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Musica

Grandi nomi per i 36 anni di Villa Arconati, un festival di grande qualità

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    Compie 36 anni una delle manifestazioni più importanti e longeve dell’hinterland milanese. ma non solo… anche dell’intero panorama nazionale. Una manifestazione che poggia la sua forza sulla passione che guida il team di persone che lo hanno creato, lo hanno coltivato e non lo hanno mai fermato. Oltre che naturalmente per l’importanza degli artisti che in questi anni sono saliti su quel palco, unita alla bellezza di una cornice semplicemente unica, grazie anche ai recenti restauri che hanno reso Villa Arconati ancora più ammaliante. Dal 26 giugno al 12 luglio, in questa edizione 2024 saranno nove appuntamenti tra musica e teatro, fra nomi di caratura internazionale e grandi omaggi.

    Inaugura il poliedrico Brachetti

    La prima serata del festival si terrà il 26 giugno e vedrà sul palco di Villa Arconati il trasformista, attore e illusionista Arturo Brachetti, che proporrà il suo ultimo spettacolo che ha già raccolto nel mondo oltre 700mila spettatori, in perfetto stile “one man show”. Costo del biglietto: primo settore 28 euro più prevendita; secondo settore: 25 euro più prevendita.

    Arpa di primo mattino

    Il secondo appuntamento è rappresentato da un concerto di arpa all’alba, che sarà tenuto dall’arpista Cecilia il 30 giugno alle 6 del mattino. Cecilia è arpista, cantante e cantautrice. Diplomata al conservatorio di Torino, ha conseguito il master in nuovi linguaggi per l’arpa al conservatorio di Milano. Ha pubblicato due album di canzoni – Guest e Cupid’s Catalogue. Costo del biglietto: 10 euro più prevendita.

    Concerto speciale per Capossela

    Terzo appuntamento la sera dell’1 luglio, quando sul palco castellazzese salirà il cantautore polistrumentista Vinicio Capossela, che proprio a Bollate aprirà il suo tour italiano con Altri tasti, una serie di concerti speciali con formazioni e repertori differenti. In scaletta, oltre alle canzoni urgenti, troveranno spazio brani dal disco Camera a sud nell’anniversario del suo trentennale. Costo del biglietto: primo settore 45 euro più prevendita, secondo 42 euro più prevendita.

    Omaggio a De Andrè

    Quarto appuntamento il 2 luglio con Mauro Pagani, che 40 anni fa scrisse con de Andrè l’album Creuza de ma. Pagani con sei musicisti riproporrà in concerto proprio i brani di quell’album, accompagnati da brani del suo repertorio frutto di oltre cinquanta anni di carriera. Costo: 28 euro + pv il primo settore, 25 + pv il secondo.

    Domenica 7 luglio alle 20 Massimiliano Finazzer con Vissi d’arte, vissi d’amore, tributo a Giacomo Puccini in occasione del centenario, col coro degli amici del loggione della scala diretto da filippo dadone e con la soprano Hiroko Morita. Biglietto 20 euro + pv.

    Il 10 luglio sarà invece la volta di Jack Savoretti, cantautore italo inglese dalla voce ruvida, appassionata e struggente che ammalia e rapisce. Per lui oltre un milione di copie vendute grazie a 7 album pubblicati in lingua inglese (di cui 2 arrivati al primo posto della classifica UK). Costo: 43 euro + pv il primo settore, 40 + pv il secondo.

    Bennato fra hit storiche e canzoni nuove

    Un altro grande nome è atteso a Castellazzo il 10 luglio per il settimo appuntamento del festival. Si tratta di Edoardo Bennato, il cantautore napoletano autore di storici successi quali “Il gatto e la volpe” e “Il rock del Capitano Uncino”. Bennato proporrà un concerto con i suoi brani più celebri e una selezione di nuove canzoni tratte dall’ultimo album Non c’è. Costo: 35 euro + pv primo settore, 32 euro + pv il secondo.

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      Musica

      Beatles forever: 55 milioni di euro di fatturato nel 2025 per la Apple Corps. Yoko Ono, Paul McCartney, Ringo Starr e Olivia Harrison ancora soci in parti uguali

      I conti 2024-2025 della Apple Corps Limited confermano l’incredibile potenza economica del marchio Beatles. Fatturato a 55 milioni di euro e utili da 4 milioni. I quattro soci – McCartney, Starr, Olivia Harrison e Yoko Ono – mantengono ciascuno il 25% delle quote. Per la vedova Lennon anche un gettone “ad personam”, mai chiarito nel dettaglio.

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        Non c’è fine alla Beatlemania. Cinquantasei anni dopo l’ultima esibizione sul tetto della sede di Savile Row, i Beatles restano un marchio che fattura come una multinazionale. La Apple Corps Limited – la holding fondata nel 1963 come The Beatles Limited – ha chiuso il bilancio 2024-2025 con un fatturato lordo vicino ai 50 milioni di sterline (circa 55 milioni di euro). Una cifra da record per una società che continua a gestire il mito dei Fab Four, tra diritti musicali, licenze, merchandising e progetti audiovisivi.

        La cassaforte di Liverpool
        La società, con sede a Londra, è oggi divisa in quattro quote perfettamente uguali: il 25% a Yoko Ono, 92 anni; il 25% a Paul McCartney, 83; il 25% a Ringo Starr, 85; e il restante 25% a Olivia Harrison, 77, vedova di George, tramite un trust familiare. Ciascun socio siede nel consiglio di amministrazione – per la quota Lennon in due: Yoko e il figlio Sean Ono Lennon, 49 anni – e partecipa ai dividendi, pari a 3,4 milioni di sterline ciascuno, oltre a fee personali da 4,3 milioni.

        Ma tra i dettagli più curiosi del bilancio, firmato il 23 ottobre 2025 dal direttore Bruce Grakal, storico legale di Ringo Starr, c’è un’annotazione che non passa inosservata: la società ha riconosciuto un pagamento “extra” di 850 mila sterline a Yoko Ono, dopo i 500 mila del 2024 e i 4,1 milioni del 2023. Un “bonus personale” di cui non è mai stata spiegata la natura, probabilmente legato ad accordi interni tra gli eredi.

        L’industria del mito
        Dal 2020, i quattro nuclei familiari hanno incassato complessivamente oltre 100 milioni di sterline tra provvigioni e dividendi. I ricavi netti – pari a 32 milioni di sterline – sono in crescita rispetto all’anno precedente (26,6 milioni), mentre gli utili, poco sotto i 4 milioni, risultano in lieve calo per l’aumento dei costi legati a un nuovo progetto cinematografico in sviluppo.

        Un dato che conferma come i Beatles restino, oltre che leggenda culturale, una macchina industriale perfetta. Tra ristampe, documentari, diritti digitali e revival, il “marchio Liverpool” continua a generare ricchezza, dimostrando che l’amore — e i profitti — per i Fab Four non passano mai di moda.

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          Musica

          Iva Zanicchi ricorda Ornella Vanoni: «L’ho amata tantissimo», ma riaffiora una vecchia frase che oggi suona davvero imbarazzante

          L’Aquila di Ligonchio parla di un legame artistico profondo, ma nella memoria riaffiora un giudizio lontano che oggi stride con il dolore per la scomparsa della cantante milanese

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            Sono giorni di ricordi, nostalgia e parole pesanti di emozione attorno alla figura di Ornella Vanoni. Tra le voci che l’hanno salutata con calore c’è quella di Iva Zanicchi, che in queste ore ha raccontato di averla «sempre amata tantissimo», ripercorrendo decenni di palcoscenico condiviso. «Insieme abbiamo fatto tante cose. Ho tanti ricordi con lei, abbiamo fatto Sanremo insieme, la Mostra internazionale di musica leggera, Canzonissima. L’ho sempre amata e stimata tantissimo, lei era sincera, spietatamente sincera», ha dichiarato la Zanicchi con evidente commozione.

            Due regine della musica italiana

            Vanoni e Zanicchi hanno attraversato, da protagoniste, stagioni irripetibili della musica italiana. Diversissime nella voce, nella presenza scenica e nell’immaginario, sono però rimaste legate da un percorso artistico parallelo fatto di incontri, tensioni e rispetto reciproco. Iva oggi ne restituisce un ritratto affettuoso, quasi intimo, ricordando una collega capace di «spietata sincerità», in scena come nella vita.

            Quel vecchio giudizio che torna a galla

            Eppure, scavando nella memoria collettiva, riaffiora un episodio curioso: quando, molti anni fa, proprio Iva Zanicchi si lasciò sfuggire, con ironia o con leggerezza, la frase secondo cui Ornella Vanoni «non sapesse cantare». Un giudizio che all’epoca fece rumore e che oggi, riletto alla luce delle sue parole, assume tutt’altro sapore. Non c’è polemica, non c’è rievocazione amara: solo il gioco spesso crudele del tempo.

            Un addio segnato dall’affetto

            Oggi resta la riconoscenza e resta il senso di perdita per una figura che ha segnato un’epoca, oltre la musica, oltre le polemiche e le battute. E nelle parole di Iva c’è l’eco di una stagione in cui due donne, così diverse, hanno visto e costruito pezzi importanti della stessa storia.

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              Musica

              Beyoncé al Gran Premio di Las Vegas in tuta Ferrari super attillata: look da corsa, curve esplosive e tifoseria d’eccezione

              Prima l’ingresso nel paddock in pelle bianca stile motociclista, poi la trasformazione in tifosa Ferrari con una tutina rossa e nera aderentissima: Beyoncé ha catalizzato l’attenzione sugli spalti del GP di Las Vegas, mentre in pista la scuderia non è riuscita a mantenere le aspettative.

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                Il weekend di Las Vegas ha offerto glamour e motori, ma sulle tribune gli occhi erano soprattutto su Beyoncé. La cantante è apparsa al fianco di Jay-Z con un look da motociclista in pelle bianca decorato da inserti neri e rossi, completato da stivali a spillo e guanti senza dita. Un ingresso «da urlo», come l’hanno definito i commentatori presenti al circuito.

                La trasformazione da tifosa Ferrari
                Per la gara notturna Beyoncé ha scelto un secondo look, ancora più appariscente: una tutina racing rossa e nera con dettagli metallici e una cerniera gioiello dorata, aderentissima e impossibile da ignorare. L’artista si è mostrata sorridente in tribuna, scattando foto e incitando la Rossa, circondata da amici e staff.

                In pista non è andata come sperato
                L’effetto Beyoncé però non ha portato fortuna alla scuderia. Nonostante l’entusiasmo sugli spalti, la Ferrari ha faticato a trovare ritmo per tutta la gara, con Charles Leclerc che ha chiuso al quarto posto e Lewis Hamilton ottavo. Un esito sotto le attese, soprattutto in un appuntamento così scenografico per la Formula 1.

                Il pubblico, intanto, ha continuato a osservare divertito le reazioni della star americana, diventata in poche ore uno dei volti simbolo del fine settimana del GP. E, come sempre, i social hanno amplificato ogni sguardo, ogni posa e ogni curva della popstar texana.

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