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Musica

Il “giudice” Manuel Agnelli si racconta senza filtri: dal punk a X Factor

Per lui affrontare le cose sempre con un pizzico di paura, rappresenta la condizione necessaria per capire di possedere davvero coraggio. “Se non hai paura non sai neanche cos’è il coraggio”. Nonostante tutti questi anni trascorsi sui palchi di tutta Italia.

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    Con la passione per la musica nel sangue, Manuel Agnelli ha dedicato tutta la propria vita alla carriera. Anche se, ad un certo punto, l’incontro con la moglie Francesca Risi gli ha permesso di vivere l’avventura della paternità. Nel 2005, infatti, l’attuale giudice di X Factor 2024 è diventato papà. Una presenza, quella della sua bambina, che gli ha regalato un’energia nuova, che gli permette oggi di affrontare tutte le avventure professionali – come quella della giuria di X Factor 2024 – di cui è ormai un veterano.

    L’energia che ti regala la paternità

    Di questo ne è consapevole e dice: «La paternità mi ha cambiato come cambia tanti. Oggi continua a essere una sensazione molto positiva perché mi ha dato un senso. Trasmettere vita ed esperienza per me è grandioso, senza contare che mia figlia mi sta restituendo un’energia pazzesca. È bellissimo guardarla e rianalizzare la mia vita, stando attento a non spingerla a fare quello che vorrei fare io».

    Una speciale passione per la Storia

    “Se non hai paura non sai neanche cos’è il coraggio. Certi pensieri ci sono, ma sto attento a non farmi prendere dalla frenesia di mollarli. I faraoni dell’antico Egitto volevano in tutti i modi essere ricordati ma, se va bene, oggi mi vengono in mente i nomi di una dozzina di loro solo perché sono un grande appassionato di Storia”, ha detto.

    Non voglio essere ricordato per qualcosa di specifico

    “Siamo ridicoli quando pensiamo di lasciare delle cose, perché non è questo il senso della vita. Il senso della vita è la comunicazione, il rilascio di energia e il rilascio di esperienza. Non sono così fesso da farmi condizionare la vita e sprecarla cercando di fare per forza qualcosa di rilevante per la quale verrò ricordato. Mi interessa stare ora e adesso”.

    Da adolescente era considerato dagli altri un fighetto

    A 14 anni si era iscritto all’Istituto Tecnico Agrario Bonfantini di Novara. Scelta quantomeno inusuale per un ragazzino milanese che aveva studiato musica classica, suonava il pianoforte e che, mai e poi mai, avrebbe pensato di intraprendere quel percorso didattico. La decisione però era stata motivata dall’innamoramento per una ragazzina (lui la chiama “tipetta”) che gli piaceva un sacco, decidendo quindi di studiare agraria. Ritrovandosi catapultato in quella realtà così diversa. Con la tipetta non concluse nulla, anche se in quella scuola avrebbe fatto i suoi primi incontri importanti, conoscendo e diventando amico di due o tre compagni di classe con estrazione sociale, interessi artistici e gusti musicali differenti dai suoi.

    L’incontro con l’energia del punk

    Si trattava per lo più di figli del proletariato, appassionati di punk e post punk che lui, a quei tempi, non sapeva manco cosa fossero. veniva criticato per il suo atteggiamento un po’ snob. Furono i ragazzi del Bonfantini a fargli capire che, più che la tecnica e l’estetica, era indispensabile raccontare con melodie e ritmi il proprio stato interiore. Da allora per Manuel è iniziata una nuova dimensione musicale, alla ricerca autentica della natura umana. Che ha avuto il suo culmine nella creazione della sua band, gli Afterhours.

    Il duetto con sua figlia Emma

    Con lei ha duettato nel brano e nel video Lo sposo sulla torta, tratto dal suo album solista Ama il prossimo tuo come te stesso. Ironia della sorte, quella è stata la sua canzone più trasmessa dalle radio, salita addirittura al terzo posto nella classifica di Radio DeeJay. Questo a conferma che non si era trattato solo di uno scontato atto d’amore paterno. Emma canta molto bene, milita in una band e, giustamente, cerca un suo posto a prescindere da quello del padre. Grazie a lei Manuel ha potuto assistere a varie rassegne di band formate da ragazzi dai 16 ai 20 anni che hanno le idee chiare, che sanno esprimersi e che propongono qualcosa di nuovo.

    Meglio sentirsi bene che sentirsi alla moda

    Soprattutto quell’approccio libero alla musica che lui cerca nei concorrenti di X Factor. Alla ricerca di ragazzi curiosi, interessati ad ascoltare musica che dia loro spunti e ispirazioni senza la presunzione di rifiutare quello che è successo prima di loro. Anche perché tutto ciò che oggi li circonda fa loro schifo. O peggio, li fa stare male: desiderano sentirsi bene, più che sentirsi fighi!

    Il suo ideale

    Come quelli che lo hanno preceduto, raccontando e trasmettendo in maniera significativa valori e idee artistiche, Agnelli confida sempre che i teenager di oggi sappiano ascoltare, leggere e fare propri quegli stessi valori. Facendo loro scoprire, attraverso quel percorso, un’altra dimensione per vivere la musica al di là di quello che viene proposto dai media attuali. Al di là dei numeri e del successo a tutti i costi.

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      Musica

      Sanremo 2026, gli underdog che potrebbero sorprendere tutti: dalle Bambole di Pezza a Sayf, passando per Eddie Brock e Maria Antonietta

      Rock, rap, cantautorato e hype social: Bambole di Pezza, Sayf, Eddie Brock e il duo Maria Antonietta & Colombre sono i nomi meno noti ma più curiosi di Sanremo 2026. Artisti diversi, storie lontane, un’unica possibilità: trasformarsi da sorprese del cast a protagonisti della kermesse.

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        In mezzo ai ritorni eccellenti e ai grandi nomi che hanno già calcato l’Ariston, Carlo Conti ha infilato una manciata di artisti meno noti, outsider veri. Quei nomi che fanno drizzare le antenne agli appassionati e che spesso diventano le rivelazioni del Festival. Quest’anno la pattuglia degli underdog è più interessante che mai, un mix inedito di punk, rap, indie e viralità social.

        Bambole di Pezza, le rocker pronte allo scandalo
        Sono loro la quota più esplosiva del cast. Le Bambole di Pezza, punk rock band milanese attiva dall’inizio degli anni Duemila, arrivano a Sanremo con la stessa energia diretta, femminista e irriverente che le ha rese un’icona underground. L’immagine è potente, la formazione rinnovata, le chitarre sono alte: se al Festival ci sarà un momento “scandalo”, è probabile che porti la loro firma. Per molti, la vera storia rock dell’edizione.

        Eddie Brock, il fenomeno TikTok che porta le valigie ai turisti
        La sua ascesa è stata rapida quanto imprevista. Edoardo Iaschi, classe 1997, in arte Eddie Brock, è passato dall’essere operatore turistico a diventare un caso social grazie al singolo Non è mica te: oltre 20mila video su TikTok, una presenza costante nella Viral Top 50 Italia e un pubblico che cresce a vista d’occhio. Nonostante i numeri, lui resta con i piedi per terra: «Porto ancora le valigie ai turisti». Una storia perfetta da Ariston.

        Sayf, il rap genovese che mescola melodia e strada
        Tra gli emergenti più attenzionati dai contest internazionali c’è Sayf, italo-tunisino, classe 1999. Scuola genovese, flow pulito e testi che alternano rabbia e introspezione. Conti ha fiutato il potenziale e ha deciso di dargli il palco più importante: per molti potrebbe essere lui l’erede dei rapper che negli ultimi anni hanno trasformato Sanremo in una rampa di lancio.

        Maria Antonietta & Colombre, l’indie che diventa mainstream
        Chiamarli underdog è quasi improprio. Maria Antonietta — nome d’arte di Letizia Cesarini — ha debuttato nel 2012 con un album prodotto da Brunori Sas e da allora è considerata una delle voci più importanti dell’indie italiano. Al suo fianco Colombre, alias Giovanni Imparato, cantautore raffinato con una candidatura al Premio Tenco. Insieme hanno pubblicato Luna di miele, un disco che ha conquistato critica e pubblico. Il loro è un debutto che porta qualità, scrittura e un tocco di poesia all’Ariston.

        Samurai Jay

        Come sopra: rapper napoletano, classe 1998, ha collaborato con tanti colleghi celebri, da Gigi D’Alessio a Fred De Palma. Il suo boom è arrivato l’estate scorsa con il singolo Halo: vitale su TikTok, un botto tale che Conti ha deciso di investire su di lui. Verso tormentone: “E’ tutto sbagliato / sta andando tutto al contrario”.

        Una sorpresa è sempre dietro l’angolo
        La squadra dei Big è affollata, competitiva, piena di nomi con un passato da classifica. Ma Sanremo, si sa, ama ribaltare le aspettative: spesso le rivelazioni arrivano proprio da chi non è ancora sulle copertine. E quest’anno il ventaglio degli outsider di Carlo Conti è più interessante che mai.

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          Musica

          Paola Iezzi mette a confronto Amici e X Factor: “C’è una differenza chiave tra i due talent”

          Paola Iezzi analizza il confronto tra Amici e X Factor e individua la vera distanza tra i due talent: secondo lei lo show di Sky è strutturato in modo più marcato sulle dinamiche televisive e sulla costruzione dei personaggi, mentre Amici segue meccanismi diversi nel rapporto tra artisti, gara e pubblico.

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            Paola Iezzi entra nel cuore del confronto che da anni divide il pubblico dei talent show italiani: Amici o X Factor? Due format diversi, due linguaggi televisivi, due modi differenti di raccontare musica e competizione. La cantante e giudice, forte della sua esperienza televisiva, ha spiegato cosa secondo lei crea la vera distanza tra i due programmi che continuano a dominare la scena.

            Una competizione diversa, con regole diverse
            Per Paola Iezzi la differenza principale è chiara: “Tra Amici e X Factor c’è una differenza chiave”. Secondo la giudice, X Factor è un programma strutturato in modo più evidente sul fronte televisivo, con un’impostazione che punta molto sulla costruzione di dinamiche narrative. La competizione è centrale, intensa, pensata per generare tensione, colpi di scena e momenti forti che tengano lo spettatore incollato allo schermo.

            X Factor e il peso delle dinamiche televisive
            Paola sottolinea come X Factor non nasconda la propria natura di show: “È uno show costruito in modo più evidente, con una competizione che richiede dinamiche e personaggi forti”. Qui tutto è calibrato: la scenografia, le storie dei concorrenti, il ruolo dei giudici, la narrazione spettacolare. La musica convive con la dimensione televisiva, diventando parte di un prodotto complesso e studiato.

            Amici, un racconto che segue un’altra direzione
            Amici, invece, secondo la Iezzi, vive su una linea diversa. Meno forza sulle dinamiche di competizione “costruita”, più continuità narrativa tra formazione, quotidianità, crescita artistica e percorso personale. È un talent dove il pubblico segue i ragazzi per mesi, li vede cambiare, maturare, affrontare sfide e fragilità, sviluppando un legame spesso più emotivo che spettacolare.

            Due modi diversi di raccontare la musica in tv, due visioni che convivono e dividono il pubblico. Ma una cosa è certa: entrambi i programmi continuano a segnare la televisione italiana, creando talenti, discussioni e spettacolo.

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              Lavorare stanca… e con l’ex Kiss Gene Simmons costa pure!

              Essere un fan dei Kiss è già un’esperienza epica, ma cosa succederebbe se potessi affiancare Gene Simmons per un’intera giornata durante il suo tour? Il leggendario bassista ha lanciato un pacchetto vip deluxe che permetterà a 26 fortunati (uno per ogni data del tour) di diventare il suo assistente personale e roadie per un giorno. Il prezzo? Ben 12.495 dollari!

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                I fan del rock sono gente disposta a tutto, anche a pagare di tasca proprio per lavorare fianco a fianco con il proprio idolo. L’esclusivo pacchetto, chiamato Personal Assistant And Band Roadie For The Day, non è solo una questione di status, ma un vero e proprio lavoro dietro le quinte. Ideato dall’ex bassista dei Kiss, prevede per chi lo acquisterà una maglietta e un cappello della crew della Gene Simmons Band, oltre a un pass vip laminato che lo identificherà come membro ufficiale della squadra per quella giornata.

                Ma non finisce qui! L’esperienza include anche:

                • un pranzo esclusivo con Gene Simmons, che sia nel backstage o in hotel
                • la possibilità di partecipare allo scarico e al montaggio dell’attrezzatura della band
                • l’accesso al soundcheck privato
                • gadget esclusivi da collezione

                E come ciliegina sulla torta? Il fortunato assistente salirà sul palco con Gene Simmons, che lo presenterà direttamente al pubblico!

                Lavorare con Simmons: un sogno o un duro lavoro?

                Avere accesso ai retroscena di un grande tour è il sogno di molti, ma non bisogna dimenticare che il ruolo di roadie non è solo glamour e foto con la rockstar. Tra il caricare strumenti pesanti e allestire il palco, il lavoro sarà impegnativo. Tuttavia, chi è disposto a mettere alla prova la propria passione per il rock troverà in questa esperienza qualcosa di assolutamente irripetibile.

                Il prezzo dell’esclusività

                12.495 dollari non sono certo pochi, ma per alcuni fan incalliti potrebbe valere la pena spendere questa cifra per vivere un giorno a stretto contatto con una leggenda del rock. Se si considera che il pacchetto include anche cimeli esclusivi, un’esperienza unica e la possibilità di essere presentati a migliaia di spettatori da Gene Simmons in persona, il prezzo assume un valore più simbolico che economico.

                Il marketing del rock

                Non è la prima volta che Gene Simmons stupisce i suoi fan con trovate di marketing geniali. Da sempre abile imprenditore, ha costruito un impero che va ben oltre la musica, trasformando il suo nome in un vero e proprio brand. Anni fa aveva messo online un sito dove, naturalmente pagando, potevi assistere ai suoi incontri sessuali con le groupie della sua ex band! Con questa nuova, ennesima iniziativa, conferma ancora una volta di sapere come monetizzare al meglio la passione dei suoi seguaci.

                Un’idea folle o geniale?

                L’idea di offrire un’esperienza così esclusiva e costosa dividerà il pubblico tra chi la considera un’esagerazione e chi, invece, la vede come un’opportunità unica. Indipendentemente dalle opinioni, una cosa è certa: Gene Simmons continua a essere un maestro nel sorprendere il mondo del rock con trovate fuori dal comune. Riuscendo pure a spillare soldi ai propri fan… facendoli lavorare per lui!

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