Musica
Il “sabotatore” Fiorello irrompe al concerto di Jovanotti: un trionfo per entrambi
Durante una delle tappe romane del tour di Jovanotti, Fiorello fa un’incursione a sorpresa sul palco e trasforma il concerto in uno show tutto da ridere. Tra abbracci, duetti, imitazioni e un’energia travolgente, i due amici di lunga data fanno impazzire il pubblico. E sui social, la festa continua.

Roma chiama, Fiorello risponde: sul palco è subito varietà. Quello che doveva essere un semplice concerto di Jovanotti si è trasformato in uno spettacolo completo, con tanto di varietà d’altri tempi. Il motivo? Fiorello, che con la sua inconfondibile irruenza è salito sul palco a sorpresa durante una delle serate romane. Risultato: delirio puro.
Due ragazzi fortunati
Duetto improvvisato sulle note di Ragazzo Fortunato, imitazione di Gianni Morandi (con tanto di smorfie e voce “mielosa”) e una valanga di risate. Non serviva altro per mandare in visibilio il pubblico dell’Auditorium, che ha assistito a un fuori programma da raccontare ai nipoti.
Amicizia da palco: 40 anni e non sentirli
«Era da un anno che non ci abbracciavamo», scrive Jovanotti su Instagram, ricordando l’ultima volta in cui i due si erano incrociati durante Viva Rai2!. Ma anche se il tempo passa, tra i due c’è un’intesa rara, di quelle che non hanno bisogno di prove, scalette o copioni. «Ogni volta che ci rivediamo, sembra passato un minuto», ha confessato Jova con affetto. E la sensazione è stata condivisa da tutti quelli presenti: spontaneità, emozione e spettacolo puro.
Il richiamo della foresta… o della festa?
Durante il suo racconto post-evento, Jovanotti ha scherzato scrivendo che, nel guardare Fiorello in azione, ha riconosciuto “lo sguardo di chi sente il richiamo della foresta… o meglio, della festa”. E in effetti, non c’è descrizione migliore. Fiorello non è solo un ospite: è un ciclone creativo. Ogni sua apparizione – prevista o no – riesce a trasformare l’ordinario in uno show irresistibile, tra risate, improvvisazioni e momenti di pura magia.
Il pubblico ringrazia
La serata si è chiusa con un’ovazione degna di un finale di stagione. Il pubblico romano, si sa, non è facile da impressionare, ma davanti a questa combo tra due mostri sacri dello spettacolo italiano ha ceduto con entusiasmo. “Grazie Roma per ieri sera!” ha concluso Jovanotti sui social. Ma forse dovrebbe dire: “Grazie Fiore, per aver reso tutto ancora più indimenticabile”.
Quando lo show è di casa… anche le sorprese fanno parte del copione
Non c’è copione scritto che possa battere l’improvvisazione di due amici veri, con 40 anni di palco e affetto alle spalle. La magia sta tutta lì: in un abbraccio, una canzone, una risata condivisa davanti a migliaia di persone. E la sensazione è che, in fondo, tutti i presenti siano stati un po’ “ragazzi fortunati”.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Musica
“Sono solo, ma canto l’amore degli altri”: Achille Lauro sogna la voce di Mina per un suo brano
Presentato con un concerto a sorpresa sulla scalinata di Trinità dei Monti, il nuovo disco di Achille Lauro è un viaggio tra ricordi, amori sfuggenti e rinascita personale. Comuni Mortali svela l’uomo dietro il personaggio: fragile, consapevole, in cerca di verità e libertà. Lauro oggi è questo: un ragazzo di borgata diventato cantautore globale. Che canta l’amore anche se non lo vive, che vive libero anche se resta in bilico. Comuni Mortali è il suo disco più umano. E forse, proprio per questo, il più potente.

Achille Lauro è tornato “figliol prodigo” nella sua Roma per presentare Comuni Mortali, il suo settimo album. Lo ha fatto in grande stile: concerto gratuito a sorpresa sulla scalinata di Piazza di Spagna. Nemmeno la pioggia ha fermato i fan, accorsi in cinquemila. Lauro scende le scale come una star, ma con l’anima a nudo. Baci, abbracci, uno sguardo malinconico rivolto alla città che lo ha visto scappare da una periferia difficile.
“La noia mi uccideva. Ho trasformato il disagio in musica”
Dal terrazzo della Casina Valadier, Lauro parla senza filtri: «Sono cresciuto con amici che non riuscivano a immaginare una vita oltre la panchina del quartiere. Io quella panchina l’ho distrutta a calci». La sua ascesa è iniziata così: tra ribellione e voglia di redenzione. «All’inizio esageravo, oggi ho trovato equilibrio. Posso piacere a tutti, ma resto me stesso».
Un album di dediche e assenze
Lauro definisce il disco “una raccolta di dediche musicali”. C’è una canzone per sua madre, Cristina, che lei non ha ancora ascoltato. C’è Amor, ballata malinconica tra i vicoli notturni di Roma. E poi c’è il vuoto dell’amore: «Sono stato innamorato per anni, ma lo vivo in modo strano. Ora sono solo. In questo disco canto l’amore degli altri, amplessi rubati, legami spezzati». Nessuna autobiografia esplicita, ma tracce di un cuore che ha vissuto.
Dai fischi a Sanremo al sogno di dirigerlo
Lauro non dimentica chi lo chiamava “pagliaccio in tutina” durante Sanremo 2021. «Facevo arte, non show. Ma il tempo ha dato ragione a ciò che ero». Oggi sogna di dirigere il Festival: «Prima o poi, diventerò direttore artistico. Non importa quando». E intanto Incoscienti Giovani, uno dei brani in gara nel 2024, è tra i più amati dell’anno.
“In America sono felice: non mi riconosce nessuno”
Da Roma a Milano, da Los Angeles a New York: Lauro ha girato il mondo. «Negli USA sto da Dio: nessuno mi ferma per strada, faccio la fila al supermercato come tutti. È liberatorio». Proprio da lì scrive con più facilità, lontano dalle aspettative e dai riflettori.
Il futuro? Un film, forse. E un pezzo per Mina
Il cinema lo corteggia: «Un produttore importante mi ha proposto qualcosa. Ma vorrei stare dietro la cinepresa, non davanti». Intanto ha inviato una canzone a Mina: «Non so se la canterà, ma anche solo averci provato è stato magico».
Musica
Il Blasco in modalità “umarell”: anche le rockstar invecchiano…
Tra chitarre, prove live e palchi da montare, Vasco Rossi trova il tempo di fare… l’umarell! Durante il soggiorno a Castellaneta Marina per preparare il suo tour 2025, il rocker più amato d’Italia si trasforma in spettatore d’eccezione dei lavori sulla tratta ferroviaria Taranto-Metaponto. Il tutto documentato su Instagram, ovviamente. Complimenti, supervisione simbolica e tanto entusiasmo per ruspe e rotaie.

Chi l’ha detto che le rockstar devono solo spaccare chitarre e infiammare stadi? Vasco Rossi, invece, spiazza tutti e si improvvisa umarell — sì, proprio come i pensionati che osservano i cantieri con le mani dietro la schiena e l’aria critica da ingegnere mancato. Ma lui lo fa con stile.
Preparando il tour
Durante il suo soggiorno a Castellaneta Marina, in Puglia, dove ogni anno si rifugia per preparare il tour, il Kom ha deciso di fare una deviazione dalle prove e fermarsi ad ammirare un altro “spettacolo”: i lavori di manutenzione straordinaria sulla tratta ferroviaria Taranto-Metaponto, proprio nei pressi del ponte sul fiume Lato.
Vasco supervisore dei lavori: “Kom…plimenti!”
Il momento è stato immortalato (naturalmente) su Instagram, con tanto di video e commento d’autore: “Sono stato invitato come supervisore simbolico”. E poi l’immancabile battuta alla Vasco: “Kom…plimenti a tutti gli addetti ai lavori!”. Insomma, altro che sound check: qui si parla di travi in acciaio, saldature precise e connessioni ferroviarie che neanche il Wi-Fi di casa. E Vasco, incantato, osserva tutto come se fosse un assolo di chitarra.
Castellaneta Marina: non solo mare, ma anche binari e rock
La località pugliese rappresenta ormai una seconda casa per il Blasco, tanto da essere diventato cittadino onorario. E tra una prova e l’altra, ha deciso di dedicarsi a questo spettacolo “alternativo”. Ma d’altronde, anche i lavori pubblici hanno il loro ritmo. Basta avere l’orecchio giusto per coglierlo. E pare proprio che Vasco l’abbia trovato, visto che ha definito il cantiere come: “Una straordinaria dimostrazione di perizia, potenza e precisione”. Altro che Albachiara, qui siamo in piena sinfonia delle ruspe!
Musica
Anche Topo Gigio da Sanremo all’Eurovision? Ema Stokholma accende il televoto dei polemici
L’Eurovision 2025 si avvicina, ma una polemica tutta italiana sta infiammando il web: sarà davvero Topo Gigio a leggere i voti dell’Italia in diretta europea? Ema Stokholma non ci sta e affida il suo disappunto ai social. Ecco cosa è successo e perché il pupazzetto più tenero della TV italiana sta dividendo il Paese come neanche il Festival di Sanremo.

Mentre l’Europa conta i giorni che la separano dall’Eurovision Song Contest 2025, in Italia si litiga… su un pupazzo. Secondo un’indiscrezione riportata da Il Resto del Carlino, potrebbe essere Topo Gigio a leggere i voti italiani nella serata finale del contest.
A Ema il sorcetto proprio non va giù
Un’idea sicuramente originale, nostalgica, tenera — o almeno così l’aveva pensata chi l’ha proposta. Ma qualcuno ha subito storto il naso, anzi: ha lanciato una vera e propria frecciatina social. Si tratta di Ema Stokholma, speaker di Rai Radio 2, già portavoce italiana nel 2019, che ha espresso tutta la sua perplessità sulla questione. Ema Stokholma: “Topo chi? In Europa non lo conosce nessuno!” La voce di Radio 2 non ha usato mezzi termini: “Spero di no, dai. In Europa nessuno sa chi è e non mi sembra giusto togliere questa opportunità a un talent. Io sono francese e da piccola non lo avevo mai visto”.
Sì agli umani, no ai pupazzi
Il suo punto è chiaro: un contesto internazionale come l’Eurovision dovrebbe essere una vetrina per talenti umani, magari giovani emergenti, non per personaggi della TV vintage italiana. E, diciamolo, la visibilità di Topo Gigio al di fuori dei nostri confini è a dir poco… limitata.
Ma c’è un legame artistico (e affettivo): Lucio Corsi docet
La candidatura di Topo Gigio non è campata per aria. Il pupazzo è infatti apparso sul palco di Sanremo 2025 accanto a Lucio Corsi durante la serata delle cover, in un duetto che ha lasciato il pubblico a metà tra l’incanto e la confusione. Per Corsi, Gigio non è solo un giocattolo parlante, ma un vero e proprio simbolo artistico: malinconico, dolce, retrò. La loro complicità ha commosso, ma l’idea di riportare quel momento sul palco dell’Eurovision ora solleva più dubbi che entusiasmo.
Ratto divisivo
La verità è che Topo Gigio divide: c’è chi lo ama, chi lo considera un pezzo di storia della TV italiana, e chi pensa che rappresenti un’Italia troppo datata per un evento giovane e cosmopolita come l’Eurovision. Ema Stokholma, con la sua uscita, ha semplicemente dato voce a un sentimento condiviso da molti, soprattutto tra i fan del contest abituati a scelte più moderne e internazionali. Eppure, proprio per questo, l’idea continua a far discutere: sarà marketing, sarà nostalgia, sarà follia?
Ora parola alla Rai (e magari a Topo Gigio stesso)
Al momento, nessuna conferma ufficiale è arrivata dalla Rai. Ma intanto, il dibattito impazza sui social e sulle testate, in un’Italia che — ancora una volta — riesce a rendere virale anche una polemica su un pupazzo con le orecchie grandi. Una cosa è certa: se davvero sarà Topo Gigio a leggere i voti italiani, ci sarà da preparare popcorn, tweet e meme. Perché tra talenti, cartoon e radiofonici delusi, questo Eurovision si preannuncia più italiano che mai.
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