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Musica

I Watussi di Vianello… e quella n-word, politicamente scorretta

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    In una recente intervista Edoardo Vianello il cantante ha parlato di quella n-word (“negro”, ndr) che non ha intenzione di togliere dal testo della sua epocale hit. Un termine che in molti identificano come scorretto e offensivo, anche se la canzone fu un geniale tentativo di ambeintare un hully gully nella profonda Africa, creando I Watussi.

    Non vuole modificarne il testo

    La sua teoria per certi versi non fa una grinza: «Non demoliamo mica il Colosseo perché ci hanno ammazzato i cristiani. Quando l’abbiamo scritta era lecito chiamarli come li abbiamo chiamati, quindi non ho nessuna intenzione di cantarla diversamente. I Watussi rimangono come sono nati: cambio il testo solo se nello stesso giorno demoliscono pure il Colosseo».

    Spirito critico

    Così si esprime Vianello, 86enne che nella sua epoca di successo veniva identificato come il re dei tormentoni estivi. Sulla musica attuale dice «Non mi piace, non distinguo i vari interpreti perché mi sembra cantino tutti allo stesso modo. Mi piace molto però Annalisa, ha un genere di canzoni che mi sarebbe piaciuto scrivere, frizzanti e divertenti. Invece non sopporto Giuliano Sangiorgi che ha rovinato una canzone come Meraviglioso con un’interpretazione totalmente sguaiata. Ho avuto l’occasione di dirglielo, chissà perché mi ha guardato male… uno deve cantare con gusto per prima cosa».

    Quando non c’era ancora l’Ariston

    Con il medesimo sarcasmo parla di Sanremo, «qarla di quella cosa che si svolge in provincia di Imperia? Il mio ultimo festival è del 1967, al casinò, non conosco nemmeno il teatro Ariston. Sono un timido, sul palco prima di prendere contatto bene con il pubblico ho bisogno di un quarto d’ora, a Sanremo quel tempo non te lo danno. Il mio Sanremo sono stati i jukebox».

    Il concetto di “tormentone”

    Per arrivare “a tormentare” le canozoni devono avere caratteristiche precise: l’idea presente nel testo, facile ma intrigante, la semplicità della musica, e una certa orecchiabilità sofisticata. In modo da sopravvivere anche ai rivolgimenti sociali e politici: «La situazione politica e sociale è cambiata nel ‘68, mi sono ritrovato estraneo perché le mie canzoni non le volevano ascoltare, mi fischiavano, per un bel pezzo ho smesso di cantare perché non mi dava più gusto. Poi negli anni ’80 c’è stato un movimento di recupero dei ’60 e mi sono subito accodato: ho fatto il testimonial delle mie canzoni».

    Prima delle sponsorizzazioni social

    Lui fu anchel’antesignano delle sponsorizzazioni, che oggi regolano gli algoritmi dei social: «Accompagnavo i miei amici nelle spiagge e nei bar più frequentati e facevo inserire le 50 lire che davano diritto a tre canzoni, ovviamente facevo selezionare i miei pezzi. Io non mi facevo vedere per paura di essere riconosciuto e poi scappavo come un ladro. Evidentemente è una strategia che ha dato i suoi frutti, alla fine le canzoni sono penetrate definitivamente nei cervelli delle persone».

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      Musica

      Mina dispettosa con Iva Zanicchi? Un motivo di vanto per l’Aquila di Ligonchio!

      La Zanicchi torna in pista con un singolo afro-house e un’intervista che sa di bilancio (e di stoccate). Mina le faceva i dispetti? «È gratificante che mi considerasse un pericolo». De Gregori le mandò un cesto di rose dopo “Zingara”. E poi, il dolore per la perdita di Fausto Pinna: «Sarei impazzita senza la musica». A cuore aperto e con consueta lingua affilata.

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        L’Aquila di Ligonchio è tornata. Non solo in musica — con Dolce far niente, nuovo brano dalle sonorità afro-house realizzato con i producer A-Clark & VINNY — ma anche nei rotocalchi, dove non risparmia nessuno. In una lunga intervista concessa al settimanale Oggi, Iva Zanicchi sfodera l’intero arsenale: dolore, grinta, gratitudine e veleno. Tutto con la classe (e il tono) di chi ha fatto la storia.

        Mina era invidiosa? Bene, grazie!”

        La frase che ha fatto impazzire i social è una:

        “I dispetti di Mina? È gratificante che la più grande cantante di ogni tempo mi considerasse un pericolo”.

        Un commento che rappresenta, al contempo, un colpo basso e un auto-incensamento, ma con ironia vintage e consapevolezza scenica. Il tempo delle rivalità è passato? Forse. Ma una frecciatina ben piazzata, anche a distanza di decenni, non si nega a nessuno.

        Zingara, De Gregori e il cesto di rose post-lite legale

        Nel suo amarcord musicale, Iva rievoca anche l’annosa querelle legale con Francesco De Gregori per Zingara, celeberrimo brano del 1969. Una disputa che, fortunatamente, si è conclusa con eleganza:

        “Capì che io non c’entravo nulla e mi mandò un cesto di rose”.

        L’amore perduto e la musica come ancora di salvezza

        Dietro la voce potente e la personalità dirompente, c’è però una donna che ha vissuto dolori profondi, come la perdita del marito:

        “Il nostro è stato un amore grande. Forse troppo. Non augurerei a nessuno di provare un sentimento del genere. Adesso sento un vuoto incolmabile. Sarei impazzita, senza la musica.”

        Una dichiarazione che racconta tutto: la forza, la fragilità e la straordinaria resilienza di una delle icone italiane più longeve e autentiche.

        Estate 2025 da tormentone? Iva ci prova

        Tra passato e presente, Zanicchi guarda avanti con la grinta che l’ha sempre contraddistinta. Dolce far niente potrebbe sembrare un titolo in contrasto con la sua carriera instancabile. Ma sotto le sonorità afro-house, c’è la voce inconfondibile e la voglia di stare ancora una volta sotto i riflettori. E lei lo dice chiaramente:

        “Spero diventi il tormentone dell’estate”.

        Conoscendola, non c’è da escluderlo.

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          Musica

          Taylor Swift perseguitata da uno stalker: “Dice di vivere con me”. Il giudice le concede l’ordine restrittivo

          Taylor Swift ha ottenuto un ordine restrittivo contro Brian Jason Wagner, 45 anni, che ha più volte cercato di entrare nella sua casa di Los Angeles sostenendo di viverci insieme a lei. Il provvedimento vieta all’uomo di avvicinarsi alla cantante e alla sua famiglia

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            Taylor Swift ha deciso di dire basta. Dopo mesi di episodi inquietanti, la cantante ha ottenuto un ordine restrittivo temporaneo contro un uomo che da tempo la perseguita, affermando – senza alcuna base reale – di avere una relazione con lei e addirittura di vivere nella sua casa. L’uomo in questione è Brian Jason Wagner, 45 anni, originario del Colorado, già noto alle forze dell’ordine per precedenti comportamenti ossessivi.

            L’episodio più grave è avvenuto a Los Angeles, dove Swift possiede una delle sue residenze. Wagner ha più volte raggiunto la proprietà, cercando di entrare, sostenendo di avere diritto ad “accedere alla sua abitazione” perché, a suo dire, Swift sarebbe la madre di suo figlio. Una narrazione tanto assurda quanto preoccupante. Secondo quanto scritto nella petizione presentata dalla cantante lo scorso 6 giugno, “vivo con la paura di un danno imminente. Quest’uomo ha manifestato comportamenti pericolosi e deliranti, con comunicazioni minacciose anche verso il mio staff”.

            Il giudice della Corte Superiore di Los Angeles ha accolto la richiesta della popstar e lunedì 9 giugno ha imposto a Wagner un divieto assoluto di avvicinarsi alla cantante, alla sua abitazione, al suo veicolo e al suo posto di lavoro. Dovrà mantenere una distanza di almeno 100 metri, non potrà contattarla in alcun modo né tentare di interagire con i suoi familiari o collaboratori.

            Tra le prove presentate dagli avvocati di Swift, alcune sono inquietanti: lettere manoscritte inviate mentre l’uomo si trovava in carcere, messaggi in cui affermava di avere una “relazione romantica” con lei e persino un tentativo di modificare l’indirizzo sulla sua patente per far apparire la casa della cantante come sua residenza. Non solo: Wagner avrebbe anche cercato di intercettare la posta di Swift, tentando di ottenere accesso alle sue comunicazioni personali.

            “Non ho mai condiviso il mio indirizzo con lui – ha scritto Swift nella petizione – e non c’è mai stato alcun tipo di rapporto. È riuscito a trovare dove vivo e si è presentato più volte senza essere invitato, rifiutandosi di andarsene”.

            Non è la prima volta che Taylor Swift si trova a dover affrontare episodi del genere. Come molte altre celebrità, è spesso costretta a difendere la propria sfera privata da intrusioni violente, a volte patologiche. Il caso di Wagner, però, sembra aver superato la soglia dell’allarme.

            L’udienza definitiva è fissata per il 30 giugno, ma nel frattempo l’ordine restrittivo rappresenta una prima barriera di protezione. Perché, come ha sottolineato la stessa cantante, “non è normale dover temere per la propria sicurezza solo per il fatto di essere una persona famosa”. Una frase amara, che mette a nudo il lato più oscuro della celebrità.

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              Altro che “Bagno a mezzanotte”: ecco il cachet da bagno d’oro di Elodie

              Fra look da passerella sexy e hit che spopolano ovunque, Elodie è oggi una delle artiste italiane più pagate e richieste. Dopo il clamoroso successo del concerto a San Siro, il suo cachet è letteralmente schizzato alle stelle. Ma quanto guadagna davvero per un concerto? Non è una cifra per comuni mortali…

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                Qualche giorno fa Elodie ha fatto la storia diventando una delle poche artiste italiane a esibirsi come headliner sul palco di San Siro. Uno show memorabile, sold out, con scenografie spettacolari, outfit iconici e un’energia da superstar internazionale. Un traguardo che non solo l’ha consacrata regina del pop italiano, ma ha anche dato una bella spinta verso l’alto al suo già generoso cachet.

                Quanto guadagna Elodie per un concerto? Cifre da standing ovation

                Secondo stime del settore, Elodie percepisce tra i 60.000 e i 70.000 euro per una singola esibizione dal vivo, ma il successo di San Siro potrebbe far lievitare ulteriormente la cifra. Per eventi privati o brand esclusivi si arriva facilmente a 100.000 euro a serata. Insomma, se voleste Elodie al vostro matrimonio… forse vi conviene optare per una playlist su Spotify.

                Musica, moda e milioni: un business che non si ferma

                Elodie non è solo una cantante. È un fenomeno di costume, un’icona di stile, un brand vivente. Ha collaborato con marchi di alta moda, è apparsa sulle più importanti copertine italiane ed è diventata testimonial per diversi brand di lusso. Tra concerti, campagne pubblicitarie e diritti d’immagine, le sue entrate annue superano il milione di euro. E la cifra è destinata a crescere: ogni outfit da red carpet diventa virale, ogni post sponsorizzato fa impazzire i social.

                Diva sì, ma con i piedi per terra… su tacchi imperiosi

                Nonostante la fama e i numeri da capogiro, Elodie resta un personaggio autentico. Parla apertamente di tematiche sociali, sostiene i diritti civili e ha sempre mostrato orgoglio per le proprie origini. È proprio questo mix tra schiettezza e glamour che la rende così amata nel panorama musicale italiano.

                Canta, incanta… e incassa alla grande

                Con il trionfo milanese ( si replica stasera a Napoli allo Stadio Maradona), Elodie ha mandato un messaggio chiaro: non è più una promessa, è una certezza. E con un cachet che fa girare la testa, ogni sua nota vale oro. Altro che bagno a mezzanotte… qui si nuota nel lusso a ogni battito di cassa.

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