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Musica

Diversificare paga: Gigi D’Alessio dalle canzoni al mattone

Il cantante napoletano Gigi D’Alessio non smette mai di stupire. Dopo il successo in musica e l’esperienza in editoria, ora indossa i panni dell’imprenditore immobiliare. Con la compagna Denise Esposito, ha fondato la Deni House Srl: un progetto ambizioso che va ben oltre la compravendita. Una nuova avventura imprenditoriale targata D’Alessio.

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    Non è solo uno dei cantautori più amati d’Italia, ma anche un imprenditore in piena evoluzione. L’ultima novità? La nascita della Deni House Srl, una società immobiliare da lui fondata a Napoli insieme alla compagna Denise Esposito. Il nome è un chiaro omaggio a lei, e non si tratta solo di una formalità: la società ha una partecipazione paritaria al 50% e mira a lasciare un segno nel mondo degli investimenti immobiliari.

    Non solo case: un progetto dal cuore turistico

    Deni House non punta soltanto alla compravendita di immobili, ma ambisce a entrare in settori collegati al turismo e al benessere. Secondo lo statuto, la nuova impresa potrà occuparsi di agriturismi, hotel, B&B, centri benessere e strutture ricreative. Un vero e proprio ecosistema per accogliere e coccolare viaggiatori, investitori e appassionati di hospitality.

    Una coppia affiatata… anche negli affari

    Gigi e Denise, legati dal 2020 e genitori di due figli, dimostrano che l’amore può essere anche business. Per la prima volta, il cantante coinvolge attivamente la compagna nei suoi affari. E non è un caso: Denise ha dimostrato di saper gestire progetti complessi, e insieme formano una squadra affiatata pronta a innovare il settore immobiliare.

    Il “patrimonio” di Gigi: tra musica e mattoni

    Il debutto in campo immobiliare non è affatto un salto nel vuoto. Gigi D’Alessio vanta già una serie di investimenti di rilievo, tra cui un villino sulla Braccianense, appartamenti in zona Cassia e una villa all’Olgiata, del valore di oltre 2,2 milioni di euro. Qui ha sede anche la GGD Edizioni Musicali, società con oltre 6 milioni di euro di ricavi nel 2023. Un fiore all’occhiello? Il Piazza del Gesù Luxury Suites, hotel di lusso a Roma da 548 euro a notte, sempre al completo.

    Un impero fatto di note, mattoni e… visione

    Il successo di D’Alessio è la prova che diversificare paga. Con sei figli da tre compagne, una carriera musicale che non conosce crisi e un fiuto per gli affari, Gigi è il perfetto esempio di come l’arte e il business possano convivere. La Deni House è solo l’ultima tappa di un viaggio che sembra destinato a durare ancora a lungo.

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      Musica

      Max Pezzali si confessa: «Se Repetto fosse rimasto, avremmo lasciato la musica per costruire altro insieme»

      Dai primi passi nella musica heavy metal alla causa legale sul marchio degli 883, fino al racconto di un’amicizia con Mauro Repetto che avrebbe potuto cambiare tutto. Max Pezzali si racconta senza filtri a Vanity Fair

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        Max Pezzali apre il cuore in un’intervista ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera, il legame con Mauro Repetto, il rapporto con la musica e la sfida di essere genitore. Tra ricordi del passato e riflessioni sul presente, l’ex leader degli 883 condivide spunti inediti sulla sua vita personale e artistica.

        Un’amicizia che avrebbe potuto cambiare tutto

        «Se Mauro Repetto non fosse partito, sono abbastanza sicuro che a un certo punto avremmo abbandonato la musica, con tutti i rischi contrattuali del caso. Avremmo trovato altro da costruire insieme», confessa Pezzali. Un’amicizia, quella con Repetto, che è stata il pilastro degli 883 e che ha definito i primi anni di una carriera ormai leggendaria.

        Max ricorda gli inizi, quando si avvicinò alla musica per sentirsi parte di qualcosa: «Ero uno sfigato di proporzioni abbastanza monumentali fino al 1982-1983. Poi mi sono rifugiato nella musica heavy metal, negli Iron Maiden e nei Saxon, per cercare una mia identità culturale».

        Successi e sfide

        Gli ultimi due anni sono stati intensi per Pezzali. Dalla prima tournée negli stadi, alla pubblicazione dell’album Max Forever Vol. 1, fino al successo della serie Sky Hanno ucciso l’uomo ragno, diretta da Sidney Sibilia.

        Ma non sono mancati gli ostacoli. Al tribunale di Milano è in corso una causa legale sull’utilizzo del marchio degli 883, con il produttore Claudio Cecchetto che rivendica la titolarità del nome della band. «Non tutto si può rimettere insieme come nell’arte giapponese del kintsugi. A volte, le rotture servono per crescere», ha dichiarato l’artista.

        Sanremo e l’ansia da palcoscenico

        Pezzali si esprime anche sul Festival di Sanremo. «Non c’è nessuno in quella platea che è lì per te: vogliono vedere che cosa sbagli, non che cosa fai bene», spiega. Un’esperienza che, per chi soffre d’ansia, può essere devastante.

        Il rapporto con il figlio Hilo

        Nella sfera privata, Max parla del suo ruolo di padre. «Sono un genitore poco autorevole, faccio l’amico. Per fortuna mio figlio mi compensa: è ligio, preciso e osserva le regole». Pezzali vuole trasmettere al figlio valori importanti, come il rispetto per gli altri: «Gli ho spiegato che non esiste il possesso, che nessuno è di nessuno. Voglio tenerlo lontano dalle espressioni assolute, dagli atteggiamenti che non lasciano spazio alla comprensione».

        Uno sguardo al futuro

        Tra palchi gremiti, nuove produzioni e il suo legame con i fan, Max Pezzali continua a reinventarsi. Ma una cosa è certa: quella con Mauro Repetto rimane una delle amicizie più profonde e decisive della sua vita. E, come sottolinea nell’intervista, «se non fosse partita la musica, avremmo trovato insieme qualcos’altro da costruire. Perché è sempre stato questo il cuore del nostro legame: creare qualcosa che ci facesse sentire vivi».

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          Musica

          Renato Zero e la storia con Enrica Bonaccorti: un amore giovanile tra passione e spettacolo

          Dalla manager Lucy Morandi all’intensa relazione con Enrica Bonaccorti: gli amori che hanno accompagnato il percorso umano e artistico di Renato Zero.

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            Renato Zero è un’icona della musica italiana, capace di conquistare intere generazioni con il suo talento unico e i suoi brani indimenticabili. Ma oltre alla sua carriera stellare, anche la sua vita privata ha lasciato spazio a relazioni significative che hanno contribuito a definirlo non solo come artista, ma anche come uomo.

            I grandi amori di Renato Zero
            Il primo grande amore di Renato Zero è stato Lucy Morandi, sorella di Massimo Morante, il chitarrista dei Goblin. I due si conobbero negli anni ’70, in un periodo in cui Zero muoveva i primi passi nel panorama musicale italiano. Lucy non fu solo la sua compagna, ma anche un’importante collaboratrice: per anni fu la sua manager, aiutandolo a costruire una carriera che sarebbe poi diventata leggendaria.

            Nonostante la fine della loro relazione, Renato Zero conserva un bellissimo ricordo di Lucy, sottolineando il legame speciale che li ha uniti in passato.

            La relazione con Enrica Bonaccorti
            Dopo la rottura con Lucy Morandi, nella vita di Renato Zero arrivò Enrica Bonaccorti, nota conduttrice e autrice televisiva. Il loro fu un amore giovanile, intenso e ricco di passione. “Ricordo la nostra passione per lo spettacolo, l’ingenuità dei nostri vent’anni, i baci rubati nei portoni. Ho riconosciuto il suo talento da subito,” ha raccontato Enrica in alcune interviste.

            La loro relazione, seppur breve, lasciò un segno indelebile in entrambi. Tuttavia, le ragioni della loro separazione non sono mai state rese pubbliche, lasciando un alone di mistero su uno dei capitoli più affascinanti della vita privata di Renato Zero.

            Un uomo riservato ma generoso
            Nonostante le sue relazioni passate, Renato Zero ha sempre mantenuto un forte riserbo sulla sua vita privata. Tuttavia, ciò non gli ha impedito di costruire legami profondi. Tra questi spicca il rapporto con Roberto Anselmi Fiacchini, il figlio che Zero ha adottato. Negli anni, il loro legame è diventato indissolubile, mostrando un lato umano e generoso dell’artista che pochi conoscono.

            L’eredità di un artista completo
            Renato Zero non è solo un simbolo della musica italiana, ma anche un uomo capace di vivere con intensità i suoi rapporti umani. Dalle storie d’amore del passato alla dedizione verso il figlio adottivo, la sua vita privata riflette la stessa passione e autenticità che hanno caratterizzato la sua carriera artistica. Un artista e un uomo che continuano a ispirare, lasciando un’impronta indelebile nel cuore di chi lo ama.

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              Musica

              Rose Villain, tra musica e provocazione: «Le foto deepfake di me nuda? Mi sessualizzano tutti i giorni»

              Dopo un tour nei club e un doppio sold out a Milano, Rose Villain punta al Forum di Assago nel 2025. Tra nuove canzoni e provocazioni, parla del suo lato oscuro, della scelta vegana e delle sfide per essere apprezzata come artista, oltre il look provocante.

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                Rose Villain, icona dalle mille sfumature – a tratti dolce, a tratti dark, tra urban e pop – è decisa a raggiungere la luna, e il prossimo passo è fissato per il Forum di Assago, il 23 settembre 2025. L’artista, che ha da poco chiuso un tour nei club con un doppio sold out a Milano, è pronta per una nuova sfida: «Da ragazzina, passando davanti al Forum, pensavo: “Prima o poi io e te ci incontreremo”. Quando ho saputo che ce l’avevo fatta, ho pianto per due giorni – racconta emozionata – So che è un bel gradino, ma a volte bisogna anche buttarsi».

                Rose ha avuto un “allenamento” speciale la scorsa estate, aprendo i concerti dei Coldplay a Roma: «È stato incredibile, un’esperienza che mi è rimasta dentro. Sul palco sono seri, ma appena li ho conosciuti mi hanno sorpreso per la loro solarità». L’impegno dei Coldplay per la sostenibilità ha lasciato un segno su di lei, che è da sempre sensibile a queste tematiche: «Loro sono una grande ispirazione per il futuro, su questi argomenti sono un po’ bacchettona, infatti i miei fan mi chiamano “madre badessa”».

                Attenta all’etica anche nella dieta, Rose è vegana, anche se ammette di non essere perfetta: «Sono vegetariana da sette-otto anni e vegana “non rigorosa” da quattro o cinque. In Italia siamo un po’ indietro rispetto a New York, dove si trova di tutto. Però vorrei essere più rigida e brava».

                Il lato oscuro della sua musica ha radici profonde, come racconta: «Sono sempre stata molto fragile e malinconica. Ho una vena blu, come i miei capelli. Quest’inquietudine mi accompagna da sempre. All’inizio avevo paura di parlarne, ma appena l’ho fatto si è creata un’unione incredibile con chi ascolta la mia musica».

                Una solitudine che risale all’infanzia, dice: «Ero una bambina sola, con pochi amici, e sono ancora così. Ho un lato intimista che mi porta a chiudermi e, allo stesso tempo, un grande estro. Sono sempre stata divisa tra questi due poli».

                Nel brano «Il mio funerale» Rose canta “sono la figlia che un padre forse non vorrebbe”, ma tiene a chiarire: «Mio padre è la persona più importante della mia vita, e abbiamo un rapporto meraviglioso. Certo, forse non sono stata una figlia facilissima, tra il sogno artistico e il carattere inquieto, ma quando ha ascoltato “Radio Gotham” mi ha chiesto preoccupato “Tu non stai male, vero?” Gli ho risposto che anche io ho i miei problemi. È una canzone un po’ bastarda, e sono una peste». Quando lui è presente ai concerti, racconta, «cambia tutto, come se il live fosse solo per lui. Sento il cuore esplodere».

                Anche suo marito, il produttore Sixpm, condivide con lei il palco: «In alcuni pezzi suona con me, poi si sposta di lato e diventa il mio coach. È sempre lì che mi incita, “Vai amore, vai!” Condividiamo davvero tutto, gioie e dolori, è una magia».

                Sulle pressioni estetiche che riceve sui social, Rose è schietta: «Sono felice di essere considerata una bella ragazza, ma un “sei bravissima” vale mille volte più di un “sei bellissima”. Non voglio che la mia musica passi in secondo piano: se qualcuno vede solo il lato estetico, non mi interessa».

                Senza rinunciare a un abbigliamento sensuale quando lo desidera: «Mi piace sentirmi bella, e a volte sensuale, ma non sempre. In certi momenti amo mettere le gonne corte, in altri preferisco vestirmi da maschiaccio. Sul palco, quasi preferirei cantare in pigiama piuttosto che fare la “stra-fregna”».

                La questione delle foto deepfake, circolate qualche mese fa, è stata però un’esperienza difficile: «Mi sessualizzano quasi tutti i giorni, quella è stata la ciliegina sulla torta. È imbarazzante e pericoloso: è un reato, e mi ha fatto incazzare. Sono fortunata a potermi difendere, ma capita a tutte. Non c’è una mia amica che non abbia ricevuto molestie».

                E per Sanremo? La risposta di Rose è ambigua e divertita: «Chissà. Se Carletto mi richiama… Le canzoni ci sono sempre, ne ho tantissime pronte. Vedremo».

                Riflettendo sul successo, si definisce ambiziosa e un po’ insoddisfatta: «Sono contenta, ma voglio la luna, e ce la andremo a prendere».

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