Musica
Francesca Michielin bloccata da Alberto Angela su Whatsapp: “Mi scuso, non lo rifarei”
Durante un’intervista al podcast Tintoria, Francesca Michielin ha svelato che Alberto Angela l’ha bloccata su Whatsapp dopo un episodio che ha avuto come protagonista… una coperta con il suo volto stampato. “Non lo rifarei, mi scuso”, ha dichiarato la cantante.

Francesca Michielin, cantautrice e volto noto della scena musicale italiana, ha svelato un curioso retroscena che riguarda il suo rapporto – involontario e ironico – con Alberto Angela. Durante un’intervista al podcast Tintoria, condotto da Daniele Tinti e Stefano Rapone, la cantante ha raccontato che il celebre divulgatore scientifico l’ha bloccata su Whatsapp. Il motivo? Un episodio apparentemente banale ma diventato virale, come spesso accade sui social.
“Non so esattamente perché sia successo”, ha spiegato Michielin. “Semplicemente ha smesso di rispondermi, poi ho visto che la sua immagine su Whatsapp era diventata grigia. È stato un po’ imbarazzante, ma so di aver esagerato”. Tutto è nato, come spesso accade, da un regalo di compleanno originale e goliardico: una coperta con il volto di Alberto Angela stampato sopra.
“Era un periodo intenso”, ha ricordato la cantante, “tra l’Eurovision e altri impegni. Mi hanno regalato questa coperta e io ho postato una foto mentre riposavo con la coperta addosso. Non mi aspettavo certo che diventasse virale”. Invece l’immagine ha fatto il giro dei social e dei siti di gossip, creando un siparietto che ha continuato a rimbalzare per settimane.
In un primo momento Alberto Angela sembrava aver accolto l’episodio con ironia. “Ci siamo anche scritti un paio di messaggi, lui era gentile e disponibile”, ha detto Michielin. Poi però il silenzio: “Non so se ha pensato che stessi esagerando o se semplicemente non aveva voglia di alimentare la cosa. Ma mi ha bloccata. È un po’ imbarazzante, anche perché io stimo molto Alberto Angela”.
La vicenda, diventata un vero e proprio tormentone tra i fan, ha offerto anche uno spunto per riflettere sul rapporto tra notorietà e privacy. Michielin, reduce dal successo del suo nuovo album Francesca, ha raccontato come la viralità a volte sfugga di mano: “Ormai tutto diventa meme, e a volte è divertente, ma può anche essere frainteso. Mi dispiace se questa storia ha dato fastidio a qualcuno”.
Nell’intervista al podcast, la cantante ha toccato anche altri temi: il ritorno sul palco dopo anni difficili, il rapporto con la musica e la voglia di ritrovare una dimensione più autentica. “La musica per me è un rifugio, un luogo dove posso essere me stessa. E anche questa storia con la coperta di Alberto Angela, in fondo, nasce dalla mia voglia di giocare e ridere delle cose che ci succedono”.
Ma se potesse tornare indietro, rifarebbe tutto? “Forse no”, ammette con un sorriso. “Mi scuso con Alberto Angela, non volevo mancare di rispetto. Sono stata un po’ ingenua, ma era tutto in buona fede. Spero che un giorno potremo riderci sopra insieme”. E mentre il web continua a rilanciare la foto virale della coperta, Francesca Michielin ha già voltato pagina: “Sto lavorando a nuova musica e a nuovi progetti. Voglio che il 2025 sia un anno di leggerezza, anche se la coperta di Alberto Angela resterà sempre un ricordo buffo e un po’ imbarazzante”.
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Musica
Mini me in arrivo, ma lo show continua: Alessandra Amoroso per ora non si ferma
Alessandra Amoroso mostra il pancione con fierezza e dolcezza, mentre continua a vivere il suo momento d’oro personale senza mettere in pausa la sua carriera. «Ciao mamma», scrive sui social con autoironia e tenerezza, accompagnando le foto che la ritraggono sul palco con il pancione in bella mostra.

Un carosello di immagini che racconta molto più di un semplice concerto: le foto pubblicate dalla cantante sui social raccontano con orgoglio e felicità un nuovo capitolo della sua vita, quello dell’attesa, dell’amore che cresce e della voglia di non rinunciare a nulla, neanche ora che sta per diventare madre.
Ospite dell’amico e collega Gigi
Il pubblico l’ha vista radiosa sul palco dello Stadio Maradona, durante il grande evento dedicato a Gigi D’Alessio. Un momento emozionante non solo per l’importanza dell’appuntamento musicale, ma perché Alessandra ha deciso di condividere con tutti il suo cambiamento più profondo. Sorridente, con la mano sul ventre, ha cantato come sempre con passione, ricevendo applausi e occhi lucidi da parte di chi la segue da anni e l’ha vista crescere, trasformarsi, affrontare crisi e rinascite.
Aspetta… lavorando
«Nel nostro settore si programma tutto in anticipo», aveva detto tempo fa a Verissimo, «quindi porterò avanti gli impegni previsti, anche con una mini me in pancia». Una promessa che ha mantenuto, dimostrando che la maternità può convivere con la determinazione, che la dolcezza può affiancarsi alla forza. La Amoroso non si è tirata indietro, né si è chiusa nel privato, come aveva fatto in passato. Al contrario, ha scelto di vivere questa attesa alla luce del sole, con trasparenza e condivisione, sempre però dosando le parole, restando fedele a quella riservatezza che la contraddistingue.
Rallenterò a tempo debito
La sua energia non è cambiata: l’abbiamo vista allenarsi, lavorare, salire sui palchi, partecipare a eventi. Solo che ora, accanto al microfono, c’è un’altra voce che cresce in silenzio. Una presenza che, come ha detto lei stessa, l’ha resa più centrata, più consapevole, più pronta anche a rallentare quando sarà il momento. «Non so cosa accadrà dopo, ma non ho paura. Mi sto godendo tutto. La musica, le emozioni, e questa nuova me che sto imparando a conoscere».
Si può fare
Maternità e carriera non si escludono, sembra voler dire Alessandra con ogni gesto. E il messaggio è potente, soprattutto in un mondo in cui spesso alle donne viene chiesto di scegliere. Lei, invece, ha deciso di tenere tutto: le note e le ninne nanne, i palchi e le coccole, gli applausi e le emozioni nuove. E il pubblico, ancora una volta, è tutto con lei.
Musica
“Abbiamo bisogno di eroi”: Roby Facchinetti dei Pooh e il sogno di Parsifal
Roby Facchinetti torna con un progetto ambizioso e carico di emozioni: Parsifal – L’uomo delle stelle. L’opera, nata dalla collaborazione con Stefano D’Orazio e Valerio Negrini, riprende il tema del leggendario cavaliere della Tavola Rotonda, già celebrato nell’iconico album dei Pooh del 1973. “Ogni epoca ha bisogno di eroi, e Parsifal rappresenta il coraggio e la ricerca del bene, valori di cui oggi abbiamo un disperato bisogno”, afferma Facchinetti, che si dice emozionato nel vedere realizzato un sogno coltivato per anni.

L’idea di un’opera progressive rock dedicata a Parsifal ha iniziato a prendere forma nel 2017, grazie a un incessante lavoro creativo con Stefano D’Orazio. Dopo la scomparsa di quest’ultimo nel 2020, ci sono voluti altri due anni per completare la produzione di questa straordinaria opera musicale. Con una durata di oltre due ore, l’opera è composta da 44 brani divisi in due atti e interpretati con il supporto di due orchestre sinfoniche. “È stato un lavoro immenso, ma ogni nota è un tributo a Stefano e alla sua visione”, racconta Facchinetti.
Il sogno del palcoscenico
Nonostante la complessità dell’opera, il tastierista dei Pooh non ha alcuna intenzione di fermarsi: “L’obiettivo ora è portarlo sul palcoscenico. Abbiamo già iniziato a lavorarci e faremo di tutto per renderlo possibile. Sarebbe la chiusura perfetta di questo lungo viaggio”. L’idea di trasformare Parsifal – L’uomo delle stelle in un’esperienza teatrale immersiva è una sfida che entusiasma l’artista, consapevole del potenziale evocativo di questa storia senza tempo.
60 anni di Pooh: un concerto epocale in arrivo
Mentre Parsifal si avvicina alla scena, un altro evento si profila all’orizzonte: i 60 anni dei Pooh. “Siamo la band più longeva della musica italiana e vogliamo celebrare questo traguardo con un concerto memorabile”, annuncia Facchinetti. “Ci stiamo già lavorando, sarà un evento che renderà onore alla nostra storia e al legame con il nostro pubblico”. Con oltre 42 album, 80 milioni di dischi venduti e più di 3000 concerti, i Pooh hanno scritto pagine indelebili della musica italiana, e questa celebrazione sarà il degno tributo a una carriera straordinaria.
Il mondo della musica oggi: riflessioni e nostalgia
Nel guardare al passato, Facchinetti riflette anche sul presente della musica e sulle difficoltà che affrontano le nuove generazioni di artisti: “Noi siamo partiti dalle balere e dai night, abbiamo fatto una gavetta lunga e formativa. Oggi i talent show bruciano le tappe, e spesso i giovani artisti si ritrovano a gestire il successo senza una vera preparazione”. Secondo l’artista, la velocità con cui si raggiunge la notorietà oggi può creare squilibri, rendendo il percorso musicale più effimero.
Il futuro: sogni che non finiscono mai
Nonostante una carriera costellata di successi, Roby Facchinetti non smette di guardare avanti. “Non voglio mai smettere di sognare. E il mio sogno più grande, ora, è vedere Parsifal sul palco, vivere l’emozione di questa storia in una dimensione teatrale unica”. Con determinazione e passione, l’icona della musica italiana continua a inseguire nuovi orizzonti, consapevole che il viaggio artistico non ha mai davvero una fine.
Musica
Madame contro la musica usa e getta: «L’arte non è un cesso!»
La cantante vicentina torna a far parlare di sé: non con una nuova canzone, bensì con un messaggio schietto e senza filtri contro l’industria musicale satura di hit fatte a catena. «Lasciate respirare l’espressione artistica», scrive nelle sue storie Instagram. E intanto si allontana dai riflettori per scelta. Perché, a quanto pare, è meglio sparire che svendere. In un panorama dove ogni TikTok è un potenziale jingle, Madame rivendica l’arte come spazio sacro. Sarà anche un business, certo. Ma finché ci sarà qualcuno disposto a dire che “la musica non è un cesso”, forse c’è ancora speranza che la playlist della vita non venga scritta solo da Spotify.

In estate ogni tre ore nasce un nuovo tormentone. Tutti a pubblicare, remixare, featuring-are. E in questo caos algoritmico, Madame – la cantautrice classe 2002 dal linguaggio viscerale e dalla penna affilata – decide di dire stop. Non con una canzone ma con tre Instagram stories che hanno il suono secco di uno schiaffo: «Non sopporto chi tratta la musica come una macchina da soldi».
“Non è un cesso”: la bomba social
Cosa non le va giù? Il fatto che tanti colleghi «lavorano 24/7 anche a cose non ispirate, vuote di contenuto, per grattare da tutti». Parole sue. E ancora, in maniera assolutamente esplicita e senza filtri: «Lasciate in pace l’espressione artistica, fatela respirare, basta intasarla di merda, non è un cesso». Una dichiarazione d’amore per l’arte, certo, ma anche un pugno allo stomaco per chi sforna hit su commissione con lo stesso slancio con cui si prepara un riso in bianco.
Madame, tra silenzio e coerenza
Nessun nome fatto, nessun dito puntato. Ma il messaggio è chiarissimo: meglio l’oblio temporaneo che il successo svuotato. «Preferisco essere dimenticata perché non pubblico, piuttosto che essere dimenticata perché sono scarsa». Un manifesto che potrebbe stare benissimo inciso su vinile (o su un tatuaggio minimalista). Perché, nel tempo delle uscite programmabili e dei featuring calcolati, scegliere il silenzio è l’atto più rumoroso.
Bullizzata a scuola
Madame non ha mai nascosto di avere alle spalle un percorso tutt’altro che lineare. Cresciuta in un ambiente dove “più indossi una maschera, più sei premiato”, ha scelto invece la via dell’autenticità, pagando spesso il prezzo dell’incomprensione. Da piccola preferiva i campi da calcio ai corsi di danza, divorava Dante e libri di filosofia, ma nonostante la sete di sapere venne bocciata. «Da bambina sognavo di insegnare», ha raccontato in un’intervista. Durante gli anni delle medie, l’aspetto esteriore non era una priorità: trascurava sé stessa fino a non lavarsi per settimane. «Non era apatia o disagio», spiega oggi, «era semplicemente che avevo la testa altrove. Volevo scoprire il mondo, fare domande, crescere». A scuola, però, le cose non furono facili: venne bullizzata duramente, un episodio in particolare la segnò profondamente. «Mi ha spezzata, ma anche liberata», racconta. La sua libertà oggi è quella di rifiutare ogni etichetta. «Viviamo in un mondo social che ci impone scatole pronte: il tuo orientamento, la tua ideologia, i tuoi gusti musicali, persino il tuo modo di vestirti. Ma io non appartengo a nessuna categoria. Sto bene dove non c’è definizione».
E la musica, ora?
Nessun comeback annunciato, almeno per ora. Madame rimane defilata, lontana dai trend del momento, fedele a un’idea di musica che non si fa tappeto per gli algoritmi. E intanto lancia una provocazione: e se la vera rivoluzione fosse dire di no?
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