mosso “dal desiderio di risollevarsi ritrovando cultura e bellezza”. Insieme a lei c’è Matteo Montalto, accompagnato da un videoclip girato nel sito archeologico di Castrum Novum nel territorio laziale di Santa Marinella. Dal 2 giugno il brano sarà disponibile sulle piattaforme.
E’ l’Italia che canta in prima persona
Su arrangiamento firmato dal maestro Peppe Vessicchio, si dispiega il canto di Matteo Montalto, giovane interprete della scena musicale lirico leggera e del musical, accompagnato dal controcanto di Mariella Nava che, con il suo timbro vocale così personale, interviene a dare colore e immagine all’Italia che si racconta. Nel brano – infatti – è l’Italia a parlare di sé in prima persona. Incarnando una donna, non più giovane, che si descrive con le sue peculiarità, il suo carattere, i suoi pregi e la sua storia, certo non semplice ma stracolma di ricordi.
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Musica
Patty Pravo sbotta contro gli haters: “Se non vi piaccio, che ci fate qui? Ho pietà per voi e per la vostra tristezza”
Un post infuocato su Instagram per rispondere a chi la critica da dietro la tastiera. Patty Pravo non le manda a dire: “Io non mi capacito di una cosa. Ma se non vi piace, cosa ci fate in questa pagina? Solo per scrivere insulti. La vostra vita dev’essere davvero triste. Ho pietà per voi”.
Patty Pravo, 76 anni, non ha mai avuto paura di dire quello che pensa. E questa volta ha deciso di rispondere apertamente agli haters che da giorni la bersagliano sui social con commenti offensivi. “Io non mi capacito di una cosa. Ma se non vi piace, cosa ci fate in questa pagina? Solo per scrivere insulti. Mummia, statua di cera. Rifatta, plastificata. Una cosa ho forse capito. La vostra vita è veramente triste. Ho pietà per voi”, ha scritto in un lungo sfogo pubblicato su Instagram.
La cantante, che da oltre cinquant’anni calca le scene e resta una delle icone più amate della musica italiana, si è stancata delle offese gratuite. Commenti pungenti sul suo volto, sul modo di vestirsi, persino sulla voce. Un accanimento che lei ha deciso di affrontare con ironia ma anche con fermezza, trasformando l’attacco in un messaggio di dignità.
“Mi conoscete, non ho mai avuto problemi con il tempo che passa. Ma leggere certi commenti mi fa capire quanto veleno ci sia in giro. Io vado avanti per la mia strada, con la musica e con chi mi vuole bene”, avrebbe confidato a chi le è vicino.
Sotto il post, il sostegno dei fan è stato immediato: centinaia di messaggi affettuosi e di ringraziamenti per il coraggio con cui ha reagito. Molti ricordano come Patty Pravo sia sempre stata un simbolo di libertà, un’artista che ha fatto della diversità un punto di forza e non un difetto da nascondere.
Il suo sfogo, in fondo, suona come una lezione: dietro lo schermo è facile ferire, ma serve molto più coraggio per restare se stessi senza chiedere scusa a nessuno. E Patty, con il suo stile inconfondibile e la sua voce unica, continua a farlo da una vita.
Musica
Tiziano Ferro, “Sono un grande”: il ritorno della verità dopo la tempesta
Pubblicato il 24 ottobre con Sugar Music, Sono un grande racconta due anni di vita vissuta tra crisi, ansia, amore e paternità. “Mi vergogno di alcune parole, ma non le ho cambiate. La verità è il mio unico obbligo verso chi mi ascolta.”
Tiziano Ferro torna con un nuovo album e una nuova consapevolezza. Sono un grande — uscito oggi, venerdì 24 ottobre — è il settimo lavoro in studio dell’artista, anticipato dal singolo Cuore rotto. Un disco intimo e coraggioso che segna non solo il passaggio a una nuova etichetta, la Sugar di Caterina Caselli, ma anche l’inizio di una fase personale diversa, dopo il divorzio dall’ex marito Victor Allen e anni di silenzio forzato.
Il cambio di etichetta, spiega Ferro all’Ansa, è nato quasi per caso: “Io e Universal ci siamo accorti che il contratto era scaduto… come il latte”, racconta con ironia. “Nessuno se n’era accorto, né io né loro. E così quello che doveva succedere, non è successo.”
Ma questo disco, nato “quasi per caso”, è diventato la sua forma di terapia. “Dentro c’è tutto ciò che è accaduto in questi due anni, un grande disastro ma non solo”, spiega il cantautore in una nota. Le undici tracce di Sono un grande parlano di amore finito, attacchi di panico, paura e speranza, e lo fanno con una sincerità a tratti spiazzante.
Nel brano Quello che si capisce, Ferro lascia spazio alla rabbia e alla delusione: “Ci sono frasi molto forti, alcune delle quali oggi un po’ mi imbarazzano, ma non le ho volute cambiare”, ammette. “Volevo che il racconto restasse vivo e reale.” I versi — “Chiamali i soccorsi se hai il coraggio, spiegagli questi anni da ostaggio” — sono un ritratto diretto e vulnerabile del dolore che segue la fine di un amore.
Il titolo dell’album, Sono un grande, non è un atto di presunzione, ma un modo per ritrovare forza dopo l’autodistruzione. “Non è megalomania,” spiega Ferro. “È più un autoconvincimento, un modo per ricordarmi che se sono ancora qui, forse un motivo c’è.”
In Fingo e spingo, l’artista riflette invece sul rapporto con la fama: “La tua gente ti aspetta e ti rispetta con la stessa voglia del primo giorno… c’è chi si fida di te, che tu li possa curare.” Una frase che rivela tutto il peso di chi è diventato, nel tempo, una figura di riferimento per molti fan.
La lotta con l’ansia è raccontata in 1-2-3, un brano uptempo che trasforma l’esperienza del panico in energia musicale: “Conto fino a tre, non svengo più,” canta, rievocando le tecniche che usa davvero per gestire le crisi.
Il disco si chiude con un tocco di tenerezza in Le piace, dedicata alla figlia Margherita: “Quando crolla dal sonno su me e crollo anch’io… quando ballo e lei balla, però non si sa mai.”
Intervistato da Il Messaggero, Ferro ha parlato apertamente anche del rapporto con l’ex marito: “Siamo in buoni rapporti, nessuna guerra. Potrei portare via i bambini, ma sarebbe cattiveria, e non me la sento.” Parole che confermano la volontà di non trasformare la fine di un amore in un campo di battaglia.
Oggi Tiziano vive a Los Angeles, dove si occupa dei figli e continua a scrivere: “Mi ritrovo incastrato qui, come un cretino,” dice con amarezza, “ma forse da questo silenzio è nato l’album più sincero della mia vita.”
Con Sono un grande, Tiziano Ferro chiude un cerchio e ne apre un altro. Dopo la tempesta, non c’è trionfo né redenzione: solo un uomo che prova, finalmente, ad accettarsi per quello che è.
Musica
Annalisa sulla chirurgia estetica: «Non ho ancora fatto niente, perché ho paura»
In un’intervista a Vanity Fair, Annalisa si racconta: dai quarant’anni alla paura del tempo che passa, dal matrimonio “ramingo” con Francesco Muglia al desiderio, forse non biologico, di maternità. Parla anche di chirurgia estetica, gelosia e presente musicale che non vuole fermarsi.
Quando Annalisa annuncia un titolo come Ma io sono fuoco, non lo fa per caso: l’immagine evoca trasformazione, passione e potenza. E infatti il nono album della cantante, in uscita il 10 ottobre 2025, è presentato come una rinascita creativa dopo il singolo di lancio “Maschio”.
Il progetto già registra attese elevate: alcune date nei palazzetti sono già sold out, tra cui quelle milanesi e la prima tappa a Jesolo.
Quando le chiedono degli stadi, la risposta è netta ma prudente: «Non sarebbe stata una tappa bruciata: non sono una ragazzina, sto sulle scene da 15 anni. Gli stadi sono per me una strategia da pianificare con serietà, un bel traguardo a cui non smettere di guardare».
Quarant’anni, tempo e paura
Appena compiuti i 40 anni, Annalisa ammette che il passaggio dell’età le pesa. «Alla fine sono uscita a cena con i miei genitori e mio marito per togliermi il pensiero del compleanno», racconta, senza grandi festeggiamenti perché l’idea stessa di celebrare le creava “ansia da prestazione”.
Sul fronte dell’aspetto esteriore, dichiara di non aver mai fatto ricorso alla chirurgia estetica: «Non ho ancora fatto niente, perché ho paura. Però sono favorevole». Spiega che le dispiace quando vede ragazze bellissime che “già da giovani cambiano i connotati”, sebbene sottolinei che non sono “cazzi suoi”.
Un matrimonio “ramingo” e la casa che è più un punto di ritorno
Casata tra Genova (dove lavora Francesco), Milano (dove lavora lei) e Carcare (il suo luogo d’origine), la routine della coppia è definita “raminga”. «Lì mi scarico e ricarico. Sono “Annalisa e basta”: la gente non mi ferma per strada».
Tra le mura domestiche, cucina, pulizie e quotidianità fanno parte del suo mondo. Dice che le arepas — piatto sudamericano simile alla piadina — sono tra le sue specialità, assaporate anche durante l’adattamento alla dieta per la celiachia.
Riguardo alla gelosia reciproca, la cantautrice ammette che entrambi sono “un pochino gelosi”, ma che si tengono a un equilibrio: «Siamo pari».
La maternità: non un obbligo, una scelta
Annuncia con decisione che non sente pressione di dover diventare mamma solo perché sposata. Tuttavia, le voci su una sua possibile gravidanza sono state spesso al centro del gossip, tanto che lei ha dovuto smentire con ironia più di una volta. «Ho finito per parlarne più di quanto avrei voluto».
Quando le viene chiesto se adotterebbe, risponde con convinzione: «Sarebbe una decisione importantissima, che prenderei volentieri con tutto il cuore e tutta la mente».
Secondo lei, serve tanto tatto quando si parla di maternità, perché “spesso le donne stesse sono troppo leggere” nell’affrontare un tema così delicato.
Musica, aspettative e progetto creativo
Ma io sono fuoco contiene 11 tracce e include collaborazioni significative, come quella con Marco Mengoni nel brano Piazza San Marco, uscito come secondo singolo il 5 settembre 2025.
Il singolo Maschio, rilasciato l’8 maggio 2025, è invece il primo estratto del progetto: un pezzo che gioca con l’identità e la rottura degli stereotipi di genere.
Il tour “Capitolo I”, che partirà il 15 novembre da Jesolo, attraverserà i principali palasport italiani fino a dicembre. Alcune date risultano già sold out.
Intervistata, Annalisa ammette che l’ansia da palco è parte del gioco: «Più impegni ho, più l’ansia scende».
Con Ma io sono fuoco, Annalisa propone qualcosa di più di un nuovo disco: un affondo emotivo nel sé che cambia. Tra fragilità e battiti, il progetto diventa manifesto di chi vuole restare attiva anche quando tutto sembra scricchiolare.
Il desiderio di maternità, la paura del tempo, il desiderio di indipendenza artistica e la voglia di non rinunciare ai propri spazi si intrecciano in un racconto che è quotidiano e universale. Il palcoscenico – sia esso palazzetto o sogno stadio — è il luogo in cui Annalisa vuole continuare a raccontarsi, con fuoco.
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